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Cf2R (Centre Français de Recherche sur le Renseignement), 24 febbraio 2016 (trad. ossin)
 
 
Somaliland: nuova retrovia di Al Qaeda?
Alain Rodier
 
Il 2 febbraio 2016, l’Airbus A321 della compagnia Daallo Airlines, volo D3159, decolla da Mogadiscio con destinazione Gibuti, con 81 persone a bordo. Sostituisce un aereo della Turkish Airlines (THY) che copre la tratta Mogadiscio-Gibuti-Istanbul, bloccato a Gibuti dalle cattive condizioni metereologiche. La Turkish Airlines chiede alla società Daallo di trasferire i passeggeri a Gibuti, da dove saranno poi trasportati a Istanbul. Ma il volo D3159 decolla da Mogadiscio con un’ora di ritardo sull’orario previsto. Circa un quarto d’ora dopo la partenza, quando l’apparecchio ha raggiunto i 12.000 piedi di altitudine (3.600 metri) vi è un’esplosione all’altezza dell’ala destra. Uno squarcio di circa un metro aspira il passeggero che vi si trova vicino, ma nessuna parte vitale dell’apparecchio viene danneggiata. Inoltre la quota è troppo bassa per provocare un violento effetto di depressurizzazione. Il comandante riesce a riportare l’apparecchio a Mogadiscio.
 
 
La vicenda presenta numerose rassomiglianze con l’attentato del 31 ottobre 2015 a Sharm el Sheikh contro un apparecchio dello stesso tipo della compagnia russa Metrojet, che provocò la morte di 224 persone. Se quest’ultimo è stato rivendicato dal gruppo Stato Islamico (IS o Daesh), la catastrofe che si è evitata per un pelo a Mogadiscio è da attribuirsi ad Al Qaeda “canale storico”, tramite il suo ramo somalo degli shabaab. Infatti questi ultimi hanno diffuso, il 13 febbraio, una rivendicazione nella debita forma, che parla di una operazione destinata a rispondere alle iniziative dei servizi segreti stranieri in Somalia. Secondo questa dichiarazione, una dozzina di agenti occidentali, tra cui elementi della CIA, del MI6 e del Mossad, oltre a Turchi “membri della NATO”, si trovavano a bordo dell’apparecchio.
 
Se tutto fosse andato come previsto, l’aereo della Turkish Airlines si sarebbe disintegrato in volo e l’azione avrebbe avuto effetti traumatici come è stato nel caso russo. Al Qaeda “canale storico” avrebbe così “recuperato il ritardo” nella corsa agli attentati che la nebulosa fa a gara con il suo movimento dissidente, Daesh. La Turchia, paese importante della NATO, e soprattutto alleato strategico degli Stati Uniti, rappresenta per Al Qaeda centrale un simbolo forte. Non potendo colpire direttamente gli Stati Uniti che restano l’obiettivo primario, il dottor Ayman al-Zawahiri sarebbe comunque riuscito a colpire uno dei suoi principali alleati militari.
 
Shabaab somali
 
L’inchiesta
L’inchiesta rivela che il passeggero aspirato attraverso la voragine apertasi verso l’esterno è un Somalo abitante del Somaliland, una delle due province autonome del nord della Somalia, mentre l’altra è il Puntland. Si tratta di Abdulahi Abdisalam Borleh, di una cinquantina d’anni di età. Benché professore in una scuola islamica per bambini, non sarebbe conosciuto per avere delle posizioni estremiste. Diceva che, per motivi di salute, si stava recando in Turchia per sottoporsi a delle cure.
 
L’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza della caffetteria dell’aeroporto mostra l’immagine di due persone, una delle quali vestito come un addetto alla manutenzione, che consegna un pacchetto a questo passeggero. Si tratterebbe di un computer portatile nel quale vi era la carica di TNT. Dettaglio macabro: l’esame del cadavere ritrovato fa pensare che il computer sia esploso al livello del ventre dell’individuo, che doveva tenerlo sulle ginocchia. La bomba doveva essere dotata di un timer e, se gli orari fossero stati rispettati, l’aereo avrebbe dovuto trovarsi a 30.000 piedi (9.150 metri) al momento dell’esplosione. In questo caso l’aereo si sarebbe disintegrato a causa della depressurizzazione improvvisa, come nel caso dell’attentato contro l’apparecchio russo sul Sinai. Questa volta i passeggeri hanno avuto molta fortuna.
 
Secondo le autorità somali, l’organizzatore dell’attentato sarebbe un certo Ismael Muse (foto a destra), il responsabile degli shabaab a Mogadiscio. Egli venne arrestato per breve tempo in Somaliland nel 2012, insieme a quello che all’epoca era l’emiro del movimento, Ahmed Godane (ucciso nel gennaio 2014) ed a Abdulkadir Mohamed Abdulkadir – alias Ikrima – il suo responsabile delle operazioni esterne. I tre uomini erano di passaggio a Burco per incontrarsi con dei responsabili di Al Qaeda nella penisola arabica (AQPA) e dei finanziatori locali. Questa tolleranza delle autorità del Somaliland non è un caso isolato. Non fa che rivelare la collusione di questa provincia autonoma con i salafiti-jihadisti.
 
La collusione del Somaliland con Al Qaeda “canale storico”
Le autorità del Somaliland stornano una parte dell’aiuto internazionale attribuito a questa regione “per lo sviluppo e la sicurezza” per finanziare gli shabaab (1). Così, la Dahabshill Bank International, una importante società di trasferimento di fondi, con sede a Dubai e presente in 126 paesi, sarebbe stata utilizzata come intermediaria per trasferire 50.000 dollari al mese a Ismael Muse, a Mogadiscio. D’altra parte, un importante elemento dei servizi segreti somali (National Intelligence and Security Agency - NISA) avrebbe ricevuto 18.000 dollari, verosimilmente per consentire l’accesso del kamikaze all’aereo. Insieme ad un responsabile dell’aeroporto, egli fa parte delle 20 persone arrestate nel corso dell’inchiesta. Quest’ultima ha dunque svelato che le autorità del Somaliland sono verosimilmente coinvolte, almeno indirettamente, nell’attentato.
 
Il loro obiettivo segreto è di servirsi degli shabab per mantenere la Somalia in stato di fallimento. Cosa che dovrebbe, a termine, permettere al Somaliland, provincia relativamente calma, di ottenere il riconoscimento dell’indipendenza da parte della comunità internazionale. Infatti essa è stata unilateralmente proclamata il 18 maggio 1991, ma non è stata riconosciuta da nessuno Stato!
 
Con la supervisione del ministro dell’interno, Ali Mohamed Waran Ade, un ex ufficiale della National Security Service (NSS) – i servizi segreti del dittatore somalo Siad Barre, morto nel 1991 – il Somaliland sarebbe diventato un vero e proprio santuario per gli shabab e le loro famiglie, ma anche per elementi di Al Qaeda “canale storico”, e soprattutto della filiale yemenita AQPA.
 
Inoltre i servizi segreti del Somaliland assicurerebbero, in partnership con quelli degli shabab (Amniyat – 2), l’addestramento e l’aiuto logistico dei militanti. L’ironia della storia sta nel fatto che, in passato, i Britannici e gli Statunitensi hanno fornito il loro contributo alla formazione dei servizi di sicurezza del Somaliland.
 
Conclusioni

Ciò che è assai inquietante, è che il Somaliland sembra essere diventato una nuova retrovia per i terroristi di Al Qaeda “canale storico”, che vi hanno trovato un rifugio dove stabilirsi in pace e addestrarsi in tutta tranquillità. Se gli shabaab limitano le loro operazioni alla Somalia e al vicino Kenya, AQPA che è il “servizio operativo” di Al-Zawahiri per le operazioni estere, può tentare di colpire dovunque nel mondo a partire da questa zona, con una preferenza per l’Occidente. Gli attivisti possono discretamente partire dal Somaliland, dal porto e dall’aeroporto di Berbera o da quello di Hargeisa, la capitale. Le destinazioni coperte in linea diretta sono Dubai, Gedda, Gibuti, Il Cairo, Mogadiscio, Nairobi ecc. Per AQPA questa regione serve anche da base di appoggio per le famiglie degli attivisti che estendono attualmente la loro influenza in Yemen, approfittando della guerra civile che prosegue. E’ verosimile pensare che sia proprio il porto di Berbera a servire da base di transito per gli approvvigionamenti.
 
L’Etiopia e Gibuti hanno deciso di rafforzare le misure di sicurezza alle loro frontiere con questa regione autonoma. La sola rappresentanza diplomatica presente in permanenza in loco, il consolato etiope ad Hargeisa, e le ONG sono state invitate a trasferirsi a Mogadiscio per motivi di sicurezza
 
 
Note:
 
1. Il comando degli shabaab è attualmente affidato a Abou Obeidah Ahmad Omar - alias « Direye » - sul quale gli USA hanno posto una taglia di 6 milioni di dollari
2. L'Amniyat, diretto da Abdirahman Mohamed Warsame - alias « Mahad Karate » - è responsabile della raccolta delle informazioni, del contro-spionaggio, della sicurezza dei dirigenti e delle operazioni speciali. Il massacro del 2 aprile 2015, che ha provocato la morte di 148 studenti e professori all’Università di Garissa in Kenya, è attribuita a questo servizio. L’uccisione di Mahad Karate è stata annunciata dall'AMISOM il 18 febbraio. Da verificare...