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The saker, 30 gennaio 2019 (trad. ossin)

L’aggressione al Venezuela sintomo di follia dell’amministrazione Trump
The saker
 
I Neoconservatori non cessano mai di stupirmi e la loro ultima bravata sul Venezuela rientra in quella sconcertante categoria di eventi che sono assolutamente impensabili, ma anche assolutamente prevedibili. Questa apparente contraddizione logica è il frutto di una visione del mondo e di una mentalità che sono, credo, tipiche dei Neoconservatori: un combinato di orgoglio imperiale e arroganza infinita, una totale mancanza di decenza, disprezzo assoluto per il resto dell’umanità, grossolana ignoranza, incapacità sociopatico/narcisista ad avere qualsiasi tipo di empatia o di immaginare la reazione degli altri e infine, ultimo ma non minore, una crassa stupidità. Si possono dire tante di quelle cose sull’ultima aggressione degli Stati Uniti al Venezuela che potrebbero essere (e saranno) scritti libri in proposito, ma io vorrei cominciare con l’esaminarne alcuni aspetti specifici ma comunque molto sintomatici:
 
 
 
“Stupidità sfacciata” o deliberata umiliazione pubblica stile caserma?
 
Ricordate la reazione d’orrore quasi universale quando Bolton venne nominato Consigliere per la Sicurezza Nazionale? Ebbene, pare che i Neoconservatori non se siano nemmeno accorti, cosa di cui dubito, oppure hanno fatto quel che sempre fanno e hanno deciso di raddoppiare recuperando Elliott Abrams dalla soffitta e nominandolo Inviato Speciale degli Stati Uniti in Venezuela. Voglio dire: sì, certo, i Neoconservatori sono abbastanza stupidi e sociopatici da non preoccuparsi mai degli altri, ma in questo caso penso che abbiamo a che fare con una “tattica Skripal’”: fare qualcosa di tanto ridicolmente stupido e offensivo da costringere tutti i vassalli ad una scelta netta: sottomettetevi e fate finta di non esservene accorti o abbiate il coraggio di dire qualcosa e di affrontare l’ira di Zio Shmuel (la versione Neoconservatrice di Zio Sam). E questo ha funzionato, in nome della “solidarietà” o di altro, i più fedeli lacchè dell’Impero si sono allineati immediatamente dietro l’ultima aggressione degli Stati Uniti contro una nazione sovrana, nonostante il fatto evidente che questa aggressione violi i principi più sacri del diritto internazionale. E’ esattamente la stessa tattica di quando ti fanno pulire i gabinetti con uno spazzolino da denti o fare flessioni nel fango durante l’addestramento militare: non solo per condizionarti alla totale obbedienza, ma per farti rinunciare pubblicamente a qualsiasi parvenza di dignità.
 
Non è solo, però, che la storia si ripete in forma di farsa. È difficile rendere l'idea di quanto sia totalmente offensivo un personaggio come Elliott Abrams per ogni latinoamericano che si ricordi della sanguinosa débâcle statunitense in Nicaragua. I vassalli degli Stati Uniti ora devono rinunciare a qualsiasi tipo di finta dignità di fronte al proprio popolo, e comportarsi come se Abrams fosse un essere umano rispettabile e sano di mente.
 
Credo che questo tipo di “condizionamento all’obbedienza attraverso l’umiliazione” non sia solo un caso di idiozia neoconservatrice, ma piuttosto una tattica deliberata che, naturalmente, si ritorcerà contro loro stessi e i loro burattini nel mondo, proprio come l’opposizione liberale e filo-USA russa è stata distrutta dal fatto di essere stata associata dall’opinione pubblica russa alle politiche statunitensi contro la Russia, in particolare in Ucraina.
 
Infine si dimostra anche che i Neoconservatori coi capelli bianchi sono spaventati e paranoici, dal momento che ci sono ancora molti neocon giovani e rampanti negli Stati Uniti, che avrebbero potuto essere scelti per fare il lavoro. E però hanno sentito il bisogno di togliere Abrams dall’armadio e metterlo in una posizione chiave, nonostante il forte odore di naftalina che emana. Questo mi ricorda i gerontocrati del Politburo sovietico nei peggiori anni della stagnazione. Quando dovettero nominare Černenko a capo di tutto.
 
L’unica cosa che l’amministrazione di Mr. MAGA ha in comune con il Politburo di Brežnev è la sua totale incapacità di fare qualcosa. Mia moglie si riferisce alla gente della Casa Bianca (da quando Bush salì al potere) come la “banda che non sa sparare dritto”, e ha ragione (ce l’ha sempre!): non riescono proprio a fare più niente – tutti i loro loschi e sconclusionati pseudo-successi sono inevitabilmente seguiti da imbarazzanti fallimenti.
 
Come ho scritto nel mio articolo “La buona notizia sulla presidenza Trump: la stupidità può essere una cosa buona!”, queste persone accelereranno soltanto il collasso dell’Impero Anglo-Sionista, che è una cosa molto buona. La cosa brutta è, naturalmente, che i Neoconservatori contrastano ogni possibilità di un graduale collasso ma creano piuttosto le condizioni per un collasso improvviso e catastrofico.
 
Ora abbiamo visto tutti l’ultima novità di Bolton, degna del personaggio che conosciamo: presentarsi con un blocco giallo con “5.000 soldati in Colombia” scritto sopra. Allora, può darsi che Bolton sia invecchiato o che non se ne freghi niente, ma ne dubito. Penso che questo sia solo un altro modo molto sottile di minacciare il Venezuela di un’invasione guidata dagli Stati Uniti. Davvero, perché no?
 
Se l’Impero pensa di avere l’autorità e il potere di decidere chi deve essere il Presidente del Venezuela, deve logicamente sostenere questa posizione con una minaccia, specialmente perché non esiste più alcuna autorità statunitense, morale o di altro genere.
 
La domanda ovvia qui è come questa minaccia sarà presa dal Venezuela, e ciò dipende in gran parte dalla credibilità di tale minaccia. Ora, “5.000 soldati” potrebbe significare qualsiasi cosa, da una brigata di fanteria al tipico mix statunitense di quante più forze “speciali” possibili (per rendere ogni branca delle forze armate felice e dare a tutti un pezzo della prevista (ma mai raggiunta) “torta della vittoria”: molte carriere negli Stati Uniti dipendono da quel genere di cose). A questo punto, preferisco non speculare e ottenere informazioni tecniche su come una tale forza possa essere strutturata. Supponiamo che sia una forza globale credibile e ben confezionata e cerchiamo di immaginare come potrebbero reagire i Venezuelani.
 
Lo stato dell’esercito venezuelano
 
Sono particolarmente fortunato perché ho un amico latinoamericano fidato, che ora è un tenente colonnello in pensione e che ha trascorso molti mesi in Venezuela lavorando con l’esercito venezuelano in un ruolo che non posso rivelare, ma che gli ha consentito un accesso quasi totale a tutte le unità e strutture militari del paese e che, solo un paio di anni fa, ha condiviso con me la sua impressione sull’esercito venezuelano. Ecco cosa mi ha detto:
 
Un militare, qualsiasi militare, è sempre il prodotto della società che lo circonda e questo vale anche per il Venezuela. Sarebbe sciocco ammettere che l’economia venezuelana è un disastro totale aspettandosi al contempo che le forze armate venezuelane siano un brillante esempio di professionalità, onestà e patriottismo. La triste realtà è molto diversa.
 
Da un lato, gran parte dell’esercito venezuelano è irrimediabilmente corrotto, come lo è il resto della società. In un paese la cui economia è allo sfascio, questo non deve sorprendere. Inoltre, per anni, sia Chávez che Maduro hanno combattuto una dura battaglia per rimuovere tutti i potenziali traditori e nemici di classe (nel senso marxista del termine) dall’esercito e sostituirli con elementi “socialmente vicini” (un concetto bolscevico) provenienti dalle fasce più povere della società. A dire il vero, questa è stata una strategia parzialmente riuscita, come dimostrato dal fatto che, in occasione dell’ultimo tentativo di colpo di Stato, l’esercito venezuelano ha appoggiato in modo schiacciante la Costituzione venezuelana e la legittimità di Maduro. Eppure questo tipo di lealtà spesso va a scapito della professionalità e dell’onestà, come dimostrato dal caso dell’attaché militare venezuelano negli Stati Uniti, che chiaramente era un agente statunitense. Temo che l’attuale situazione in Venezuela possa essere simile a quella della Siria nelle primissime fasi della guerra Anglo-Sionista contro questo paese, quando decine di alti funzionari del governo siriano si dimostrarono traditori e/o agenti statunitensi. In Siria il governo alla fine ha ripreso il controllo della situazione, ma solo con un grande aiuto da parte dell’Iran e della Russia, e dopo essere stato quasi rovesciato dalle forze Takfir guidate dagli USA.
 
La buona notizia qui, secondo il mio amico, è che le forze speciali venezuelane (le forze speciali dell’esercito, le truppe di fanteria addestrate al combattimento nella giungla, le unità anti-insurrezione “Caribe”, le unità aviotrasportate, ecc.) sono molto meglio e potrebbero formare il nucleo di una forza di resistenza all’invasione, non diversamente da ciò che fece la Guardia Repubblicana in Iraq. Ma la più grande differenza con l’Iraq è che in Venezuela la maggioranza della popolazione sta ancora appoggiando Maduro e che qualsiasi forza di invasione deve aspettarsi di incontrare una resistenza del tipo di quella che gli USA hanno incontrato in Iraq dopo l’invasione. C’era stata inoltre una fragile tregua tra Hugo Chávez e varie guerriglie di sinistra, che avevano accettato di interrompere le loro operazioni militari ma che si sono anche tenute tutte le armi “per ogni evenienza”. Questa “evenienza” si è adesso manifestata e possiamo aspettarci che una invasione USA inneschi l’immediata riapparizione di una guerriglia di sinistra che, combinata al sostegno popolare e al ruolo chiave di un nucleo di forze speciali venezuelane patriottiche, potrebbe formare un combinazione molto pericolosa, soprattutto a medio-lungo termine.
 
Tenete presente che gli ufficiali corrotti non amano combattere e che, anche se potrebbero dare una mano ad una forza di invasione degli Stati Uniti, lo faranno solo finché le cose sembreranno andare nel modo più semplice, ma non appena le cose andranno male (che è ciò che sempre accade alle forze di invasione degli Stati Uniti) scapperanno il più velocemente possibile. Quindi, mentre la corruzione endemica ora costituisce un problema per il governo di Maduro, diventerà un problema per gli Stati Uniti non appena il governo legittimo sarà rovesciato.
 
I paragoni sono necessariamente ingannevoli e rozzi, ma tenete a mente questo: quando considerate le possibili conseguenze di un’invasione statunitense, non pensate alla “Siria”, ma piuttosto pensate “all’Iraq”.
 
Lo stato del popolo venezuelano
 
Questo è davvero cruciale. Le riforme di Hugo Chávez hanno irritato molti venezuelani, specialmente quelli che avevano fatto fortuna servendo gli interessi degli Stati Uniti e che sono diventati la tipica versione latinoamericana di una classe compradora. Anche gran parte della classe media è stata colpita ed è furiosa. Tuttavia, queste stesse riforme hanno anche consentito a un gran numero di venezuelani poveri e indigenti di vivere e sentire che, per la prima volta, il governo difendeva i loro interessi. E queste personei si ricordano bene com’era la vita in condizioni di estrema povertà sotto un regime sostenuto dagli Stati Uniti. Essi probabilmente non si fanno illusioni su ciò che il rovesciamento di questo governo significherebbe per loro e, probabilmente, combatteranno duramente, non necessariamente con competenza, per mantenere quei piccoli diritti e quei mezzi di sostentamento che hanno acquisito durante gli anni di Chávez. Ci sono anche quelli che a volte vengono definiti “Chávisti senza Chávez”, che alcuni descrivono come potenziali traditori, mentre altri li vedono come la parte più pragmatica, meno ideologica, dei sostenitori di Chávez. Sono quelli che condannano gli errori di Chávez ma non vogliono che il loro paese si trasformi in una colonia statunitense in stile colombiano. Qualunque cosa possa essere, le politiche popolari di Hugo Chávez hanno lasciato un segno molto profondo nel paese e ci si può aspettare che molti venezuelani si armino e resistano a qualsiasi invasione USA/colombiana.
 
Qui penso che tutti possiamo esprimere la nostra sentita gratitudine a Mr. MAGA, la cui nomina di Elliott “Iran-Contras” Abrams (a destra nella foto) ha fatto più di qualsiasi propaganda sponsorizzata dal governo per spiegare chiaramente e senza mezzi termini al popolo venezuelano chi sta facendo cosa per loro e perché.
 
Scherzi a parte, Ron Paul o Tulsi Gabbard che parlano di democrazia sono una cosa, ma avere gangster e criminali psicopatici come Pompeo, Bolton o Abrams in carica manda davvero un messaggio, e quel messaggio è che abbiamo a che fare con un vero e proprio caso di banditismo scatenato da due propositi molto chiari:
 
Primo, riprendere il controllo delle immense risorse naturali del Venezuela.
Secondo, dimostrare al mondo che Zio Shmuel può ancora, “prendere un piccolo e schifoso paese e sbatterlo contro il muro solo per dimostrare al mondo che è lui a comandare”.
 
Il problema evidente è che nessuno prende seriamente gli Stati Uniti perché gli Stati Uniti non sono in grado di sconfiggere alcun paese che opponga una qualche resistenza, e ciò da molti decenni. Le diverse forze speciali statunitensi, che sono sempre la punta di diamante di ogni invasione, vantano un bilancio particolarmente spaventoso di catastrofici fallimenti ogni volta che smettono di posare per le telecamere e devono impegnarsi in un vero combattimento. Vi assicuro che nell’esercito venezuelano a nessuno importa niente di film come “Rambo” o “Delta Force”, mentre studiano attentamente i disastri statunitensi in Somalia, Grenada, Iran e altrove. Potete anche scommettere che i cubani, che hanno avuto molti anni di esperienza nell’affrontare le (molto competenti) forze speciali sudafricane in Angola e altrove, condivideranno la loro esperienza con i loro colleghi venezuelani.
 
Ultimo ma non secondario, ci sono molte armi in circolazione in Venezuela e le varie milizie popolari e la Guardia Nazionale sarebbero più che felici di distribuirne ulteriormente alla popolazione locale se qualsiasi invasione sembrerà avere successo.
 
Lo stato dell’Impero e il suo fantoccio-presidente Macrobama
 
Ebbene, la “follia di ripetere la stessa cosa più e più volte aspettandosi risultati diversi” è la migliore descrizione possibile delle azioni statunitensi. Basta guardare questa sequenza:
 
I leader anglo-sionisti dell’Impero designano un ibrido tra Obama e Macron di nome Juan Guaidó come “legittimo presidente ad interim”
I lacchè degli Stati Uniti in Europa e America Latina si allineano immediatamente con lo Zio Shmuel
Gli Stati Uniti promettono guerra (alias “gravi conseguenze”) se Guaidó verrà arrestato
L’Impero Anglo-Sionista rapina miliardi di dollari al Venezuela
L’Impero concede parte di quel denaro all’“opposizione moderata" per finanziare un’insurrezione
L’opposizione” venezuelana in stile Contras chiede armi statunitensi
I media Sionisti lanciano operazioni psicologiche strategiche a proposito degli aeroplani russi che portano l’oro venezuelano fuori dal paese
L’Impero sabota la più grande compagnia petrolifera venezuelana
L’impero emana un ultimatum evidentemente inaccettabile al Venezuela, che viene ovviamente respinto
Nessun politico occidentale in carica osa dire una sola parola su questa massiccia violazione dell’intero spettro di tutti i più sacri principi del diritto internazionale. Ma poi, il diritto internazionale è morto dai tempi della guerra USA/NATO contro il popolo serbo, quindi questa non è una “notizia”…
 
Tutto ciò non sembra noiosamente familiare?
 
Questo bizzarro miscuglio di Neoconservatori, gerontocrati e membri dello stato profondo crede davvero, sinceramente, che questa volta otterrà la “vittoria” (comunque la definiate)?!
 
Cosa più rilevante: questa ricetta ha mai funzionato in passato? Direi che se accettiamo, per amor di discussione, che l’obiettivo è quello di “ripristinare la democrazia”, allora ovviamente “no”. 
Ma se l’obiettivo è distruggere un paese, allora ha funzionato un bel po’ di volte.
 
Poi, alcune speranze mal riposte
 
Ricevo molte e-mail che suggeriscono che la Russia potrebbe fare in Venezuela ciò che ha fatto in Siria. Permettetemi subito di dirvi che questo non accadrà. Sì, ci sono molti russi in Venezuela, ma i “russi non stanno arrivando”. Per prima cosa, non smetterò mai di ripetere che l’intervento russo in Siria è stato molto modesto e che, anche se questa piccola forza si è dimostrata formidabile, agiva principalmente come moltiplicatore per le forze iraniane, di Hezbollah e del governo siriano. Eppure, anche il dispiegamento di questa piccolissima forza ha reso necessario un enorme sforzo logistico dalla Russia, il cui esercito (essendo puramente difensivo) non è strutturato per la proiezione di potenza a lunga distanza. La Siria è a circa 1000 Km dalla Russia. Il Venezuela è circa 10 volte (!) più lontano. Sì, lo so, alcuni Tu-160 hanno sorvolato il paese due volte e ci sono consulenti russi e i venezuelani hanno alcuni buoni sistemi d’arma russi. Ma lo ripeto, questo è un gioco di numeri. Un numero limitato di aerei da combattimento di fabbricazione russa (ad ala fissa e rotante), missili per la difesa aerea o persino un gran numero di MANPAD o fucili d’assalto avanzati non faranno la differenza contro una determinata invasione USA-colombiana. Infine, non esiste alcun equivalente venezuelano dell’Iran o di Hezbollah (un alleato e amico esterno) che sarebbe capace e disposto a schierare forze di combattimento reali per una guerra reale e prolungata contro l’invasore.
 
Poi c’è la realtà del territorio. Sì, è difficile accedere a gran parte del Venezuela, ma non per le forze con esperienza nella giungla come l’esercito USA e quello colombiano. Inoltre, non è assolutamente necessario invadere l’intero paese per rovesciare il governo legittimo. Per ottenere questo risultato, basta controllare alcune strutture chiave in alcuni punti chiave e il gioco è fatto. Per esempio, non vedo l’USAF o la USN sprecare tempo in combattimenti aria-aria contro i (pochi) Sukhoi venezuelani: li distruggeranno semplicemente nei loro hangar insieme alle loro piste e ai radar e ai posti di comando per la gestione del combattimento aereo. Quindi il terreno non impedirà all’Impero di sopprimere le difese aeree venezuelane e, non appena ciò sarà fatto, ci si può aspettare il solito mix di attacchi con bombe e missili che creerà caos, distruggerà le capacità di controllo e la catena di comando e, fondamentalmente, disorganizzerà gran parte delle forze armate. Infine, le forze statunitensi in Colombia e le navi della USN al largo della costa venezuelana godranno di un porto sicuro dal quale lanciare quanti attacchi vogliono.
 
Inoltre, le speranze che Russia e Cina possano in qualche modo rianimare l’economia venezuelana sono anch’esse infondate. Primo, nessuno dei due paesi è interessato a versare denaro in un pozzo senza fondo. Una cosa è firmare contratti che probabilmente produrranno un ritorno di investimenti, e un altro ancora scaricare denaro in un pozzo senza fondo (come gli Stati Uniti e l’Europa hanno scoperto in Ucraina). Secondo, l’economia venezuelana è così profondamente invischiata nel sistema finanziario internazionale gestito dagli Stati Uniti e dal Regno Unito che né la Cina né la Russia possono fare qualcosa al riguardo. Ciò non vuol dire che le sanzioni, la sovversione e il sabotaggio degli Stati Uniti non abbiano avuto un ruolo importante nel crollo dell’economia venezuelana, certo, ma è altrettanto vero (almeno per gli specialisti russi) che molte delle riforme Cháviste hanno fallito, molte di esse hanno fatto troppo poco troppo tardi, e ci vogliono anni per rimettere in sesto l’economia venezuelana.
 
Infine, qui stiamo confrontando le mele con le arance: il compito degli Anglo-Sionisti è distruggere l’economia venezuelana, mentre il compito cinese e russo sarebbe, almeno in teoria, salvarla. Distruggere è talmente più facile che costruire, che il paragone risulta logicamente imperfetto e fondamentalmente ingiusto.
 
Non intendo assolutamente offendere i sostenitori di Hugo Chávez e dei suoi ideali (includo me stesso in questa categoria) ma chiunque sia stato in Venezuela o nei suoi paraggi vi dirà che i venezuelani indigenti non stanno solo scappando dal paese in grandi quantità, ma contribuiscono anche a destabilizzare gli Stati confinanti. Quindi non dovremmo considerare ingenuamente tutti i rapporti sul collasso economico e sociale in Venezuela solo come “propaganda USA”. Purtroppo, in gran parte sono veri, anche se spesso esagerati e strumentali e vengono omessi tutti i veri successi delle riforme di Chávez, da cui il continuo sostegno popolare di cui, nonostante tutto, il governo di Maduro continua a godere. Eppure, il quadro generale è molto cupo e richiederà al Venezuela un’azione coerente e corretta per riprendersi dalla situazione attuale.
 
Quindi c’è ancora speranza? Si assolutamente!
 
Recentemente ho risposto ad un amico che mi chiedeva di un possibile intervento russo in Venezuela: “ripongo le mie stesse speranze non nei militari venezuelani, nell’aiuto cinese o russo, ma nella straordinaria capacità degli americani di mandare tutto a puttane. Alla fine questo è il nostro più grande alleato: la stupidità, l’ignoranza, l’arroganza e la codardia degli Stati Uniti”.
 
Pensate a quella che attualmente passa come “politica” degli Stati Uniti in Venezuela come un sintomo.
 
Non solo della degenerazione morale e della patologia mentale dei leader dell’Impero Anglo-Sionista, ma anche per diagnosticare il vero stato di disperazione e caos dell’Impero stesso. Sotto Obama, nonostante tutti i suoi difetti e le sue debolezze, gli Stati Uniti sono riusciti a sovvertire una lista di paesi cruciali dell’America Latina (come il Brasile o l’Argentina) ma ora, con Mr. MAGA, non ci riescono. Il tipo di buffonate che vediamo dalla banda di Pompeo, Bolton e Abrams è incredibile nella sua rozzezza e, francamente, rende assolutamente ridicola la sedicente “nazione indispensabile”. Questi perdenti dovevano già cedere più volte, nonostante le minacce ugualmente iperboliche fornite con la massima gravitas (si pensi alla Corea del Nord), e tuttavia pensano ancora che i metodi improntati ad un rozzo bullismo possano produrre successo. Non possono. Un’immensa potenza di fuoco non è un sostituto del cervello.
 
Nella loro storia breve e intrisa di sangue, gli Stati Uniti hanno praticamente sempre agito come un’impresa criminale gestita da gangster brutali, ma in passato alcuni di questi gangster potevano essere estremamente istruiti e intelligenti (si pensi a James Baker). Oggi, le loro armi sono ancora in giro (anche se in vari Stati di rovina), ma vengono utilizzate da ritardati ignoranti. Sì, i ritardati ignoranti con le pistole possono essere molto pericolosi, ma non possono mai essere efficaci!
 
Conclusione
 
In questo momento gli Stati Uniti, sostenuti dalle loro varie colonie e dagli Stati vassalli, sembrano pronti a dare un colpo mortale al Venezuela e, a dire la verità, potrebbero essere in grado di farlo. Ma, per quel che vale, la mia sensazione istintiva è che falliranno di nuovo, anche contro i paesi più deboli dell’Asse della Resistenza. Questo non vuol dire che il Venezuela non sia in un mucchio di problemi critici. Ma credo che, nonostante ciò, il Venezuela sarà in grado di riprendersi, proprio come ha fatto la Siria. Dopo tutto, l’esempio siriano dimostra che è possibile resistere a una forza d’invasione superiore, mentre allo stesso tempo ci si impegna con successo in riforme criticamente necessarie. Sì, la Caracas di oggi è in pessime condizioni, ma la città di Aleppo era in uno stato molto peggiore fino a quando non è stata liberata, e ora la vita è tornata quasi normale (in netto contrasto con la città devastata liberata dagli Stati Uniti di Al-Raqqa, che ancora appare in rovina). Gli yankee (per usare la solita espressione latinoamericana) sono come i loro padroni israeliani: sono capaci di devastante violenza ma non hanno alcun potere di resistenza: se le cose non vanno a modo loro, molto velocemente, scappano e si barricano da qualche parte lontano dal pericolo. Nel nostro caso, potrebbero persino fare ciò che hanno fatto in Iraq e in Afghanistan: costruire ambasciate oscenamente enormi, creare una zona speciale intorno ad esse e sedersi stretti mentre il paese è inghiottito da una sanguinosa guerra civile. In questo modo, possono fornire a CNN & Co. le riprese di un “quartiere pacifico” pur continuando a sostenere che le stelle e le strisce stanno ancora volando in alto sopra la capitale nemica e che “questa bandiera non scappa”. Questo sarebbe un risultato disastroso per la nazione venezuelana ed è per questo che tutti dobbiamo cercare di prevenirlo, parlando in sua difesa prima che gli Stati Uniti distruggano ancora un altro paese.
 
Speriamo che il ricordo delle passate invasioni completamente fallite, umilianti e sanguinose, convinca le persone giuste al Pentagono a fare tutto il necessario per impedire agli Stati Uniti di lanciare un’altra guerra stupida e immorale per conto dei Neoconservatori.