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Il blog di Gilles Munier, 5 ottobre 2011



“Sarkozy sotto BHL”, una bomba disinnescata alla corte dell’Eliseo
Intervista di Gilles Munier a Roland Dumas e Jacques Vergès


C’è del marcio nel regno di Francia! Si attendevano le rivelazioni di Saif al-islam sul finanziamento della campagna presidenziale di Nicolas Sarkozy da parte della Libia… Al loro posto abbiamo avuto, sullo stesso tema, il rilancio dell’affaire Bettencourt, lo scandalo politico-fiscale della principale azionista di L’Oreal, poi un diluvio di rivelazioni sulla consegna di valige di biglietti di banca provenienti da presidenti africani , con la mediazione dell’avvocato della Francafrica Robert Bourgi (uno dei denuncianti, che ha riconosciuto di aver portato delle valige) a uomini politici francesi di tutte le tendenze. In questa atmosfera da fine del regno, si leggerà con piacere il pamphlet di Jacques Vergès e Roland Dumas che conoscono bene i retroscena immondi del rovesciamento del colonnello Gheddafi. Un pamphlet da leggere tutto d’un fiato. (*)


Afrique Asie: “Sarkozy sous BHL”, il pamphlet che avete appena pubblicato, è un’aspra critica contro il potere del denaro in politica. Potere e denaro hanno sempre coabitato, salvo forse in alcuni paesi socialisti. Quale novità porta la presidenza Sarkozy in questo ambito?


Roland Dumas:
Il potere del denaro è sempre esistito. Nel corso dei secoli. In tutte le regioni. E’ triste vedere una grande democrazia, o pretesa tale, come la Repubblica Francese, essere preda di un fenomeno oggi moltiplicatosi.
Le rivelazioni che escono ogni giorno sono significative, ma la “France Afrique” non è solo un problema di soldi e di valige di denaro. E’ anche un metodo che ci riporta secoli indietro e che si fonda su azioni militari, insomma, sul colonialismo: “Un regime non ci piace, lo si cambia, se ne installa un altro”. Si può chiamare progresso questo?
Jacques Vergès: Ciò che la presidenza Sarkozy porta di nuovo  nelle relazioni tra potere e denaro è l’ipertrofia del ruolo del denaro sporco e della corruzione che ne deriva, facendo della Repubblica francese una Repubblica delle banane. Le sue relazioni con i paesi africani e arabi non si fanno più attraverso i diplomatici, ma per il tramite di affaristi equivoci.


Bernard Henry Levy “il faccendiere”

Afrique Asie: Voi ve la prendete con il “Levy d’Arabia”… BHL. E’ la prima volta nella storia della Repubblica che un intellettuale detiene pubblicamente un simile potere? Si può paragonare la sua influenza a quella di Jacques Attali su François Mitterrand, o di Marie-France Garaud su Georges Pompidou e poi Jacques Chirac?


Jacques Vergès:
Non si può paragonare i ruoli discreti di Attali in rapporto al presidente Mitterrand o di Garaud nei confronti di Georges Pompidou con il ruolo di Lévy nei confronti di Sarkozy, che è un ruolo di decisore. Il presidente Sarkozy ratifica i conciliaboli di Lévy con gli emissari libici negli hotel parigini.

Roland Dumas: E’ senza dubbio la prima volta che un intellettuale assai mediocre come Bernard Henry Lévy gioca un ruolo così importante nella Repubblica. Non lo so può paragonare né a Jacques Attali, che era una istituzione nella Repubblica, né a Marie-France Garaud, che intratteneva una relazione personale con Georges Pompidou. L’insolita situazione di BHL non assomiglia né al primo né al secondo caso. Egli non è nessuno nella Repubblica. Egli si impone. Egli volteggia. Fa il “faccendiere”.


Afrique Asie: In Libia il CNT occupa Tripoli. Cosa ne è della denuncia che intendete presentare contro Sarkozy, accusandolo di crimini di guerra?

Jacques Vergès: Questa denuncia attende che Sarkozy non sia più in grado di impedire che questa denuncia segua il suo corso.


Afrique Asie: Dopo la Libia, Sarkozy minaccia la Siria e l’Iran. Quando si fermerà?

Jacques Vergès: Sarkozy è un irresponsabile. E’ oramai capace di qualsiasi follia a meno che il popolo francese non gli metta prima una camicia di forza.
Roland Dumas: E’ questo che ci inquieta. Le minacce contro la Siria sono precise. Sono serie. Le minacce contro l’Iran esistono. Si ha l’impressione che tutto questo si faccia per incendiare il Vicino Oriente. Dove si vuole arrivare? Bisogna chiederselo. Io non riesco a scindere la situazione attuale da quello che succede all’ONU a proposito della Palestina.
L’umanità si disonora abbandonando il popolo palestinese che è ragionevole, pacifico e che non chiede altro se non quanto gli israeliani hanno già ottenuto.


Ritorno del colonialismo
Afrique Asie: Dopo il rovesciamento di Saddam Hussein, di Laurent Ghabo e del colonnello Gheddafi, non siamo in definitiva prossimi ad assistere ad un ritorno accelerato del colonialismo?


Roland Dumas:
Assolutamente. Noi assistiamo ad un ritorno, non solo accelerato ma amplificato, accresciuto, del colonialismo con l’uso di mezzi ingentissimi. Si conosceranno un giorno i costi delle campagne di Afghanistan e di Libia? Il popolo francese ha diritto di conoscerli. In un momento in cui tutti si agitano per la crisi, non è ragionevole porre la questione del costo di guerre inutili e mostruose?
Jacques Vergès: E’ evidente che la politica di Sarkozy segna un ritorno del colonialismo in un momento in cui la Francia e l’Occidente in generale non ne hanno più i mezzi. Si possono rovesciare i governi, ma poi non si può assicurare l’ordine.


Afrique Asie: Pensate che l’Algeria sia nella lista dei paesi da spaccare?

Roland Dumas: Perché no. Il contenzioso tra Francia e Algeria è durevole. Se immaginate che i Francesi non hanno ancora sottoscritto una proposta di negoziati con l’Algeria su un patto di amicizia, perché troppe ferite ancora sanguinano… C’è da temere per l’Algeria, ma questo sarà per Sarkozy un altro “boccone”


(*) Leggere “Bonnes feuilles” in Afrique Asie di ottobre 2011