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Comunicato del Gruppo TelQuel

Il boicottaggio economico del Potere costringe Nichane, il più importante magazine arabo fono marocchino, alla chiusura

Gruppo TelQuel, 1 ottobre 2010 a Casablanca (Marocco)

Il magazine Nichane, leader dei settimanali arabofoni marocchini, è stato chiuso oggi per decisione dell’assemblea generale degli azionisti. Nonostante il suo elevato standard qualitativo e la larga diffusione che avrebbero dovuto garantirgli, legittimamente, un sostegno pubblicitario sicuro, Nichane è stato vittima di un boicottaggio pubblicitario persistente, avviato dalla holding reale ONA/SNI , il più importante gruppo economico del Marocco, e il cui esempio è stato poi seguito dalle grandi imprese legate al regime. Questo boicottaggio massiccio ha provocato danni economici sempre più gravi a Nichane. Dopo aver perso 10 milioni di dirham(quasi 900.000 euro, uno dei più forti investimenti della stampa marocchina), il Groupe TelQuel, principale azionista di Nichane, si è visto costretto a porre fine a una tale emorragia finanziaria manifestamente irreversibile.
Fin dalla sua creazione nel 2006, Nichane, un magazine laico e modernista, si è conquistato uno spazio speciale nel paesaggio mediatico marocchino infrangendo diversi tabù. Le sue audaci storie di copertina (“Il culto della personalità reale”, “Il sesso e l’omosessualità nella cultura islamica”, Il Marocco, primo produttore mondiale di cannabis”, “Dentro i servizi segreti”, “Come i Marocchini ridono dell’islam, del sesso e della monarchia”, e molte altre…) hanno spesso creato un evento, in Marocco e oltre. Grazie ai suoi eccellenti giornalisti, molti dei quali hanno vinto dei premi internazionali, Nichane è diventato, a soli due anni dalla sua creazione, il settimanale arabofono più venduto in Marocco – una posizione che ha mantenuto intatta secondo gli ultimi controlli della OJD Maroc (Office de Justification de la Diffusion, un organismo indipendente che certifica le vendite della stampa marocchina).
Ma a causa della sua linea indipendente e delle sue posizioni editoriali spesso critiche nei confronti del Potere marocchino, Nichane (come TelQuel, magazine francofono appartenente allo stesso gruppo editoriale) è stato oggetto, fin dalla sua nascita, di un pesante boicottaggio pubblicitario. Esso si è accresciuto e generalizzato a partire dal novembre 2009 – in coincidenza della censura esercitata dallo Stato marocchino sul sondaggio “Mohammed VI, 10 anni di regno”, realizzato congiuntamente da Nichane, TelQuel e il giornale francese Le Monde.
Questa azione di boicottaggio è stata avviata in origine dalla holding reale ONA/SNI, in seguito si è estesa a molti altri inserzionisti statali, parastatali e vicini al Potere, operanti nei principali settori dell’economia marocchina (banche, immobiliare, telefonia – tra cui una filiale del gruppo francese Vivendi – trasporto aereo, automobile, agro-alimentare ecc.). Perfino di annunci pubblicitari cittadini e di interesse pubblico (Programma di aiuto alla creazione di imprese del Ministero del Lavoro, programma intergovernativo “Le giornate della terra”, lanciato dal re Mohammed VI…) è stato vietato il passaggio pubblicitario sulle pubblicazioni del Gruppo TelQuel, per decisione politica. Di conseguenza la responsabilità della morte di Nichane incombe, in primo luogo, ai primi cerchi del potere del regno del Marocco.
Se Nichane non è sopravvissuta a questo implacabile boicottaggio TelQuel, che pure ne è vittima, continua a resistere. Infatti il mercato pubblicitario della stampa francofona in Marocco è vasto e diversificato. Quello della stampa arabofona, al contrario, è assai ristretto e formato soprattutto da inserzionisti vicini al Potere. Senza la loro pubblicità, un magazine arabo fono non può sopravvivere. Tra settembre 2008, periodo nel quale il boicottaggio era stato per breve tempo sospeso, e settembre 2010, periodo nel quale il boicottaggio funzionava a pieno regime, il fatturato di Nichane si è ridotto del 77%.
Nei suoi quattro anni di vita, Nichane ha superato diverse prove: un divieto di pubblicazione durato tre mesi (e che ha provocato perdite finanziarie considerevoli); un processo per reati di opinione conclusosi con una condanna a tre anni di prigione con pena sospesa nei confronti dell’ex direttore e un giornalista; tre sequestri, di cui due seguiti dalla illegale distruzione di 100.000 copie (fonte, ancora una volta, di rilevanti perdite finanziarie); un processo per “attentato alla sacralità reale” nei confronti del suo direttore, ancora sospeso ad oggi… Lo strangolamento finanziario attraverso il boicottaggio pubblicitario è stato il colpo di grazia, che ha finalmente costretto Nichane alla chiusura.
La fine di Nichane non è che l’ultimo episodio del grave degrado della libertà di stampa in Marocco. A partire dal 2009, l’azione dello Stato contro i giornali indipendenti ha conosciuto una accelerazione notevole, denunciata da molte ONG di difesa della libertà di stampa, tra cui Reporters sans Frontières. Alcuni giornali sono stati illegalmente chiusi dalle Autorità, altri sono stati costretti a vendere i mobili per pagare delle ammende spropositate. Diversi giornalisti sono stati perseguitati dalla polizia e la giustizia, qualcuno è stato costretto all’esilio. Un giornalista è stato perfino imprigionato per sette mesi nel corso del 2010. Vivace in Marocco, fino alla metà degli anni 2000 (malgrado dei segnali allarmanti segnalati all’inizio del decennio), la maggior parte della stampa marocchina è oggi legata a un filo sempre più sottile. I giornali indipendenti si contano oramai sulle dita di una mano e subiscono pressioni crescenti, politiche ed economiche, dirette a restringere la loro libertà di parola e di azione. Per qualche tempo tuttavia, il Marocco è stato considerato come un’oasi regionale di apertura e tolleranza verso una certa libertà di stampa. Questo tempo sembra passato, e questa parentesi destinata  - a breve termine – a chiudersid definitivamente. Le autorità marocchine sembrano oramai determinate a seguire il modello della Tunisia, dove non si tollerano che i giornali che servono gli interessi del Potere.
Nel momento in cui Nichane è costretta a chiudere, bisogna rendere omaggio a tutti coloro che ne hanno consentito la vita dalla sua nascita: i lettori, prima di tutto, che non hanno mai smesso di sostenere la sua linea editoriale avanguardista, e naturalmente i suoi ottimi giornalisti, fotografi e illustratori, grafici, tecnici e staff amministrativo. Bisogna inoltre complimentarsi con i responsabili della pubblicità, che hanno lavorato per anni con coraggio, in condizioni difficili. Bisogna infine salutare la saggezza di quegli inserzionisti che, mantenendo la oloro presenza in un magazine di successo come Nichane, hanno privilegiato la razionalità economica sui calcoli politici. Grazie alla passione e all’impegno di tutti coloro che l’hanno curato, Nichane sarà stata un’avventura eccezionale, che lascerà una traccia vivace nella storia della stampa marocchina.