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 Siria, luglio 2012 - Il 19 luglio, dopo il voto al Consiglio di Sicurezza, che ha reso necessario il ricorso ad un ennesimo veto della Cina e della Russia per sventare i piani occidentali di intervento contro la Siria, il delegato siriano permanente all'ONU, Bachar al-Jaafari, ha preso la parola. Nessuno conosce il testo del suo discorso, censurato dai media occidetali e del Golfo. Ne riportiamo un estratto, ripreso da un video postato su Youtube (nella foto, Bachar al-Jaafari)





Le Grand Soir, 21 luglio 2012 (trad.Ossin)



A quelli che suonano i tamburi di guerra
Bachar al-Jaafari

Come previsto, ieri 19 luglio 2012, la Russia e la Cina hanno posto  il loro terzo doppio veto e sventato, ancora una volta, il sempiterno progetto concepito dai “nemici della Siria” per spingere il Consiglio di Sicurezza ad adottare una risoluzione totalmente ingiusta che infliggesse a questo paese ancor più sanzioni illegittime in riferimento al Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, mentre il Pakistan e l’Africa del sud si sono astenuti. Dopo il voto, il delegato siriano permanente alle Nazioni Unite, il dottor Bachar al-Jaafari, ha preso la parola:  parola che certamente non è giunta ai Siriani all’estero né a quelli che avrebbero potuto essere interessati ad ascoltarla, stante il silenzio assordante imposto ai media siriani con la complicità di Arabsat, di Nilesat e di tutte le specie di censura escogitate da alcuni paesi arabi e occidentali che si sforzerebbero di istaurare le libertà, soprattutto quella di espressione! Eccone una trascrizione non integrale, tratta da un video postato su Youtube



 

 

Signor Presidente… Il popolo siriano è oramai preso da angoscia e da inquietudine alla vigilia di ogni riunione del Consiglio di sicurezza sulla Siria, e ciò principalmente a causa di quanto abbiamo segnalato alla sua attenzione all’inizio: la sincronia sospetta tra queste sedute del Consiglio e le crudeli operazioni terroriste che hanno colpito un gran numero di persone innocenti tra il popolo siriano, oltre a un gran numero di sue istituzioni, di suoi quadri dirigenti e dei suoi beni pubblici e privati.

Signori… voi senz’altro ricordate tutte le esplosioni e i massacri che hanno terrorizzato gli abitanti di diverse regioni siriane… mentre il Consiglio di sicurezza discuteva della Siria… E’ con rammarico che vi ricordiamo che ancora ieri le mani di un terrorismo omicida hanno colpito dei ministri e dei dirigenti degli organi della Sicurezza nazionale riuniti a Damasco… E’ con rammarico che ricordiamo anche che questo Consiglio non ha in alcun modo condannato questo atto… ma… noi rivolgiamo i nostri ringraziamenti al Signor Segretario generale e all’emissario speciale, signor Kofi Annan, per le loro rispettive condanne.


Signor Presidente… Se un simile atto terrorista non riesce a suscitare una condanna severa e immediata da parte di questo Consiglio… ciò significa sicuramente che tutto quello che la Comunità internazionale ha costruito per lottare contro il terrorismo è lettera morta… E’ un fallimento che trasmetterà un messaggio di errore ai terroristi del mondo intero dicendo loro che essi sono esenti da ogni richiesta … E’ un silenzio che significherà che sostenere una soluzione pacifica e tenere lontana ogni forma di violenza in Siria per qualcuno è solo un semplice slogan destinato a guadagnare tempo, a ingannare l’opinione pubblica siriana e internazionale ed a bloccare il piano del signor Kofi Annan; mentre la Siria ha accolto favorevolmente il suo piano in 6 punti, la missione degli osservatori internazionali e le dichiarazioni della Conferenza di Ginevra del 30 giungo 2012 (…)


Ma malauguratamente alcuni paesi stranieri si sono immischiati immediatamente e brutalmente in una vicenda strettamente siriana per suonare i tamburi di guerra e diventare parte del problema, fornendo armi, finanziamenti, copertura politica e mediatica ed appoggio logistico alle bande armate; oltre ad incitare alla violenza e al rifiuto del dialogo ed adottare un pacchetto di una sessantina di sanzioni illegali che hanno turbato la vita quotidiana del popolo siriano…. Sanzioni che si fanno beffe delle regole di buon vicinato e di tutte le norme e le leggi internazionali, rendendole giuridicamente criminali… Questo, senza dimenticare la rottura delle relazioni diplomatiche con la Siria per tagliare corto con ogni dialogo e con ogni contatto diretto.


In nome del popolo siriano, noi diciamo a tutti questi paesi: se volete imporre la legge della giungla ad altri e se questa decisione vi sembra logica, cominciate dunque ad applicarla ai vostri rispettivi paesi e chiedete a quelli tra i vostri cittadini e residenti che simpatizzano sinceramente o meno con le bande armate e i terroristi che imperversano in Siria, di accoglierli e di offrire loro la libertà che essi agognano, soprattutto quella di seminare il disordine con le armi… come pure la libertà di destabilizzare e distruggere il tessuto nazionale e i fondamenti dello Stato siriano, col pretesto di istaurare riforme e democrazia!


Signor presidente… le voci che hanno da ultimo riempito i media a proposito di “armi chimiche” che la Siria potrebbe utilizzare, sono voci prive di ogni fondamento… è un pescare nel torbido… Se mai esse fossero in grado di fornire una qualsiasi prova, indicherebbero piuttosto l’intenzione di qualcuno di servirsene contro i Siriani, per accusare poi le autorità siriane e rivoltare l’opinione pubblica e il Consiglio di sicurezza contro queste stesse autorità.


Tutti i Siriani vogliono contribuire, sulla base di una riconciliazione e di un reciproco perdono, a lavorare insieme per ricostruire quello che è stato distrutto nel corso di questa crisi, ad andare avanti per fare evolvere e consolidare uno Stato di Diritto, a riportare la calma e la stabilità in luogo e al posto di quelli che auspicano l’adozione di una risoluzione del Capitolo VII o di un intervento militare straniero; ciò che consentirebbe ad alcuni Stati di evitare ogni autocritica e di cancellare dalla memoria di questo consiglio tutte le catastrofi e gli orrori che hanno lasciato lungo il loro passaggio.


Di conseguenza spetta a noi Siriani, compresi gli oppositori, comprendere che molti Stati, che si pretendono vivamente coinvolti nelle vicende siriane e con il suo popolo, non vogliono una soluzione pacifica che garantisca l’unità, la stabilità e la sovranità del paese e che permetta di rispondere alle aspirazioni del nostro popolo. Al contrario, quelli hanno di mira lo Stato e il popolo siriano e il loro ruolo nel mondo arabo, mussulmano e regionale; giocando sui disaccordi politici insorti sul campo durante questa crisi… e peggio ancora… giocando su alcuni elementi che ritengono che proprio coloro che hanno tradito gli Arabi con gli “accordi di Sykes-Picot” e la “Promessa di lord Balfour”… che hanno assassinato il primo ministro siriano della Difesa, il generale Youssef al-Azmeh, nella battaglia di Mayssaloun… che  hanno bombardato il Parlamento siriano nel 1945…. che hanno inferto una ferita ancora aperta in Palestina…. che hanno invaso militarmente l’Afghanistan, l’Iraq e la Libia… che hanno accordato il loro sostegno politico, militare e diplomatico a Israele per assicurargli il Golan siriano, i territori palestinesi e ciò che resta dei territori libanesi non liberati…    proprio essi siano disposti a rendere il più piccolo servizio per garantire altro che non siano i loro stessi interessi.


Spetta a noi Siriani riconoscere che una sola verità, quella che afferma che l’unica soluzione che possa rispondere alle legittime aspirazioni del nostro popolo debba essere una soluzione politica siriana che dipenda da noi tutti… e che passa per il dialogo nazionale tra noi e sotto il cielo della nostra patria… tra noi tutti e sotto il cielo della nostra patria! Spetta a tutti noi di riuscire a edificare uno Stato democratico, pluralista ed equo dove tutti siano uguali davanti alla Legge senza discriminazioni di appartenenza familiare, politica o ideologica… Uno Stato che offra a tutti le stesse opportunità politiche ed economiche e dove la competizione si svolga attraverso elezioni libere e trasparenti, come succede nei vostri rispettivi paesi…


Solo i Siriani sono capaci di proteggere il loro paese e di mantenere la propria immunità contro le ambizioni geopolitiche che minacciano la sue esistenza e la sua dignità… Allora lecchiamoci le nostre rispettive ferite, non dimentichiamo la nostra Storia comune e restiamo tutti consapevoli di tutto ciò che si trama contro il nostro popolo, per conservarci una patria che sappia resistere ad ogni nemico.


Signor Presidente… concluderò con una citazione di un filosofo siriano sufita che è vissuto a Damasco nel X° secolo dopo Cristo. Si tratta di un consiglio rivolto ai suoi allievi: “Figli miei, l’uomo ragionevole non deve mai mancare di giudizio quando contribuisce a fare la Storia, e anche colui  che avesse un problema col Diavolo non può cercarne la soluzione affidandosi a Lucifero!”


Grazie Signori


Articolo trascritto e tradotto dall’arabo da Mouna Alno-Nakhal