Demain online, 29 agosto 2012 (trad. Ossin)



Attivisti marocchini danno l’assalto a Badis, una penisola occupata dagli Spagnoli
Abdellatif Gueznaya


Tangeri. Molto preso stamattina, alle 6,30 locali, alcuni attivisti marocchini hanno dato l’assalto alla penisola di Badis (Peñón de Vélez de la Gomera per gli Spagnoli). Gli attivisti, che erano sette di numero, si sono introdotti in questo minuscolo territorio occupato militarmente dalla Spagna e situato a cinquanta chilometri da Al Hoceima. Sono riusciti a piantare tre bandiere marocchine.


Si tratta di sette membri del Comitato per la liberazione di Ceuta e Melilla, una organizzazione diretta da Yahya Yahya, il turbolento senatore della Camera dei Consiglieri, che era presente sul posto insieme al suo luogotenente Said Chramti, ma che non faceva parte della spedizione.

Secondo il quotidiano spagnolo El Pais, Yahya e Chramti hanno “incoraggiato” i sette attivisti dal territorio marocchino.


E’ una eccellente iniziativa quella di attaccare pacificamente Badis. Ha il merito di ricordare ai Marocchini che non sono solo le enclave di Ceuta e Melilla ad essere occupate dalla Spagna, e che esistono altri anacronismi coloniali che il Makhzen cerca di far dimenticare allo scopo di mantenere, quando lo desidera, buone relazioni con la Spagna. Come nel caso di oggi.


La superficie della penisola di Badis e di 1,9 chilometri quadrati. Vale a dire niente. Ma questo “niente” di niente è difeso in permanenza da una piccola guarnigione spagnola composta da cinquanta soldati armati di tutto punto.


Contrariamente a Ceuta e Melilla, dove risiede una importante popolazione civile, non c’è alcun civile a Badis. Non ci sono né petrolio né miniere d’oro, nemmeno terre coltivabili. Badis è una rocca. Come dire che il valore strategico di questo sasso è nullo. E nessuno capisce perché la Spagna continui ad occuparlo insieme ad altre pietre di impero. come per esempio l’isola di Nekour nella baia di Al Hoceima.


Yahya Yahya ha annunciato altre azioni di questo tipo. Ma si è dimostrato più giudizioso dell’immagine che dà di sé in questo genere di spedizioni. Arrestare e processare (in Spagna!) un onorevole consigliere (senatore) del regno del Marocco per avere violato un perimetro militare sarebbe stato più gustoso, mediaticamente parlando, del fare la stessa cosa con degli illustri sconosciuti, per quanto coraggiosi siano stati.

Ora la domanda più pressante è di sapere perché Yahya Yahya abbia attaccato Badis proprio oggi che il re Mohammed VI fa mostra della sua estrema generosità verso la Spagna, inviando degli aerei a spegnere l’incendio che divora le isole Canarie e ordinando l’arresto di centinaia di immigrati clandestini sub sahariani che danno l’assalto al recinto di Ceuta e Melilla.


Tutti sanno che, per realizzare questo tipo di spedizioni patriottiche, Yahya Yahya, o qualsiasi altro deputato, non potrebbe fare niente senza averne prima riferito in un certo alto loco. Lo ha fatto? Se sì, allora a che gioco sta giocando Mohammed VI? Se no, che cosa fanno la DST, la DGED, i differenti uffici (servizi segreti) dell’esercito, e quelli della Gendarmeria reale, dei potenti organismi di Stato una delle cui missioni tradizionali è quella di sorvegliare la frontiera e controllare l’attività di certi ribelli? 

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