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 Siria, agosto 2012 - Le speranze del capo del Pentagono, Leon Panetta, che la presa da parte dei ribelli della città siriana di Aleppo avrebbe permesso di ficcare “l’ultimo chiodo nel coperchio della bara” di Bachar al-Assad non sono giustificate (nella foto, l'esercito siriano controlla Aleppo)







The Voice of Russia, 9 agosto 2012 (trad. Ossin)



La Battaglia per Aleppo: una svolta o un successo temporaneo?
Ilia Kharlamov


Le speranze del capo del Pentagono, Leon Panetta, che la presa da parte dei ribelli della città siriana di Aleppo avrebbe permesso di ficcare “l’ultimo chiodo nel coperchio della bara” di Bachar al-Assad non sono giustificate.


Questo agglomerato strategico è controllato dalla forze governative. L’opposizione ha riconosciuto a malincuore la sua sconfitta. Secondo gli esperti, il ristabilimento dell’ordine nel paese e il mantenimento del potere dipendono adesso dalla fermezza del leader siriano.


I combattimenti per la seconda città siriana sono stati considerati dalle Autorità, dai ribelli e dagli esperti occidentali come decisivi. Tuttavia la situazione non si è evoluta in favore dei “militanti contro il regime”. Benché anche questo esito non significhi che le forze di governo abbiano raggiunto una superiorità decisiva, ritiene l’orientalista, il professore Vladimir Issaev.


“La situazione non è cambiata considerevolmente solo perché una parte di Damasco è stata presa. Ciononostante le truppe di governo hanno ottenuto un certo successo. Adesso tutto dipende dalla capacità dell’opposizione di unirsi, di ricevere i finanziamenti dei paesi del Golfo, degli Stati Uniti e della Turchia e di passare attraverso la frontiera tra la Turchia e la Siria che praticamente non esiste. Che cosa potrebbe fare Bachar al-Assad? Giacché tutti i tentativi di avviare negoziati pacifici sono falliti, posso rispondere solo con le parole del rappresentante siriano all’ONU. Questi ha detto che bisognerà prendere delle misure più severe”.


Il popolo siriano e le autorità siriane hanno un piano concreto di azioni, ha raccontato a The Voice of Russia il co-presidente del Comitato russo di solidarietà col popolo siriano, Oleg Fomin:
 
“Che cosa devono fare i Siriani? Devono continuare a difendere le città e i villaggi dai banditi, spingere tutte le forze normali della società ad avviare negoziati, migliorare le relazioni con la Russia, la Cina, il Venezuela e Cuba: i paesi che li sostengono. Io spero che il cerchio di amici della Siria si allargherà perché tutti devono capire che Damasco ha ragione e che la politica dei neo-mondialisti è insufficiente. Cercano di stabilire in Siria il loro proprio ordine e soprattutto di far tornare il caos nel Vicino Oriente”.


Bisogna sottolineare che la città di Aleppo è un grande centro commerciale, la cui popolazione sostiene Bachar al-Assad. I ribelli e i loro alleati occidentali considerano Aleppo come una roccaforte da cui avviare i combattimenti e come una base per ricevere gli aiuti stranieri. Ora bisognerà che si trovino un altro posto.