Gheddafi per una forza di difesa unica in Africa


Lybie – 4 aprile 2007 – PANAPRESS

L’indipendenza dei paesi africani “resterà fragile ed esposta ai pericoli” finché l’Africa non disporrà di una forza di difesa unica”, ha dichiarato mercoledì a Dakar la guida della rivoluzione libica, il colonnello Mouammar Gheddafi.
Nel discorso pronunciato in occasione delle celebrazioni per il 47^ anniversario dell’indipendenza del Senegal, il leader libico ha affermato che gli eserciti nazionali dei paesi africani, presi separatamente sono deboli, ma che una loro unificazione permetterà la formazione di una forza di due milioni di soldati.
Da ciò, ha proseguito, deriva che la difesa dell’indipendenza dei nostri paesi esige la costruzione di un unico esercito africano ed ha affermato che lo strumento per realizzare questo esercito e le altre strutture africane è nella realizzazione di un governo al livello di Unione africana.
Il colonnello Gheddafi ha, a questo proposito, tacciato di essere regionalisti e agenti (delle potenze straniere) quelli che ostacolano gli sforzi del continente africano verso la realizzazione della sua integrazione e l’edificazione degli Stati Uniti di Africa.
Il leader libico ha insistito: “Noi non vogliamo diventare un’altra volta schiavi e colonie ed essere posti ancora sotto tutela. Noi non vogliamo essere, di nuovo, imbarcati nelle navi e venduti nei mercati degli schiavi”.
Sottolineando che il continente africano è ricco di enormi potenzialità suscettibili di farne la prima o la seconda potenza mondiale, ha precisato che la schiavitù non è solo di un’epoca e che questi due flagelli possono riapparire se si realizzano le condizioni per il loro ritorno.
Il leader libico ha ricordato di avere invitato, nel corso di una visita l’anno scorso in Senegal, i senegalesi a formare delle associazioni popolari per domandare un risarcimento per i sacrifici sostenuti a vantaggio della Francia, che li ha arruolati nel suo esercito per la sua liberazione, per un secolo di colonizzazione e di asservimento.
“I paesi colonizzatori devono indennizzare i popoli che hanno colonizzato”, ha insistito.
Il dirigente libico ha sottolineato la necessità di impedire il ritorno della colonizzazione, assicurando che questo non potrà realizzarsi se non attraverso, da un alto, la riunione degli sforzi in Africa e, dall’altro, la richiesta di risarcimenti per la colonizzazione.
Deplorando le numerose misure dell’occidente per lottare contro l’immigrazione, la guida della rivoluzione libica ha ritenuto che i giovani africani hanno il diritto d andare in Europa, per recuperare una parte dell’oro, dell’argento, del ferro, del cobalto e dei diamanti saccheggiati nel loro continente.
Ha anche posto l’accento sulla necessità che il risarcimento per il periodo della colonizzazione avvenga attraverso la restituzione delle ricchezze africane saccheggiate. “Noi non taceremo mai più – ha insistito – non rinunceremo mai ai nostri diritti. Noi lotteremo e li obbligheremo a pagare i danni”.

 

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