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Demain online, 18 maggio 2012 (trad. Ossin)



Un poeta del Movimento 20 febbraio condannato a due anni di prigione
Thami afailal


Casablanca – Il Makhzen mostra i denti e si vendica sul Movimento del 20 febbraio. Younes Belkhdim, un attivista del Movimento 20 febbraio soprannominato “il poeta del popolo”, è stato condannato oggi, venerdì, dal tribunale di prima istanza di Ain Sebaa a Casablanca alla pena di due anni di prigione senza condizionale.


Arrestato il 30 marzo mentre partecipava ad un sit-in di solidarietà con Mouad Belghouat, Lhaqed, è rimasto in prigione e la sua richiesta di libertà provvisoria è stata respinta dal tribunale. Quasi contemporaneamente alla decisione di un altro magistrato marocchino di concedere la libertà provvisoria ad un giudice di Tangeri, arrestato in flagrante delitto di corruzione.


Ecco come il “poeta del popolo” è stato descritto dal nostro collaboratore Salah Elayoubi in un articolo di opinione pubblicato da Demain: “ Fisico da lottatore, voce di tribuno, baffi neri, capelli impomatati e testi declamati in un arabo letterario forbito, danno a questo giocatore di rugby, eroe del popolino, un’aria da Omar Sharif e ai raduni del movimento del 20 febbraio, un aspetto da produzione hollywoodiana, che racconta l’anno uno di una qualunque epopea rivoluzionaria”.


Questa condanna, venuta dopo – secondo alcuni osservatori – un processo raffazzonato e arrangiato, segna il ritorno di Fouad ali El Himma, il consigliere reale incaricato della repressione dal sovrano e grande comandante della caccia ai giovani attivisti del movimento del 20 febbraio in questo paese.


Quando uno stato imprigiona un giornalista (Rachid Niny), poi un cantante (Lhaqed), prima di rinchiudere un poeta, significa che ha perso la bussola.


Che continui dunque a cercare ciecamente il proprio cammino, ma attenzione al precipizio!