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 Siria, gennaio 2013 - Il 14 dicembre il segretario alla difesa, Leon Panetta, ha firmato un decreto che autorizza l’invio di 400 battaglioni operatori di missili in Turchia. Secondo Washington la sicurezza della Turchia, stato importante della NATO, è minacciata. Nelle prossime settimane personale, militare statunitense sarà inviato in Turchia e sarà impegnato in due batterie di missili statunitensi Patriot (nella foto, batterie di missili Patriot)








Global Research, 15 dicembre 2012 (trad.Ossin)


Pericolosa escalation militare: scontro Russia-Stati Uniti in Siria?
Prof. Michel Chossudovsky (*)


Il 14 dicembre il segretario alla difesa, Leon Panetta, ha firmato un decreto che autorizza l’invio di 400 battaglioni operatori di missili in Turchia. Secondo Washington la sicurezza della Turchia, stato importante della NATO, è minacciata. Nelle prossime settimane personale, militare statunitense sarà inviato in Turchia e sarà impegnato in due batterie di missili statunitensi Patriot

Secondo il portavoce del Pentagono, George Little:
“Gli Stati Uniti hanno aiutato la Turchia a difendersi (contro la Siria)”.
“Per il momento non posso essere più preciso – ha aggiunto – ma volevo informarvi (…) che abbiamo firmato questo decreto e che siamo pronti a farci carico di difendere la Turchia sotto gli auspici della NATO per un periodo indeterminato.

L’obiettivo di questa iniziativa è di inviare un segnale chiaro che gli Stati Uniti , in stretta collaborazione con gli alleati della NATO, difenderanno la Turchia, soprattutto dalle potenziali minacce che provengono dalla Siria (US Air Force News, 14 dicembre 2012).
“Non si può perdete troppo tempo a domandarsi se questo farà incazzare (pisses off) la Siria”, ha dichiarato Panetta dopo avere firmato il decreto venerdì.

Oltre al dispiegamento di missili statunitensi, la Germania e i Paesi Bassi hanno confermato che istalleranno anch’essi dei missili Patriot in Turchia, puntati contro la Siria.

La dichiarazione ufficiale del Pentagono non fa menzione del fatto che questa accumulazione di batterie di missili Patriot non ha come solo obiettivo la Siria, ma mira anche a contrastare la presenza militare russa in Siria e il suo sostegno allo sviluppo del sistema di difesa aereo siriano.


Il programma insurrezionale degli Stati Uniti e della NATO
L’iniziativa del Pentagono in Turchia si inserisce nel programma  insurrezionale di Stati Uniti, NATO e Israele contro la Siria. Nel corso degli ultimi mesi, l’insurrezione si è tramutata in invasione alleata non ufficiale (benché de facto), caratterizzata dalla presenza in Siria di Forze speciali francesi, inglesi, turche e del Qatar.
Queste forze speciali sono integrate nei ranghi dei ribelli. Esse si occupano dell’addestramento di questi ultimi e sono di fatto coinvolte nel comando paramilitare e nel coordinamento, in stretto rapporto con la NATO.

In altri termini, attraverso le loro Forze speciali e i servizi di intelligence, alcuni Stati membri dell’Alleanza  atlantica contribuiscono in larga misura a determinare natura e successo delle attività dei ribelli. Fatto significativo, il Fronte Al-Nosra, una milizia affiliata a Al Qaida e responsabile di innumerevoli atti di terrorismo contro i civili, costituisce la principale forza combattente, direttamente reclutata e addestrata da Stati Uniti, NATO, Arabia Saudita e Qatar.


La guerra allargata del Medio Oriente
Il dispiegamento dei missili Patriot statunitensi in Turchia fa parte di un processo regionale di militarizzazione, che comporta l’istallazione di uffici di comando degli Stati Uniti e lo stazionamento di truppe degli Stati Uniti in Giordania e Israele. Questo dispiegamento militare regionale minaccia anche l’Iran.
Inoltre i preparativi di guerra degli Stati Uniti e della NATO contro la Siria si coordinano con quelli contro l’Iran. Gli uffici di comando in Israele, che dirigono circa 1000 battaglioni USA, in coordinamento con le Forze di difesa israeliane (FDI), sono sottoposti alla giurisdizione del Comando Europeo degli Stati Uniti (Eucom).

Il capo di stato maggiore iraniano ha recentemente ammonito che lo stazionamento di batterie antimissili alle frontiere tra la Turchia e la Siria equivale a “preparare il terreno per una guerra mondiale”.
E’ importante segnalare che, oltre ai missili Patriot in Turchia, batterie Patriot puntati sull’Iran sono state dispiegate anche in Kuwait, in Qatar, negli Emirati Arabi Uniti e in Bahrein.


I sistemi russi di difesa antiaerea in Siria
Come reazione al dispiegamento dei missili USA e dei loro alleati, la Russia ha fornito alla Siria dei missili Iskander perfezionati, oramai pienamente operativi, senza contare il sistema russo di difesa suolo-aria Pechora 2M.
L’Iskander viene descritto come un missile superficie-superficie “che nessun sistema di difesa antimissilistica può intercettare o distruggere”.

L’Iskander di ultimo tipo può viaggiare ad una velocità supersonica che supera le 1,3 miglia (2,09) Km al secondo (Mach 6-7) e la sua portata, di estrema precisione, supera le 280 miglia (450,62 Km). Distrugge gli obiettivi con la sua ogiva da 1500 libbre (680 kg), un incubo per qualsiasi sistema di difesa antimissile.

Peraltro la Siria dispone del sistema di difesa antiaerea moderno Pechora 2M e fonti militari statunitensi hanno ammesso che esso costituirà una “minaccia”, vale a dire un “ostacolo” alla realizzazione di una “zona di esclusione aerea” in Siria.

Il Pechora 2M è un sistema multiobiettivo sofisticato che può essere anche utilizzato contro i missili di crociera.
Esso è composto da missili suolo-aria a corta gittata concepiti per distruggere gli aerei, missili di crociera, elicotteri di assalto e altri bersagli al suolo o a bassa e media altitudine.


La Russia sostiene fermamente la Siria
Al contrario di quanto affermano recenti reportage, la Russia sostiene il governo di Bachar Al-Assad.
Il 14 dicembre, il ministro russo degli affari esteri ha smentito le voci, divulgate soprattutto dalle agenzia di stampa occidentali e dal New York Times, secondo le quali Mosca avrebbe mutato la sua posizione sulla Siria. Il battage mediatico che ha occupato le prime pagine dei giornali si fondava su una dichiarazione informale del ministro aggiunto degli affari esteri, Mikhail Bogdanov.
“Noi dobbiamo confrontarci con la realtà: la tendenza attuale dimostra che il governo perde progressivamente il controllo di parti sempre maggiori del territorio”, ha dichiarato Bogdanov alla Camera. “Una vittoria dell’opposizione non è da escludersi”.

La dichiarazione non aveva niente a che vedere con la posizione della Russia verso la Siria. E’ piuttosto il contrario. Mosca ha rafforzato la sua collaborazione militare con Damasco reagendo alle minacce occidentali.
“Noi non abbiamo mai cambiato idea e non lo faremo mai”, ha affermato il portavoce degli Affari Esteri Lukashevich durante una conferenza stampa a Mosca.

Deve notarsi che il 5 dicembre il ministro aggiunto degli affari esteri, Mikhail Bogdanovic, ha accusato alcuni paesi occidentali di violare l’embargo sulle armi inviando “vaste provviste di armi” all’opposizione siriana, essenzialmente composta da milizie affiliate ad Al-Qaida.


Pericolosi crocevia delle relazioni tra la Russia e gli Stati Uniti
Washington e i suoi alleati hanno sostenuto instancabilmente le diverse entità terroriste che formano le forze “ribelli” dell’opposizione.

Recentemente l’Esercito Siriano Libero (ESL) ha minacciato di giustiziare una giornalista ucraina e annunciato che “ucciderà i Russi e gli Ucraini” in Siria.

Gli elementi dell’ESL sono soldati dell’alleanza militare occidentale. Senza il sostegno dell’occidente, non avrebbero la capacità di affrontare le forze governative siriane.

La decisione di minacciare e prendere di mira i Russi non proviene dalle forze ribelle dell’opposizione, ma direttamente da Washington.

Queste minacce costituiscono atti di deliberata provocazione nei confronti della posizione del governo russo, che offre sostegno militare alla Siria. Le forse di “opposizione” , in sintonia con gli Stati Uniti e la NATO, minacciano oramai la Russia, un alleato della Siria.

Ci troviamo di fronte ad un crocevia pericoloso: i missili Patriot sono istallati in Turchia e i missili russi Iskander sono dispiegati in Siria.

Forze speciali francesi, inglesi, turche e del Qatar sono impegnate nell’attività di reclutamento e formazione dei ribelli dell’ESL, la maggior parte dei quali sono mercenari. L’ESL prende di mira adesso i cittadini russi in Siria per ordine di Washington, e questo potrebbe portare ad una implosione della diplomazia internazionale.


Mosca considera queste minacce come “dichiarazioni di guerra”, sostenendo che “gli insorti armati in Siria (sostenuti dall’Occidente) sono stati talmente incoraggiati da aver toccato un livello nel quale si ergono al di sopra della legge”.

La minaccia contro i Russi in Siria è il preludio di un processo più ampio di scontro tra l’alleanza Stati Uniti – NATO e la Russia?


Articolo originale in inglese: Military Escalation, Dangerous Crossroads: Russia-US Confrontation in Syria? Pubblicato il 15 dicembre 2012 

 
(*) Michel Chossudovsky è direttore del Centro di ricerche sulla mondializzazione e professore emerito di scienze economiche all’Università di Ottawa. E’ autore di “Guerra e Mondializzazione, la verità sull’11 settembre” e “Della Mondializzazione, della povertà e nuovo ordine mondiale” (best seller internazionale,  tradotto in più di 20 lingue.