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 Siria, maggio 2013 - Secondo il “Global Post”, che pubblica un articolo firmato Daniel R. Depris, “C’è un’altra guerra che si svolge in Siria, e non è quella tra anti e pro-Assad. I media non se ne interessano o fanno finta di non vederla, ma essa è importante tanto quanto la prima ed è quella che  si combatte all’interno dell’opposizione e che la mette continuamente a rischio di implosione” (nella foto, "ribelli" siriani)



IRIB, 9 maggio 2013 (trad. ossin)
 
 
Che succede tra gli oppositori di Assad?
 
E’ una vera catastrofe!  Fonte di grande preoccupazione per quelli schierati contro Assad… Secondo il “Global Post”, che pubblica un articolo firmato Daniel R. Depris, “C’è un’altra guerra che si svolge in Siria, e non è quella tra anti e pro-Assad. I media non se ne interessano o fanno finta di non vederla, ma essa è importante tanto quanto la prima ed è quella che si combatte all’interno dell’opposizione e che la mette continuamente a rischio di implosione”.
 
“Mentre l’opposizione siriana continua a combattere l’esercito di Bachar al-Assad, i suoi membri si combattono tra loro per assicurarsi il controllo delle risorse naturali dell’est della Siria e poter fare la parte del leone nella spartizione del bottino di guerra”. Secondo l’autore, “gli oppositori al regime di Assad non sono assolutamente in grado di dare di sé una immagine di esercito organizzato e regolare; è gente che lotta per impossessarsi dei pozzi di petrolio. Si veda il caso del villaggio di Al-Mossrab, nella provincia di Deir ez-Zor, dove le bande di ribelli rivali sono divise da profonde divergenze e dissensi.
 
Un tale stato di cose pone una sola domanda: Come sarà governata la Siria, una volta caduto Assad? Chi dirigerà lo Stato? Il sito Syria Comment, che appartiene a Joshua Landis, esperto siriano dell’Università di Oklahoma, ricorda anche lui il caso del villaggio di Al-Mossrab e lo considera tale da suscitare inquietudini tra i fautori della caduta di Assad. “A Al-Mossrab un camion cisterna carico di carburante è stato preso d’assalto dai ribelli. Due diverse milizie legate a al-Nosra hanno poi cominciato a uccidersi tra loro per impossessarsi del carico. Ma quelli che si sono uccisi tra loro appartenevano a delle tribù e le uccisioni tra tribù non si perdonano tanto facilmente. Gli appartenenti a una di esse hanno accusato Al-Nosra di averli presi in giro e di avere ucciso il loro comandante con un gesto preventivo.   I miliziani di Al-Nosra hanno poi attaccato questa tribù, distrutto le loro case, catturato gente e ucciso una cinquantina di persone. Ma gli appartenenti alla tribù hanno reagito e il centro di comando di Al-Nosra, nel villaggio, è stato preso d’assalto. “A quanto pare le tribù dell’est della Siria si starebbero armando per combattere Al-Nosra ed espellerne i membri dai loro villaggi. La violenza a Al-Mossrab ci ricorda l’Iraq di cinque anni fa. Nella provincia di al-Anbar, le tribù irachene si sono mobilitate per cacciare i Qaidisti.
 
“L’autore dell’articolo invita gli oppositori di Assad, quelli che desiderano la sua caduta senza troppo riflettere a quello che potrebbe succedere, ad essere più vigilanti. Indebolire il regime di Assad è stato finora particolarmente difficile e adesso, se gli oppositori si mettono a distruggersi tra loro, diventerà impossibile”!