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Afrique Asie, 18 gennaio 2013 (trad. Ossin)



Viva l’Algeria per sempre algerina!
Mezri Haddad (*)


Io sostengo con tutte le forze la gloriosa Algeria….


Siccome la Siria non è caduta come un frutto maturo della “primavera araba”, gli islam-imperialisti si volgono verso l’Algeria per tentare di destabilizzarla a sua volta. Ritornano piuttosto alla carica, perché l’Algeria è stata presa di mira contemporaneamente al mio defunto paese,  dove la spontaneissima “rivoluzione del gelsomino” è servita da rampa di lancio alla molto sinistra “primavera araba”. Ma l’Algeria, governanti e governati, popolo ed élite, oppositori e dirigenti, ha resistito a questa odiosa cospirazione i cui obiettivi neo-colonialisti non sono più un segreto per nessuno.  Ed è perché il popolo algerino ha dato prova di maturità e intelligenza, che i neo-colonialisti hanno lanciato la loro crociata contro la Jamahiriya libica, ripetendo così l’invasione e lo smembramento dell’Iraq del 2003.


E’ stato precisamente in Iraq che è cominciata la realizzazione del “Grande Medio Oriente”, di cui la “primavera araba” non è che il prolungamento strategico e mediatico. Progetto neoconservatore, ripreso, rivisto e corretto dalla colomba dalle ali di falco, Barack-Hussein Obama. Dall’hard power al soft power, con gli stessi obiettivi geopolitici: implosione e smembramento degli Stati-nazione, man bassa delle ricchezze energetiche del mondo arabo, imposizione della tutela islamista ai paesi di tradizione nazionalista.


Questa programmatica distruzione dei regimi arabi non monarchici (!) non sarebbe stata possibile senza  la presenza determinante dell’emirato del Qatar, con la sua diplomazia del mega cheque e con l’abietta propaganda della sua tele-rivoluzione, Al Jazeera, la cui influenza sulle masse arabe non è mediatica ma piuttosto ipnotica. Questa televisione degna di un Goebbels non copriva gli avvenimenti in Tunisia, in Egitto, in Siria e in Yemen; più precisamente li provocava e li suggeriva alle orde inclite, totalmente plagiate dai presentatori di questa emittente, che sono diventati specialisti nell’arte della sovversione e maestro (in italiano nel teso, ndt) nelle tecniche di disinformazione.
 
Fin dal gennaio 2011, io ho messo in allerta i  miei amici algerini, degli intellettuali impegnati fino al vertice dello Stato, sulla cospirazione che li aveva presi di mira, dopo aver raccolto i frutti in Tunisia, “liberando” questo paese dalla sua indipendenza! Dopo Ahmed Bensaada, autore di “Arabesque Americaine” (aprile 2011), che dimostra il ruolo cruciale avuto dai giovani cyber-collaborazionisti arabi in questa nuova epopea coloniale, io sono stato tra i primi a disvelare l’impostura, nel mio libro “La face cachée de la révolution tunisienne. Islamisme et Occident: une alliance à haut risque” (settembre 2011).  E’ precisamente alla fine di questo libro, che ho scritto: “L’Algeria, il cui atteggiamento nei confronti del conflitto libico onora i figli di Abdelkader, resterà nel mirino dei beduini del Qatar e dei loro padroni israelo-statunitensi.  E in questa lotta tra ‘democrazia’ e ‘dittatura’ , Bernard Henri-Levy sarà ancora più motivato che nella sua crociata contro la Libia.  Non dimostra infatti da anni il suo attaccamento affettuoso, più esattamente affettato, per l’Algeria algerina?”


E’ questo che oggi accade con l’offensiva degli islam-terroristi malieni, tunisini, libici, egiziani su Tigantourine.  Sono tutti mercenari finanziati e armati dal Qatar e logisticamente sostenuti dai governi libico e tunisino, che sono agli ordini dell’emiro Hamad Ben Khalifat, loro “associati nella rivoluzione”, come ha così detto bene Rached Ghannouchi. Io voglio dire qui agli Algerini in generale, e ai miei amici in particolare, che questo governo usurpatore non rappresenta per niente il popolo tunisino, che al contrario sostiene l’Algeria. Stato e Nazione. Voglio dire anche ai miei amici francesi che la loro spedizione nel nord del Mali per sradicare la cancrena islam-terrorista è del tutto legittima. Occorre però adesso prendere le distanze dalla guerra dei mercenari contro l’eroica Siria e per il trionfo dell’oscurantismo wahabita. Una guerra suscitata e finanziata dal Qatar, l’amico “intimo” della Francia!

Viva l’Algeria per sempre algerina!



(*) Filosofo ed ex ambasciatore della Tunisia all’Unesco