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 Siria, giugno 2012 - Si preoccupano solo delle loro ricchezze e di niente altro. E nel fare ciò si fanno aiutare dai loro vassalli. Trovano sempre diversi felloni che finanziano la loro propaganda, le loro spedizioni, ed ausiliari e truppe pronte a morire per loro contro il loro stesso paese. Si sentono autorizzati a fregarsene di tutte le leggi internazionali che essi stessi hanno stabilito. Si impegnano a imporre il loro ordine col disordine. Si considerano i “padroni del mondo” (nella foto, una manifestazione filo-Assad a Damasco)






La dure realtà per l’Occidente e le monarchie fellone in Siria
Djerrad Amar

Si preoccupano solo delle loro ricchezze e di niente altro. E nel fare ciò si fanno aiutare dai loro vassalli. Trovano sempre diversi felloni che finanziano la loro propaganda, le loro spedizioni, ed ausiliari e truppe pronte a morire per loro contro il loro stesso paese. Si sentono autorizzati a fregarsene di tutte le leggi internazionali che essi stessi hanno stabilito. Si impegnano a imporre il loro ordine col disordine. Si considerano i “padroni del mondo”.


I felloni arabo-mussulmani alleati
Tra gli arabi e i mussulmani, trovano nelle monarchie arabe degli importanti alleati. Appoggi finanziari e politico-religiosi senza comune misura e basi. Monarchie fasulle enormemente ricche, che hanno trovato l’occasione di farla finita con le “repubbliche arabe” che rappresentano un pericolo per le loro dinastie. Rimodellarle, a loro immagine e a modo loro, con l’aiuto delle democrazie occidentali, è diventato possibile e auspicabile.  Per loro il fine non deve essere morale. Mettono in campo per questo strategie, tattiche, teorie di sovversione, accaparrano i media importanti per farli diventare ‘media-menzogne’ o ‘mainstream’; si associano, pervertendole, le organizzazioni internazionali e regionali. Montano così Aljazeera, Alarabia, Orient News e Safa, che si danno il cambio con BBC arabic, CNN e France 24; si associano le principali agenzie di informazione; reclutano stimati sceicchi per meglio ingannare e indottrinare. Ingaggiano mercenari islamisti abbrutiti e frustrati, soprattutto arabi, per meglio imbrogliare; installano a Londra una OSDH a loro misura ecc.


Bulent Esinoglu, vicepresidente del partito laburista turco, ha rivelato che la CIA ha reclutato 6.000 uomini per realizzare operazioni terroriste in Siria. Questi emiri arabi e i loro servitori islamo-takfiro-wahabiti  si dichiarano certo anti-sionisti, anti-colonialisti, anti-dittature, anti-Usa, anti… anti o dicono , da stupidi, che fanno il loro dovere verso i “fratelli”, ma sono sulla stessa lunghezza d’onda dell’AIPAC, del Winep, della CIA, della NED del Mossad, del CRIF, della NATO e di altre case o club dell’ordine degli Illuminati e appartengono alla stessa categoria che ha di mira Emile Faguet nella citazione: “L’imbecille è passivo; lo si colpisce, lui si ripercuote; gli si parla, lui risponde come una eco”. A proposito dell’ordine mondiale, si “scopre” quella che viene chiamata la “Trinità” dell’Impero mondiale. Si tratta di tre città-stato sovrane, dotate di proprie leggi e sistema di governance, che dirigerebbero il mondo, vale a dire la City di Londra (Finanza), Washington DC (Militare) e lo Stato della Città del Vaticano (Religione).


A proposito di alleanze, il coordinatore speciale USA per la “transizione in Medio Oriente”, William Taylor ha confessato, il 31 gennaio 2012 in una intervista rilasciata al giornale tunisino Assabah, che Washington versa importanti somme di danaro a dei partiti islamisti precisando che “Washington ha dei rapporti coi responsabili islamisti di diversi paesi della regione, come la Tunisia, l’Egitto e altri paesi”.


Contrariamente a quanto afferma la loro propaganda, gli USA-sionisti non hanno timore degli islamisti. Sono alleati da lustri dei “Fratelli mussulmani”. Da Hassen El Bana e Seyyed Koth ai nostri giorni. Vi sono decine di fatti che provano ciò. Le loro dichiarazioni favorevoli alle tesi belliciste occidentali contro alcuni paesi arabi e il loro effettivo sostegno militare ne sono alcune manifestazioni. E’ stata da ultimo rivelato che un Emiro del Qatar ha fornito valige di dollari ai Fratelli mussulmani egiziane per il finanziamento della campagna in favore del loro candidato e per il voto di scambio.


Beninteso l’Occidente, le monarchie di Al Saud, del Qatar e la Turchia di Erdogan affermano di intervenire per “salvare” questi popoli arabi dai “regimi dittatoriali”! Essi sono in effetti degli imbroglioni e l’imbroglione tiene sempre nascoste le sue manovre fraudolente. Essi sono dei colonialisti, dei despoti, dei corrotti/corruttori, dei cripto-terroristi che di definiscono democratici, umanisti, intellettuali e i loro supporter arabi non sono altro che dei volgari lacchè che attingono la loro forza dal sostegno occidentale e dalle tergiversazioni dell’avversario ma che si allontanano e si avvicinano al minimo cambiamento dei rapporti di forza. Puah, che schifo!


L’esempio algerino
Hanno tentato e fallito in Algeria 22 anni fa con le loro ingerenze, poi lo sterminio dei loro terroristi e dei loro supporter. Rieccoli, con quasi le stesse strategie e tattiche, che vogliono ricomporre il mondo arabo con l’aiuto degli stessi arabi, come carne di cannone, cui si fa credere ad una evoluzione in una “Primavera” di rinnovamento e cambiamento per il loro benessere. Li ingannano fino a far loro ammettere di poter “succhiare il miele dal culo di una vespa”. E’ stata necessaria, per l’Algeria, una grande mobilitazione dei cittadini con i servizi di sicurezza composti da elementi dell’esercito, della gendarmeria, dell’esercito e, soprattutto, da migliaia di cittadini organizzati nei “gruppi di legittima difesa” (GLG), per proteggere permanentemente città, villaggi, borgate, casali, infrastrutture economiche e sociali. La loro efficacia è stata tale che, nello spazio di due anni, sono stati messi in rotta. I poteri pubblici hanno loro lasciato due scelte: la resa o il suicidio! I più ‘fortunati’ si sono consegnati con armi, bagagli e informazioni. I più stupidi si sono sacrificati in operazioni suicide. Se si aggiungono i regolamenti di conti tra i gruppi per questioni di leadership, di divisione delle ricchezze rubate o procurate da altre forze, si capisce l’inferno nel quale si sono trovati. Le grandi operazioni che hanno consentito di annientare importanti gruppi si devono alle informazioni fornite da loro aderenti. Ne sono seguite come sempre delle epurazioni interne, vendette perpetrate contro contadini indifesi o l’adozione di estremi e vili metodi minando luoghi pubblici, i cimiteri e… i cadaveri. La popolazione è stata la punta di lancia per il loro sradicamento , segnalando ogni più piccolo movimento e ogni oggetto sospetto. I terroristi erano respinti notte e giorno senza la minima possibilità di movimento, di qui i loro metodi estremi per uccidere il massimo di civili cercando di farne cadere la responsabilità – con l’aiuto dei loro alleati interni ed esterni – “sulle forze dell’ordine e sull’esercito”. Era tale la rete di controllo che perfino gli attentati suicidi e le auto imbottite di esplosivo venivano intercettati prima di raggiungere il loro obiettivo. La “concordia civile” adottata dal presidente Bouteflika è stata il rintocco funebre per questi “gruppi islamisti armati”.


Stessa tattica in Siria
La Siria è contrapposta a gruppi terroristi che praticano le stesse tattiche, gli stessi metodi, con gli stessi obiettivi con le stesse connessioni che si sono visti in Algeria. Secondo noi la soluzione finale, che sarebbe il colpo di grazia , è che i servizi siriani costituiscano questi ausiliari “GLD” per evitare di indebolire l’esercito. E’ certo che si parlerà di “milizie di Bachar”, di “squadroni della morte” e “tutti quanti” (in italiano nel testo), come del resto non cessano di fare dall’inizio della crisi. Tanto vale farlo davvero quindi, con un risultato garantito e rapido! L’esercito siriano è conosciuto per essere forte, unito, organizzato ed efficiente. Gli specialisti sostengono che non può annientare tutti i gruppi terroristi in qualche giorno (basta ricordare Baba Amr con solo delle unità speciali e in una settimana). Quello che è certo è che nessuno ne parlerà dopo come dell’Algeria, che viene additata adesso come un esempio della lotta antiterrorista! Quando i terroristi massacravano intere popolazioni in Algeria, il mondo occidentale ed arabo accusava anche l’esercito algerino.  Siccome non avevano alcuna proba, si sono inventati il “chi uccide chi?” per seminare dubbi negli spiriti. Quando i “GLD” sono comparsi spontaneamente in alcuni villaggi con dei fucili da caccia – l’esercito li ha subito inquadrati organizzandoli – i risultati sono stati tanto eclatanti che gli stessi nemici li hanno tacciati di essere “milizie del regime”. Quando i terroristi sono stati sterminati, tutti questi opportunisti hanno presto voltato gabbana per esaltare le “capacità dell’Algeria”.


E’ verificato che, se i terroristi sentono di essere prossimi a essere uccisi, dopo avere esaurito il loro modus operandi, disertano in massa per mettersi sotto la protezione dei “servizi di sicurezza”. I tentennamenti o il “dialogo” con loro è sempre considerato come una manifestazione di debolezza dell’avversario; cosa che li incoraggia a raddoppiare la loro azione funesta. Non comprendono infatti altro se non il linguaggio delle risposte violente! Lo hanno capito in Algeria solo quando lo Stato ha assunto la ferma decisione di sradicarli senza alcuna concessione dopo essersi assicurato l’aiuto della popolazione. L’esperienza algerina nella lotta anti-terrorista è un esempio di scuola.


In Siria si parla di un “massacro a El Haffé” compiuto dall’esercito siriano. Ma per sterminare questi assassini di civili e distruttori di infrastrutture economiche e sociali. La ripulitura di El Haffé da tutti questi terroristi della NATO che seminano il terrore nella popolazione annuncia certamente una offensiva decisiva di sradicamento in Siria. Di qui ancora questa propaganda di “massacri della popolazione civile” per giustificare un intervento straniero. Di fatto è per salvare ciò che resta loro delle truppe; come Baba Amr quando hanno preteso dei “corridoi umanitari”.


Poiché non hanno altra causa giusta che non sia il denaro e il potere e poiché hanno come divisa “il fine giustifica i mezzi” che è un principio del Male di cui si serve il sionismo, stanno per fallire in Siria. Lo si vede d’altronde già con queste migliaia di “pentiti”; questa 3° conferenza degli “amici della Siria” in pochi mesi che sostiene una ‘opposizione’ armata illegittima e settaria; questi colpi che infliggono loro le unità specializzate; questo accanimento a far fallire il ‘piano Annan’; questa persistenza a superarmare l’opposizione attraverso la Turchia e il Libano; questa intensificazione della menzogna e questa propaganda orrenda fino allo stupido “bambini scudi umani”; questa moltiplicazione degli assassini dei civili da parte delle loro bande come a El Hula seguita, come diversione, dalla espulsione dei diplomatici siriani per far credere che sia stata opera dell’esercito siriano; questi attentati contro gli osservatori dell’ONU che li hanno costretti alla temporanea sospensione della loro missione; questo CNS o ‘consiglio di Istanbul’ che non nasconde più i suoi agganci e i suoi progetti con Israele né di essere il braccio armato degli Stati Uniti; questa ripetizione fino alla nausea che “il presidente siriano deve andarsene” mentre dispone di un massiccio sostegno popolare perché si mantiene – e il suo esercito si è consolidato – e nel momento in cui i rapporti di forza dimostrano nettamente la loro sconfitta; questa decisione di impedire la diffusione dei programmi della televisione siriana ecc.


Il fallimento dell’obiettivo siriano
Il fallimento dell’Occidente sull’obiettivo siriano è tale che si cerca adesso di imporre una vittoria “virtuale” attraverso il bombardamento e il bidonaggio mediatico.

Thierry Meyssan annuncia che la NATO prepara una vasta operazione di inquinamento consistente nell’impedire la trasmissione dei canali televisivi siriani che dovranno essere rimpiazzati da quelli creati dalla CIA per diffondere “immagini realizzate in studio che mostreranno dei massacri attribuiti al governo, manifestazioni popolari, ministri e generali che si dimettono, il presidente el-Assad che fugge, i ribelli occupare le grandi città, e un nuovo governo che si istalla nel palazzo presidenziale. Questa operazione, direttamente pilotata da Washington attraverso Ben Rhodes, consigliere aggiunto per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, mira a demoralizzare i Siriani ed a permettere un colpo di stato”.


Di fatto si tratta solo di una “realtà virtuale”, fatta di menzogne, di imbrogli e sovversioni , che non può essere che effimera. Non si potrà sostituire la realtà storica con una realtà virtuale, altrimenti le scienze umane e sociali non esisterebbero più.


Mosca, per la voce di Serguei Lavrov, ha preteso la cessazione immediata di questa guerra mediatica contro la Siria.


I rischi di un intervento militare senza l’ONU
Recentemente i Russi hanno con chiarezza indicato alla NATO che ogni intervento militare in Siria sarà considerato come un casus belli. I lanci di prova di missili balistici intercontinentali che hanno turbato il campo degli aggressori sono un avvertimento? Hanno lanciato dei missili “Topol” nella regione di Astrakan e dei “Bulava” da sottomarini nel mar Bianco. Due grandi vascelli da sbarco, il Nikolai Filtchenkov e il Cesar Kounikova, si preparerebbero a partire verso Tartus in Siria, secondo quanto rivelato da un ufficiale dello Stato maggiore, cosi come riferito da Interfax. Si parla anche di grandi manovre congiunte in Siria di Russia, Cina, Iran e Siria; vi parteciperebbero 90.000 soldati. Le esercitazioni si svolgerebbero nelle acque territoriali e sul territorio siriano. Navi da guerra, centinaia di missili, 400 aerei e 1.000 carri armati sarebbero utilizzati per queste esercitazioni, secondo Farsnews.


L’ambasciatore russo in Libano ha ritenuto “definitiva” la posizione della Russia che respinge l’idea di un intervento militare in Siria. Se si aggiunge la risposta della Cina al bellicismo occidentale si osserva che le cose sono giunte a un punto in cui perfino la saggezza cinese si sente irritata. Nel dicembre 2011, secondo Farsnews che si riferisce al bollettino del dipartimento di stato USA (Europian Union Times), il presidente cinese Hu Jintao avrebbe avvertito, a proposito dell’Iran che è l’obiettivo degli Stati Uniti attraverso il ponte siriano, che “in caso di un intervento militare contro l’Iran, la Cina entrerà, immediatamente e direttamente, in guerra contro gli Stati Uniti”. “Si farà la guerra, anche se ciò scatenerà la terza guerra mondiale”, avrebbe affermato il presidente cinese. Avvertimento per evitare una guerra distruttrice? Eppure nel corso della sua prima conferenza stampa del 2012, Obama sembra aver compreso il rischio, dichiarando: “Quanto succede in Siria è sconvolgente e scandaloso. Per altro verso, io penso che sarebbe un errore avviare, come qualcuno ha suggerito, un’azione militare unilaterale o pensare che esista una soluzione semplice” e criticando gli emuli di Geroge Bush con: “quando vedo la leggerezza con cui qualcuno parla di guerra, vedo che fanfaroneggiano e parlano molto, ma quando si pone loro la domanda sul che fare, essi fanno loro le decisioni che noi abbiamo preso nel corso degli ultimi tre anni”.  Saggezza, rinuncia per non trovarsi contro la Russia, la Cina e l’Iran o tattica?


Ripetiamo il messaggio, di grande gravità, lanciato nel novembre 2011 dal capo di stato maggiore generale russo Nikolai Makarov, nel corso di un suo intervento davanti alla Camera civile (Cremlino). Questo generale, riferendosi all’espansione della NATO nell’Europa dell’est con lo scudo anti-missile e il contesto post-libico di pressione sulla Siria e l’Iran, ha affermato che “diventa evidente che il rischio di coinvolgimento della Russia in conflitti locali è aumentato… in certe condizioni i conflitti regionali rischiano di degenerare in conflitti estesi con un possibile impiego di armi nucleari”. Il messaggio è chiaro, il rischio dunque è grande.


Non si imporrà mai un modello unico a un mondo che è pieno di diversità. E’ vano, futile e pericoloso forzare la natura imponendo i propri valoro al resto del mondo. Il fattore identità resterà determinante nelle relazioni internazionali e i valori umani comuni di equilibrio, di accordo e coesistenza pacifica resteranno eternamente. La stabilità del mondo dipenderà dalla propensione degli uomini a concepire un mondo multidimensionale e non binario. Approccio che sembra essere stato adottato dai paesi che si oppongono a un intervento militare straniero contro la Siria.