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 Crisi siriana, aprile 2013 - La foto di lato si riferisce alla "strage du Hule", opera dei "ribelli" siriani di AlQaida. Tutto il mondo pensava però che ne fosse responsabile l'esercito regolare e il presidente Bachar al-Assad. Merito dell'Osservatorio siriano  dei diritti umani, che è riuscito a diventare unica fonte di informazione su quanto accade in Siria e ha bombardato i media internazionali di false informazioni. Oggi il New York Times scopre che "l'Osservatorio" è in realtà una sola persona, abita a Londra ed è finanziata dal governo inglese...






Mondialisation.ca, 18 aprile 2013 (trad. ossin)



Osservatorio siriano dei diritti umani: smascherato l’imbroglio finanziato dalla UE
Tony Carlucci


Il New York Times riconosce il gruppo fraudolento siriano di difesa dei diritti dell’uomo è costituito in realtà da un solo uomo “tuttofare”, finanziato dall’Unione Europea e da un altro paese europeo


12 aprile 2013.  In verità si conosceva da tempo l’assurda facciata propagandistica dell’Osservatorio siriano per i diritti dell’uomo, diretto da Rami Abdel Rahman dalla sua residenza nella campagna inglese. Stando ad un articolo di Reuters del dicembre 2011 intitolato: “Coventry: una residenza improbabile per un eminente attivista siriano”, Abdel Rahman ammette di essere membro della “opposizione siriana” che cerca di abbattere il presidente siriano Bachar al-Assad:


“Dopo avere scontato tre brevi condanne in Siria per il suo attivismo filo-democratico, Abdel Rahman è emigrato in Gran Bretagna nel 2000 temendo una quarta condanna più pesante”.

“Sono venuto in Gran Bretagna il giorno stesso in cui è morto Hafez al-Assad e ritornerò in Siria quando Bachar Al-Assad se ne andrà”, ha dichiarato Abdel Rahman facendo riferimento al padre di Bachar, Hafez, anch’egli autocrate.


Non si potrebbe immaginare una fonte di informazione meno affidabile, più screditata e più falsata. Ciononostante, nei due anni appena trascorsi, il suo “osservatorio” è stata l’unica fonte di informazione dell’interminabile torrente di propaganda prodotto dai media occidentali. Ma il peggio è che anche le Nazioni Unite utilizzano questa fonte screditata e apertamente propagandista come fondamento dei loro rapporti. Almeno è questo che il New York Times (NYT) dice adesso in un recente articolo: “Un uomo occupatissimo dietro il bilancio delle vittime della guerra civile siriana”.


L’articolo del New York Times ammette questo:

“Gli analisti militari di Washington si affidano al suo bilancio di soldati e ribelli uccisi per valutare l’evoluzione della guerra. Le Nazioni Unite e le organizzazioni di difesa dei diritti umani rovistano tra i suoi racconti di uccisioni di civili per trovare prove da utilizzare in caso di processo per crimini di guerra. I grandi media citano i suoi dati, noi compreso.

Tuttavia, nonostante il suo ruolo centrale in quella selvaggia guerra civile, l’Osservatorio dal nome pomposo si riduce in realtà a un solo uomo “tuttofare”. Il suo fondatore, Rami Abdel Rahman, 42 anni, che è emigrato dalla Siria 13 anni fa, lavora da una casa semi isolata di mattoni rossi situata in una ordinaria strada residenziale di questa tetra città industriale (Coventry, Inghilterra)”.


Il New York Times rivela d’altronde per la prima volta che le operazioni di Rami Abdel Rahman sono in effetti finanziate dall’Unione Europea e da un “paese europeo” che non vuole indicare:


“Il denaro che ricava da due esercizi commerciali copre quasi interamente le spese dei reportage sul conflitto e si aggiunge a piccole sovvenzioni dell’Unione Europea e di un paese europeo che non vuole indicare”.


E tuttavia nella foto qui sotto (Reuters) vediamo “Rami Abdel Rahman, capo dell’Osservatorio Siriano per i diritti umani, lasciare il ministero degli affari esteri e del Commonwealth dopo un incontro col ministro William Hague, il 21 novembre 2011. Abdel Rahman non è affatto il “capo” dell’Osservatorio Siriano per i diritti dell’uomo, egli “è” l’Osservatorio Sirano per i diritti dell’uomo, che dirige da casa sua in Inghilterra come l’opera di una sola persona.

 

 


Sebbene Abdel Rahman si rifiuti di indicare il “paese europeo” che lo finanzia, non vi è alcun dubbio che si tratti del Regno Unito dal momento che Abdel Rahman ha un rapporto diretto col ministro degli affari esteri William Hague. E’ confermato che si sono incontrati diverse volte al Ministero degli Affari Esteri e del Commonwealth a Londra. Il NYT rivela che è stato in realtà proprio il governo inglese a sistemare Abdel Rahman a Coventry, in Inghilterra, dopo che lo stesso aveva abbandonato la Siria, più di dieci anni fa, a causa delle sue attività antigovernative:


Quando due suoi compagni vennero arrestati nel 2000, egli fuggì dal paese pagando un passeur di migranti che lo introducesse clandestinamente in Inghilterra. Il governo lo ha sistemato a Coventry, di cui egli apprezza il tranquillo ritmo di vita.


Abdel Rahman non è affatto un “militante dei diritti umani”. E’ un propagandista remunerato. Assomiglia a quella banda di traditori turpi e decisi cui si è dato rifugio a Londra e a Washington durante la guerra in Iraq e la più recente orgia occidentale in Libia, con l’unico scopo di assicurare ai governi occidentali un frastuono costante di propaganda e rapporti informativi deliberatamente falsificati e concepiti specificamente per giustificare i disegni egemonici occidentali.

Tra i colleghi di Abdel Rahman si trova il noto transfuga iracheno Rafid al-Janabi, nome in codice “Curveball”, che si è pubblicamente vantato di avere inventato le accuse sulle armi di distruzione di massa irachene, il casus belli dell’Occidente per giustificare una guerra di dieci anni costata milioni di vite, anche di soldati occidentali, e che ha lasciato l’Iraq nel casino. Si trova anche il dr. Sliman Bouchuiguir, libico, meno conosciuto fondatore del racket dei diritti umani pro-Occidente a Bengasi, che si vanta oramai apertamente di avere inventato le storie di atrocità commesse nei confronti del popolo libico e attribuite a Muammar Gheddafi, storie che miravano a dare alla NATO l’occasione per intervenire militarmente.

Mentre in Iraq e in Libia la strategia occidentale ha avuto successo, essa è miseramente fallita nel tentativo di vendere un intervento militare in Siria. Anche la sua guerra clandestina sta cominciando a disvelarsi, dal momento che l’opinione pubblica sta comprendendo che il famosi “ribelli filo-democrazia”, armati da anni dall’Occidente, sono in realtà degli estremisti settari che fanno la guerra sotto le bandiere di AlQaida. Anche il simulacro dell’Osservatorio Siriano dei diritti dell’uomo  sta per rivelarsi per quello che è. Allo stato, però, è poco probabile che la mezza rivelazione del NYT convincerà i lettori che Rami Abdel Rahman non è niente altro che un altro “Curveball”, che aiuta l’élite imprenditoriale e finanziaria di Wall Street e Londra a vendere al pubblico un’altra guerra inutile.