Analisi, luglio 2014 - Gli appelli di Washington alla moralità per ciò che concerne la catastrofe del volo MH17 in Ucraina, mentre appoggia nello stesso tempo l’immorale massacro di innocenti a Gaza, non fa che confermare l’analisi fatta 137 anni fa da Friedrich Engels (nella foto) : La morale è “sempre una morale di classe”. Essa ha “giustificato cioè la dominazione e gli interessi della classe regnante, o… ha rappresentato la rivolta contro questa dominazione e gli interessi futuri degli oppressi”







Irib, 25 luglio 2014 (trad. ossin)



Le menzogne e l’ipocrisia USA a Gaza

Bill Van Auken


“Circa 300 vite innocenti sono state rubate, uomini, donne, bambini, perfino dei neonati che non avevano niente a che vedere con la crisi in Ucraina. La loro morte rappresenta uno scandalo dalle proporzioni indicibili” - Dichiarazione del presidente Barack Obama sulla catastrofe aerea in Ucraina.


“La guerra è dura, e io l’ho detto pubblicamente e l’ho ripetuto. Noi difendiamo il diritto di Israele di fare quello che fa…”
– Risposta data dal Segretario di Stato John Kerry e una domanda sul massacro di diverse centinaia di civili a Gaza.


“Così come la società è evoluta fin qui nello scontro tra le classi, la morale è stata sempre una morale di classe…” 
Friedrich Engels, Anti-Durhring.



Nel corso della settimana passata, i governi e i media occidentali hanno bombardato l’opinione pubblica mondiale di ipocrisia e di menzogne a un punto tale che si rinvengono pochi precedenti nella storia. E’ quello che salta agli occhi quando si paragoni la reazione alla morte dei 298 passeggeri e membri dell’equipaggio nel disastro dell’aereo di linea malese in Ucraina alla risposta data all’uccisione di un numero due volte maggiore di persone nell’attacco continuato dell’esercito israeliano a Gaza. Nel primo caso, la Russia e le forze separatiste ucraine sono state incolpate di massacro senza che l’ombra di una prova venisse fornita. E’ questa la posizione assunta dal governo Obama – ripresa da una stampa in sintonia con la versione ufficiale – praticamente fin dal primo articolo pubblicato sul disastro aereo il 17 luglio.


Nella dichiarazione ufficiale fatta alla casa Bianca, Obama aveva descritto le morti dovute all’abbattimento come “strazianti”, le aveva definite una “perdita terribile” e uno “scandalo dalle proporzioni indicibili”. I media ne avevano seguito l’esempio fornendo i profili delle vittime e pubblicando articoli sulle manifestazioni di lutto ai quattro angoli del mondo.


Quali ne siano state le cause, la morte di 298 persone innocenti è una tragedia terribile. Ma quale contrasto con la reazione di stupefacente insensibilità di Washington e dei media, nei confronti del massacro di Gaza, finanziato dagli Stati Uniti, e il cui bilancio è sul punto di toccare il totale di 700 morti palestinesi. La stragrande maggioranza di essi è composta da civili indifesi la cui identità, per molti di loro, non è stata registrata e il dolore dei cui familiari è stato generalmente ignorato.


Intervistato nel corso della trasmissione di informazione “This Week”, sul canale ABC, il segretario di Stato statunitense Kerry ha respinto le accuse secondo cui le uccisioni di massa a Gaza sarebbero un massacro e un crimine di guerra, dichiarando sprezzantemente: “E’ una retorica che ho inteso più e più volte”. Ha aggiunto: “La guerra è brutta e necessariamente accadono cose terribili”.


Così lo stesso governo che si lagna a proposito dei morti del volo MH17, proferendo le più provocatrici accuse di responsabilità morale nei confronti della Russia, è pienamente complice dei morti di Gaza. Concede allo Stato sanguinario che ne è direttamente responsabile – Israele – non solo il suo avallo politico, ma ancora carta bianca per continuare i massacri.


Nel momento in cui questi avvenimenti terribili si producono, né Washington né i media occidentali interrompono per un solo momento le loro campagne di propaganda per mettere una quadra alle grottesche contraddizioni che racchiudono le differenti reazioni a questi due drammi umani.


Nel codice giuridico esiste la regola delle “mani sporche”, secondo cui chiunque ricorra alla Giustizia deve essere totalmente innocente nelle questioni sulle quali verte il ricorso. Se mai una tale dottrina dovesse applicarsi anche alla politica mondiale, essa è applicabile al governo statunitense.


Di tutti i governi del mondo, Washington è quello che meno ha il diritto di fare sermoni in fatto di morale. Non solo è direttamente complice del bombardamento e della distruzione continua delle case, degli ospedali, delle moschee e degli esseri umani a Gaza, ma ha anche direttamente realizzato negli ultimi anni in Medio Oriente delle operazioni militari che sono costate la vita a un numero di persone che va da 500.000 a 1 milione, per la grande maggioranza civili innocenti.


Tenuto conto dei precedenti sia degli Stati Uniti che dell’Ucraina, il principale partner di Washington nelle accuse rivolte a Mosca per la catastrofe dell’aereo malese, vi sono buone ragioni per ritorcere i sospetti contro di loro.


Prima di tutto, questi due governi sono capaci di abbattere aerei di linea civili. L’incidente precedente più recente ha avuto luogo nell’ottobre 2001, quando l’esercito ucraino ha lanciato un missile su un aereo della compagnia Siberia Airlines in viaggio verso Israele, uccidendo 78 passeggeri.


Da parte loro, gli Stati Uniti sono responsabili della perdita del più gran numero di vite in incidenti di questo genere. Nel 1988 il Vincennes, una nave da guerra statunitense, dopo essere penetrato nelle acque territoriali iraniane, ha abbattuto un airbus della compagnia iraniana, uccidendo tutti i 209 passeggeri a bordo. Non solo Washington non ha mai presentato scuse per questa atrocità, ma il capitano della nave che ha lanciato il missile è stato decorato con una medaglia.


Da notare che questi raccapriccianti precedenti non sono stati affatto menzionati nella copertura mediatica della catastrofe della Malaysian Airlines. Gli Stati Uniti e il regime di Kiev hanno incolpato Mosca e demonizzato il presidente russo Vladimir Putin, attribuendogli l’intera responsabilità del disastro dell’aereo malese a causa del fatto che la Russia avrebbe armato gli insorti anti-Kiev nell’Ucraina orientale, addestrati all’uso delle armi di difesa anti-aerea che sarebbero state utilizzate per abbattere l’aereo.


A oggi, queste accuse sono esclusivamente fondate su registrazioni e video postati su Youtube dai servizi di informazione ucraini, le cui precedenti accuse visceralmente anti-russe si sono dimostrate essere delle menzogne.

Ma soprattutto la sostanza politica delle accuse contro Putin – che egli sia responsabile della catastrofe per non essere stato capace di soffocare la sollevazione dell’Ucraina orientale – si adatta molto di più alle azioni di Washington. Dopo tutto, il governo Obama ha appoggiato politicamente, finanziato e armato gli insorti islamisti in Siria, attizzando una guerra civile che ha provocato un dramma umano ben più esteso. Questa guerra ha provocato la morte di più di 100.000 Siriani e ha lasciato tutto un paese in rovina. Washington ha fatto una identica guerra per ottenere un cambiamento di regime in Libia, con l’appoggio dei bombardamenti NATO, che ha ucciso 50.000 Libici e prodotto conseguenze altrettanto disastrose.


Identici criteri di moralità non vengono utilizzati nei confronti degli Stati Uniti, che forniscono ogni anno miliardi di dollari in aiuti militari a Israele, quando si tratta dei massacri di Palestinesi perpetrati da Israele.


Nela stessa Ucraina, gli Stati Uniti e la Germania sono i principali responsabili dell’attuale crisi, avendo orchestrato e sostenuto un colpo di Stato a Kiev da parte di fascisti che ha rovesciato, lo scorso febbraio, il governo eletto e messo in movimento l’insieme del sanguinoso processo.


Washington, allora come oggi, ha perseguito una politica provocatrice diretta a eliminare la Russia, in quanto ostacolo alla sua ricerca di egemonia euroasiatica e mondiale. Qualsiasi cosa risulterà a proposito dell'aereo malese, è assolutamente chiaro che l’obiettivo principale degli Stati Uniti, della Germania e dei loro alleati è di sfruttare questo dramma con l’obiettivo di fare avanzare i loro programmi militaristici e imperialisti nell’Europa dell’Est e altrove.


Se la Russia evidenzia dei fatti contraddittori e delle domande concernenti le accuse non fondate relative alla catastrofe aerea, questi vengono definiti “propaganda” e “teoria del complotto” e i media russi sono presi in giro perché riprendono le menzogne del governo. A paragone della macchina di propaganda dei media al servizio delle grandi imprese occidentali, che ripetono e amplificano senza battere ciglio le affermazioni più scandalose e le accuse del tutto infondate messe in circolo da Washington e dai suoi alleati, il Cremlino fa però la figura del dilettante.


La storia recente ha dimostrato in più occasioni che niente di quanto viene detto da Washington e dai suoi governanti deve essere preso per oro colato. Nessun altro governo al mondo è associato a tante menzogne flagranti come quello degli Stati Uniti. La sua credibilità è al livello più basso negli stessi Stati Uniti, dove l’amara esperienza fatta con una guerra catastrofica lanciata sulla base di menzogne a proposito di “armi di distruzioni di massa” resta incisa nella coscienza delle popolazione lavoratrice statunitense.


Le grida di indignazione di Washington per le perdite di vite o per le violazioni accampate dei diritti dell’uomo e della democrazia in questo o quel paese sono sempre impregnate di ipocrisia. I suoi appelli bidone alla moralità per ciò che concerne la catastrofe del volo MH17 in Ucraina, mentre appoggia nello stesso tempo l’immorale massacro di innocenti a Gaza, non fa che confermare che l’analisi fatta 137 anni fa da Friedrich Engels resta sempre valida.


La morale è “sempre una morale di classe”, scriveva Engels. Essa ha “giustificato cioè la dominazione e gli interessi della classe regnante, o… ha rappresentato la rivolta contro questa dominazione e gli interessi futuri degli oppressi”.

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