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ProfileCrisi siriana, ottobre 2017 - Di fronte alle continue provocazioni degli USA in Siria, i Russi «dovranno fare qualcosa» prima o poi. Le cose potrebbero diventare assai pericolose, assai rapidamente e assai presto (nella foto, il generale di brigata Valery Asapov)

 

The saker, 25 settembre 2017 (trad.ossin)
 
Una pericolissima escalation in Siria
The saker
 
Oramai molti di voi ne saranno già informati: un generale di brigata russo, Valery Asapov, e due colonnelli sono rimasti uccisi in quello che ha tutta l'aria di essere un attacco omicida molto ben mirato. Esattamente come nel caso dell'unità di polizia militare russa attaccata nei pressi di Deir ez-Zor, I Russi accusano gli Stati Uniti di stare dietro a questo attacco. Per aggravare le cose, i Russi accusano oramai ufficialmente gli Statunitensi di collaborare attivamente con ISIS:
 
Il generale di brigata Valery Asapov
 
Unità delle forze speciali statunitensi consentono ad alcune unità delle Forze Democratiche siriane (FDS), appoggiate dagli Stati Uniti, di avanzare senza problemi attraverso le formazioni di ISIS. Senza incontrare la resistenza dei militanti di ISIS, le unità delle FDS avanzano lungo la riva destra dell'Eufrate verso Deir ez-Zor. Le fotografie aeree prese tra l'8 e il 12 settembre sulle località controllate da ISIS hanno registrato un gran numero di veicoli statunitensi Hammer utilizzati dalle forze speciali degli USA. Gli scatti mostrano chiaramente le unità di queste forze speciali transitare lungo le fortificazioni dei terroristi di ISIS. Tutto ciò senza che vi sia alcun segnale di assalti, battaglie o attacchi aerei da parte della coalizione guidata dagli USA per cacciarne i combattenti. Sebbene alcune posizioni statunitensi siano state localizzate nelle zone controllate da ISIS, non è stata organizzata alcuna pattuglia di screening. Ciò suggerisce che le truppe USA si sentano al sicuro nelle regioni controllate dai terroristi. 
 
Ecco le mappe e le foto aeree fornite dai Russi.
 
 
Tutto questo indicherebbe che il Pentagono sembra avere deciso di attaccare direttamente le forze russe, per quanto in modo non ufficiale. Dal suo punto di vista, si tratta di una decisione (quasi) sensata.
 
In primo luogo, non potrebbe essere più chiaro che, sia i «buoni terroristi», sia i  «cattivi terroristi», hanno perso la guerra civile in Siria. In altri termini, gli Stati Uniti sono stati battuti, la Siria, la Russia, l'Iran e Hezbollah hanno vinto e gli Israeliani stanno dando di matto.
 
In secondo luogo, il piano USA di utilizzare i Curdi come fanti/carne da cannone è fallito. I Curdi sono in tutta evidenza troppo intelligenti per farsi trascinare in un progetto tanto malvagio.
 
In terzo luogo, l'opzione USA di un piano B, la divisione della Siria, viene oggi direttamente minacciata dai successi militari siriani.
 
E, infine, gli Statunitensi sono adesso profondamente umiliati e furiosi per il successo russo in Siria.
 
Di conseguenza, hanno quindi deciso di prendere di mira direttamente il personale militare russo e usano le loro grandi capacità ricognitive, insieme alle loro forze speciali sul campo, che lavorano mano nella mano coi «buoni» e i «cattivi» terroristi, per individuare e attaccare il personale militare russo.
 
Non è la prima volta, d'altronde. Vi sono molte prove convincenti che un ospedale russo nei pressi di Aleppo sia stato preso di mira, utilizzando mezzi di cui la succursale locale di Daesh non disponeva. Questa volta però gli Statunitensi non stanno nemmeno cercando di nasconderlo. Il messaggio sembra essere il grande classico favorito degli USA, «watcha gonna do about it?»  (Beh, che farai?)
 
I Russi in effetti potrebbero fare molte cose. Ho scritto in proposito nel mio articolo intitolato “L’utilità della smentita plausibile contro un avversario che mente sistematicamente”. Se la gente del CENTCOM veramente pensa che i loro generali siano tutti al sicuro e fuori portata, si sbagliano di grosso. Al contrario dei Russi e, ancor più, degli Iraniani, la maggior parte dei generali USA detesta prendersi dei rischi ed è difficile mandarli in Siria. Ma chi ha detto che la Russia debba ricorrere alle rappresaglie in Siria? O, al bisogno, ricorrere a forze russe per vendicarsi? Sì, la Russia dispone di unità speciali addestrate ad assassinare obiettivi di grande valore in paesi ostili, ma questo non significa affatto che potrebbe decidere di ricorrervi. Dovunque possono capitare degli incidenti e le strade sono notoriamente pericolose in Medio Oriente. Perché dico questo? Per dimostrare che la Russia ha altre possibilità, oltre quella della  guerra aperta.
 
Certamente i Russi potrebbero semplicemente lanciare una raffica di missili da crociera Kalibr su tutte le posizioni di ISIS mostrate nelle foto più sopra e poi dire: «Oops, c'erano alcuni dei vostri insieme a quei tipi di Al Qaeda? Davvero? Non lo sapevamo, per niente». Anche la Siria ha un arsenale di missili balistici tattici assai fornito. I Siriani potrebbero colpire per errore una di queste posizioni ISIS+USA e poi esprimere la loro costernazione per la presenza di personale militare statunitense in mezzo ai terroristi. C'è anche Hezbollah che, in passato, è riuscita a catturare dei soldati israeliani nel corso di raid frontalieri e che potrebbe decidere di catturare qualche elemento delle forze speciali USA. E non dimentichiamo gli Iraniani che da molti anni non hanno una simile occasione d'oro per mettere le mani sul personale militare statunitense.
 
I tre principali punti deboli del dispositivo delle forze statunitensi in Siria sono: prima di tutto sono troppo poche per fare la differenza, ma abbastanza numerose da costituire un obiettivo interessante, e poi che tutte le «forze in campo» che contano sono contro di loro (i Siriani, l'Iran, la Turchia, Hezbollah e i Russi). Infine, i due unici reali alleati degli Stati Uniti nella regione sono troppo spaventati per mandare truppe di terra: Israele e i Sauditi.
 
Il risultato è che, se gli USA pensano che i Russi e i loro alleati non abbiano altre opzioni, si sbagliano di grosso. Dovrebbero anche considerare seriamente le conseguenze di avere Forze speciali che operano in posizioni avanzate. I Siriani riducono rapidamente le distanze e questo potrebbe non essere il momento migliore per cacciare il personale militare russo.
 
Fino ad oggi, i Russi si sono limitati unicamente a proteste e manifestazioni di disappunto. Con tutta evidenza, non è stata una strategia efficace. I Russi evidentemente non si rendono conto che pochissimi se ne preoccupano e che, più si lamentano, meno i loro moniti vengono presi sul serio. Questo modo di fare non potrà durare a lungo e i Russi «dovranno fare qualcosa», per riprendere l'espressione statunitense.
 
Le cose potrebbero diventare assai pericolose, assai rapidamente e assai presto.