Un mese di sciopero della fame


Sembra dunque che domani il Parlamento Europeo dovrebbe approvare una risoluzione comune con la quale chiede al Marocco di consentire "senza indugio" il ritorno Aminatou Haidar in Sahara occidentale, restituirle i documenti e garantire l'integrità fisica dell’ attivista saharawi in sciopero della fame dal 15 novembre. Inoltre sosterrà "ogni alternativa umanitaria" che garantisca il rispetto della sua dignità e del suo diritto a ricongiungersi liberamente con i suoi figli e la famiglia.
Il compromesso su questo testo è stato raggiunto oggi da tutti i gruppi parlamentari, e la mozione sarà votata domani pomeriggio, insieme  tre emendamenti del partito Popolare di critica alla gestione della vicenda fatta dal Governo Spagnolo.
Anche la sinistra europea (GUE) sottoporrà al plenum un emendamento che chiede di congelare l'accordo di associazione tra l'UE e il Marocco, in attesa della soluzione della situazione di Haidar. I socialisti spagnoli, che considerano "equilibrata" la risoluzione di compromesso negoziata dai gruppi, sperano che non sia approvato nessuno degli emendamenti
"Speriamo che non trovino accoglimento né le accuse infondate al governo spagnolo, né la richiesta di congelare l'accordo di partenariato, perché noi preferiamo mantenere un dialogo con il Marocco", ha detto a Europa Press l’ eurodeputata socialista Maria Muniz. "Dobbiamo concentrare l'attenzione del Parlamento sul  caso di Aminatou Haidar, e non cercare di fare politica nazionale", ha avvertito.
La risoluzione esprime la "seria preoccupazione" dell’Eurocamera per il deterioramento della salute di Haidar ed esprime un "profondo rispetto per il diritto dell’ attivista a difendere la sua causa. Inoltre chiede alle autorità spagnole, "sul cui territorio è stata trasferita contro la sua volontà, di continuare a fornirle assistenza e tutto quanto sia necessario per assicurarle ogni tipo di aiuto e collaborazione per il riconoscimento  dei suoi legittimi diritti".
I deputati sollecitano  il sostegno dell'Unione europea per risolvere la situazione di Haidar e fanno appello tanto alla Commissione europea, che all’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, Catherine Ashton, come pure alle Nazioni Unite, per "moltiplicare gli sforzi" sul Marocco perché autorizzi il ritorno di Haidar al suo paese, adempiendo ai suoi obblighi internazionali e tenendo conto del fatto che Rabat ha lo statuto di partner privilegiato della UE.

Il rispetto dei diritti dei saharawi
Si chiede inoltre alle autorità marocchine che, in virtù dell'accordo di partenariato in vigore, "rispettino i diritti dei difensori saharawi dei diritti umani e di tutte le persone sotto la loro giurisdizione, nonché il pieno esercizio del diritti e delle libertà fondamentali, in particolare la libertà di movimento, la libertà di espressione, associazione e riunione ".
Chiede inoltre la protezione del popolo saharawi ed esprime il suo sostegno ad una soluzione "giusta e duratura" del conflitto del Sahara occidentale, basata sul rispetto della legge, il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare la 1495.
Appoggia anche la raccomandazione della delegazione ad hoc del Parlamento europeo che chiede che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite includa nel mandato della MINURSO di monitorare la situazione dei diritti umani nella regione del Sahara occidentale e negli accampamenti di Tindouf, con l'accordo delle parti interessate.

Una commissione investigherà sui diritti umani
Per altro verso, si chiede che la UE monitori la situazione dei diritti umani nel Sahara occidentale ed invii con regolarità missioni di informazione sul campo, ai sensi dell'articolo 2 dell’accordo di associazione UE-Marocco. E si  sottolinea che dovrà essere inviata una delegazione del Parlamento europeo per conoscere in loco la situazione dei diritti umani, come è stato fatto nel gennaio 2009.
Nel testo della risoluzione si ricorda inoltre che il governo marocchino ha minacciato l'Unione europea di misure di ritorsione nei settori dell'immigrazione e della sicurezza e che l'UE segue con preoccupazione il conflitto nel Sahara occidentale e le sue conseguenze a livello regionale.
In questo senso "sostiene pienamente gli sforzi del Segretario Generale delle Nazioni Unite e del suo inviato speciale per raggiungere una soluzione giusta, duratura e reciprocamente accettabile che permetta l’autodeterminazione del popolo del Sahara occidentale, in linea con le risoluzioni dell'ONU."

Le condizioni di Aminatou Haidar
Il portavoce della Piattaforma di sostegno, Fernando Peraita, stamattina ha detto che Aminatou Haidar ha difficoltà a bere l’acqua, soffre di nausee intense ed è molto debole, ma –ha aggiunto – è sorretta dalla sua forza morale e dalla convinzione di essere nel giusto.
E che il morale sia alto, e la grinta pure, Haidar lo ha dimostrato nell’intervista oggi rilasciata al quotidiano algerino El Watan. Ha ribadito di essere determinata a resistere  fino a che non potrà tornare a Laayoune ed ha reiterato le sue accuse al Marocco:  «Vuole la mia morte, è questo che vuole, questa è la sua gloria. La sua ostinazione, la sua fuga in avanti, non può essere interpretato in altro modo".
E, nonostante l'approvazione ieri di una mozione al Congresso che chiede al Marocco di restituirle il passaporto e consentire il suo ritorno nella capitale del Sahara occidentale, Haidar, non ha cambiato idea sulla Spagna , dove prevalgono a suo avviso gli interessi "economici". "Se complotto c’è, non può essere altro che spagnolo-marocchino", ha detto l’attivista per i diritti umani, che ha negato di essere stata manipolata da Algeria e dal Fronte Polisario.


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