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Marocco/Algeria: Mohammed VI critica il “rifiuto” algerino di normalizzazione delle relazioni


6 novembre AFP


Il re Mohammed VI critica il “rifiuto” dell’Algeria di normalizzare le relazioni col Marocco e riaprire la comune frontiera, chiusa dal 1994.
Il sovrano marocchino ne ha parlato in un discorso televisivo in occasione del 33° anniversario della “Marcia verde” organizzata dal re Hassan II, durante la quale 350.000 marocchini hanno marciato il 6 novembre 1975 in direzione del Sahara occidentale, sotto occupazione spagnola, per rivendicare l’appartenenza di questo territorio al Marocco.
“L’ostinato rifiuto di ogni offerta di normalizzazione fatta dal Marocco… - ha in particolar modo dichiarato il re Mohammed VI - si pone in contrasto con la logica della Storia e della Geografia, che è incompatibile con la chiusura delle frontiere tra due paesi vicini e fratelli”.
“L’insistenza del nostro paese per l’apertura delle frontiere e la normalizzazione delle relazioni deve essere considerata come espressione di fedeltà ai legami di fraternità e di buon vicinato”, ha aggiunto, deplorando che l’Algeria non abbia risposto favorevolmente ai buoni uffici offerti da paesi “fratelli e amici”.
La frontiere terrestre tra i due paesi è stata chiusa nel 1994, in seguito ad un attentato islamista a Marrakech, che Rabat aveva attribuito ai servizi segreti algerini.
A proposito del conflitto in Sahara occidentale, il re ha affermato che la sola ed unica soluzione del conflitto consiste nell’autonomia proposta da Rabat sotto la propria sovranità.
Ha ribadito” la disponibilità senza condizioni del Marocco ad impegnarsi in un negoziato serio sul tema dell’autonomia, che è l’unica possibile soluzione del conflitto” del Sahara Occidentale, sottolineando che tale “iniziativa resta sul tavolo dei negoziati, sotto l’egida delle Nazioni Unite”.
A tale proposito Mohammed VI ha criticato la “posizione ufficiale” dell’Algeria. “Questo paese – ha detto – cerca di ostacolare la dinamica virtuosa avviata dall’iniziativa marocchina”.
“Fa di tutto per mantenere la situazione attuale, che comporta rischi di balcanizzazione per la regione del Maghreb e del Sahel”, ha aggiunto il re.
Il Fronte Polisario, movimento indipendentista sostenuto dall’Algeria, ha respinto il progetto marocchino di autonomia e riaffermato il “diritto del popolo saharaoui all’autodeterminazione” attraverso un referendum.
Il re ha infine annunciato la creazione di una commissione consultiva incaricata di proporre una “progetto generale di regionalizzazione” che ”riguarderà in avvenire tutte le regioni del Marocco, prima tra tutte il Sahara marocchino”.
“La regionalizzazione progettata costituisce una riforma di struttura”, ha concluso il sovrano. 

 


La Liberté 8 novembre 2008


Con un discorso violento Mohammed VI se l’è presa con l’Algeria

Merzak T.
 

L’Algeria come capro espiatorio. Mohammed VI non evita mai di indicarla come responsabile di tutti i problemi che affliggono la sua monarchia, tutte le volte che se ne presenta l’occasione, soprattutto quando queste difficoltà hanno a che fare col conflitto in Sahara Occidentale.

Ancora una volta il sovrano alaouita se l’è presa aspramente con l’Algeria, criticando la sua posizione ufficiale sul Sahara Occidentale, rimproverandole il “rifiuto” a normalizzare le relazioni col Marocco ed a riaprire la frontiera comune, chiusa dal 1994.
La celebrazione del 33° anniversario della “marcia verde” organizzata dal re Hassan II, durante la quale 350.000 Marocchini avevano marciato il 6 novembre 1975 in direzione del Sahara occidentale, sotto occupazione spagnola, per rivendicare la sua appartenenza al Marocco, è stata l’occasione ideale per il sovrano alaouita.
All’improvviso ha criticato il “rifiuto” dell’Algeria a normalizzare le relazioni col Marocco, insistendo soprattutto sulla non riapertura della frontiera, chiusa dal 1994 in seguito agli attentati terroristi di Marrakech. Ha tuttavia omesso di ricordare in quali condizioni questa frontiera è stata chiusa e il fatto che Rabat aveva unilateralmente instaurato il visto per gli Algerini che volevano recarsi in Marocco.
Senza fare alcun cenno a queste circostanze, ha rimproverato ad Algeri il rifiuto di accontentare i suoi desiderata affermando: “L’ostinato rifiuto di ogni offerta di normalizzazione fatta dal Marocco… si pone in contrasto con la logica della Storia e della Geografia, che è incompatibile con la chiusura delle frontiere tra due paesi vicini e fratelli”. Mohammed VI non si è fermato a questo e si è arrogato il diritto di dare lezioni, deplorando che l’Algeria non abbia risposto favorevolmente ai buoni uffici dei paesi “fratelli e amici”, aggiungendo: “L’insistenza del nostro paese per l’apertura delle frontiere e la normalizzazione delle relazioni deve essere considerata come espressione di fedeltà ai legami di fraternità e di buon vicinato”.
Si è ostinato ad esigere la riapertura delle frontiere senza condizioni, nonostante l’Algeria avesse chiaramente posto come condizione un regolamento completo del contenzioso tra i due paesi. “Il problema della circolazione dei beni e delle persone alle frontiere tra Algeria e Marocco non può essere separato da un approccio globale all’idea di quello che vogliamo fare del nostro Maghreb”, aveva già replicato nel marzo scorso il ministro algerino dell’Interno, Nourreddine Yazid Zerhouni, ai numerosi appelli per la riapertura della frontiera provenienti da esponenti del governo marocchino. Zerhouni aveva anche aggiunto: “Non bisogna costruire un Maghreb dove vi è chi ci guadagna e chi ci perde. Il Maghreb non è formato solo dal Marocco e dall’Algeria. Bisogna che tutti i popoli che ne fanno parte vi trovino la loro collocazione”.
Sordo a questi ragionamenti, il regno alaouita rifiuta di affrontare un regolamento globale del contenzioso algero-marocchino e cerca di fare pressione sull’Algeria con iniziative mediatiche del tipo di quello fatto da Mohammed VI, nel tentativo di forzarle la mano.
Pronunciandosi sul conflitto del Sahara Occidentale, il monarca ha riaffermato che la sola ed unica soluzione del conflitto consiste nell’autonomia proposta da Rabat sotto la propria sovranità. Ribadendo ” la disponibilità senza condizioni del Marocco ad impegnarsi in un negoziato serio sul tema dell’autonomia, che è l’unica possibile soluzione del conflitto” del Sahara Occidentale, e sottolineando che tale “iniziativa resta sul tavolo dei negoziati, sotto l’egida delle Nazioni Unite”, il re del Marocco non ha detto niente di nuovo. Non ha fatto altro che piantarsi sulle proprie posizioni, respinte dal Fronte Polisario. Cercando un capro espiatorio, ha criticato la “posizione ufficiale” dell’Algeria dichiarando: “Questo paese cerca di ostacolare la dinamica virtuosa avviata dall’iniziativa marocchina”. Nello stesso ordine di idee, ha aggiunto: “Fa di tutto per mantenere la situazione attuale, che comporta rischi di balcanizzazione della regione del Maghreb e del Sahel”. Infine, proseguendo nella sua fuga in avanti, il sovrano marocchino ha annunciato la creazione di una commissione consultiva, incaricata di proporre una “progetto generale di regionalizzazione” che ”riguarderà in avvenire tutte le regioni del Marocco, prima tra tutte il Sahara marocchino”.