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Ucraina: autopsia di un colpo di Stato - parte II

Ahmed Bensaada


(LEGGI LA PRIMA PARTE)


Tymoshenko bionda o bruna?

La figura politica ucraina più madiatizzata dagli organi di stampa occidentali mainstream è incontestabilmente Yulia Tymoshenko. Trattata come un personaggio storico più grande di quanto meriti, le sono stati attribuiti soprannomi elogiativi, ma soprattutto pomposi: la "Marianne con la treccia", la "Principessa del gas", la "Giovanna d'Arco ucraina" o la "dama di ferro". Ma anche se qualcuno ha notato la presenza di una statuetta di Giovanna d'Arco e delle memorie di Margaret Thatcher nel suo studio (47), il suo percorso non è così virtuoso. Infatti la sua pratica politica ha più a che vedere coi romanzi di scandali politico-finanziari (perfino mafiosi) che con l'abnegazione per la patria e il popolo ucraino. Giudicate voi.


A proposito di romanzi, cominciamo con Olexandre Turchinov che è - sembra - un vero e proprio romanziere, specializzato nel genere "scienza-fiction". Sì proprio colui che è attualmente presidente dell'Ucraina, che è stato definito "fedele scudiero" di Tymoshenko e che, come lei, è nato nella città di Dnipropetrovs'k.


 


Tymoshenko bruna



Nel 1994, Turchinov creò, insieme a Pavlo Lazarenko, un notabile di Dnipropetrovs'k, il partito Hromada, del quale Tymoshenko diventerà presidente nel 1997. Un anno dopo, la "Marianne con la treccia", che aveva umilmente avviato la carriera di imprenditrice con un prestito di 5000 dollari, ristruttura la sua piccola "Compagnia del petrolio ucraino" (creata nel 1991) e fonda, con l'aiuto di Lazarenko, la compagnia di distribuzione di idrocarburi "Sistemi energetici uniti di Ucraina" (SEUU). Lo stesso anno Lazarenko viene nominato vice-primo ministro, con delega all'energia. Certamente favorito dall'appoggio politico di Lazarenko, SEUU ottiene straordinari successi: 10 miliardi di dollari di fatturato e 4 miliardi di profitti nell'anno 1996! E ciò grazie a dei contratti assai vantaggiosi di vendita in Ucraina di gas naturale russo (48). Gli anni fortunati continuano con la promozione di Lazarenko al posto di primo ministro nel maggio 1996, benché egli debba sfuggire ad un attentato con una bomba appena due mesi dopo (49). All'inizio del 1997 la SEUU controlla diverse banche, ha partecipazioni in decine di imprese metallurgiche e meccaniche, è comproprietaria della terza più grande compagnia aerea dell'Ucraina e del decimo aeroporto più grande, quello di Dnipropetrovs'k, oltre a partecipazioni nei progetti di gasdotti turchi e boliviani e il controllo di diversi giornali locali e nazionali (50).


Dato che l'arricchimento "esponenziale" è spesso sinonimo di affari loschi, dei sospetti cominciano a pesare su Lazarenko e la SEUU. Nell'aprile 1997, il New York Times riferisce che Lazarenko possedeva quote di questa compagnia. Altri affari vengono rivelati e, nel luglio dello stesso anno, il presidente Koutchma dimissiona Lazarenko. Il seguito è rocambolesco. Nel 1998, Lararenko viene arrestato dalla polizia svizzera alla frontiera franco-svizzera e accusato dalle autorità di Berna di riciclaggio e rilasciato previo pagamento di una forte cauzione. In un articolo pubblicato nel 2000 e intitolato "I fantastici conti del signor Lazarenko", Gilles Gaetner parla di sottrazione di fondi pubblici ucraini nell'ordine di 800 milioni di dollari, "senz'altro la più importante vicenda di riciclaggio del dopoguerra" (51). Lazarenko fugge allora negli Stati Uniti, cercando di ottenere l'asilo politico, ma vi viene arrestato nel 1999.


Nonostante fossero stati eletti nelle fila di Hromada,  Tymoshenko e Turchinov lasciano questo partito nel 1999 dopo le disavventure di Lazarenko per creare, insieme, il partito Batkivshina (52).


 

Lazarenko e Tymoshenko



Incriminato dalla giustizia statunitense, Lazarenko viene condannato nel 2006 a nove anni di prigione per sottrazione di fondi, riciclaggio attraverso le banche statunitensi e frode (53). Un rapporto 2004 di "Transparency International Global Corruption "colloca Lazarenko tra i 10 leader politici più corrotti del mondo (54). La giustizia ucraina persegue ancor oggi Lazarenko per l'uccisione del deputato Evguen Scherban e di sua moglie nel 1996. Secondo l'accusa, il gruppo di Sherban era concorrente della SEUU e ne ostacolava le attività.


Lazarenko è stato liberato nel novembre 2013 ma è stato collocato in un centro di detenzione per migranti in quanto il suo visto era scaduto (55).


L'arresto di Lazarenko non ostacola per nulla l'opportunismo politico di Tymoshenko. Quando Viktor Yushchenko diventa primo ministro nel 1999, viene nominata vice-primo ministro con delega all'energia, lo stesso posto occupato da Lazarenko qualche anno prima. Nondimeno viene finalmente toccata dallo scandalo Lazarenko e accusata nel 2001 di "contrabbando e falsificazione di documenti" per avere fraudolentemente importato gas russo nel 1996 quando era presidente della SEUU (56). Tymoshenko viene arrestata e farà qualche settimana di prigione (57). Nel 2002 è vittima di un grave incidente stradale che interpreterà come un tentativo di assassinio (58).


E' in questo periodo che cambia look. Da bruna, diventa bionda. "Yulia cambia il suo stile di donna d'affari sexy, capelli sciolti e tailleur attillati, con quello, più sobrio, di parlamentare con collo alla collegiale, gonna al di sotto dei ginocchi. Adotta la sua attuale pettinatura, la famosa treccia bionda disposta a corona intorno alla testa" (59).


 

Il nuovo look di Yulia Tymoshenko



Nel 2004 scoppia la rivoluzione arancione e Tymoshenko ne diventa la musa. Yushchenko accede alla magistratura suprema nel 2005 e lei al posto di Primo Ministro per due volte. Tutti i guai giudiziari vengono, come per incantamento, dimenticati.


Un rapporto al Congresso statunitense del 2005 - divulgato da Wikileaks - descrive in questo modo la "principessa del gas": " Tymoshenko è un leader energico e carismatico con uno stile politico talvolta combattivo che ha fatto una campagna efficace per Yushchenko. E tuttavia è anche un personaggio controverso a causa dei suoi legami, nel corso degli anni 1990, coi le élite oligarchiche, tra cui l'ex primo ministro Pavlo Lazarenko, che sconta attualmente una pena nelle prigioni statunitensi per frode, riciclaggio ed estorsione. Tymoshenko è stata contemporaneamente dirigente di una imprese di commercio di gas e vice-primo ministro nel governo notoriamente corrotto di Lazarenko. Si dice che sia ricchissima (...). E' stata anche indagata per corruzione e riciclaggio e imprigionata per breve tempo. Tutte le accuse sono state archiviate dopo l'elezione di Viktor Yushchenko. Anche la Russia ha depositato denunce contro di lei per corruzione, poco prima della campagna elettorale" (60).


La conquista del potere della coppia  Yushchenko - Tymoshenko (grazie all'ondata arancione) consente a Turchinov di occupare il posto di capo dei Servizi Segreti Ucraini (SBU) nel febbraio 2005. Tuttavia, nel 2006, vi è una inchiesta su di lui e il suo aggiunto. Li si accusa di avere distrutto il dossier di un pericoloso padrino della criminalità organizzata ucraina, Semyon Mogilevich (61). Questo mafioso è sospettato di dirigere un grande impero criminale e viene descritto dallo FBI, nel 1998, come il "gangster più pericoloso al mondo" (62). Le accuse vengono sbalorditivamente archiviate qualche mese dopo ed egli ottiene anche una importante promozione. Infatti, al suo secondo mandato di Primo Ministro, Tymoshenko gli affida l'incarico di vice-Primo Ministro, funzione che occuperà fino al 2010, data in cui perde le elezioni presidenziali contro Yanukovich.


 



Le relazioni conflittuali della coppia Yushchenko - Tymoshenko danno il colpo di grazia ai miraggi della "rivoluzione arancione". Tymoshenko viene accusata di aver tradito l'interesse nazionale per coltivare le proprie ambizioni personali (63).

L'arrivo di Yanukovich al potere pone fine alla impunità della candidata battuta dalle urne e il suo fascicolo giudiziario viene ripescato dai cassetti e vi si aggiungono nuove e vecchie vicende.  Tymoshenko viene incriminata in diverse indagini: storno dei fondi ricevuti nel 2009 per le vendita di quote di emissione di CO2, abuso di potere nella firma del 2009 di contratti con la Russia per la fornitura di gas, considerati sfavorevoli per il paese, frode fiscale e storno di fondi relativi alla vicenda Lazarenko e la sua responsabilità nella gestione della SEUU (64). Ancor più grave, viene accusata di concorso in omicidio (con Lazarenko) nella vicenda Scherban (1996). Secondo il procuratore generale aggiunto, "la vittima era in conflitto con la signora Tymoshenko, che si occupava allora della distribuzione del gas russo in Ucraina  e tentava di costringere le imprese della regione industriale di Donec'k (EST) ad acquistarlo dalla sua società, Sistemi Energetici Uniti di Ucraina (SEUU), con l'appoggio dell'allora Primo Ministro Pavlo Lazarenko"; "Evguen Scherban, un uomo forte della regione il cui gruppo industriale era concorrente della società di Tymoshenko, si era pubblicamente opposto alla espansione della SEUU, e ha pagato questo con la vita" (66). Aggiunge che "vi sono testimoni che Tymoshenko e l'ex Primo Ministro Pavlo Lazarenko avevano pagato per l'omicidio". Queste accuse vengono sostenute da Ruslan, il figlio di Scherban, sopravvissuto all'uccisione dei genitori. In una conferenza stampa, egli ha dichiarato di avere consegnato al Procuratore generale dei documenti che provano il coinvolgimento dei due ex primi ministri (Lazarenko e Tymoshenko) negli omicidi (66).


 

Evguen Scherban



Si sospetta la complicità di Tymoshenko in due altri omicidi: l'uomo d'affari Alexander Momot (ucciso nel 1996, qualche mese prima di Scherban) e l'ex governatore della Banca nazionale di ucraina, Vadym Hetman (ucciso nel 1998) (67).


Tymoshenko è stata condannata a sette anni di prigione nell'ottobre 2011 e posta agli arresti per il suo coinvolgimento nelle vicende dei contratti di gas (68).


Gli insperati avvenimenti di Euromaidan hanno strappato la "principessa del gas" alla sua galera. E in che modo! Sabato 22 febbraio 2014, alle ore 12,08, Turchinov, il braccio destro di  Tymoshenko, viene eletto Presidente del parlamento ucraino. Trenta minuti dopo, come se si trattasse della cosa più urgente da risolvere in un paese in piena insurrezione, il Parlamento ha votato la "immediata" liberazione di  Tymoshenko. Solo a titolo di comparazione, è stato solo alle ore 16,19 che il Parlamento ha votato la destituzione di Yanukovich (69).


Con la nomina del militante di estrema destra Oleg Mahnitsky a Procuratore Generale, e quelle di un grandissimo numero di membri del partito Batkivshina a posti-chiave in seno all'apparato dello Stato, si può agevolmente predire che Tymoshenko non dovrà più, almeno per un certo tempo, preoccuparsi dei suoi problemi giudiziari.


Bisogna registrare che per due volte Tymoshenko è stata strappata dalle mani della Giustizia grazie a rivolte popolari di grande importanza: la "rivoluzione" arancione del 2004 e, adesso, l'Euromaidan.

Ma "Kiev vale bene una messa", no?



L'insolente ingerenza occidentale

L'Euromaidan può considerarsi una "rivoluzione" colorata, rivista e corretta in salsa "primavera" araba, con aromi siriani. infatti, benché molte similitudini possano essere trovate tra la "rivoluzione" arancione e l'Euromaidan, si devono notare però due differenze fondamentali. La prima, già precedentemente accennata, è relativa alla violenza della sollevazione, dovuta essenzialmente alla onnipresenza dei manifestanti dell'estrema destra fascista e neo-nazista. La "rivoluzione" arancione si fonda invece sulle teorie non-violente di Gene Sharp. La seconda differenza sta nella insolente presenza fisica di personalità occidentali, politiche e civili, in piazza Maidan, che arringano le folle e incitano alla disobbedienza civile, in completa contraddizione con il principio fondamentale di non ingerenza negli affari interni di un paese sovrano, i cui dirigenti siano stati democraticamente eletti.


Cominciamo da John McCain, presidente del Consiglio di amministrazione dell'IRI che, a Kiev, è merce conosciuta. Effettivamente, dopo (e non durante) la "rivoluzione" arancione, si era già recato in Ucraina (nel febbraio 2005) per incontrarvi i suoi "pupilli" che aveva generosamente finanziato.


Il senatore statunitense è anche andato nei paesi arabi "primaverilizzati": Tunisia (21 febbraio 2011), Libia (22 aprile 2011) e Siria (27 maggio 2013. Durante i due primi viaggi, i governi erano già caduti. negli ultimi due la guerra infuriava ancora (e prosegue ancora in Siria).


 

McCain incontra Klitschko, Tyahnybok e Yatseniuk


A Kiev, McCain si è rivolto agli insorti di Maidan il 14 dicembre 2013. "Noi siamo qui per sostenere la vostra giusta causa, il diritto sovrano dell'Ucraina di scegliere il proprio destino liberamente e in tutta indipendenza. E il destino che desiderate si trova in Europa", ha strombazzato.


Ha incontrato il "triumvirato di Maidan", vale a dire Iatseniuk, Klitschko e Tyahnybok. Non si è sentito in imbarazzo a farsi fotografare con Tyahnybok, nonostante a questi fosse stato vietato, l'anno scorso, di entrare negli Stati Uniti a causa dei suoi discorsi anti-semiti (71). No, niente, né lo ha disturbato il fatto di dover trattare col leader di Svoboda, un partito apertamente ultra-nazionalista, xenofobo e che predica valori neo-nazisti, così come non l'aveva turbato il fatto di sostenere dei sanguinari terroristi in Libia e in Siria. Il fine giustifica i mezzi, l'importante è di sottrarre l'Ucraina dalla influenza russa.


L'ingerenza statunitense è illustrata "dall'affaire Nuland", che ha dimostrato come il vocabolario diplomatico usato da alcuni alti funzionari statunitensi non abbia niente da invidiare a quello dei carrettieri. "Fuck the UE!", ha esclamato. Cosa che la dice lunga sulla lotta di influenza che oppone lo zio Sam al Vecchio Continente.


E come Victoria Nuland, la sotto-segretaria di Stato per l'Europa e l'Eurasia, chiama i leader di Euromaidan? "Yats" e "Klitsch" (72)? Come "Jon" e "Ponch" nella popolare serie statunitense "CHIPs"? Utilizzare un linguaggio così familiare suppone una evidente prossimità e una innegabile connivenza tra i membri del triumvirato e l'amministrazione USA, è il meno che si possa dire.


 

Nuland con Klitschko, Tyahnybok e Yatseniuk


Oltre all'IRI, anche la NED è presente a Kiev. Per rendersene conto, basta seguire Nadia Diuk che scrive da Kiev e i cui articoli vengono pubblicati nel "Kiyv Post" e altri famosi giornali. I titoli dei suoi articoli sono idilliaci: "La rivoluzione auto-organizzata di Ucraina" (73), "Le visioni del futuro dell'Ucraina" (74) ecc. Già nel 2004, in piena "rivoluzione" arancione scriveva: "In Ucraina, una libertà indigena" (75), per dimostrare che la "rivoluzione" era spontanea, analisi contraddetta da tutti gli studi (occidentali) successivamente pubblicati. Bisogna arrendersi all'evidenza che l'autrice di questi articoli non è per niente cambiata col passar del tempo. E a buona ragione, la signora Diuk è vice-presidente della NED, incaricata dei programmi per l'Europa, l'Eurasia, l'Africa, l'America latina e i Caraibi (76).


I rapporti annuali della NED mostrano che, solo nel 2012, le somme assegnate ad una sessantina di organizzazioni ucraine raggiungono quasi i 3,4 milioni di dollari (77). Nel rapporto si dice che l'IRI di McCain e il NDI di Albright hanno rispettivamente beneficiato di 380.000 e 345.000 dollari per le loro attività in Ucraina.


Questo evidente coinvolgimento statunitense in Ucraina è stato segnalato da Serguei Glaziev che ha dichiarato che "gli Statunitensi dispensano 20 milioni di dollari a settimana per finanziare l'opposizione e i ribelli, e anche per armarli" (78).


Il secondo paese occidentale più fortemente coinvolto nell'Euromaidan è la Germania. una decina di giorni prima di McCain, Guido Westerwellw, capo della diplomazia tedesca, ha preso un bagno di folla in mezzo ai manifestanti di piazza Maidan in compagnia die suoi protetti "Yats" e "Klitsch" o, più educatamente, Iatseniuk e Klitschko. Dopo essersi intrattenuto con loro a porte chiuse, ha dichiarato: "Noi non siamo qui per sostenere un partito, ma noi sosterremo i valori europei. £ quando ci impegniamo per questi valori europei, fa piacere ovviamente sapere che una grande maggioranza di Ucraini condividono questi valori, vogliono condividerli e desiderano imboccare la strada che porta in Europa" (79). Parlando di maggioranza, Westerwelle non ha evidentemente consultato i recenti sondaggi che mostrano come solo il 37% della popolazione ucraina sia favorevole ad una adesione del loro paese all'Unione Europea (80). D'altronde lo sono forse i cittadini europei? Non sembra. Per esempio, un recentissimo sondaggio mostra che il 65% dei Francesi sono contrari all'idea di un aiuto finanziario della Francia e dell'Unione Europea all'Ucraina e il 67% sono contrari all'ingresso di questo paese nella UE (81).


 


Merkel con Klitschko e Yatseniuk



D'altra parte la cancelliera tedesca ha, come il suo ministro, ricevuto Iatseniuk e Klitschko il 17 febbraio 2014 a Berlino. Il candidato su cui hanno scommesso Merkel, la CDU e il suo Think tank, la Fondazione Konrad Adenauer, è Klitschko (82). Anche il partito di Tymoshenko viene considerato un alleato del PPE e della CDU, come aveva già detto Martens in un discorso tenuto al Club della Fondazione Konrad Adenauer nel 2011: "Yulia Tymoshenko è persona di fiducia e il suo partito è membro importante della nostra famiglia politica". Nello stesso discorso ha dichiarato che la sua posizione è simile a quella di McCain per ciò che concerne il sostegno a Tymoshenko (per la sua liberazione, mentre era ancora in prigione) (83).


Occorre sottolineare che tale convergenza di vedute tra l'IRI e la Fondazione Konrad Adenauer non è né fortuita, né recente. In realtà risale alla creazione della NED, come ci spiega Philip Agee, l'ex agente della CIA che ha abbandonato l'agenzia per vivere a Cuba (84). Prima di tutto bisogna capire che la NED è stata creata perché assumesse il carico di taluni compiti originariamente della CIA, nella specie la gestione dei programmi segreti di finanziamento delle società civili estere. Dopo avere consultato un ampio ventaglio di organizzazioni nazionali e straniere, le autorità statunitensi rivolsero la loro attenzione verso le fondazioni dei principali partiti della Germania Ovest, che erano finanziati dal governo tedesco: la Friedrich Ebert Stiftung dei socialdemocratici e la Konrad Adenauer Stiftung dei democratici-cristiani. Vediamo attualmente una struttura analoga nel paesaggio politico statunitense. L'IRI e la NDI, i due satelliti della NED, sono rispettivamente legati ai partiti repubblicano e democratico statunitense e, come i loro omologhi tedeschi, vengono finanziati con fondi pubblici. Giacché la CIA collaborava con questi "Stiftung" tedeschi per finanziare dei movimenti nel mondo ben prima della creazione della NED da parte del presidente Reagan nel 1983, le relazioni sono rimaste solide fino ai giorni nostri.


Per quanto in modo più discreto dei due precedenti, il terzo paese a essere molto coinvolto nei fatti di Ucraina è il Canada. Forse perché il Canada ospita la più numerosa diaspora ucraina nel mondo dopo quella della Russia. Più di 1,2 milioni di canadesi sono di origine ucraina (85).


John Baird, il ministro degli affari esteri canadesi, ha incontrato il triumvirato ucraino il 4 dicembre 2013 a Kiev e, come gli altri, ha effettuato un "pellegrinaggio" a piazza Maidan. Il capo della diplomazia canadese è tornato a Kiev il 28 febbraio 2014 per incontrare le nuove autorità. il presidente Turchinov, il primo ministro Iatseniuk e la "Giovanna d'Arco ucraina". Intervistato a proposito del suo sostegno "incondizionato" all'Ucraina e le possibili conseguenze nei rapporti con la Russia, ha risposto: Non dobbiamo certo scusarci per avere sostenuto il popolo ucraini nella sua lotta per la libertà" (6). Da notare che Paul Grod, il presidente del Congresso degli Ucraini-Canadesi (UCC), ha accompagnato Baird nei suoi due viaggi. Le sua posizioni sono un calco di quelle della diplomazia canadese.


Le posizioni e le reazioni di tutti questi politici lasciano però perplessi. Certamente le perdite di vite umane durante i sanguinosi scontri sono da deplorare, ma loro che cosa avrebbero fatto se dei manifestanti violenti, appartenenti a gruppi estremisti, avessero occupato il centro della loro capitale, ucciso dei poliziotti, sequestrato decine di poliziotti, occupato dei locali pubblici e creato disordine per mesi? E non hanno anche loro una parte di responsabilità nell'accresciuto numero di vittime, essendo venuti a gettare benzina sul fuoco di Maidan?


In Francia, per esempio, il ministro dell'interno Manuel Valls si è scagliato contro una recente manifestazione di "Black Bloc" che ha provocato sei feriti tra le forze dell'ordine, il 22 febbraio 2014. Ecco cosa ha detto: "Questa violenza che viene da questa ultra-sinistra, da questi Black Bloc, che sono originari del nostro paese ma che vengono anche da paesi stranieri, è inammissibile e continuerà a trovare una risposta particolarmente determinata da parte dello Stato". Dopo aver reso omaggio "al prefetto della Loira Atlantica, alle forze dell'ordine, poliziotti e gendarmi, che con grande sangue freddo e professionalità hanno contenuto questa manifestazione", ha aggiunto: "Nessuno può accettare simili prepotenze"(87).


E gli Ucraini devono accettarle? E come avrebbe reagito la classe politica francese e occidentale se questi "Black Bloc" fossero stati finanziati, formati o sostenuti da organizzazioni politiche straniere, Russe, Cinesi o Iraniane, venute a Nantes per sostenerli?

Lascio a voi la risposta.



Conclusioni

In definitiva, occorre arrendersi all'evidenza che l'Euromaidan, come la "rivoluzione" arancione, è un movimento largamente sostenuto da agenzie occidentali. Una simile conclusione non deve far dimenticare la reale corruzione di tutta la classe politica ucraina.
Presentare, come fanno i  media occidentali mainstream, i "buoni" con Tymoshenko e i "cattivi" con  Yanukovich è una visione che non ha nulla a che vedere con la realtà. Il governo Yanukovich essendo stato democraticamente eletto, gli avvenimenti recenti devono essere considerati, senza equivoci, come un colpo di Stato.


Questo colpo di Stato ha consentito a dei militanti dell'estrema destra ucraina, ultra-nazionalisti fascisti e neonazisti, di entrare a far parte del nuovo governo. Questa presenza, apertamente accettata dai governi occidentali, è nefasta per l'avvenire e la stabilità del paese. La affrettata, immediata, controversa e incomprensibile abrogazione della legge sulle "basi della politica linguistica dello Stato" ne è un esempio patente (88).


Inoltre, questo avvicinamento "forzato" dell'Ucraina all'Unione Europea e il suo corollario, l'allontanamento di questi paese dalla Russia, non porta benefici al popolo ucraino. Secondo alcuni specialisti occidentali e non occidentali, la proposta russa era di gran lunga più interessante di quella congiunta di Unione Europea e Stati Uniti, che non hanno altra alternativa se non di offrire la "medicina FMI" a questo paese (89).


Contrariamente ai pietosi voti della Tymoshenko a piazza Maidan, sarebbe utopistico pensare che l'Ucraina possa entrare a far parte dell'Unione "in un prossimo avvenire" (90), tenuto conto dello stato disastroso in cui versano certi paesi europei come la Grecia, per esempio. La "Marianne con le trecce" non ha probabilmente ascoltato le parole del ministro francese degli affari europei, Thierry Repetin: "In tutti i negoziati di adesione dell'Ucraina ad una accordo di associazione, noi ci siamo fermamente battuti perché fossero ritirate tutte le allusioni ad una adesione alla UE. Non è il caso di cambiare adesso posizione", ha dichiarato in un articolo pubblicato il 3 febbraio scorso (91).


Se l'Ucraina non può pretendere una adesione all'Unione Europea e i difensori occidentali della sua "rivoluzione" non mettono mano alla tasca, tutto sembra indicare che questo paese non è altro che un "cavallo di Troia" per disturbare la Russia che sta prendendo troppo spazio e molta disinvoltura nelle questioni internazionali, come è stato il suo ruolo nel conflitto siriano. Un modo come un altro per aprire una nuova era di guerra fredda. I torbidi in Crimea e le minacce di esclusione della Russia dal G8 (92) ne sono solo le avvisaglie.


Gli Ucraini devono sapere che essi sono condannati a vivere in rapporti di buon vicinato con la Russia, con la quale hanno una frontiera comune e legami storici, commerciali, culturali e linguistici.


Una cosa è sicura però: il risveglio "post-rivoluzionario" sarà doloroso per gli Ucraini.




Riferimenti :

1. AFP, « Élection présidentielle - Ioulia Timochenko refuse de reconnaître sa défaite », Le Point, 9 febbraio 2010, http://www.lepoint.fr/actualites-monde/2010-02-09/election-presidentielle-ioulia-timochenko-refuse-de-reconnaitre/924/0/422135

2. AFP, « Ukraine : l'OSCE reconnaît la bonne tenue de l'élection », Le Monde, 8 febbraio 2010, http://www.lemonde.fr/europe/article/2010/02/08/ukraine-ianoukovitch-revendique-une-courte-victoire_1302464_3214.html

3. AFP, « Présidentielle en Ukraine : Timochenko retire son recours en justice », RTL, 20 febbraio 2010, http://www.rtl.be/info/monde/france/308688/presidentielle-en-ukraine-timochenko-retire-son-recours-en-justice

4. David Teutrie, « L'accord d'association de l'UE avec l'Ukraine est une stratégie perdant-perdant », Institut de la Démocratie et de la Coopération, 4 febbraio 2014, http://www.idc-europe.org/fr/-Accord-d-Association-avec-l-Ukraine-est-une-strategie-perdant-perdant-

5. Sergeï Glaziev, « L’Union économique eurasiatique n’aspire pas à devenir un Empire comme l’UE », Solidarité et Progrès, 18 gennaio 2014,
http://m.solidariteetprogres.org/actualites-001/article/sergei-glaziev-l-union-economique-eurasiatique-n.html

6. Gaël De Santis,  « Ukraine. L’UE ne promet pas la lune aux manifestants... juste la Grèce », l’Humanité, 24 febbraio 2014, http://www.humanite.fr/monde/ukraine-l-ue-ne-promet-pas-la-lune-aux-manifestant-559788

7. AFP, « Ukraine : Washington et Londres prêts à soutenir "un nouveau gouvernement" », Le Monde, 22 febbraio 2014, http://www.lemonde.fr/europe/article/2014/02/22/ukraine-londres-pret-a-soutenir-un-nouveau-gouvernement_4371763_3214.html

8. G. Sussman et S. Krader, « Template Revolutions : Marketing U.S. Regime Change in Eastern Europe », Westminster Papers in Communication and Culture, University of Westminster, London, vol. 5, n° 3, 2008, p. 91-112, http://www.westminster.ac.uk/__data/assets/pdf_file/0011/20009/WPCC-Vol5-No3-Gerald_Sussman_Sascha_Krader.pdf

9. Manon Loizeau, « États-Unis à la conquête de l’Est », 2005. Il documentario può essere visionato al seguente indirizzo : http://www.ahmedbensaada.com/index.php?option=com_content&view=article&id=120:arabesque-americaine-chapitre-1&catid=46:qprintemps-arabeq&Itemid=119

10. BBC, « Russia expels USAID development agency », 19 setembre 2012, http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-19644897

11. Ian Traynor, « US campaign behind the turmoil in Kiev », The Guardian, 26 novembre 2004, http://www.guardian.co.uk/world/2004/nov/26/ukraine.usa

12. VOA, « Senator McCain Tells Ukrainians of Nobel Nomination for Yushchenko », 4 febbraio 2005, http://www.insidevoa.com/content/a-13-34-mccain-intvu-4feb2005/177965.html

13. Archivi del Governo ucraino, « Orange Revolution Democracy Emerging in Ukraine », http://www.archives.gov.ua/Sections/Ukraineomni/ukrelection030905a.htm

14. Justin Raimondo, « The Orange Revolution, Peeled », Antiwar, 8 febbraio 2010, http://original.antiwar.com/justin/2010/02/07/the-orange-revolution-peeled/

15. Ahmed Bensaada, « Arabesque américaine : Le rôle des États-Unis dans les révoltes de la rue arabe », Éditions Michel Brûlé, Montréal (2011), Éditions Synergie, Alger (2012),

16. Maud Descamps, « Ukraine : le nouveau président par intérim est un pasteur », Europe 1, 23 febbraio 2014,
http://www.europe1.fr/International/Ukraine-le-nouveau-president-par-interim-est-un-pasteur-1809869/

17. DW, « McCain Feels the Love From European Conservatives », 4 settembre 2008, http://www.dw.de/mccain-feels-the-love-from-european-conservatives/a-3618489-1

18. Mikhail Mikhaylov, « Zair Smedlyaev: The Crimean Tatars should have self-autonomy », World and We, 10 luglio 2013, http://www.worldandwe.com/en/page/Zair_Smedlyaev_The_Crimean_Tatars_should_have_selfautonomy.html#ixzz2uUeETy00
19. Faustine Vincent, « Arseni Iatseniouk, leader phare de la contestation en Ukraine », 20 minutes, 28 gennaio 2014, http://www.20minutes.fr/monde/1283098-20140128-arseni-iatseniouk-leader-phare-contestation-ukraine

20. AFP, « Ukraine: Iatseniouk, désigné premier ministre, face à une tâche herculéenne », Le Devoir, 26 febbraio 2014, http://www.ledevoir.com/international/actualites-internationales/401165/des-echauffourees-eclatent-en-crimee-pendant-que-poutine-ordonne-des-manoeuvres

21. Centre Européen pour une Ukraine Moderne, « Élections ukrainiennes –Informations », 10 ottobre 2012, http://www.modernukraine.eu/wp-content/uploads/2012/10/Elections-Ukrainiennes-Newsletter-7-10-octobre-2012.pdf

22. German Foreign Policy, « Our Man in Kiev », 10 dicembre 2013, http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/58705/print

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25. Palash Ghosh, « Euromaidan: The Dark Shadows Of The Far-Right In Ukraine Protests », International Business Times, 19 febbraio 2014, http://www.ibtimes.com/euromaidan-dark-shadows-far-right-ukraine-protests-1556654

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35. Vedere riferimento 31

36. Ibid.

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50. Vedere riferimento 47

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http://www.lexpress.fr/actualite/monde/europe/les-comptes-fantastiques-de-m-lazarenko_491978.html

52. Vedere riferimento 16

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59. Ibid.

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61. Vedere riferimento 16

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88. RIA Novosti, « Ukraine: la Rada abroge la loi sur le statut du russe », 23 febbraio 2014, http://fr.ria.ru/world/20140223/200560426.html

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90. Le Journal du siècle, « Timochenko : "L’Ukraine va devenir un membre de l’Union européenne" », 23 febbraio 2014, http://lejournaldusiecle.com/2014/02/23/timochenko-lukraine-va-devenir-un-membre-de-lunion-europeenne/

91. Alain Franco, « Ukraine : l'Union européenne sans boussole », Le Point, 3 febbraio 2014, http://www.lepoint.fr/monde/ukraine-l-union-europeenne-sans-boussole-03-02-2014-1787567_24.php

92. Kevin Lamarque, « Une première étape vers une exclusion de la Russie du G8 », RFI, 3 marzo 2014, http://www.rfi.fr/europe/20140303-une-premiere-etape-vers-une-exclusion-russie-g8-obama-poutine-france-union-europeenne-allemagne-g7/