New Eastern Outlook, 27 aprile 2016 (trad. ossin)
 
Complotti alla luce del sole
(ovvero come i Think Tank della NATO controllano la politica europea sui migranti)
William Engdahl
 
Le ondate di migranti in fuga dalle guerre in Siria e in Libia, e anche dagli attentati in Tunisia e negli altri paesi destabilizzati dalle “rivoluzioni colorate” della Primavera araba ispirate dagli Stati Uniti, hanno provocato i più imponenti flussi migratori in tutta l’Unione Europea, dalla Germania alla Svezia e alla Croazia, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Oramai è chiaro ai più che qualcosa di sinistro si va realizzando, qualcosa che minaccia di distruggere il tessuto sociale e l’essenza stessa della civiltà europea. Ciò che tuttavia pochi sanno è che tutto questo dramma è stato orchestrato, non dalla cancelliera tedesca Angela Merkel o da anonimi burocrati della Commissione Europea, ma da una cabala di think tank legati alla NATO.
 
Profughi danno l'assalto ai treni in Austria
 
L’8 ottobre 2015, nel pieno dell’ondata delle centinaia di migliaia di rifugiati che invadevano la Germania, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha proclamato, durante una popolare trasmissione televisiva, “Ho un piano”. E ne ha approfittato per criticare aspramente il suo partner di coalizione, il capo della CSU bavarese Horst Seehofer, acceso oppositore della politica della braccia aperte ai rifugiati di Merkel post primavera 2015, che ha provocato l’ingresso in Germania, l’anno scorso, di oltre 1 milione di rifugiati.
 
Poi, con ferrea determinazione, la cancelliera tedesca ha difeso il regime criminale di Erdogan in Turchia, un partner essenziale del suo “piano”.
 
Hanno tutti guardato con sbigottimento al modo in cui la Merkel (nella foto a destra) ha accantonato il principio di libertà di espressione e autorizzato un’azione giudiziaria contro il noto comico della televisione tedesca Jan Bohmermann, per i suoi appunti satirici sul presidente turco. Hanno tutti guardato con sbigottimento come il simbolo della democrazia europea, la cancelliera tedesca, abbia deciso di ignorare gli arresti dei giornalisti di opposizione da parte di Erdogan e le sua censure nei confronti dei media di opposizione turchi, e il suo tentativo di instaurare in Turchia una dittatura de facto. Sono tutti rimasti perplessi quando il governo di Berlino ha deciso di ignorare la prova schiacciante che Erdogan e la sua famiglia sono stati materialmente complici del terrorismo dello Stato Islamico in Siria, che è all’origine della crisi dei migranti. Hanno tutti guardato con sbigottimento Angela Merkel spingere per un impegno dell’UE a versare miliardi al regime di Erdogan, per il presunto controllo del flusso di rifugiati che, dai campi profughi turchi attraverso il vicino confine di terra con la UE, raggiungono la Grecia e non solo. 
 
Il piano Merkel
Tutti questi comportamenti apparentemente inesplicabili della leader tedesca, che è sempre stata considerata una pragmatica, sembrano doversi spiegare col fatto che si è fatta convincere da un documento di 14 pagine, redatto da una rete di think tank vicini alla NATO, spudoratamente intitolato “Il piano Merkel”.
 
Quel che la neo sicura-di-sé cancelliera tedesca non ha detto alla sua ospite, Anne Will, e ai suoi telespettatori, è che questo piano le era stato presentato solo quattro giorni prima, il 4 ottobre, in un documento già intitolato “Il piano Merkel”, da un think tank internazionale di recente creazione (ed evidentemente ben finanziato), dal nome “Iniziativa di stabilità europea” o ISE. Il sito internet dell’ISE indica la presenza di uffici a Berlino, Bruxelles e Istanbul.
 
Quanto basta a ingenerare sospetti, dal momento che gli autori del documento ISE hanno intitolato il loro piano come se provenisse dagli uffici della cancelliera tedesca e non da loro. Ancora più sospetto è il contenuto del “Piano Merkel” di ISE. Oltre al milione di rifugiati già accolti nel 2015, la Germania dovrà “accettare di accordare asilo a 500.000 rifugiati siriani che saranno registrati in Turchia nel corso dei prossimi dodici mesi”. Inoltre “la Germania “dovrà accettare le richieste della Turchia (…) assicurare il trasporto in tutta sicurezza dei candidati (…) già registrati dalle autorità turche(…)”. E infine “la Germania deve accettare di aiutare la Turchia ad ottenere l’esenzione dal visto di ingresso nell’Unione Europea per i suoi cittadini nel 2016”.
 
Questo sedicente “Piano Merkel” è un prodotto dei think tank statunitensi e della NATO, vicini ai governi dei paesi membri della NATO e membri potenziali. La massima “seguire la traccia dei soldi” è utile a capire chi davvero dirige oggi l’Unione Europea.
 
L’Iniziativa di stabilità europea (ISE)
L’ISE compare alla conclusione di un importante impegno profuso dalla NATO per trasformare l’Europa del Sud-Est, dopo la guerra istigata dagli Stati Uniti contro la Jugoslavia negli anni 1990, che ha provocato la balcanizzazione del paese e ha consentito l’apertura di una grande base aerea congiunta USA-NATO, il Campo Bond Steel in Kosovo.
 
L’attuale presidente dell’ISE, che è direttamente responsabile del documento intitolato “Piano Merkel”, è un sociologo austriaco residente a Istanbul, Gerald Knaus. Knaus è anche membro del Consiglio europeo delle relazioni estere (ECFR) ed esponente dell’Open Society.
 
Fondata a Londra nel 2007, l’ECFR è una imitazione dell’influente “Consiglio di New York per le Relazioni Estere”, il think tank creato dai banchieri Rockefeller e JP Morgan nel corso dei pourparler di pace del trattato di Versailles del 1919, per coordinare una politica estera mondiale anglo-statunitense. Non sorprende che il creatore e finanziatore dell’ECFR sia il multimiliardario statunitense e finanziatore delle “Rivoluzioni colorate”, George Soros. Praticamente in tutte le rivoluzioni colorate sostenute dal Dipartimento di Stato USA dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ivi comprese quelle della Serbia nel 2000, dell’Ucraina, Georgia, Cina, Brasile e Russia, George Soros e le ramificazioni delle sue fondazioni Open Society hanno finanziato nell’ombra le ONG e i militanti “per la democrazia”, con l’intento di favorire la nascita di regimi filo-USA e filo-NATO.
 
George Soros
 
I membri scelti, chiamati membri o affiliati del Consiglio dell’ECFR, con sede a Londra, vedono in qualità di co-presidente Joschka Fischer, ex ministro degli esteri tedesco del Partito Verde che costrinse il suo partito ad appoggiare il bombardamento illegale di Bill Clinton sulla Serbia, senza l’avallo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
 
Altri membri dell’ECFR sono l’ex segretario generale della NATO, Xavier Solana. Compare anche il plagiario caduto in disgrazia ed ex ministro della difesa tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg; Annette Heuser, direttrice esecutiva della Bertelsmann Stiftung a Washington DC ; Wolfgang Ischinger, presidente della Conferenza sulla sicurezza di Monaco; Cem Özdemir, presidente di Bündnis90 / Die Grünen ; Alexander Graf Lambsdorff del Partito Liberale tedesco (FDP) ; Michael Stürmer, corrispondente capo di Die Welt ; Andre Wilkens, direttore della Fondazione Mercator ; Daniel Cohn-Bendit del Parlamento Europeo. Cohn-Bendit, conosciuto come Danny le Rouge durante i moti studenteschi del maggio 1968, era esponente del gruppo autonomista Revolutionärer Kampf (Lotta Rivoluzionaria) a Rüsselsheim in Germania, insieme all’amico alleato, attualmente presidente dell’ECFR, Joschka Fischer. Entrambi hanno poi fondato l’ala “realo” dei Verdi tedeschi.
 
Le Fondazioni Open Society costituiscono una rete di fondazioni esentasse, create da Geroge Soros dopo il crollo dell’Unione Sovietica, per promuovere la democrazia e il libero mercato filo-FMI e la liberalizzazione dei mercati degli ex paesi comunisti, ciò che ha aperto la strada al saccheggio sistematico dei loro giacimenti minerari ed energetici. Soros è stato un importante finanziere del team economico liberale di Boris Eltsin, comprendente anche l'economista di Harvard, teorico della "Terapia d'urto", Jeffrey Sachs, e il consigliere liberale di Eltsin, Yegor Gaidar.
 
Già è chiaro, a questo punto, che il “Piano Merkel” è in realtà un “Piano Soros”. Ma v’è di più, se si vuol capire qual è l’ordine del giorno che sottintende questo piano.
 
I fondatori dell’ISE
L’Iniziativa di stabilità europea viene finanziata da una lista impressionante di donatori. Il sito li enumera.
 
La lista comprende, oltre alle Fondazioni Open Society di Soros, la Stiftung Mercator, un’organizzazione legata anch’essa a Soros e la Robert Bosch Stiftung. Anche la Commissione Europea è tra i finanziatori dell’ISE. Inoltre, molto curiosamente, la lista dei finanziatori del Piano Merkel comprende anche un’organizzazione dal nome orwelliano, l’Istituto per la pace degli Stati Uniti.
 
Alcune ricerche rivelano che l’Istituto per la pace degli Stati Uniti è ispirata da tutto, tranne che da un’ansia di pace. L’Istituto è presieduto da Stephen Hadley, ex membro del Consiglio di Sicurezza nazionale degli Stati Uniti durante le guerre lanciate dall’amministrazione neo conservatrice Bush-Cheney. Il consiglio di amministrazione comprende Ashton B. Carter, l’attuale ministro della difesa dell’amministrazione Obama; il segretario di Stato John Kerry; il maggiore generale Frederick M. Padilla, presidente della National Defense University degli Stati Uniti. Si tratta di architetti molto esperti della “dominazione militare mondiale”, detta Full Spectrum Dominance del Pentagono.
 
Gli autori del “Piano Merkel”, oltre alle generosi sovvenzioni delle fondazioni di George Soros, hanno come finanziatori importanti anche il German Marshall Fund statunitense. Come ho scritto nel mio saggio “The Think Tanks”, il German Marshall Fund è tutto tranne che tedesco. “E’ un think tank statunitense con sede a Washington, DC. La sua mission è la destrutturazione della Germania del dopo-guerra e più generalmente degli Stati sovrani della UE, perché si adattino meglio all’agenda di globalizzazione di Wall Street”.
 
Il German Marshall Fund di Washington ha operato nei progetti di cambiamento di regime post-1990 ispirati dagli Stati Uniti, in linea con il National Endowment for Democracy, le fondazioni Soros, e il paravento della CIA chiamato USAID. Come ho scritto nel mio saggio, “l’obiettivo principale del German Marshall Fund, secondo il suo rapporto annuale del 2013, era quello di sostenere il programma del Dipartimento di Stato USA per le sedicenti operazioni di consolidamento della democrazia negli ex paesi comunisti dell’est e del sud-est d’Europa, dai Balcani al Mar Nero. Significativo è il fatto che anche l’Ucraina rientrava nel campo di operazioni. Nella maggior parte dei casi hanno lavorato in collaborazione con l’USAID, nota come una facciata della CIA con legami col Dipartimento di Stato, e la Fondazione Stewart Mott, finanziatrice della National Endowment for Democracy”.
 
Deve sottolinearsi che la stessa Stewart Mott Foundation è anche finanziatrice del Piano Merkel, proprio come la Rockefeller Brothers Fund.
 
Tutto questo deve far riflettere sul perché e sugli obiettivi dell’accordo Merkel-Erdogan, che dovrebbe fronteggiare la crisi dei migranti dell’UE. Possibile che la fazione Rockefeller-Bush-Clinton negli Stati Uniti abbia l’intenzione di utilizzarlo come un esperimento di ingegneria sociale importante per creare il caos e conflitti sociali nella UE, mentre le loro ONG (NED, Freedom House e le Fondazioni Soros) attizzano il fuoco in Siria, in Libia e in tutto il mondo islamico? La Germania è, come ha detto Zbigniew Brzezinski (nella foto a destra), un vassallo della potenza USA nel mondo del dopo 1990? Al momento sembra proprio che sia così. Il ruolo dei think tank legati agli USA e alla NATO è fondamentale per ben comprendere il modo in cui la Repubblica Tedesca e l’Unione Europea siano effettivamente controllati dall’altro lato dell’Atlantico.
 
 
 
 
 
 
 
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