El Watan – 13 novembre 2010

Vietato l’ingresso a Laayoune per il giornalista Ali Lmrabet

di Chahredine Berriah

E’ la prima volta che un marocchino non può viaggiare liberamente all’interno del proprio paese. Ieri, venerdì, al giornalista indipendente marocchino Ali Lmrabet, conosciuto per la sua opposizione al potere reale, è stato brutalmente impedito di recarsi a Laayoune, capitale del Sahara occidentale, mentre tentava di partire dall’aeroporto Mohammed VI di Casablanca

In un comunicato che ci ha trasmesso dalla capitale economica del regno dello sceriffato, il nostro collega Ali Lmrabet racconta la sua ennesima peripezia con le autorità del suo paese. “Oggi (ieri, venerdì) alle 14.30, all’aeroporto Mohammed VI di Casablanca, mentre stavo per prendere il volo delle 16.10 per Laayoune, quattro poliziotti in borghese si sono precipitati verso il bancone della Royal Air Maroc e hanno bloccato manu militari il lavoro delle hostess che distribuivano i biglietti ai viaggiatori in partenza per il Sahara”.
Secondo Lmrabet, dopo qualche minuto, tutte le hostess hanno lasciato il loro posto di lavoro e si sono avvicinate a un gruppo di agenti e responsabili (certamente della DST, i servizi di informazione), che, nel corso di tutta questa strana operazione, sono restati in continuo contatto telefonico con uno o più misteriosi interlocutori.
“Finalmente – ha aggiunto – l’hostess della Royal Air Maroc mi ha detto che l’aereo era completo, che il mio nome era stato inserito nella lista di attesa e che, di conseguenza, non potevo partire per Laayoune. Un falso, perché l’agenzia che mi aveva venduto l’aereo aveva avuto assicurazioni circa la disponibilità del posto”.
“A conferma di ciò, il fotografo Mourad Borja ha potuto prendere senza problemi l’aereo per Laayoune, nonostante avesse acquistato il biglietto un giorno dopo di me. Nell’aereo, Borja mi ha segnalato che 12 o 14 posti erano rimasti liberi”.
Nello stesso senso, l’avvocato e militante per i diritti dell’uomo, Mohamed Messaoudi, che ha assistito a tutta la scena e ha preso l’aereo con una delegazione dell’AMDH, mi ha confermato per telefono da Laayoune che “una decina di posti erano rimasti liberi”.
Ed ha aggiunto: “E’ la prima volta da molto tempo che un cittadino marocchino non può viaggiare liberamente all’interno del proprio paese. Se il Marocco ufficiale considera il Sahara come facente parte del territorio nazionale, in questo modo fornisce una prova eclatante del contrario”.
Si è interrogato infine: “Di cosa mi si rimprovera perché questo regno si prenda gioco delle sue stesse leggi? Si nasconde qualcosa a Laayoune? Sono oramai sei anni che sono interdetto dallo scrivere per una decisione medioevale. E’ come se mi avessero voluto tagliare le mani per impedirmi di scrivere e la lingua per impedirmi di esprimermi. Lo stato marocchino vuole impedirmi di esercitare il mio mestiere e allo stesso tempo di far vivere la mia famiglia (…) Io dico così: in un modo o nell’altro farò sentire la mia voce!”     


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