Medelu.org, 11 marzo 2013


Il ricordo di Lula

L’America Latina dopo Chavez
Luiz Inacio Lula da Silva (*)


La storia confermerà, meritatamente, il ruolo giocato da Hugo Chavez nel processo di integrazione dell’America latina e l’importanza dei suoi 14 anni di presidenza per i poveri del Venezuela, dove è morto martedì (5 marzo) dopo una lunga lotta contro il cancro.


Tuttavia, già prima di consentire alla storia di dettarci la propria interpretazione del passato, abbiamo bisogno di capire chiaramente quale è stato il significato dell’opera del signor Chavez, sia nel contesto politico nazionale che in quello internazionale. Sarà solo dopo quest’opera di comprensione che i leader e i popoli dell’America del Sud – si può peraltro affermare che questa sia oggi la regione più dinamica del mondo – potranno definire con chiarezza i compiti che ci attendono. Nella prospettiva di consolidare i passi avanti verso l’unità realizzati in questi ultimi dieci anni. Questi compiti hanno acquisito una nuova importanza adesso che siamo stati privati dell’energia illimitata del signor Chavez, con la sua profonda fiducia nelle potenzialità di integrazione delle nazioni dell’America Latina, e col suo impegno in favore delle trasformazioni sociali necessarie alla riduzione della miseria del suo popolo.


Le campagne sociali del signor Chavez, soprattutto nel campo della sanità pubblica, della casa e della educazione, sono riuscite a migliorare il livello di vita di decine di milioni di Venezuelani.


Nessuno è obbligato ad essere d’accordo con tutto quello che ha detto e fatto il signor Chavez. Non c’è alcun dubbio che si trattava di un personaggio controverso che raramente lasciava indifferenti. Egli non rifiutava mai la discussione. Per lui nessun argomento era tabù.

Devo confessare che ho spesso avuto la sensazione che sarebbe stato più prudente per lui non dire tutto quello che ha detto. Ma era questo il suo carattere e non si dovrà per questo considerare da meno le sue qualità.


Chiunque potrà essere anche in disaccordo con l’ideologia del signor Chavez e con uno stile politico che i suoi denigratori definivano autocratico. Egli non ha mai fatto scelte politiche facili e non ha mai esitato nelle sue decisioni.


Nondimeno ogni persona minimamente onesta – anche tra i suoi più virulenti oppositori – è obbligata a riconoscere l’alto livello di fratellanza, di fiducia, perfino d’amore che il signor Chavez provava per i poveri del Venezuela e per la causa dell’integrazione latino americana. Dei tanti personaggi influenti e leader politici che ho incontrato nella mia vita, pochi hanno tanto creduto nell’unità del nostro continente e delle sue diverse popolazioni – Indiani indigeni, discendenti di Europei e Africani, immigrati recenti – come vi ha creduto lui.


Il signor Chavez ha giocato un ruolo di primo piano nel varo del trattato del 2008 che ha fondato l’ Unione delle nazioni sud-americane (Unasur), una organizzazione intergovernativa composta da 12 paesi che potrebbe, un giorno, portarci verso una integrazione sul modello dell’Unione Europea. Nel 2010, la Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (Celac) è passata dalla teoria alla pratica, offrendo un forum politico continentale parallelo all’Organizzazione degli Stati americani (OEA). Essa non include gli Stati Uniti e il Canada, a differenza dell’OEA. La Banca del Sud, nuovo organismo di credito, indipendente dalla Banca mondiale e dalla Banca inter-americana di sviluppo, non avrebbe visto il giorno senza l’iniziativa del signor Chavez. Infine, egli ha mostrato anche un vivo interesse per il rafforzamento delle relazioni tra l’America Latina, l’Africa e il mondo arabo.


Quando un personaggio pubblico scompare senza lasciare idee, la sua eredità e lo spirito che lo ha animato spariscono con lui. Non è questo il caso del signor Chavez, figura forte, dinamica e indimenticabile, le cui idee saranno per decenni oggetto di discussioni nelle università, nei sindacati, nei partiti politici e dovunque ci siano persone interessate alla giustizia sociale, alla guerra contro la povertà e ad una distribuzione più equa del potere tra i popoli del mondo. Forse le sue idee serviranno di ispirazione ai giovani del futuro, come la vita di Simon Bolivar, il grande Libertador dell’America Latina, ha ispirato lo stesso signor Chavez.


L’eredità delle sue idee richiederà ancora lavoro perché esse possano realizzarsi nel confuso mondo della politica, dove le idee si dibattono e si contestano. Senza di lui, il mondo avrà bisogno che altri leader dimostrino lo stesso impegno e la stessa volontà che i suoi sogni non restino solo sulla carta.


Per mantenere viva questa eredità, i partigiani del signor Chavez hanno ancora tanto lavoro da fare per costruire e rafforzare le istituzioni democratiche. Dovranno impegnarsi a rendere il sistema politico più includente e più trasparente; a rendere la partecipazione alla vita politica più accessibile; a rafforzare il dialogo coi partiti di opposizione; e a consolidare i sindacati e la società civile. Tutto ciò sarà indispensabile per l’unità del Venezuela e la sopravvivenza dei successi faticosamente ottenuti dal signor Chavez.


E’ indubbiamente ciò che si augurano tutti i Venezuelani – che siano sostenitori o oppositori del signor Chavez, che siano militari o civili, cattolici o evangelici, ricchi o poveri – che si realizzino le potenzialità di un paese così ricco di promesse come il loro. Solo la pace e la democrazia potranno fare sì che queste aspirazioni diventino realtà.


Le istituzioni multilaterali che il signor Chavez ha contribuito a creare saranno importanti perché si possa pervenire alla consacrazione dell’unità sud-americana. Egli non sarà più presente ai summit sud-americani, ma i suoi ideali, oltre al governo del Venezuela, continueranno a esservi rappresentati. La fraternità democratica tra i leader dell’America Latina e dei Caraibi è la migliore garanzia di quell’unità politica, economica, sociale e culturale che i nostri popoli vogliono, e di cui hanno bisogno.


In questo cammino verso l’unità, noi abbiamo raggiunto un punto di non ritorno. Ma per quanto determinati siamo, dovremo esserlo ancora di più quando ci troveremo a negoziare la partecipazione delle nostre nazioni nei forum internazionali, come le Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Queste istituzioni, nate sulle ceneri della Seconda Guerra Mondiale, hanno risposto in modo insufficiente alle realtà del mondo multipolare di oggi.


Carismatico e singolare, capace di forgiare amicizie, di comunicare con le masse come pochi altri leader prima di lui, il signor Chavez ci mancherà. Io manterrò sempre nel cuore l’amicizia e lo spirito di collaborazione che, per tutti gli otto anni in cui abbiamo lavorato insieme come presidenti, hanno prodotto tanti effetti positivi per il Brasile e il Venezuela, e per i nostri popoli.


(*) Presidente del Brasile dal 2003 al 2010, è attualmente presidente onorario dell’Istituto Lula, per le relazioni tra il Brasile e l’Africa   

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