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Ritorsioni israeliane contro la campagna di boicottaggio


Gerusalemme, 14 giugno 2010, (Nena News) – C’è anche la «pacifista» Tzipi Livni, ex ministro degli esteri e leader del partito di opposizione Kadima, tra i 26 parlamentari che hanno firmato la proposta di legge in discussione alla Knesset che prevede sanzioni durissime per tutti coloro promuovono la campagna BDS, di boicottaggio di Israele e delle colonie ebraiche in Cisgiordania.

La legge in discussione chiede il sequestro dei dazi doganali e l’Iva destinati ai palestinesi – che Israele raccoglie ai transiti di frontiera – in rappresaglia per il boicottaggio avviato dall’Anp di Abu Mazen delle merci prodotte nelle colonie ebraiche costruite da Israele nei Territori occupati palestinesi in violazione delle leggi internazionali. I fondi palestinesi sequestrati verrebbero dati come «risarcimento» alle aziende nelle colonie ebraiche colpite dal boicottaggio. E’ previsto anche la confisca di fondi palestinesi depositati nelle banche israeliane.

Ma la legge presentata alla Knesset vuole colpire anche quei gruppi israeliani che promuovono il boicottaggio di Israele in cooperazione con associazioni straniere e palestinesi. Un cittadino israeliano che verrà trovato «colpevole» di boicottaggio dello Stato sarà punito con una sanzione fino a 8.500 dollari e la possibile confisca dei suoi risparmi. I cittadini stranieri coinvolti nella campagna BDS verranno puniti con il divieto di ingresso in Israele per almeno 10 anni e non potranno svolgere alcuna attività economica nello Stato ebraico o aprire un conto bancario.

Secondo indiscrezioni le autorità israeliane stanno ora raccogliendo all’estero informazioni sulle associazioni e gli individui che promuovo il boicottaggio di Israele a livello internazionale.