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Quale strada per l’Egitto? Alla ricerca di un nuovo Nasser?

Cheikh Si Mimoun



L’Egitto è in effetti considerato il più importante paese del mondo arabo, fondamentale nella Storia delle civiltà. Impantanato nelle vicissitudini della storia recente, esso è stato per quarant’anni indebolito, avvilito, fino al risveglio brutale del suo popolo che vuole cambiare il proprio destino scendendo massicciamente in piazza per cancellare e allontanare gli 11 anni di Sadat, i 30 anni di Mubarak e il breve arco di tempo dei Fratelli Mussulmani di Morsi. In questo malcontento generalizzato si stanno formando delle élite che intendono cambiare strada e destino, impegnandosi per riconquistare la sovranità egiziana di un tempo. Molti guardano al periodo di Nasser che considerano progressista ed equilibrato, chiedendosi se esista un Nasser contemporaneo. Vi proponiamo una analisi pertinente del nostro amico Cheikh Si Mimoun
(Djerrad Amar) – Ref. Allain Jules
 

Prima di partire alla ricerca di un nuovo Nasser, occorre ricostruire i dati e il contesto di quell’epoca. Occorrerà in particolare :

- Ricostituire il potente blocco solidale dei “Paesi non allineati”, nato a Bandung, del quale Nasser, insieme a Nehru, Tito, Zhou Enlai e altri, era un pilastro sul quale il blocco si sosteneva.

- Risuscitare l’URSS, che sosteneva questo blocco, e Kruscev che, nel 1956, minacciava pubblicamente di cancellare Londra e Parigi dalla carta geografica, se non avessero sloggiato, dopo la loro aggressione a Suez in compagnia degli “Zionisten”.

- Resuscitare anche De Gaulle (1), che aveva una politica araba più equilibrata di quella attuale, totalmente infeudata agli interessi degli “Zionisten”.

- Resuscitare la neutralità del Canada, oggi governato da un Harper (Stephen Joseph) completamente subalterno agli interessi degli “Zionisten”, fino a farsi portavoce di Netanyahu.

- Privare l’entità sionista delle armi nucleari  nel frattempo sviluppate.

- Neutralizzare la capacità di nuocere delle monarchie wahhabite, moltiplicatasi in questi anni per 100 sul piano finanziario, mediatico e di corruzione dei governati occidentali.

- Ridurre la capacità di nuocere dei Fratelli Mussulmani e dei wahhabiti fino al livello degli anni 1950 e 1960.

- Riportare l’Iraq e la Siria a quello che erano prima della loro distruzione.

- Ridurre la popolazione egiziana della metà, per tornare al livello delle difficoltà economiche dell’epoca.

Insomma riportare i parametri a quelli degli anni 1950, 1960 e anche 1970, prima del crollo dell’URSS.

Impossibile essendo questa operazione di ritorno indietro della storia, il nuovo Nasser, come qualsiasi altro leader, dovrà risolvere i problemi così come si presentano oggi. (2). E visto che l’Egitto non si è mai trovato in una situazione così difficile come quella odierna, sia sul piano interno che su quello del contesto regionale, egli dovrà essere capace di compiere miracoli.

Evitiamo dunque di chiedergli l’impossibile e contentiamoci solo che rimetta l’Egitto sulla buona strada. Il resto è compito degli Egiziani e di nessun altro, dal momento che i consiglieri non sono gli ufficiali pagatori.



Note:

(1) Ai funerali di Nasser fu lo stesso Chaban Delmas, allora Primo Ministro di Pompidou, a rappresentare la Francia. Per la cronaca, furono Chaban e Boumedienne, che si trovavano fianco a fianco, a proteggere Hailé Selassié (imperatore dell’Etiopia), che rischiava di rimanere schiacciato nella ressa.

(2) E’ stato Ali, il 4° Califfo, cugino e genero del profeta, ad avere pronunciato questa frase assai premonitrice e che è restata celebre: “Insegnate ai vostri figli a conoscere la loro epoca e non la vostra”. Ciò che vuol dire che occorre risolvere i problemi tenendo conto dei parametri attuali e soprattutto considerando i nuovi rapporti di forza coi quali occorre misurarsi.