Stampa



 

Algérie patriotique, 2 dicembre 2014 (trad. ossin)


Una mail indirizzata al capo dei Servizi marocchini conferma lo stretto controllo del Mossad su Rabat

Il Marocco e la Lobbie ebraica

Rafik Meddour


Le prove dei rapporti di collaborazione del Makhzen (Il sistema di potere reale in Marocco, ndt) con le lobbie sioniste si accumulano. La stoccata è stata data questa volta da un blog che è riuscito a procurarsi delle mail scambiate tra alcuni alti responsabili marocchini con dei messaggeri di Israele, incaricati di spigolare negli ambienti diplomatici per rafforzare la supremazia dell’entità sionista


Il Makhzen non è stato capace di resistere al canto delle sirene, pronto com’è a tutto, pur di ottenere il riconoscimento della “marocchinità” del Sahara Occidentale, che ha vergognosamente annesso nel 1975 e della quale ha difficoltà a fare accettare la legittimità.

Un amico di Mohamed Yassine Mansouri, primo responsabile della Direzione generale degli Studi e della Documentazione (DGSD, il servizio di intelligence e di controspionaggio del Marocco) si bea e si inorgoglisce in una delle mail, in quanto un influente dirigente di una organizzazione sionista gli ha proposto di entrare a far parte del consiglio di amministrazione. “Jack Avital mi ha proposto di entrare a far parte del Consiglio di amministrazione della sua organizzazione (un’anteprima, un mussulmano in una organizzazione di lobbying ebraica) al fianco del senatore democratico Schummer, del congressmen Antony Winner, del governatore di New York e di molti businessmen influenti”, esclama in una mail indirizzata al numero 1 della Intelligence marocchina.

Rivela inoltre di avere incontrato a Tel Aviv proprio il presidente della multinazionale Elbit (specializzata nell’alta tecnologia dei sistemi di sicurezza), che ha girato il mondo quando era al Mossad ed è amico di Jack Avital. Questi gli ha “proposto di aiutare il Marocco (in tutta amicizia) sul dossier del Sahara”.

Questa mail, che sembra essere stata inviata prima dell’elezione di Barack Obama, dimostra come i Marocchini si siano giovati della squadra della lobbie ebraica nel paese dello zio Sam, per patrocinare la loro “causa” presso l’amministrazione statunitense.

“Questo personaggio (il presidente di Elbit), che vanta relazioni di lunga data col senatore Obama, si dice pronto ad aiutarci per stabilire delle relazioni di eccezione con i suoi collaboratori se, ovviamente, quest’ultimo dovesse vincere le elezioni. Lo incontrerò al matrimonio del figlio di Jack, domenica prossima”, sottolinea quest’amico di Yassine Mansouri.

Si apprende che anche il direttore del DGED era stato invitato al matrimonio del figlio del sionista Jack Avital, ma che non vi è andato per evitare che la sua dimestichezza coi sionisti fosse flagrante. Il suo interlocutore gli raccomanda però di farsi rappresentare, perché “quattro ministri israeliani faranno il viaggio, diversi uomini politici e uomini di affari potenti saranno presenti”.

Gli sbirri del serraglio marocchino non indietreggiano dunque davanti a niente, pur di dare un esito positivo alla loro “terza via” sulla questione del Sahara Occidentale e conservare la catena trasfusionale di elargizioni finanziarie che consentono all’economia e alla società del Marocco di sopravvivere.