Stampa




L’Expression, 14 novembre 2010

La stampa internazionale nel mirino di Mohammed VI
di Mohamed Touati

“I giornalisti professionisti (e assimilati) accreditati sono tenuti a esercitare la loro professione nel rispetto della sovranità nazionale…”, avverte il ministro della comunicazione e portavoce del governo marocchino

La caccia ai giornalisti che denunciano la repressione e le violenze perpetrate dalle forze di occupazione marocchine contro i Saharawi è cominciata. Dopo aver deciso di chiudere gli uffici di Al Jazeera, le autorità marocchine se la prendono con l’Agence France Presse (AFP) e attaccano violentemente l’agenzia di stampa algerina APS. Trovandosi, il ministro marocchino della Comunicazione ha deciso di ritirare l’accreditamento del corrispondente del quotidiano spagnolo ABC. A chi tocca adesso?
Ma con quali scuse Rabat cerca di giustificare il black-out mediatico imposto ai territori occupati, per tentare di domare la resistenza pacifica del popolo saharawi, e la sanzione inflitta al giornalista di ABC? “Denunciando con forza il comportamento di certi corrispondenti dei media spagnoli accreditati sul territorio nazionale, il ministero precisa che tra le violazioni della deontologia professionale registrate a questo proposito, vi è il comportamento privo di qualsiasi professionalità che continua a mantenere il corrispondente del quotidiano ABC accreditato in Marocco, che impone l’applicazione dell’art. 22 della legge sullo statuto dei giornalisti professionisti”, argomenta un dispaccio dell’agenzia MAP. Ma sono argomenti non troppo convincenti. Che cosa rimprovera in realtà il Potere marocchino al nostro collega spagnolo? “Le derive di certi corrispondenti spagnoli sono giunte a un livello tale che non è più possibile ignorarle, soprattutto dopo che hanno denunciato la presenza di centinaia di cadaveri di vittime civili nelle strade di Laayoune”, rende noto un comunicato divulgato dal Ministero di Khalid Maciri.
La verità è che il Potere marocchino spara a zero contro chiunque sostenga la causa del popolo saharawi.
Ed è dunque naturale, possiamo dire, che l’APS sia stata criticata dall’agenzia di stampa ufficiale marocchina che, a quanto pare, è incaricata di fare questo servizietto sporco: sparare su tutti quelli che contestano la marocchinità del Sahara occidentale e sostengono il diritto dei Saharawi all’indipendenza. “L’agenzia di stampa algerina, APS, ha confermato giovedì la sua fedeltà ad una lunga tradizione di menzogne…” , scrive, senza alcun ritegno, MAP in un dispaccio datato 12/11/2010. “E’ l’ospedale che si prende gioco della carità”, avrebbe detto un vecchio proverbio francese. Insomma, che cosa viene rimproverato alla APS? Quando ha attribuito delle dichiarazioni prive di ogni fondamento al ministro inglese degli affari esteri, William Hague, a proposito dei recenti avvenimenti di Laayoune, l’APS, in qualità di portavoce del governo algerino, le cui mire espansioniste sono ormai chiare,  ha detto puramente e semplicemente che Hague avrebbe dichiarato che “le circostanze dell’incidente sono ancora poco conosciute e noi abbiamo chiesto che fossero adottate delle misure per la protezione dei nostri concittadini che si trovano in Marocco”, riferisce l’agenzia di stampa marocchina che ha aggiunto: “Contattato dalla MAP per verificare tali dichiarazioni, il portavoce del ministero inglese degli Affari esteri ha espresso il suo stupore per simili menzogne, divulgate dall’agenzia algerina”. La MAP non se ne abbia, ma il governo inglese è andato anche più oltre: “Noi stiamo prendendo in considerazione da qualche tempo di inviare una missione di controllo sul rispetto dei diritti dell’uomo nella regione (Sahara Occidentale). Gli avvenimenti di questi ultimi giorni ci spingono a farlo immediatamente”, ha dichiarato venerdì a Algeri Alistair Burt, ministro inglese incaricato per il Medio oriente e per l’Africa del Nord. La MAP non ha nemmeno risparmiato l’agenzia ufficiale di stampa spagnola che pure ha avuto quello che si merita. EFE ha diffuso una foto di bambini feriti alla testa ricoverati in un ospedale, vittime della repressione marocchina, ripresa dai grandi giornali spagnoli.
“EFE ne ha fatto un’altra delle sue, coinvolgendo la stampa spagnola in una nuova diffamazione contro il Marocco”, segnala l’agenzia marocchina. Il Makhzen sviluppa un complesso di persecuzione? La MAP non ha perso l’occasione di aggiungere al suo carniere anche l’Agence France Presse. “Non passa giorno senza che l’AFP manifesti il suo lato oscuro: quello della soggettività, della parzialità e della deformazione dei fatti, soprattutto quando si tratta di avvenimenti relativi al Marocco e alle sue giuste cause”, segnala in un lungo dispaccio datato 12.11.2010, che assomiglia a un comunicato. E per quale ragione occorre biasimare l’agenzia di stampa francese? “Gli esempi di parzialità e di partito preso dell’AFP sono numerosi: l’ultimo in ordine di tempo è la copertura degli avvenimenti di Laayoune di lunedì scorso”, chiarisce il testo dell’agenzia marocchina. “Queste informazioni sono infarcite di menzogne messe in giro da nemici del Marocco mossi da odio viscerale”, aggiunge amaramente la MAP. “Il Marocco ha fatto grandi passi verso la Modernità e il Progresso… E se l’AFP sceglie di passare sotto silenzio queste conquiste… Se ne assume l’intera responsabilità sul piano morale ed etico”, minaccia il messaggio al vetriolo trasmesso attraverso l’agenzia ufficiale di stampa marocchina. La morsa che si stringe intorno al trono marocchino dopo il massacro perpetrato dalle forze armate contro il campo di tende saharawi di Gdeim Izik e che prosegue nelle città ribelli di Laayoune e di Smara, terrorizza il Makhzen.  Posto sul banco degli accusati dalla comunità internazionale, è sul punto di subire anche un cocente smacco diplomatico. Quanto alla guerra dei media: é una Waterloo!