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Un mascalzone di nome Boukrouh
Ahmed Bensaada
 
Ci sono testi la cui lettura ci dà gioia e altri che ci commuovono fino alle lacrime. E ci sono quelli che ci danno da pensare o ci rendono meno creduli.
 
Purtroppo ce ne sono di quelli che ci fanno stare male e ci danno addirittura il vomito. È il caso del post di Noureddine Boukrouh a proposito del presidente Abdelmadjid Tebboune
 
Noureddine Boukrouh 

 
Io personalmente ho subìto tanti di quegli attacchi ad personam negli ultimi mesi, che sono diventato allergico a questo genere di scritti in cui l’insulto si alterna all’ingiuria e all’offesa.
 
Ho visto tante specie di personaggi impegnati in questo sporco lavoro: giornalisti sproloquianti, pseudo-marxisti rimasti incastrati tra la falce e il martello, troskisti che fanno gli occhi dolci a Soros, ONGisti che cercano l’elemosina dallo Zio Sam o islamisti che eccellono nella « halalizzazione » della menzogna e che se ne servono con grande maestria. Il denominatore comune di tutti questi burini? Democrazia e libertà di espressione, perdinci!
 
Ma con Boukrouh si aggiunge alla lista un’altra categoria: quella dei ministri fouloul (espressione che designa, nei paesi arabi teatro delle "primavere", i partigiani delle ex dittature, ndt) che, per anni, si sono fatti strada con l’issaba (cricca, gang. Termine dispregiativo che indica la casta al potere in Algeria, ndt), e alla fine sono stati graziati dall’Hirak (la recente rivolta popolare algerina, ndt).
 
Ecco quindi un ex ministro del presidente Bouteflika (dal 1999 al 2005) che, fregandosene dell’etica e del decoro, definisce l’attuale presidente algerino, il signor Abdelmadjid Tebboune, un « folle ». E non è tutto, lo chiama per nome come fosse un volgare carrettiere, senza mostrare alcuna deferenza né per la persona, né per la funzione.
 
Se questo signore, che pure è stato ministro della Repubblica per molti anni, non ha imparato le regole fondamentali del dibattito politico, perché offendersi per le idiozie diffuse nel cyberspazio dai saltimbanchi dell’Hirak? Con questo miserabile pamphlet, Boukrouh li ha superati tutti, in modo schiacciante. Un vero record di stupidità da parte di qualcuno che si considera erede di Bennabi! Che, poverino, si sarà rivoltato nella tomba per avere un simile mascalzone come suo discepolo!
 
Oltre la forma, c’è la sostanza. Diamo quindi un’occhiata alle idee « brillanti » di tale  « autoproclamato psichiatra ».
 
In una recente analisi degli scritti di Boukrouh, Ali El Hadj Tahar ha osservato che l’ex ministro fa « più prosa che analisi politica ». Ha anche evidenziato un tratto caratteriale che spiega l’attacco malsano di cui trattiamo in questo articolo:
 
« Non lo abbiamo mai sentito criticare Bouteflika  dopo essere uscito dal governo nel 2005. Bouteflika è odiato dalla stragrande maggioranza degli Algerini, salvo che da Boukrouh, che ha il dente avvelenato invece contro Tebboune. Egli non concede nemmeno un piccolo punto a favore del presidente attuale e non riserva nemmeno un colpetto al presidente deposto ».
 
Boukrouh non ha solo un dente avvelenato contro il presidente Abdelmadjid Tebboune, ma un’intera dentiera!
 
Nel suo testo, tenta di argomentare: « Si può sensatamente parlare di «legittimazione popolare» quando il 30% di un popolo dice « Sì » a qualcosa e il 70% « No » ? ».
 
Per qualcuno che è stato capo di un partito, anche se lillipuziano, attribuire un simile significato al tasso di astensione è segno di ignoranza e di mala fede.
 
Peggio ancora, egli tenta di riabilitare taluni gruppi dell’Hirak (MAK e Rachad) che sono stati classificati come organizzazioni terroriste:
 
«Adesso si accanisce a firmare ordinanze che espongono a inchieste giudiziarie per terrorismo qualsiasi contestazione dei suoi errori […]»
 
Dimentica di dire che il Ministero della Difesa Nazionale (MDN) ha prodotto dei documenti in cui queste due organizzazioni erano chiaramente indicate come terroriste.
 
E questo intento non costituisce una novità, stando a quanto dice Ali El Hadj Tahar :
 
« Anche Boukrouh propugna un’unificazione dell’Hirak post-Bouteflika, come Addi e altri leader autoproclamati che hanno accettato di sfilare mano nella mano con il MAK e gli ex killer del disciolto partito ».
 
Difatti è la fase di transizione che gli interessa, come ai leader autoproclamati dell’Hirak, agli islamisti offshore, ai separatisti del MAK e agli ONGisti «democratici» (Leggere la mia intervista sul tema).
 
Non ho l’abitudine di leggere Mondafrique, un media fondamentalmente anti-algerino. Ma leggendo la sua storia di « generali » e di intrallazzi di cui sembra essere esperto, mi sono ricordato di quei due articoli in cui Boukrouh è stato completamente messo a nudo.
 
Nel primo, intitolato « L’Algerino Noureddine Boukrouh, berbero della 13°ora », si scopre un Boukrouh lacchè accreditato di tutta quella fauna variegata che faceva il bello e il cattivo tempo all’epoca della issaba.
 
Il secondo che ha per titolo : « Noureddine Boukrouh, un Giano algerino », ci offre una immagine dell’ex ministro, nei panni di un seduttore che si disputa una Dulcinea con un compare dell’« Hirak della transizione », Fodil Boumala. Si apprendono poi un sacco di notizie piccanti sui suoi rapporti interessati e mercantili col « bennabismo » (dal nome dell’intellettuale algerino ormai scomparso Malek Bennabi, ndt) e sui suoi tentativi di avvicinamento a George Soros, faccenda di entrare « nei circuiti del capitalismo finanziario, con profitti maggiori di quelli accumulati quando era al Ministero delle PMI e del Commercio ».
 
L’articolo si chiudeva con una frase che riassume bene la personalità dell’individuo: « Boukrouh fa l’intellettuale coi generali che non hanno tempo da perdere con la dialettica. E fa il politico quando ha a che fare coi veri intelletuali ».
 
Tutto questo non è ovviamente piaciuto al nostro ex-ministro « psichiatra » che ha sganciato una lunga e ampia risposta pubblicata da Mondafrique, nella quale ha tentato in qualche modo di limitare i danni causati da un attacco così violento.
 
E a questo punto si pone una questione: se non gli piace che venga sporcata la sua reputazione, perché si adopera a sporcare quella degli altri, ricorrendo a espressioni offensive e ad argomenti il cui spessore non è maggiore di quello delle cartine delle sigarette?
 
E siccome critica l’operato degli altri, può dirci quali risultati ha ottenuto da ministro al tempo della issaba?
 
Per quanto riguarda il dossier dell’OMC, ad esempio, il cablogramma Wikileaks 05ALGER877_in data 3 maggio 2005 è esplicito :
 
« Notiamo però che Temmar ha giocato di recente un ruolo chiave nei colloqui di corridoio che hanno accompagnato i negoziati di adesione dell’Algeria all'OMC, coordinando le posizioni dell’Algeria e dinamizzando il gruppo algerino dell'OMC, in una maniera che il silurato ministro del commercio Boukrouh non era riuscito mai a fare ».
 
Cosa ha fatto quindi per meritarsi il suo salario e la generosa pensione attuale?
 
Non ha d’altronde contribuito, come ministro, a creare la situazione caotica e deplorevole che è stata denunciata dall’Hirak? Non è forse stato un attore, insieme a molti dei suoi accoliti, del corrompimento della vita socio-economica contro il quale il popolo algerino si è ribellato un certo 22 febbraio 2019? Quel popolo coraggioso che è stato definito con disprezzo « ghachi » (miserabile popolino) da questo stesso personaggio che viene oggi, come un intruso, a spiegarci quello che vuole il «popolo» (parola usata 5 volte nel suo testo!)?
 
Per quello che Boukrouh ha detto nel suo post, è piuttosto lui il vero « ghachi » ed è il popolo, manifestando pacificamente in piazza, ad essere il vero eroe.
 
L’epigrafe scelta da Boukrouh è altrettanto problematica di quanto lo sia il resto del testo. Colto da sindrome di neocolonizzato, egli cita un presidente francese mentre insulta il presidente algerino :
 
« L’odio e la violenza civile si giustificano nei confronti dei leader, quando non li si può sostituire né influenzarne le decisioni »
 
Questa filippica, che si legge nell’articolo citato, è stata deliberatamente troncata. Essa infatti prosegue dicendo « Questo non è il caso della Francia ». Si vuole quindi fare intendere che è il caso dell’Algeria? In tal caso, Boukrouh inciterebbe alla violenza in Algeria? Farebbe appello alla liquidazione fisica di chiunque non sia d’accordo col suo progetto di « fase transitoria »? Se è così, dovrà assumersi tutte le responsabilità di simili affermazioni.
 
Prendendosela in modo così meschino con la persona del presidente algerino, questo ridicolo psichiatra deve capire che ha attaccato una delle più importanti istituzioni dello Stato algerino. Le sue parole non costituiscono affatto un contributo al dibattito, ma esprimono solo l’intento di nuocere al nostro paese in uno dei momenti più cruciali della sua storia.
 
 
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