TelQuel n. 428 – giugno 2010

Ancora un segno….
Editoriale di Ahmed R. Benchemsi

L’accanita ostilità per la dissidenza, anche quando è insignificante, è un indicatore di deriva autocratica. Uno di più…

Certi segnali non ingannano. La recente convergenza di attacchi contro l’Association marocaine des droits humains (AMDH) ne è uno. Vi è stata dapprima, alla fine della settimana scorsa, una clamorosa uscita pubblica di Abbas El Fassi. Il Primo ministro se l’è violentemente presa con “quella minoranza che sfrutta i diritti dell’uomo per difendere il separatismo”. Ed ha aggiunto: “E’ vergognoso che un’associazione riceva una lettera di felicitazioni dal Polisario – è un insulto per il Marocco”.
LA AMDH non è stata specificatamente nominata, ma tutti hanno potuto comprendere. Qualche giorno più tardi, un certo Driss Radi, capo del gruppo parlamentare congiunto RNI-UC, ha letto  in piena assemblea della seconda camera un testo incendiario contro l’AMDH – citata nominativamente questa volta. Immediatamente riportato dalla MAP (l’agenzia di stampa ufficiale), il testo della comunicazione di Radi è il seguente: “Ciò che è accaduto durante l’ultimo congresso dell’AMDH – in particolare sono stati scanditi degli slogan separatisti – non è che una odiosa strumentalizzazione dei nobili valori del diritti dell’uomo nel vano tentativo di offendere i sacri valori della nazione”. In segno di protesta contro quest’intollerabile “deriva”, l’onorevole deputato ha chiesto una sospensione della seduta di 5 minuti. Il presidente gliene ha accordati 10. Da notare che la settimana precedente Achourouk, organo di stampa ufficiale del RNI, aveva violentemente criticato l’associazione in non meno di sei pagine. Tra i tanti titoli incandescenti, ne citiamo due: “Per chi lavora l’AMDH?” e “L’orribile silenzio governativo e politico aggrava la ferita creata dalle provocazioni su questioni sensibili”. Ebbene, è motivata questa brava gente! Questo improvviso prurito patriottico non è evidentemente innocente. Il messaggio è chiaro: l’AMDH è nel mirino del Potere. Il quale, come sempre, ha scelto di attaccare per interposta persona, mandando avanti i suoi servi abituali (Abbas, il RNI, l’UC, la MAP ecc). Ed essi, come d’abitudine, noni disdegnano di ricorrere alla menzogna e alla manipolazione. L’AMDH non ha evidentemente mai ricevuto lettere di felicitazioni da parte del Polisario. Né quest’anno né i precedenti. E tra gli “slogan separatisti”, il peggio che si è sentito nel congresso è stato “nessuna alternativa all’autodeterminazione (dei Saharawi)”. Che una corrente dell’AMDH sia favorevole all’idea del referendum in Sahara occidentale (democraticamente contrastata, d’altra parte, da un’altra corrente favorevole all’autonomia) non è una novità. L’unica novità è che il Potere, tutto ad un tratto, trovi ciò insopportabile.
Ma chi è il Potere? Come sempre non si sa. Senza dubbio una o due persone nascoste all’ombra del palazzo reale. In ogni caso, il “la” ufficiale è stato dato. Dopo la rabbiosa offensiva contro la stampa indipendente, lanciata a metà 2009, e che si è concretata in sequestri e chiusure di giornali, generalmente illegali, ecco venuto il turno della più indipendente e coraggiosa ONG del paese. Su una cosa Abbas El Fassi non ha torto. Su 30 milioni di marocchini, l’AMDH e coloro che la sostengono sono in effetti una minoranza. Così come i lettori della stampa indipendente, che non pesano quasi niente su scala nazionale. Ragione di più per porsi la domanda: perché gli ultimi refuznik dell’ordine makhzeniano (il makhzen è il sistema di potere della monarchia marocchina, ndt) sono così preoccupati? Non solo non hanno nulla da temere da loro, vista la loro minima influenza, ma il Potere, al contrario, avrebbe tutto l’interesse a farli esprimere liberamente, perché gli conferirebbe – con poca spesa – una certa credibilità democratica…
L’accanita ostilità per la dissidenza, anche quando è insignificante, è un indicatore di deriva autocratica, uno di più. E’ così che si è cominciato in Tunisia, prima che si giungesse ad una grossolana dittatura. E’ questo il destino del Marocco? Dio onnipotente, dammi delle ragioni per non crederci…



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