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Aminatou nella stampa algerina


El Moudjahid, 5 dicembre 2009

 

Affaire Aminatou Haider: il malessere europeo

 

Nei campi dei rifugiati saharawi, come nei territori occupati, i visi sono tristi ma resta intatta la speranza per la sorte della militante Aminatou Haidar. Infatti l’annuncio del suo ritorno a casa ha suscitato un movimento di esultanza, i cui chiassosi youyou (grida delle donne, ndt) si sono fatti sentire dappertutto.

Per tutta la notte tra venerdì e sabato i rifugiati hanno scandito il nome della “Che” saharawi. Ma la mattina era calato il silenzio. Il “contrordine” delle autorità marocchine testimonia ancora una volta le tergiversazioni del Regno e la sua corsa sfrenata verso lo status quo. E questo fatto non sorprende nessuno, visto che i round di discussione di Manhasset sono condotti dal Marocco con la medesima logica. Solo che il 14 novembre del 2009 ha messo in campo un nuovo dato. I diritti umani, tanto cari all’opinione pubblica internazionale. Per lungo tempo derisi dalle autorità marocchine, vengono oggi in primo piano svelando i 46 anni di sofferenza del popolo saharawi.

L’espulsione di Aminatou Haidar verso l’aeroporto di Lanzarote, nelle isole Canarie, ha costretto a reagire governi che si erano fino ad oggi chiusi in un silenzio inesplicabile. Si è avuta quella eco internazionale che il Regno dello Sceriffato teme tanto.  Lo sciopero della fame avviato poco meno di tre settimane fa dalla militante Haidar, icona di tutto un popolo, ha provocato inattese reazioni da parte di alcune Potenze, soprattutto il governo di Madrid, ex potenza colonizzatrice. Il governo di Zapatero si trova così coinvolto in uno scenario unico negli annali della diplomazia. Alla vigilia del suo semestre di presidenza dell’Unione Europea, la Spagna deve già vedersela con la fronda di alcuni partner dell’Unione che misurano l’estensione del malessere tra i loro cittadini. Il sostegno fornito dalla Spagna al Marocco, accettando di accogliere sul suo suolo la militante saharawi, rischia di creare un malessere, addirittura un dissenso politico in seno all’Unione Europea. Infatti la nuova ministra britannica incaricata degli Affari Esteri nel governo dell’UE dovrà gestire questo dossier, dando prova di molto tatto verso i suoi pari, proporzionalmente al clamore crescente di certe voci.

 


 

La Liberté, 6 dicembre 2009


L’Unione africana reagisce vigorosamente contro il Marocco

Il presidente della commissione dell’Unione africana (UA), Jean Ping, ha espresso venerdì, in un comunicato, “la preoccupazione dell’Unione africana per la situazione dei diritti umani nei territori saharawi occupati, invitando il regime marocchino a permettere alla militante saharawi Aminatou Haidar di ritornare nel suo paese”, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa saharawi (SPS). “Il presidente della commissione dell’UA segue da vicino gli ultimi sviluppi in Sahara Occidentale, soprattutto la situazione della militante saharawi Aminatou Haidar”, sottolinea il comunicato. Jean Ping ha ricordato, nel suo comunicato, “la decisione presa dai capi di stato e di governo dell’UA, nel corso del loro summit straordinario del 31 agosto scorso a Tripoli (Libia), di sostenere gli sforzi dell’ONU per superare l’attuale impasse nel processo di pace in Sahara Occidentale e per la attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza, invitando perciò ad intensificare gli sforzi perché sia realizzato il referendum di autodeterminazione per il popolo saharawi”. Il comunicato del presidente della Commissione dell’UA – ha concluso SP - si è aggiunto agli altri comunicati di indignazione e di denuncia emanati da diverse organizzazioni internazionali dopo l’espulsione della militante saharawi Aminatou Haidar dai territori saharawi occupati, ed il suo sciopero della fame in corso dal 16 novembre scorso nella città di Lanzarote nelle isole Canarie.