ProfileInchiesta, 27 novembre 2021 - Il Marocco ha siglato, tra le proteste, un Protocollo di intesa con Israele, in materia di sicurezza e militare. Si tratta del primo frutto avvelenato del patto scellerato dello scorso anno, più noto come Accordo di Abramo (nella foto, lo storico accordo)  

 

 
Dopo l’omicidio di Ben Barka, prosegue la cooperazione criminale tra Marocco e Israele – Le proteste
 
Il Marocco ha firmato, il 24 novembre 2021, un accordo di cooperazione in materia militare e di sicurezza con lo Stato ebraico. Il Mossad si è dunque assicurato una base permanente a Rabat, dalla quale spiare e destabilizzare tutto il Maghreb.
 
Si tratta del primo frutto avvelenato del patto scellerato – più noto come Accordo di Abramo – cui il Marocco ha aderito in cambio del riconoscimento USA della sua occupazione illegale del Sahara Occidentale.
 
Ma i legami criminali tra monarchia marocchina e Stato sionista risalgono nel tempo. E’ stato rivelato che  Andre Azoulay, un consigliere dell’ex re Hassan II e poi di suo figlio Mohammed VI, era anche una spia israeliana.
 
E fior di quattrini sono stati versati, direttamente nelle tasche del re del Marocco da Israele e dall’Internazionale ebraica, per consentire agli ebrei marocchini di trasferirsi in Israele. Uno di costoro, Meir Ben-Shabbat, diventato sotto Netanyahu consigliere per la sicurezza nazionale di Israele, è stato recentemente denunciato per crimini contro l’umanità, per l’uccisione di 4 giovani marocchine a Gaza, nel corso delle recenti incursioni israeliane.
 
E ancora: il muro di separazione che divide il Sahara Occidentale, a protezione dell’occupazione illegale da parte del Marocco, è stato costruito con l’indispensabile aiuto di Israele.
Ma l’episodio più clamoroso (e più criminale) di questa antica intesa tra malfattori è stata l’uccisione di Mehdi Ben Barka. Il noto oppositore marocchino e militante per i diritti dei popoli oppressi, è stato rapito e ucciso in Francia dai servizi del Regno, con la attiva cooperazione del Mossad. In cambio, l’allora re Hassan II consentì al Mossad di spiare un summit della Lega Araba a Casablanca
 
Tra canaglie, ci si intende...
 
Ossin
 
 
Abdellatif Loudiyi e Benny Gantz, mercoledì a Rabat, dopo la forma del primo accordo militare tra il Marocco e Israele / DR
 
 
Yabiladi, 24 novembre 2021 (trad.ossin)
 
Marocco e Israele stipulano un accordo militare, il primo tra Tel Aviv e un paese arabo
Yassine Benargane
 
Il Ministro israeliano della Difesa, Benny Gantz e il Ministro delegato alla Difesa nazionale, Abdellatif Loudiyi, hanno firmato, mercoledì a Rabat, un protocollo di accordo militare, finalizzato ad una «cooperazione più fluida» tra il Marocco e Israele in materia di difesa
 
Il Marocco e Israele hanno firmato, mercoledì scorso, un protocollo di accordo militare, il primo di questo genere tra Israele e un paese arabo. Hanno firmato, per il Marocco, Abdellatif Loudiyi, ministro delegato all’Amministrazione della difesa nazionale, e, per Israele, il Ministro della Difesa, Benny Gantz.
 
L'accordo ufficializza i rapporti in tema di difesa tra i due paesi, consentendo una cooperazione più fluida tra essi e facilitando per Israele la vendita di armi al Regno, scrive Times of Israël. Con la firma del protocollo di accordo, il ministero della Difesa e gli eserciti dei due paesi potranno «direttamente comunicare e condividere informazioni, mentre in precedenza simili comunicazioni erano possibili soltanto per l’intermediazione dei rispettivi servizi di intelligence », aggiunge.
 
«Ciò permetterà l’avvio di una cooperazione ufficiale in materia di sicurezza tra i due [paesi]. L'accordo comprende la formalizzazione della condivisione delle informazioni e consentirà di stabilire rapporti tra le rispettive industrie della difesa, gli acquisti di materiale e le esercitazioni congiunte », ha dichiarato il Ministero della Difesa.
 
«Abbiamo firmato un accordo di cooperazione militare – con tutto quello che comporta – con il Marocco. È un fatto molto importante che ci consentirà di intraprendere progetti comuni e di autorizzare le esportazioni [di armi] israeliane. Io penso che i rapporti tra il Marocco e Israele devono continuare a rafforzarsi, a svilupparsi e ad ampliarsi » - Benny Gantz.
 
 
 
 
Un accordo «senza precedenti»
 
Un responsabile del Ministero della Difesa ha fatto presente che, seppure Israele intrattiene rapporti di stretta cooperazione in materia di difesa con la Giordania e con l’Egitto, paesi con i quali ha anche siglato un accordo di pace, non ha alcun protocollo di accordo con loro, e dunque quello col Marocco è «senza precedenti».
 
Benny Gantz è atterrato, martedì sera, a Rabat per la prima visita ufficiale di un Ministro israeliano della Difesa in Marocco, dopo la normalizzazione intervenuta tra i due paesi l’anno scorso. Per prima cosa, mercoledì, il Ministro della Difesa ha reso visita al Mausoleo Mohammed V. Poi ha incontrato il suo omologo, Abdellatif Loudiyi e ha firmato i protocolli di accordo.
 
Secondo le istruzioni impartite dal re Mohammed VI, Capo Supremo e Capo di stato maggiore delle Forze armate reali, il generale di corpo d’armata Belkhir El Farouk, Ispettore generale delle FAR (Forze armate reali) ha ricevuto il Ministro israeliano della Difesa, al quartier generale dello Stato maggiore delle FAR a Rabat, riferisce la pagina FAR-Maroc. «Le due parti hanno discusso delle questioni di cooperazione militare tra le Forze armate reali e Israele, nel quadro dell’accordo di cooperazione militare firmato oggi tra i due paesi, che è il primo accordo del genere tra Israele e un paese arabo », si aggiunge.
 
Oltre alla visita di Gantz, che è la prima visita ufficiale di un Ministro della Difesa, è stata anche la prima volta che dei soldati delle Forze di difesa israeliane in uniforme sono andati in Marocco. Tre ufficiali del gabinetto del ministro facevano parte della delegazione israeliana, due dei quali di origine marocchina: Il segretario militare del ministro, il brigadiere generale Yaki Dolf (i cui genitori sono nati in Marocco) e il colonnello Noam Arbeli (la cui madre è nata in Marocco e si è trasferita in Israele nel 1961).
 
 
Il Ministro della difesa sionista a Rabat
 
 
Yabiladi, 24 novembre 2021 (trad.ossin)
 
Marocco : Le forze di sicurezza disperdono un sit-in contro la visita di Benny Gantz
 
Aderendo all’appello del Fronte marocchino di sostegno alla Palestina e contro la normalizzazione, diverse decine di militanti di estrema sinistra e islamisti si sono raggruppati, mercoledì 23 novembre, davanti al Parlamento a Rabat, per protestare contro la visita del Ministro israeliano della Difesa, Benny Gantz.
 
Il sit-in è stato subito disperso dalle forze di sicurezza, dispiegate in massa nei dintorni del luogo ove avveniva la manifestazione. Sventolando la bandiera palestinese, i partecipanti hanno condannato la presenza nel Regno di un «criminale di guerra», riferisce il sito di Al Adl wal Ihsane.
 
AWI è una componente molto attiva all’interno del Fronte, alla cui creazione ha fortemente contribuito, nel marzo scorso, facendone una insegna contro la normalizzazione. Il PJD (partito della giustizia e dello sviluppo, formazione islamista, ndt) non vi è stato ammesso, in quanto questo partito, che all’epoca era al governo, ha approvato il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra il Marocco e Israele.
 
 
Manifestazione a Rabat contro l'accordo con Israele
 
 
Yabiladi, 26 novembre 2021 (trad.ossin)
 
Marocco - Israele : Ahmed Raissouni denuncia il «ricorso all’aiuto dello Stato nemico»
Mohammed Jaabouk
 
Ahmed Raissouni non ha usato metafore per criticare la visita del Ministro israeliano della Difesa in Marocco. Nella sua requisitoria contro l’arrivo di Benny Gantz, ha denunciato il «ricorso all’aiuto dello Stato nemico, dello Stato di occupazione, aggressivo e criminale»
 
Il presidente dell’Unione internazionale degli ulema musulmani, Ahmed Raissouni, si leva contro la visita del Ministro israeliano della Difesa, Benny Gantz, nel Regno e contro l’evoluzione delle relazioni tra i due paesi. Il religioso marocchino condanna apertamente, in un articolo pubblicato sul suo sito, «la storia d’amore haram (empia, ndt)» tra Rabat e Tel-Aviv e le «razzie sioniste » in Marocco.  
 
Smentendo la versione ufficiale presentata, il 10 dicembre 2020, per giustificare la normalizzazione con Israele, il religioso constata che «la relazione ufficiale del Marocco col nemico sionista non è più – come ci avevano detto – un semplice riconoscimento dello Stato occupante, in cambio del riconoscimento da parte del presidente USA della sovranità del Marocco sul Sahara occidentale. Non è nemmeno più – come si era anche detto – una semplice "ripresa" delle relazioni diplomatiche», ha detto.
 
Raissouni ritiene che la firma dell’accordo militare tra i due paesi, il 24 novembre a Rabat, non giovi affatto al suo paese. E spiega che «il Marocco controlla perfettamente il suo Sahara, e questo da quarantasei anni. E, col passare del tempo, la situazione diventa sempre più stabile e sotto controllo. Non passa anno senza che i separatisti minaccino di riprendere le ostilità armate, ma poi non lo fanno e stanno zitti ».
 
Raissouni prende di mira la gestione del dossier sul Sahara
 
Dopo avere sottolineato quali sono i punti di forza dei servizi di intelligence in Marocco, si è interrogato sul contributo che sarà fornito dal « nemico sionista » al Marocco, a «parte l’infiltrazione, la confusione, l’inganno, la corruzione delle persone e la creazione di suoi agenti ».
 
Proseguendo sullo stesso tono, il presidente dell’Unione internazionale degli ulema musulmani ha sottolineato che «dopo il recupero del Sahara, il relativo dossier è stato gestito nel segreto e nell’opacità», constatando che « il popolo non è stato in alcun modo coinvolto nell’impresa». E ha ricordato che «la vittoria maggiore è stata l’organizzazione della Marcia verde per la liberazione del Sahara» perché « si è fatto appello al popolo, e il popolo ha risposto: presente».
 
Raissouni ha anche parlato della recente storia del Marocco, per deplorare il progetto presentato dall’ex ministro degli Affari islamici, Abdelkbir M'Daghri Alaoui, ma « messo da parte dall’ex ministro dell’interno Driss Basri», che prevedeva un coinvolgimento dei religiosi e delle associazioni islamiche nella gestione della questione del Sahara occidentale.
 
«Invece di abbandonare questa politica oscurantista e impopolare nella gestione della nostra grande lotta (il Sahara), e invece di tornare ad ampie consultazioni e ad un nuovo protagonismo del popolo, ci sorprende il varo di una nuova strana linea politica, che tende a marginalizzare sempre di più la volontà popolare. Una diversa politica scioccante e provocatoria per il popolo, per la sua fede e i suoi valori, i suoi principi e la sua collocazione storica. E’ la politica del ricorso all’aiuto dello Stato nemico, dello Stato di occupazione, aggressivo e criminale ».
 
Se il Movimento Hamas ha condannato l’accordo militare tra il Marocco e Israele, nessuno Stato arabo (tranne l’Algeria) ne ha seguito l’esempio, ivi compresa l’Autorità palestinese di Mahmoud Abbas. L’Iran potrebbe unirsi alla fronda. Per contro il Qatar, che ospita e finanzia l’Unione internazionale degli ulema musulmani presieduta da Raissouni, mantiene il silenzio. E lo stesso vale per il grande «fratello» Erdogan. I legami militaro-securitari tra la Tirchia e Israele si rafforzano, senza che ciò susciti la minima reazione da parte di Ahmed Raissouni. I droni Bayraktar TB2 che le Forze armate reali hanno ordinato ad Ankara sono, d’altra parte, il frutto di questa cooperazione tra Israeliani e Turchi.
 
 
Ahmed Raissouni, presidente dell’Unione internazionale degli ulema musulmani/ DR
 
 
Yabiladì, 25 novembre 2021 (trad.ossin)
 
Khalid Sefiani : «Israele cerca di creare un conflitto tra Marocco ed Algeria »
Yassine Benargane
 
Le autorità locali a Rabat hanno impedito, mercoledì, una manifestazione contro la visita del Ministro israeliano della Difesa in Marocco. Per Khalid Sefiani, coordinatore generale della Conferenza nazionale islamica e componente del Gruppo di azione nazionale per la Palestina, «ricevere i sionisti sul territorio del Marocco è vietato per motivi religiosi, morali e nazionali ». Giunge perfino ad accusare Israele di «cercare di creare un conflitto tra Marocco e Algeria »
 
 
L'avvocato e militante per la Palestina Khalid Sefiani. / DR
 
 
 
Quale il suo giudizio sulla visita effettuata dal Ministro israeliano della Difesa in Marocco ?
 
E’ una vergogna per il Marocco ricevere uno dei peggiori terroristi sionisti, ed è una vergogna per il Marocco proporsi di concludere accordi in materia di sicurezza, militari o di altro tipo con l’entità sionista. E non si tratta solo di una posizione di principio e non concerne solo la nostra responsabilità nella questione palestinese, ma va bene al di là, perché è in gioco la nostra identità, la nostra dignità e l’appoggio di molti paesi e organizzazioni popolari alla nostra causa nazionale.
 
Ed è ancora più vergognoso legare la questione nazionale alla normalizzazione coi sionisti e al ricevere i loro terroristi più noti. A questo punto dubitiamo che si possa mantenere l’integrità territoriale del popolo marocchino, indebolendo la fiducia e il consenso popolare su questa questione, come se non fossimo in grado di preservare la nostra integrità territoriale se non con l’appoggio di una entità sionista criminale e razzista che uccide i notri figli e le nostre figlie in Palestina. La prova maggiore è nella denuncia che abbiamo presentato contro il terrorista Ben-Shabat, il terrorista Netanyahu e il capo militare delle forze militari terroriste sioniste per l’assassinio di minori marocchini (...) a Gaza (1).
 
Come possiamo accettare un simile criminale terrorista qui in Marocco, e come può mettere piede nel Mausoleo di Mohammed V, e offendere questo santuario. <come possiamo concludere accordi in materia di sicurezza o militari o di quasiasi altra natura con questa entità usurpatrice, e dire che non abbiamo abbandonato la causa palestinese  e che siamo aggrappati ai diritti del popolo palestinese? La cosa che può più di qualsiasi altra colpire il popolo palestinese nel modo peggiore è un simile comportamento...
 
Quel che sta avvenendo adesso è haram (empio, ndt) sul piamo religioso, morale, nazionale e umano
 
Come giudica il divieto e la repressione della manifestazione di ieri, organizzata a Rabat ?
 
La repressione della manifestazione di ieri ci riporta agli anni 1960. Non abbiamo più quindi il diritto di levarci e denunciare la normalizzazione. I responsabili devono rendersi conto che lo scandalo sta nell’imponenza dei reparti mobilitati per circondare e reprimere i cittadini e i militanti. Se si fossero mandati questi uomini in armi a Gaza, o ad Al Qods, la Palestina sarebbe libera.
La manifestazione contro la visita del Ministro israeliano, vietata a Rabat/ DR
 
Cosa pensa delle prospettive delle relazioni marocco-israeliane?
 
Io sono sicuro che la normalizzazione fallirà, proprio come l’ufficio di collegamento è fallito e le relazioni sono state rotte (negli anni 2000, ndlr). Dico questo perché sono certo che tutta la Palestina sarà liberata.
 
Quando i sionisti hanno voluto concludere un accordo di normalizzazione col governo marocchino, hanno tenuto presente il fallimento del tentativo di imporre una normalizzazione popolare nei casi precedenti. La normalizzazione c’era già stata con l’Egitto, ma non abbiamo visto una normalizzazione popolare nel corso dei decenni. Un accordo era stato concluso anche con la Giordania, ma il popolo giordano non ne ha mai voluto sapere.
 
I sionisti hanno tenuto conto di queste esperienze e hanno deciso che la successiva normalizzazione avrebbe dovuto essere popolare, per evitare di cadere nella trappola in cui sono caduti nel passato. Così abbiamo assistito a tentativi di penetrazione in diversi campi: l’educazione e la formazione, lo sport, il turismo e l’economia. Ma la cosa peggiore è che i sionisti tentano in tutti i modi di scatenare un conflitto tra Marocco e Algeria, e noi conosciamo tutti quale sarebbe il prezzo di un simile conflitto.
 
Sappiamo che questo conflitto non porterà nulla di buono, né al Marocco, né all’Algeria, e non avrà né vinti, né vincitori. Che lo si voglia o meno, noi siamo un solo popolo in due paesi e noi sappiamo che il popolo algerino non sostiene la tesi del separatismo. Occorre approfondire il dialogo con le diverse componenti del popolo algerino, per impedire un simile conflitto.
 
I sionisti fanno tutto quello che è loro possibile, presentandosi come quelli che ci libereranno. La nostra liberazione dipende dunque dal terrorismo, dal razzismo, e dalla criminalità, quando essi stessi non sono capaci di vincere a Gaza e nel sud del Libano... Come può, qualcuno che non è capace di difendersi laggiù, proteggerci qui ? Io non so se i nostri decisori sanno questo o no.
 
Che cosa intendete fare, dopo la repressione della manifestazione di ieri?
 
La nostra voce si farà sentire all’interno e all’estero. Qualsiasi cosa accada, siamo determinati. Se i normalizzatori sono decisi a liquifdare e ad assassinare la causa palestinese, anche noi siamo decisi ad impegnarci nella lotta per liberare Palestina, , Al-Qods e Al-Aqsa.
 
Il discorso reale diceva che noi consideriamo la Palestina e il Sahara come due cause nazionali sullo stesso piano. Noi difendiamo quindi la Palestina per difenderci dagli obiettivi del progetto sionista, e perché crediamo che la Palestina e il Sahara siano due obiettivi nazionali.
 
 
L'israelo-marocchino Meir Ben-Shabbat
 
 
(1) Un gruppo di avvocati marocchini ha chiesto, il 16 novembre 2021, l’emissione di un mandato di arresto internazionale contro l’ex consigliere israeliano per la sicurezza nazionale, Meir Ben-Shabbat, per l’uccisione di alcuni marocchini a Gaza. Quattro avvocati, Abderrahman Benameur, Abderrahim Jamaï, Abderrahim Ben Barka e Khalid Sefiani, hanno depositato una denuncia alla Procura presso la Corte d’Appello di Rabat, con l’accusa di «crimini contro l’umanità».
 
Chiedono l’apertura di un dossier, dopo la morte di quattro ragazze marocchine durante l’aggressione israeliana contro Gaza nel maggio scorso, riferisce Al Araby Al Jadeed. Non è stato fornito alcun particolare sull’età delle ragazze, né della ragione per cui si trovavano a Gaza, precisa.  Originario di Salé e «cittadino marocchino», Ben-Shabbat sarebbe stato «presente nella sala operativa durante il bombardamento di Gaza insieme all’ex Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e al capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, Aviv Kochavi, secondo gli avvocati.
 
Ben-Shabbat è stato nominato consigliere per la sicurezza nazionale di Israele e capo di stato maggiore della sicurezza nazionale nel novembre 2017 e si è dimesso nell’agosto di quest’anno.
 
Torna alla home
Dichiarazione per la Privacy - Condizioni d'Uso - P.I. 95086110632 - Copyright (c) 2000-2024