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ProfileLe schede di Ossin, 29 gennaio 2020 - Ufficialmente morto suicida, l'ex segretario USA alla Difesa, James Forrestal (nella foto) preciptava dal 16 piano dell'ospedale in cui era stato forzatamente rinchiuso, il 22 maggio 1949, dopo essersi fermamente opposto al riconoscimento dello Stato di Israele...   

 

Unz Review, 27 gennaio 2020 (trad.ossin)
 
Quindici anni prima di Kennedy, i sionisti assassinavano Forrestal
Laurent Guyenot 
 
James Forrestal
 
Israele come un serial killer
 
Negli anni 1990, un paio di bestseller hanno informato un vasto pubblico che l'assassinio di JFK nel 1963 aveva risolto una profonda crisi sul programma nucleare segreto di Israele. In una delle sue ultime lettere a Kennedy, citata da Seymour Hersh in The Samson Option (1991), il Primo Ministro David Ben-Gurion si era lamentato: “Signor Presidente, il mio popolo ha il diritto di esistere […] e questa esistenza è in pericolo”. [1] L'opzione nucleare era considerata vitale da Israele e JFK vi si era opposto. Una recensione di Haaretz del libro Israel and the Bomb (1998) di Avner Cohen dice:
 
“L'omicidio del presidente statunitense John F. Kennedy ha bruscamente interrotto la forte pressione esercitata dall'amministrazione statunitense sul governo di Israele perché interrompesse il programma nucleare. Cohen illustra diffusamente le pressioni esercitate da Kennedy su Ben-Gurion. […] Il libro sottende che, se Kennedy fosse rimasto in vita, Israele probabilmente oggi non avrebbe la bomba atomica”. [2]
 
Oramai, perfino gli storici israeliani discutono apertamente delle strette connessioni esistenti tra la rete di Ben-Gurion negli Stati Uniti e quelli che il professore di Tel Aviv Robert Rockaway chiama i "Gangster per Sion", ivi compreso il famigerato "Murder, Incorporated", guidato da Bugsy Siegel e poi da Mickey Cohen, mentore di Jack Ruby.
 
Che Israele avesse il motivo e i mezzi per uccidere JFK non prova che Israele lo abbia fatto. Ma sono abbastanza certo che oggi la maggior parte degli Israeliani intelligenti ipotizzi, e più o meno approvi, che Ben-Gurion abbia ordinato l'eliminazione di JFK per sostituirlo con Lyndon Johnson, il cui amore per Israele è pure oramai ampiamente celebrato, al punto che alcuni ipotizzano possa essere stato in segreto un ebreo.
 
 
 
 
Nella mente di Ben-Gurion, rendere Israele uno Stato nucleare era una questione di vita o di morte, ed eliminare ogni ostacolo a questa realizzazione era una necessità assoluta. Oggi nella mente di Netanyahu, impedire all'Iran - o a qualsiasi altro nemico di Israele - di diventare uno Stato nucleare rientra nello stesso ordine di necessità, e giustificherebbe sicuramente l'eliminazione di un altro presidente degli Stati Uniti per sostituirlo con un vicepresidente più favorevole. La maggior parte dei sionisti devoti lo capisce. Andrew Adler, proprietario ed editore capo dell'Atlanta Jewish Times, suppone che l'idea "sia stata discussa nella cerchia più ristretta di Israele" e, nel suo articolo del 13 gennaio 2012, ha invitato il Primo Ministro israeliano a
 
"Dare il via libera agli agenti del Mossad che stanno negli Stati Uniti per eliminare un presidente ritenuto ostile a Israele affinché l'attuale vicepresidente prenda il suo posto e imponga con forza che gli Stati Uniti aiutino lo Stato ebraico a cancellare i suoi nemici. [...] Ordinare di colpire un presidente per preservare l'esistenza di Israele. " [3]
 
L'eliminazione di leader stranieri non sottomessi fa parte della lotta per l'esistenza di Israele. Inoltre, è del tutto biblico: i re stranieri si ritiene che debbano "leccare la polvere ai piedi degli [israeliani]" (Isaia 49:23), o perire, e i loro nomi "cancellati sotto il cielo" (Deuteronomio 7:24).
 
Il 6 novembre 1944, membri della banda Stern, guidati dal futuro primo ministro Yitzhak Shamir, assassinarono Lord Moyne, ministro britannico residente in Medio Oriente, per le sue posizioni anti-sioniste. I corpi dei suoi assassini, giustiziati in Egitto, furono successivamente scambiati con venti prigionieri arabi e sepolti nel "Monumento degli Eroi" a Gerusalemme. Il 17 settembre 1948, lo stesso gruppo terrorista uccise a Gerusalemme il conte Folke Bernadotte, un diplomatico svedese nominato mediatore delle Nazioni Unite in Palestina. Aveva appena presentato il suo rapporto A / 648, che descriveva "i saccheggi sionisti su larga scala e la distruzione di villaggi" e chiedeva il "ritorno dei rifugiati arabi radicati in questa terra da secoli". Il suo assassino, Nathan Friedman-Yellin, fu arrestato, condannato e poi amnistiato; nel 1960 venne eletto alla Knesset. [4]
 
Nel 1946, tre mesi dopo che militanti dell'Irgun, guidati dal futuro primo ministro Menachem Begin, avevano ucciso novantuno persone nel quartier generale dell'amministrazione del mandato britannico (King David Hotel), lo stesso gruppo terrorista tentò di uccidere il primo ministro britannico Clement Attlee e il ministro degli Esteri Ernest Bevin, secondo i documenti della British Intelligence declassificati nel 2006.
 
Queste e altre uccisioni sono documentate dal giornalista israeliano Ronen Bergman in Rise and Kill First: The Secret History of Israel's Targeted Assassinations (Random House, 2018). Bergman scrive:
 
“Alla fine del 1947, un rapporto diretto all'alto commissario britannico calcolava le vittime dei due anni precedenti: 176, tra dipendenti del Mandato britannico e civili, uccisi. / "Solo queste azioni, queste esecuzioni, hanno indotto gli inglesi ad andarsene", ha detto David Shomron, decenni dopo aver sparato a Tom Wilkin in una strada di Gerusalemme. "Se [Avraham] Stern non avesse iniziato la guerra, lo Stato di Israele non sarebbe nato." [5]
 
La strana morte di James Forrestal
 
Assente nell’elenco degli omicidi di Israele contenuto nel libro di Bergman è l'ex segretario alla Difesa statunitense James Forrestal, assassinato otto mesi dopo il conte Bernadotte. Forrestal era stato il Segretario alla Marina di Roosevelt dall'aprile 1944. Con il consolidamento dei servizi armati sotto Truman nel 1947, divenne il primo Segretario alla Difesa. Si oppose al voto delle Nazioni Unite per la divisione della Palestina e protestò vigorosamente contro il riconoscimento statunitense di Israele il 15 maggio 1948, sostenendo che gli interessi statunitensi in Medio Oriente sarebbero stati seriamente compromessi dalla sponsorizzazione di uno Stato ebraico. Per questo, Forrestal fu oggetto di "un torrente di insulti e calunnie che devono sicuramente essere considerati una delle sequenze più vergognose del giornalismo statunitense", secondo le parole di Robert Lovett, allora sottosegretario di Stato. Truman sostituì Forrestal il 28 marzo 1949 - poco dopo essere stato rieletto – con l’uomo che era stato il suo principale collettore di fondi, Louis Johnson. Secondo la versione generalmente accettata, Forrestal, psicologicamente sfinito, sarebbe immediatamente caduto in depressione. Il 2 aprile 1949, venne internato contro la sua volontà nell'ospedale militare della Marina di Bethesda, nel Maryland, un sobborgo di Washington DC, dove rimase forzatamente rinchiuso per sette settimane. Precipitò dal 16esimo piano alle 1:50 del mattino del 22 maggio 1949, atterrando sul tetto del terzo piano. Aveva una cintura da vestaglia annodata intorno al collo.
 
Il Bethesda Navy Hospital, dove Forrestal è morto
 
Le autorità nazionali e i media mainstream bollarono immediatamente la sua morte come un suicidio, che si sappia senza alcuna indagine. Il 23 maggio venne nominata una commissione di valutazione, presieduta dall'ammiraglio Morton Willcutts, per procedere all’audizione del personale ospedaliero, al solo scopo di esonerare tutti dalla responsabilità del presunto suicidio di Forrestal. Essa completò il suo lavoro in una settimana e pubblicò un breve comunicato stampa quattro mesi dopo. Ma il rapporto completo, contenente le trascrizioni di tutte le audizioni e gli elementi essenziali, è stato tenuto segreto per 55 anni, fino a quando David Martin lo ha ottenuto appellandosi al Freedom of Information Act, nell'aprile 2004 (è ora disponibile sul sito web della Biblioteca dell'Università di Princeton in pdf, o qui in versione HTML dall'anonimo Mark Hunter, che fa commenti utili).
 
Nel suo libro, e nei suoi articoli web che lo completano, David Martin sostiene in modo convincente che Forrestal sia stato assassinato, e che il suo omicidio sia stato ordinato dai sionisti, molto probabilmente con la conoscenza e l'approvazione di Truman, che era all’epoca completamente ostaggio dei sionisti. Il motivo? Forrestal aveva in programma di scrivere un libro e di lanciare una rivista nazionale: disponeva dei soldi e delle relazioni necessarie, e aveva tremila pagine di diario personale a sostegno delle sue rivelazioni sulla corruzione della leadership statunitense e la svendita della politica estera USA ai comunisti, con Roosevelt, e ai sionisti, con Truman.
 
Riassumerò qui le prove raccolte da David Martin ed evidenzierò quanto questo caso sia importante per comprendere in quale modo gli Israeliani hanno conquistato il cuore, l'anima e il corpo degli Stati Uniti. Salvo quando non sia diversamente indicato, tutte le informazioni sono tratte dal libro o dagli articoli di Martin.
 
Da James Forrestal a John Kennedy
 
Il mio interesse per questa storia sconfortante nasce dallo studio degli omicidi dei Kennedy. (leggi il mio articolo "Did Israel Kill the Kennedys?"). Ho trovato la connessione e le somiglianze tra le due storie molto illuminanti. Tutti sanno che Kennedy è stato assassinato, eppure la maggior parte degli Statunitensi non è ancora a conoscenza delle prove che incriminano Israele. Nel caso di Forrestal, è il contrario: poche persone sospettano un omicidio, ma una volta presentate le prove dell'omicidio, è del tutto evidente la colpevolezza di Israele. Per questo motivo, l'assassinio di Forrestal da parte dei sionisti diventa un precedente che rende più plausibile l'assassinio di JFK da parte della stessa entità collettiva. Se Israele può uccidere un ex segretario alla Difesa degli Stati Uniti sul suolo statunitense nel 1949 e cavarsela con la complicità del governo e dei media, può averlo fatto anche con un presidente in carica quindici anni dopo. Se la verità su Forrestal fosse stata conosciuta nel 1963, è improbabile che Israele avrebbe potuto uccidere impunemente due Kennedy.
 
Forrestal era di origine cattolica irlandese come i Kennedy, ed era amico del padre di JFK. Sia James Forrestal che Joseph Kennedy sono due esempi di patrioti statunitensi di origine irlandese che si sono allarmati per l'influenza ebraica sulla politica estera statunitense. La nota del 27 dicembre 1945 nel diario di Forrestal recita:
 
“Ho giocato a golf con Joe Kennedy. Gli ho chiesto delle sue conversazioni con Roosevelt e Neville Chamberlain dal 1938 in poi. [...] Chamberlain, ha detto, ha affermato che sono stati gli USA e la lobbie ebraica mondiale a costringere l'Inghilterra alla guerra".
 
Una delle principali differenze tra i due uomini è che Joe Kennedy si era dimesso dal governo dopo l'entrata in guerra di Roosevelt e aveva mantenuto un basso profilo su Israele. Inoltre, a differenza di Forrestal, era capostipite di un ricco clan e aveva i suoi uomini nella stampa. Era un politico, mentre Forrestal era un uomo senza compromessi. Queste differenze spiegano perché Forrestal fu assassinato, mentre Joe riuscì a fare eleggere suo figlio come presidente. Eppure, alla fine, i Kennedy hanno subito la maledizione talmudica per tre generazioni.
 
Quando James Forrestal, ostile alle ambizioni di Stalin sull'Est Europa e alla decisione di Truman di gettare bombe atomiche sul Giappone, venne escluso dalla delegazione ufficiale alla Conferenza di Potsdam nell'estate del 1945, vi ci si recò in privato, portando con sé l'allora 28enne John Kennedy, per un tour della Germania del dopoguerra. Successivamente, John inserì il figlio di James Forrestal, Michael Forrestal, nel Consiglio per la sicurezza nazionale. Nel maggio del 1963 fece un simbolico gesto pubblico visitando la tomba di James Forrestal nel Memorial Day.
 
JFK visita la tomba di Forrestal al cimitero di Arlington
 
Gli omicidi di James Forrestal e John Kennedy hanno una cosa sinistra in comune: il Bethesda Naval Hospital. Come molti lettori ricordano, è qui che l'autopsia di Kennedy è stata falsificata dopo che il suo corpo era stato strappato all'ospedale di Dallas Parkland, da gente armata, molto probabilmente agenti dei servizi segreti agli ordini di Lyndon Johnson. Nel 1963, Lyndon Johnson poteva contare su una complicità di alto livello all'interno della Marina.
 
Succede pure che Johnson, committente, secondo Billy Sole Estes, di ben nove omicidi nel corso della sua carriera politica, [6] faccia un'apparizione speciale, sebbene breve e mal documentata, nella storia dell'assassinio di Forrestal. LBJ era all’epoca un neo deputato, a libro paga di Abraham Feinberg, ex presidente di Americans for Haganah Incorporated e padrino finanziario della bomba atomica israeliana. [7] Secondo la testimonianza dell'assistente di Forrestal, Marx Leva, (su di lui, più avanti), Johnson fece una visita indesiderata a Forrestal nell'ospedale Bethesda. David Martin si chiede:
 
“E’ possibile che LBJ abbia svolto in qualche modo un ruolo esecutivo per conto degli organizzatori della morte di Forrestal? Potrebbe essersi recato lì per valutare la situazione generale e, allo stesso tempo, per "farsi le ossa", per così dire, partecipando a un'operazione tanto importante? "(Martin p. 20)
 
La narrativa ufficiale
 
Val la pena di ripetere che nessuna indagine è stata condotta sulla morte di James Forrestal, né dall'FBI né dall'NCIS (Navy Criminal Investigative Service). Il giorno stesso della sua morte, la stampa mainstream annunciò il suo suicidio. Il New York Times scrisse nell’ultima edizione del 22 maggio che Forrestal "si era gettato dal tredicesimo piano", aggiungendo la mattina seguente:
 
"Sembra che il signor Forrestal abbia anche tentato di impiccarsi. La cintura della sua vestaglia era ancora annodata e avvolta strettamente attorno al suo collo quando è stato trovato, ma i responsabili dell'ospedale non si sono accorti dei suoi intenti".
 
Successivamente si è ipotizzato che egli avrebbe potuto tentare di impiccarsi ma non sarebbe riuscito a legare la cintura saldamente al radiatore posto sotto la finestra. In The Man Who Kept the Secrets, Thomas Powers, vincitore di un premio Pulitzer, afferma che Forrestal è morto nel tentativo di impiccarsi "alla finestra del suo ospedale, ma è scivolato precipitando dal sedicesimo piano".
 
Forrestal non ha lasciato alcun messaggio di addio, ma il New York Times (23 maggio) informa i suoi lettori che:
 
“Un libro di poesie accanto al suo letto era aperto su un passaggio del tragico greco Sofocle, che parla del conforto della morte. […] Il signor Forrestal aveva copiato quasi tutta la poesia di Sofocle su un foglio di appunti dell'ospedale, ma sembra sia stato interrotto nel suo lavoro. La copia si interrompe con un “usi”… dalla parola “usignolo” presente nella ventiseiesima riga della poesia".
 
Il 24 maggio, il New York Times ha dato l'ultima parola allo psichiatra curante, che ha ritenuto il suicidio prevedibile:
 
“Il capitano George M. Raines, lo psichiatra della Marina che ha avuto in cura il signor Forrestal, ha affermato che l'ex segretario si è tolto la vita in un improvviso attacco di sconforto. Ha detto che questo esito è "estremamente comune" nel grave tipo di malattia mentale di cui il paziente soffriva".
 
Questo è tutto. I media mainstream non hanno mai accennato alla possibilità di un atto criminale. La conclusione che la morte di Forrestal fosse un chiaro suicidio provocato dalla sua "malattia mentale" è stata accettata acriticamente dagli autori delle due principali biografie di Forrestal:
 
Arnold Rogow, James Forrestal, A Study of Personality, Politics and Policy (MacMillan Company, 1963);
Townsend Hoopes e Douglass Brinkley, Driven Patriot, The Life and Times of James Forrestal (Alfred A. Knopf, 2003).
 
Rogow, il cui libro è stato definito una "autopsia psicologica", insiste nel collegare la presunta malattia mentale di Forrestal al suo presunto antisemitismo, suggerendo che l'antisemitismo sia una forma di paranoia che può portare al suicidio. Rogow è un esperto di antisemitismo, la cui voce ha redatto per The International Encyclopedia of Social Science. È anche autore di The Jew in a Gentile World: An Anthology of Writings about Jews by Non-Jews (L'ebreo in un mondo gentile: un'antologia di scritti sugli ebrei da parte di non ebrei).
 

Hoopes e Brinkley prendono in prestito molto da Rogow, ma aggiungono informazioni preziose desunte dalle loro interviste. Danno un'interpretazione interessante del poema morboso asseritamente copiato da Forrestal dall'Antologia della poesia mondiale di Mark Van Dorren, intitolato "Il coro dell'Ajax". Ispirandosi all’apologista sionista John Loftus, autore di The Belarus Secret (Alfred A. Knopf, 1982), ipotizzano che, quando nel leggere la poesia si è imbattuto nella parola "usignolo", Forrestal potrebbe essere stato sopraffatto da un improvviso senso di colpa per avere in passato autorizzato un'operazione della CIA con il nome in codice di "Usignuolo", che aveva infiltrato in Unione Sovietica delle spie ucraine che avevano in precedenza collaborato coi nazisti ed erano probabilmente assassini di ebrei. La parola "usignolo", suppongono Hoopes e Brinkley, deve aver scatenato l’impulso di Forrestal di seguire alla lettera l’ammonimento del poeta e porre subitaneamente fine alla sua vita.

 
Forrestal era malato di mente?
 
David Martin ha scoperto gravi incongruenze e evidenti bugie nella versione ufficiale. In primo luogo, sembra che l’esaurimento nervoso di Forrestal sia stato molto esagerato, se non completamente inventato. Secondo la versione ufficiale, la salute mentale di Forrestal aveva iniziato a deteriorarsi prima che Truman lo sostituisse e registrò un crollo il 29 marzo, subito dopo una breve cerimonia in suo onore a Capitol Hill. La fonte principale di questa ipotesi è un'intervista di Marx Leva, assistente speciale di Forrestal a quel tempo, registrata per la biblioteca Truman nel 1969. Leva dice che, quel giorno, trovò Forrestal nel suo ufficio del Pentagono, "quasi in coma". Lo accompagnò a casa sua, dove si recò anche l’amico di Forrestal,  Ferdinand Eberstadt, e i due uomini decisero che lo stato di Forrestal richiedeva un urgente periodo di vacanza. Leva diede dunque disposizioni immediate perché un aereo della Marina lo trasportasse nella tenuta di Robert Lovett a Hobe Sound, in Florida, quella stessa notte. "E mentre usciva Forrestal disse tre volte, l'unica cosa che disse, [Eberstadt] cercava di parlargli e disse: "Sei un tipo leale, Marx ". "Sei una persona leale, Marx" tre volte". Dato che Leva era ebreo, l'implicazione è che Forrestal fosse ossessionato dalla slealtà che attribuiva a molti funzionari ebrei. Per Leva, ”sembrava molto più che in preda a una nevrosi, voglio dire che sembrava in preda alla paranoia”.
 
David Martin dimostra in questo articolo (aggiungendo una nuova prospettiva al suo libro) che Marx Leva ha mentito. La vacanza di Forrestal era stata infatti programmata in anticipo e sua moglie lo stava già aspettando in Florida. Lo dimostra un articolo del Jacksonville Daily Journal del 28 marzo sulla cerimonia in cui Truman aveva apposto la Distinguished Medal sul petto di Forrestal quello stesso giorno. L'articolo conclude: "Forrestal andrà domani in volo a Hobe Sound, in Florida, per un lungo periodo di riposo". Questo video di Forrestal lo mostra perfettamente sano e composto il 28 marzo.
 
Notizie e biografie insistono sul fatto che, durante il suo soggiorno di quattro giorni a Hobe Sound, Forrestal mostrò segni di paranoia. Una voce, inventata da Daniel Yergin e ripetuta da Thomas Powers in The Man Who Kept the Secrets, lo fa correre per le strade urlando "I russi stanno arrivando". E’ una informazione priva di qualsiasi fonte credibile. Il sottosegretario di Stato (e futuro segretario alla Difesa) Robert Lovett, che era a Hobe Sound con Forrestal, nel 1974 ha detto che Forrestal gli sembrava "insano di mente", perché "era ossessionato dall'idea che il suo telefono fosse intercettato", e si lamentava che "mi stanno davvero dietro". Trovo piuttosto strano, però, che Lovett finga di ignorare a chi Forrestal si riferisse. Non c'è nulla di irrazionale nella convinzione di Forrestal che “i suoi telefoni fossero spiati, [e che] la sua casa fosse sorvegliata”, come anche in precedenza aveva confidato al segretario per gli appuntamenti di Truman, Matthew J. Connelly (che lo ha rivelato nel 1968 in una intervista alla Biblioteca Truman).
 
Si dice anche che Forrestal abbia tentato il suicidio a Hobe Sound. È una voce contraddetta dal rapporto Willcutts, in cui il dottor George Raines, lo psichiatra curante di Forrestal a Bethesda, ha dichiarato sotto registrazione: "Per quanto ne so, non ha mai tentato un suicidio tranne quello che lo ha ucciso". Tutti i medici di Forrestal, intervistati, sono unanimi nel dire che non aveva mai tentato il suicidio prima della sua fatale caduta.
 
Ciò non significa che Forrestal non fosse psicologicamente provato nel 1949. Come segretario alla Difesa, era stato oggetto di diffamazioni e calunnie da parte della stampa, ma anche di minacce di morte anonime. Robert Lovett, che condivideva le opinioni di Forrestal su Israele, ha testimoniato che anch’egli aveva ricevuto telefonate notturne con minacce di morte e che Forrestal era più esposto di lui a questo tipo di trattamento. Privato di ogni protezione da parte del governo dopo il 28 marzo, Forrestal aveva motivo di temere per la propria vita. Il 23 maggio 1949, il Washington Post concludeva un articolo intitolato "Deliri di persecuzioni, ansia acuta, depressione, questa la malattia di Forrestal", con l'affermazione alquanto paradossale:
 
“Il timore ch’egli aveva di rappresaglie da parte dei sionisti deriverebbe dagli attacchi di alcuni editorialisti a proposito della sua ritenuta opposizione alla spartizione della Palestina sotto mandato delle Nazioni Unite. Nel suo ultimo anno come segretario alla Difesa, ha ricevuto un gran numero di lettere offensive e minacciose. "
 
John Loftus e Mark Aarons, gli autori sionisti di The Secret War against the Jews, indicano Forrestal come "il cattivo peggiore, l'uomo che è quasi riuscito a impedire la nascita di Israele". Rivelano che "I sionisti avevano tentato senza successo di ricattare Forrestal con registrazioni su nastro dei suoi accordi con i nazisti” (prima della guerra, Forrestal era stato un partner di Clarence Dillon, il fondatore ebreo della società bancaria Dillon, Read e Co.), ma ritengono che la persecuzione sionista sia almeno riuscita a farlo diventare pazzo: “La sua paranoia lo convinse che ogni sua parola era intercettata. / Secondo i suoi numerosi detrattori, sembra che l'ossessione antiebraica di James Forrestal lo abbia alla fine battuto". [8]
 
Come è conveniente affermare che l'antisemitismo può portare al suicidio. Quando la mafia sionista vi augura la morte, temere per la vostra vita non è un segno di malattia mentale, ma piuttosto di salute mentale.
 
Non abbiamo motivo di dubitare delle parole di Raines al Willcutts Review Board, secondo cui, quando vide per la prima volta Forrestal all'ospedale di Bethesda, "era ovviamente esausto fisicamente" e manifestava "ipertensione". Ma qui, dobbiamo anche tener conto che Forrestal era stato letteralmente rapito dalla sua vacanza a Hobe Sound. Non dovremmo sorprenderci quando Rogow, Hoopes e Brinkley dopo di lui, ci dicono che, sebbene fosse stato sedato, Forrestal "era in uno stato di estrema agitazione durante il volo dalla Florida", e che:
 
“L'agitazione di Forrestal è cresciuta di intensità durante il viaggio in un'auto privata dal campo d'aviazione all'ospedale. Ha fatto diversi tentativi di scappare dall’auto in movimento e ha dovuto essere trattenuto con la forza. Giunto a Bethesda, ha dichiarato di non aspettarsi di lasciare vivo l'ospedale. "
 
Come menziona Martin, esiste anche la reale possibilità che Forrestal sia stato drogato a Hobe Sound, per farlo sembrare pazzo e giustificare il suo internamento.
 
Il comportamento di Forrestal a Bethesda non mostra nulla di anormale per un uomo rinchiuso nella divisione psichiatrica di un ospedale militare, al 16 ° piano, per ragioni che temeva non fossero strettamente mediche. Il personale medico ha riferito che Forrestal sembrava spesso irrequieto, che camminava avanti e indietro nella sua stanza a tarda notte. Perché non avrebbe dovuto? A Forrestal furono persino negate le visite dei parenti più prossimi. Suo fratello Henry tentò più volte di fargli visita, ma fu sempre respinto dal dott. Raines. Le autorità dell'ospedale cedettero solo dopo che Henry minacciò un'azione legale. A Forrestal fu anche negata la visita del suo amico sacerdote cattolico, mons. Maurice Sheehy. Sheehy ha scritto in The Catholic Digest, nel gennaio del 1951, "Il giorno in cui fu ricoverato in ospedale, Forrestal disse al dottor Raines che desiderava vedermi", ma il dottor Raines gli disse "che Jim era così confuso che avrei dovuto aspettare qualche giorno prima di vederlo." Raines ha respinto padre Sheehy in sei occasioni.
 
Nonostante sia stato tenuto in prigione virtuale e sottoposto a cure forzate, Forrestal ha resistito molto bene. Da quanto emerge dalle audizioni condotte dalla commissione Willcutts, sembra che stesse andando bene, nei giorni precedenti la sua morte. Willcutts stesso si è detto sorpreso quando ha saputo della sua morte, avendo pranzato con lui solo un giorno prima (Venerdì 20), e riteneva che “stesse benissimo”.
 
Prova di insabbiamento e falsa nota suicida
 
Come accennato in precedenza, il compito della Willcutts Review Board era di escludere qualsiasi responsabilità del personale dell’ospedale. Anche le brevi note pubblicate quattro mesi dopo la conclusione delle sue udienze, lo riconoscono, come riportato sul New York Times il 12 ottobre 1949:
 
"Francis P. Matthews, segretario della Marina, ha reso pubblico oggi il rapporto di una commissione investigativa che assolve tutti da ogni responsabilità per la morte di James Forrestal il 22 maggio scorso."
 
Stranamente, come ha scoperto Martin, il rapporto afferma che la caduta di Forrestal è stata la causa della sua morte, ma evita qualsiasi indicazione sulla causa della caduta stessa.
 
C'è un'evidente mancanza di interesse da parte della Willcutts Board riguardo a qualsiasi elemento che potesse far pensare ad un omicidio piuttosto che ad un suicidio. L'infermiera che è entrata per la prima volta nella stanza di Forrestal dopo la sua morte ha testimoniato che c'erano vetri rotti sul suo letto. Ma la stanza deve essere stata lavata prima che fossero scattate le fotografie della scena del crimine, perché mostrano il letto con nient'altro che un materasso nudo, mentre un'altra immagine mostra vetri rotti sul tappeto ai piedi del letto (foto disponibili sul sito di Mark Hunter ) . La Willcutts Board non si è preoccupata di accertare perché vi fossero quei frammenti di vetro, né perché il letto fosse stato disfatto.
 
Né ha chiesto al personale, né si è chiesto, perché intorno al collo di Forrestal fosse annodata una cintura di vestaglia. Hoopes e Brinkley hanno poi ipotizzato che Forrestal abbia legato la cintura ad un radiatore presente sotto la finestra, ma che il suo nodo abbia “ceduto”. Ma tale ipotesi è contraddetta dal dipendente dell’ospedale William Eliades, che trovò il corpo di Forrestal con la cintura (la corda) attorno al collo, e dichiarò al Willcutts Review Board: “Ho cercato di vedere se avesse tentato di impiccarsi e se un pezzo di corda fosse rotto. Era ancora tutta intera, salvo che era legata al collo".
 
Ma la prova più convincente che la morte di Forrestal è stata mascherata da suicidio è la poesia asseritamente copiata da Forrestal. Tra i reperti ottenuti da Martin insieme al rapporto di Willcutts c'è una copia del foglio con la trascrizione della poesia ( qui ). Un confronto con qualsiasi nota scritta a mano da Forrestal chiarisce che la scrittura non è di Forrestal (entrambi possono essere trovati sulla pagina Web di Mark Hunter ).
 
 
Come ha detto Martin , "Non c'è bisogno di essere un esperto per capire che la persona che ha trascritto la poesia non è la stessa persona che ha scritto le lettere che sono certamente di Forrestal". Martin nota anche che, stando a questa sola pagina, è perfino dubbio che il trascrittore, chiunque sia stato, sia giunto alla parola "usignolo", che appare 11 versi sotto nella poesia.
 
È interessante notare che il rapporto ufficiale non indica la persona che ha scoperto questa nota scritta a mano. I componenti della Commissione di inchiesta non hanno pensato di chiarire come ne fossero venuti in possesso, né di sentire la persona che l’aveva trovata.
 
Nel tentativo di rendere questa nota una prova convincente del suicidio, Rogow afferma, e Hoopes e Brinkley ripetono, che l'apprendista Robert Wayne Harrison Jr., l’infermiere di turno per la sorveglianza di Forrestal, era entrato nella sua stanza alle 1:45 e lo aveva visto copiare la poesia. Ma in tal modo, entrambi contraddicono la dichiarazione dello stesso Harrison al Willcutts Board. Egli disse infatti che, quando lo controllò alle 1:45, Forrestal era "nel suo letto, apparentemente dormendo". Poi andò a compilare la cartella clinica. Pochi minuti dopo, un'infermiera sentì il tonfo del corpo di Forrestal che impattava sul tetto del terzo piano. Harrison non sentì nulla ma poi si rese conto che Forrestal era sparito alle 1:50.
 
Robert Wayne Harrison Jr. sarebbe stato sicuramente il principale sospettato se si fosse svolta un'indagine penale. Era nuovo al lavoro e sconosciuto a Forrestal fino a quella notte fatale. Era montato di guardia a mezzanotte, in sostituzione di Edward Prize, il cui turno era iniziato alle 16:00. Prize era ben noto a Forrestal, che sembra lo apprezzasse; era stato assegnato alla sorveglianza di Forrestal fin dal terzo giorno del soggiorno di Forrestal a Bethesda. Stranamente, il suo nome non è menzionato in nessun reportage contemporaneo, e il suo nome è trascritto erroneamente come “Price” nel rapporto e in tutte le biografie, sebbene abbia chiaramente firmato come "Prize" la cartella clinica allegata al rapporto Willcutts.
 
David Martin afferma di aver ricevuto un'e-mail dalla figlia di Prize che diceva:
 
“Siamo cresciuti ascoltando sussurri tra i nostri genitori in riferimento a questa questione, ma non ci è stato permesso di chiedere dettagli. Fino a un anno prima della morte, mio padre, nel 1991, mi aveva chiamato e temeva di essere nuovamente interrogato sulla questione. "(Martin p. 9)
 
Non dobbiamo insistere sul fatto che i testimoni siano facilmente intimiditi in un ambiente militare, come lo era l'ospedale Bethesda. La pressione traspare nelle trascrizioni delle audizioni di Willcutts: ogni infermiera, paramedico o dottore ha detto quello che ci si aspettava che dicesse e ha capito che non doveva dire cose diverse. Un'interessante percezione di questo si ha leggendo l'intervista di David Martin a John Spalding, autista di James Forrestal, allora 27enne. Quando fu informato della morte di Forrestal dal suo superiore, Spalding ricevette un foglio di carta da firmare, dicendo "Non potrò mai parlare di quanto è accaduto tra lui e me".
 
Sono stati i comunisti o i sionisti?
 
Prima di David Martin, un altro autore, scrivendo con lo pseudonimo di Cornell Simpson, ha affermato che Forrestal era stato assassinato. Il suo libro, La morte di James Forrestal, fu pubblicato nel 1966, anche se afferma di averlo scritto a metà degli anni '50. Il libro di Simpson contiene molte informazioni preziose e credibili. Ad esempio, ha intervistato il fratello di James Forrestal, Henry, che era sicuro che suo fratello fosse stato assassinato. Henry Forrestal considerava i tempi della morte molto sospetti perché doveva andare a prendere suo fratello in ospedale poche ore dopo, quello stesso giorno. Secondo Simpson, un'altra persona che non credeva nel suicidio di Forrestal era padre Maurice Sheehy. Quando si precipitò in ospedale diverse ore dopo la morte di Forrestal, fu avvicinato con discrezione da un ufficiale che gli sussurrò: "Padre, sa che il signor Forrestal non si è ucciso, vero?"
 
Simpson incolpa i comunisti per l'omicidio di Forrestal. L'affermazione non è assurda. Forrestal era decisamente anticomunista. Si era allarmato per quella che considerava una infiltrazione comunista nell'amministrazione Roosevelt (la decodificazione dei Venona, che provava la presenza di 329 agenti sovietici all'interno del governo degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale). Dopo la morte di Roosevelt, egli ebbe influenza nella trasformazione della politica statunitense verso l'Unione Sovietica, dall’accomodamento al "contenimento". Il senatore Joseph McCarthy, un altro cattolico irlandese, testimonia nel suo libro The Fight for America che fu Forrestal a ispirare direttamente le sue denunce di influenze comuniste e sovversive sul governo federale:
 
“Prima di incontrare Jim Forrestal, pensavo che stessimo perdendo contro il comunismo internazionale a causa dell'incompetenza e della stupidità dei nostri pianificatori. L'ho detto a Forrestal. Ricorderò per sempre la sua risposta. Ha detto: "McCarthy, la coerenza non è mai stata un segno di stupidità. Se fossero semplicemente stupidi, qualche volta commetterebbero qualche errore a nostro favore». Questa frase mi ha colpito con tanta forza che da allora la uso spesso. ”
 
Dopo la morte violenta di Forrestal, fu McCarthy a passare in prima linea. Morì lui stesso il 2 maggio 1957, all'età di quarantotto anni, all'ospedale Bethesda. I responsabili dell'ospedale hanno indicato come causa della morte una "insufficienza epatica acuta" e il certificato di morte registra "epatite acuta, causa sconosciuta". I medici hanno dichiarato che l'infiammazione del fegato era di "tipo non infettivo". L'epatite acuta può essere causata da un'infezione o da avvelenamento, e tuttavia non venne eseguita alcuna autopsia. Simpson commenta (come ampiamente citato nell'articolo di Martin "James Forrestal e Joe McCarthy" ):
 
“Come Jim Forrestal, Joe McCarthy entrò nell'ospedale navale di Bethesda come il suo paziente più controverso e l'uomo negli USA più odiato dai comunisti. E, come Forrestal, se ne andò in un carro funebre, come un uomo la cui coraggiosa lotta contro il comunismo era finita per sempre”.
 
M. Stanton Evans, che si è basato sulla anteriore opera di suo padre Medford Evans per la sua encomiabile opera Blacklisted by History: The Untold Story of Senator Joe McCarthy and His Fight Against America’s Enemies (2009), accenna alla possibilità che McCarthy sia stato assassinato, ma non approfondisce la questione.
 
Nel 1953, Robert Kennedy lavorò come assistente consigliere al comitato del Senato presieduto dal senatore Joseph McCarthy
 
Il problema con la teoria di Cornell Simpson è che i peggiori nemici di Forrestal non erano i comunisti, ma i sionisti. Sebbene l'anticomunismo di Forrestal abbia successivamente attirato le critiche degli storici di sinistra, non era all’epoca una condanna pubblica. L'anticomunismo di Forrestal era condiviso dalla maggior parte dei suoi contemporanei, specialmente all'interno dell'esercito. Finché non si menziona l'alta percentuale di ebrei tra i comunisti, l'essere anticomunista non fa diventare automaticamente un bersaglio dei media mainstream. Lo stesso, ovviamente, non si può dire dell'antisionismo. Né il Washington Post né il New York Times sono mai stati comunisti, ma entrambi sono diventati fortemente pro-sionisti intorno al 1946. Arthur Hays Sulzberger, direttore del NY Times dal 1938, aveva effettivamente denunciato nel 1946 i "metodi coercitivi dei sionisti" che influenzavano la sua linea editoriale, ma alla fine cedette e, dal 1948, il NY Times ha prodotto una copertura singolarmente sbilanciata della Palestina. [9]
 
Fu la sua opposizione al sionismo, non al comunismo, a guadagnare a Forrestal le minacce di morte. Nel suo diario del 3 febbraio 1948, Forrestal scrive di aver pranzato con Bernard Baruch e di avergli menzionato i suoi sforzi per fermare il processo di riconoscimento dello Stato di Israele:
 
"Mi ha consigliato di non mettermi in mostra in questa particolare questione e mi ha detto che ero stato già stato identificato, in una misura che non era nei miei interessi, con l'opposizione alla politica delle Nazioni Unite sulla Palestina".
 
Commenti di Martin (p. 86):
 
“Baruch chiaramente non conosceva il suo uomo quando ha tentato di influenzarlo facendo appello all'interesse personale di Forrestal. Avrebbe potuto sapere più di quanto dicesse, tuttavia, quando ha accennato al pericolo che Forrestal affrontava con la posizione coraggiosa che aveva preso. "
 
I gangster ebrei erano tradizionalmente anticomunisti, ma i sionisti potevano contare su di loro quando era necessario. Dal 1945, l'agenzia ebraica di Ben-Gurion aveva stretti legami con la mafia yiddish, nota anche come Mishpucka (in ebraico "la famiglia"), che contribuì notevolmente alla rete clandestina di acquisto e contrabbando di armi che armò l'Haganah. Leonard Slater scrive in The Pledge che Teddy Kollek, poi divenuto per lungo tempo sindaco di Gerusalemme, dirigeva le operazioni quotidiane e che gli fu detto esplicitamente dai gangster ebrei di Brooklyn: “Se vuoi che qualcuno venga ucciso, basta redigere un elenco e ce la vediamo noi". Yehuda Arazi, un collaboratore prossimo di Ben-Gurion da lui inviato negli Stati Uniti per acquistare armamenti pesanti, avvicinò Meyer Lansky e incontrò degli esponenti di "Murder Incorporated". Un altro emissario di Haganah, Reuvin Dafni, che sarebbe diventato console israeliano a Los Angeles e New York, incontrò Benjamin Siegelbaum, noto come Bugsy Siegel. Alcuni di quei "gangster per Sion", scrive Robert Rockaway, "lo hanno fatto per lealtà etnica" o "si sono considerati come difensori degli ebrei, combattenti quasi biblici. Faceva parte della loro immagine di sé”. Alcuni hanno dato una mano anche “perché era un modo […] per ottenere l'accettazione da parte della comunità ebraica”. [10]  Mickey Cohen, il successore di Bugsy Siegel, spiega nelle sue memorie che dal 1947 “Mi sono talmente tanto occupato di Israele che ho dovuto trascurare molte delle mie attività e non ho fatto altro se non occuparmi di questa guerra di Irgun. ” [11] Era in stretto contatto con Menachem Begin e lo incontrò quando Begin venne in tournée negli Stati Uniti nel dicembre del 1948, pochi mesi prima che Forrestal fosse confinato all'ospedale di Bethesda. [12] Se Begin voleva che Forrestal fosse ucciso, doveva solo chiederlo.
 
Penso che sia abbastanza evidente che Forrestal avesse più da temere dai sionisti che dai comunisti. E quindi è strano che Cornell Simpson escluda totalmente i sionisti dal novero dei sospetti. Né Israele né il sionismo appaiono nel suo indice. David Martin, che riconosce comunque il merito dell'indagine di Simpson, spiega l’assenza di ogni riferimento al sionismo col fatto che il suo libro sia stato pubblicato da Western Islands Publishers, la casa editrice interna della John Birch Society, un fronte sionista .
 
Tre anni prima che la Birch Society pubblicasse il libro di Simpson, Rogow aveva pubblicato la prima biografia di Forrestal, sostenendo la versione ufficiale sulla sua morte e collegando la sua presunta malattia mentale direttamente al suo presunto antisemitismo. È molto improbabile che il libro di Rogow abbia convinto gli scettici che effettivamente Forrestal si fosse suicidato. Al contrario, l'evidente pregiudizio di Rogow, quale scrittore soprattutto interessato all'antisemitismo, deve aver portato molti a considerare il suo libro come un ulteriore tentativo di insabbiamento. Martin quindi ipotizza che la stesura e la pubblicazione del libro di Simpson da parte della Birch Society fosse un modo per dare soddisfazione agli scettici sulla morte di Forrestal, allontanando allo stesso tempo i sospetti dai più probabili colpevoli. Incolpare i comunisti era il modo più semplice per deviare i sospetti dai sionisti.
 
La cosa era tanto più facile, se si pensi che, dagli anni '30 fino alla morte di Forrestal, i comunisti e i sionisti erano in molti casi le stesse persone, come sottolinea David Martin. Sebbene il comunismo e il sionismo possano sembrare incompatibili dal punto di vista ideologico, è noto che alcuni ebrei che agivano come agenti comunisti sotto Roosevelt, si trasformarono in ardenti sionisti sotto Truman. Un esempio emblematico è David Niles (Neyhus), uno dei pochi consiglieri superiori di FDR confermato da Truman: è stato identificato nelle decrittazioni di Venona come agente comunista, ma ha svolto un ruolo chiave come agente sionista sotto Truman. Edwin Wright, in The Great Sionist Cover-Up, lo chiama "il responsabile del protocollo alla Casa Bianca, [che] fece in modo che l'influenza del Dipartimento di Stato venisse sostituita da quella sionista". Il fratello di David Niles, Elliot, un alto funzionario di B'nai B'rith, era un tenente colonnello che passava informazioni all'Haganah mentre lavorava al Pentagono.
 
L'ordine è venuto dalla Casa Bianca?
 
Martin considera David Niles "il coordinatore più probabile dell'assassinio di Forrestal". Aveva il movente e i mezzi. Era effettivamente in grado di dare ordini a nome di Truman, come ha fatto quando orchestrò la campagna di intimidazione e corruzione che fece ottenere la maggioranza dei due terzi a favore del Piano di spartizione (della Palestina) all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. [13]
 
Vi sono ragioni per ritenere che l'ordine di eliminare Forrestal provenisse direttamente dalla Casa Bianca. Secondo il segretario agli appuntamenti di Truman, Matthew J. Connelly, fu lo stesso Truman a suggerire di organizzare per Forrestal una vacanza a Hobe Sound. Per quanto riguarda la decisione di rapirlo da lì e internarlo a Bethesda, Martin fa la seguente osservazione:
 
"Tenuto conto del fatto che Forrestal, dopo essere stato ufficialmente sostituito da Johnson il 28 marzo nella carica di Segretario alla Difesa, era tornato ad essere un privato cittadino, è certamente ragionevole presumere che il trasporto extra-legale di Forrestal in Florida su un aereo militare e il suo confinamento e il trattamento nell'Ospedale Navale di Bethesda non sia stato fatto senza l'approvazione al più alto livello”. (Martin p. 29)
 
Hoopes e Brinkley dicono esplicitamente che la decisione di portare Forrestal a Bethesda fu presa da Truman e che la moglie di Forrestal venne convinta a non opporvisi da una conversazione telefonica con Truman.
 
Anche la decisione di mettere Forrestal al 16 ° piano, che sembra poco appropriato per un paziente considerato di tendenze suicide, fu presa dalla Casa Bianca. Hoopes e Brinkley citano il Dr. Robert P. Nenno, giovane assistente del Dr. Raines dal 1952 al 1959, che riteneva che Raines avesse ricevuto istruzioni in proposito, aggiungendo: "Ho sempre immaginato che l'ordine venisse dalla Casa Bianca".
 
Hoopes e Brinkley ritengono che il rifiuto opposto dal Dr. Raines, in sei occasioni, ad un incontro di Foorestal col reverendo Sheehy, fosse imputabile al timore che quest’ultimo potesse riferire informazioni sensibili durante la confessione. Tali preoccupazioni ovviamente venivano dall'alto. Sembra non venissero dal segretario alla Marina John L. Sullivan perché, come ci raccontano Hoopes e Brinkley, quando Sheehy e Henry Forrestal ricorsero a lui, il 18 maggio, contro il diniego di autorizzazione ai colloqui, egli si mostrò sorpreso e autorizzò il colloquio. Secondo Simpson, tuttavia: "il prete in seguito ha detto di aver avuto la netta impressione che il dottor Raines stesse agendo per ordine di qualcuno”.
 
Naturalmente, non ci sono prove che la decisione di gettare Forrestal dalla finestra sia stata presa dalla Casa Bianca ma, dato il completo controllo su Truman esercitato dai sionisti, e in particolare da David Niles, non è improbabile.
 
Perché ucciderlo dopo che era stato estromesso dalle sue funzioni?
 
Ma, ci si potrebbe chiedere, perché Truman o qualcuno avrebbe dovuto uccidere Forrestal? Una volta estromesso dal Pentagono, non aveva più alcuna influenza.
 
La risposta è semplice Lungi dall'essere un aspirante suicida, Forrestal aveva un piano. Secondo Hoopes e Brinkley,
 
"Aveva detto ad alcuni potenti amici di Wall Street [...] che era interessato a creare un giornale o una rivista sul modello dell'Economist britannico, ed essi si erano detti disponibili ad aiutarlo a raccogliere fondi per l'avvio."
 
Aveva anche in programma di scrivere un libro. Senza più legami col governo o con l'esercito, era libero di esprimere la propria opinione su molte questioni. Essendo un eroe di guerra e una figura molto popolare, avrebbe sicuramente avuto un grande impatto. E aveva molte cose imbarazzanti da rivelare su ciò che aveva visto durante i suoi nove anni al governo.
 
 
Come segretario della Marina, era stato il personaggio centrale delle operazioni nel Pacifico durante la Seconda Guerra mondiale. Conosceva nei dettagli il piano di Roosevelt di provocare i Giapponesi e spingerli ad attaccare Pearl Harbor. Annotava nel suo diario alla data del 18 aprile 1945, di avere persino detto a Truman che
 
“Ho richiamato l'ammiraglio Hewitt per proseguire le indagini sul disastro di Pearl Harbor. [...] Sentivo di avere l'obbligo verso il Congresso di continuare le indagini perché non ero completamente soddisfatto della relazione che la mia stessa Corte aveva redato".
 
Forrestal era anche molto amareggiato per il modo in cui la guerra era finita nel Pacifico. Conoscendo la situazione disperata dei Giapponesi, aveva lavorato dietro le quinte per ottenere una resa negoziata dai Giapponesi. Era contrario alla richiesta di "resa incondizionata", che sapeva inaccettabile per la leadership militare giapponese. Scrive Simpson, come citato da David Martin qui :
 
“Come segretario della marina, Forrestal aveva elaborato un piano per porre fine alla guerra con il Giappone cinque mesi e mezzo prima del VJ Day. Aveva mappato questo piano sulla base delle tante informazioni di intelligence ottenute il 1 ° marzo 1945, e anche prima, che davano i Giapponesi come già disperatamente ansiosi di arrendersi e che riferivano persino che l'imperatore giapponese aveva chiesto al Papa di agire come mediatore di pace. Se Roosevelt avesse approvato il piano di Forrestal, la guerra si sarebbe fermata in pochi giorni. Le bombe atomiche non avrebbero mai incenerito Hiroshima e Nagasaki, migliaia di Statunitensi non sarebbero morti nella battaglia inutile di Okinawa e in altri sanguinosi scontri successivi, e i Russi non avrebbero avuto la possibilità di impegnarsi nella Guerra del Pacifico negli ultimi sei dei suoi 1.347 giorni, dando a Washington il pretesto per consegnare loro la chiave della conquista di tutta l’Asia. 
 
Forrestal aveva anche molto da dire sul modo in cui i sionisti erano riusciti a ottenere l’approvazione del Piano di spartizione della Palestina da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, o sul modo in cui Truman venne ricattato e accettò di sostenere il riconoscimento di Israele. Aveva scritto nel suo diario, il 3 febbraio 1948, del suo incontro con Franklin D. Roosevelt, Jr., un forte sostenitore dello Stato ebraico:
 
"Pensavo che i metodi che erano stati usati da persone non facenti parte del governo per esercitare pressioni e minacce su altre nazioni nell'Assemblea Generale rasentavano molto da vicino lo scandalo".
 
Forrestal aveva un’ottima memoria. Inoltre, nell’espletamento delle sue funzioni, aveva messo insieme migliaia di pagine di diario. Secondo Simpson,
 
“Durante il breve soggiorno di Forrestal a Hobe Sound, i suoi diari personali, composti da quindici raccoglitori a fogli mobili per un totale di tremila pagine, furono rimossi frettolosamente dal suo ex ufficio del Pentagono e portati alla Casa Bianca dove rimasero per un anno. […] Durante le sette settimane precedenti la morte di Forrestal, i suoi diari erano alla Casa Bianca, sottratti al suo controllo, e qualcuno potrebbe avere avuto tutto il tempo di studiarli. ”
 
La Casa Bianca ha successivamente affermato che era stato Forrestal a chiedere che i suoi diari fossero custoditi dal presidente Truman, ma la cosa è molto improbabile.
 
Una piccola parte dei diari di Forrestal è stata infine pubblicata in forma fortemente censurata da Walter Millis, apologeta di FDR e giornalista dell'Herald Tribune di New York. Simpson stima che oltre l'80 percento sia stato trascurato. Millis ha ammesso francamente di aver cancellato "riferimenti sfavorevoli a persone indicate per nome [e] commenti sull'onestà o sulla lealtà di singoli individui". Millis ha anche affermato di aver cancellato tutti i riferimenti alle indagini su Pearl Harbor. Si può solo immaginare quanta censura abbia esercitato Millis su cosa pensasse Forrestal sul sostegno statunitense ad Israele.
 
La conclusione di David Martin ha perfettamente senso:
 
"I piani editoriali di Forrestal forniscono la risposta alla domanda: 'Perché qualcuno avrebbe dovuto preoccuparsi di ucciderlo dopo che era stato già rimosso dalle funzioni e diffamato come un malato mentale?'" "Le ragioni imperiose che spingevano Forrestal a continuare a vivere erano anche le stesse ragioni imperiose che spingevano i suoi potenti nemici a far sì che questo non accadesse". "Sembra molto più che un candidato al suicidio, un candidato ad essere assassinato". (Martin, pp. 52, 53, 87)
 
Un parallelo con Lord Northcliffe
 
Nella sua prefazione al libro di Martin, James Fetzer la mette così:
 
"Dave Martin ha dimostrato che l’omicidio di James Forrestal era stato deciso da fanatici sionisti, convinti che la sua influenza futura come redattore ed editore rappresentasse un rischio inaccettabile".
 
In questo articolo, Martin sviluppa questa idea mettendo a confronto il caso di  Forrestal con quello di Lord Northcliffe (Alfred Harmsworth), un autorevole editore di giornali la cui tragica storia è raccontata da Douglas Reed in The Controversy of Sion (pagg. 205-208), basato su The Official History of The Times (1952). Negli anni '20, proprio come oggi, i resoconti veritieri della stampa rappresentavano il maggiore ostacolo alle ambizioni sioniste. Lord Northcliffe possedeva riviste e periodici, inclusi i due quotidiani più letti, ed era l’azionista di maggioranza del quotidiano più influente al mondo di quel tempo, The Times di Londra. Egli assunse una posizione convinta contro il piano sionista e scrisse, dopo una visita in Palestina nel 1922: “Secondo me, senza pensarci abbastanza, abbiamo fatto della Palestina una casa per gli ebrei nonostante il fatto che 700.000 musulmani arabi vivano lì e abbiano delle proprietà". Northcliffe commissionò una serie di articoli che attaccavano l'atteggiamento morbido di Balfour verso il sionismo. Il suo editore, Wickham Steed, oppose un rifiuto e, quando Northcliffe pretese le dimissioni, intraprese una serie di azioni legali per far dichiarare Northcliffe un malato mentale. Sebbene apparisse perfettamente normale alla maggior parte delle persone che incontrava, il 18 giugno 1922, Northcliffe fu dichiarato inadatto alla posizione di direttore del Times sulla base delle valutazioni di uno sconosciuto "specialista dei nervi francesi", rimosso da ogni controllo dei suoi giornali e messo sotto chiave. Il 24 luglio 1922 il Consiglio della Società delle Nazioni si riunì a Londra, al riparo da ogni possibilità di forte critica pubblica da parte di Lord Northcliffe, per conferire alla Gran Bretagna un "mandato" per rimanere in Palestina e installare lì i sionisti. Il 14 agosto 1922, Northcliffe morì all'età di cinquantasette anni, ufficialmente per "endocardite ulcerosa". Il pubblico, naturalmente, fu del tutto tenuto all’oscuro del modo in cui questa figura pubblica altamente rispettata veniva tolta dalla scena. Douglas Reed, che all'epoca lavorava come impiegato nell'ufficio del Times, e ha appreso la storia completa molto più tardi, ricorda che:
 
“Lord Northcliffe era convinto che la sua vita fosse in pericolo e più volte lo ha detto; in particolare, ha detto di essere stato avvelenato. Se questa è di per sé follia, allora era pazzo ma, stando così le cose, molte vittime di avvelenamento sono morte di follia non di ciò che è stato dato loro da mangiare. Se per caso era vero, allora non era pazzo. [...] La sua convinzione certamente lo rendeva sospetto agli occhi di chi lo circondava, ma se per caso avesse avuto ragione, allora non sarebbe stata una follia.
 
Reed vede l'eliminazione di Northcliffe come una svolta:
 
“Dopo la morte di Lord Northcliffe, la possibilità che gli editoriali del Times attaccassero l'atteggiamento di Balfour verso il sionismo svanì. Da quel momento la sottomissione della stampa [...] è diventata sempre più evidente e, col tempo, ha raggiunto la condizione che prevale al tempo d’oggi, quando reportage fedeli e commenti imparziali su questa vicenda sono da tempo inesistenti".
 
Il parallelo con Forrestal è davvero sorprendente, come osserva David Martin:
 
“Il primo amore di Forrestal è stato il giornalismo. Nella sua giovinezza aveva lavorato come reporter per tre giornali nella sua città natale nello Stato di New York, ed era stato direttore del giornale studentesco di Princeton. Come ex presidente della società di investimenti bancari di Dillon, Read & Co., era un uomo ricco, potente e ben collegato. Aveva in programma di aprire una rivista di informazioni. In breve tempo, avrebbe potuto diventare un Lord Northcliffe statunitense e acquisire una grande influenza sull'opinione pubblica del paese”.
 
Note
 
[1] Seymour Hersh, The Samson Option: Israel’s Nuclear Arsenal and American Foreign Policy, Random House, 1991, p. 141.
 
[2] Haaretz, 5 febbraio 1999, citato in Michael Collins Piper, False Flags: Template for Terror, American Free Press, 2013, pp. 54–55.
 
[3] Joe Sterling, “Jewish paper’s column catches Secret Service’s eye,” CNN, 22 gennaio 2012.
 
[4] Alan Hart, Zionism: The Real Enemy of the Jews, vol. 2: David Becomes Goliath, Clarity Press, 2013, p. 90.
 
[5] Ronen Bergman, Rise and Kill First: The Secret History of Israel’s Targeted Assassinations, Random House, 2018, p. 20.
 
[6] William Reymond and Billie Sol Estes, JFK Le Dernier Témoin, Flammarion, 2003.
 
[7] Alan Hart, Zionism: The Real Enemy of the Jews, vol. 2: David Becomes Goliath, Clarity Press, 2013, p. 250.
 
[8] John Loftus e Mark Aarons, The Secret War against the Jews: How Western Espionage Betrayed The Jewish People, St. Martin’s Griffin, 2017 , p. 212-213.
 
[9] Alfred Lilienthal, What Price Israel? (1953), Infinity Publishing, 2003, pp. 95, 143.
 
[10] Robert Rockaway, “Gangsters for Zion. Yom Ha’atzmaut: How Jewish mobsters helped Israel gain its independence”, 19 aprile 2018, in tabletmag.com
 
[11] Mickey Cohen, In My Own Words, Prentice-Hall, 1975, pp. 91–92.
 
[12] Gary Wean, There’s a Fish in the Courthouse, Casitas, 1987, citato in Michael Collins Piper, Final Judgment: The Missing Link in the JFK Assassination Conspiracy, American Free Press, 6th ed., 2005, pp. 290–297.
 
[13] Alfred Lilienthal, What Price Israel? (1953), Infinity Publishing, 2003, p. 50.
 
 
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