Senegal, 15 gennaio 2009 - "Commozione" e "preoccupazione" espressi dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, per la condanna ad otto anni di prigione, a Dakar, di nove militanti omosessuali


(nella foto, Nicolas Sarkozy)




15 gennaio 2009 AFP

Carcere per nove omosessuali in Senegal: Sarkozy commosso e preoccupato

Mercoledì il portavoce del governo francese, Luc Chatel ha reso noto che il presidente Nicolas Sarkozy ha espresso in Consiglio dei Ministri la sua “commozione” e la sua “preoccupazione”, dopo la condanna a Dakar di nove omosessuali senegalesi a otto anni di prigione.
In particolare, il presidente si è augurato che il Consiglio dei Ministri esprima la sua commozione e preoccupazione per la situazione dei nove militanti imprigionati.
Il Ministro della Sanità, Roselyne Bachelot ha espresso la sua “indignazione” per il fatto che queste nove persone siano state imprigionate “a causa della loro omosessualità”. In un comunicato, il ministro rende noto di avere chiesto, durante il Consiglio dei Ministri, al suo collega degli Esteri, Bernard Kouchner, “di intervenire sulle Autorità senegalesi perché queste persone siano rimesse in libertà”.
In una lettera inviata al ministro Bachelot, l’associazione per la lotta contro l’Aids, Aides, ha chiesto al governo francese di protestare presso le Autorità di Dakar per la condanna dei nove militanti omosessuali, tra i quali il presidente della sua sezione senegalese.
Queste nove persone sono state condannate per “comportamenti indecenti, atti contro natura ed associazione per delinquere”, ha precisato Aides.
Secondo gli osservatori, l’omofobia si diffonde in Senegal, paese mussulmano al 95 %, dove l’omosessualità è ufficialmente vietata e passibile, secondo il Codice penale, di una pena da uno a cinque anni di prigione.
Il ministro degli Affari Esteri ha “deplorato” le condanne e si è augurato che i condannati “possano essere rapidamente liberati”.
Il portavoce del Quai d’Orsay, Eric Chevallier, ha ricordato che sono 66 i paesi che sostengono alle Nazioni Unite una dichiarazione che chiede la depenalizzazione universale della omosessualità, presentata a nome della Francia dal segretario di Stato ai diritti umani, Rama Yade.
Eric Chevallier ha dichiarato: “Mentre si celebra il 60° anniversario della dichiarazione dei diritti dell’uomo, che afferma che ognuno può esercitare i diritti che vi sono indicati senza alcuna discriminazione, soprattutto di sesso, ricordiamo la necessità per tutti gli Stati di garantire il rispetto dei diritti dell’uomo a tutti gli individui, qualsiasi sia il loro orientamento sessuale”.

 

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