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La militante dei diritti umani che “non creano problemi”

Emma Bonino, la donna più sopravvalutata della repubblica

Azzazello


Il primo problema della sfortunata carriera di ministro degli esteri di Emma Bonino è venuto dal caso di Alma Shalabayeva, rapita da poliziotti italiani agli ordini dell’ambasciatore kazako a Roma e rispedita al suo paese. Emma Bonino, la donna più sopravvalutata della repubblica, ha agito con fermezza e solerzia: ha revocato l’espulsione dopo che era stata eseguita e ha convocato l’ambasciatore kazako. E’ vero che erano già passati quasi due mesi dai fatti, però la ministra non ci ha pensato due volte e lo ha ugualmente convocato “d’urgenza”.

L’ambasciatore non si è molto impressionato e ha risposto di essere in vacanza; all’incontro ci ha mandato un suo delegato, fortuna che non era anche lui al mare altrimenti ci sarebbe andato il portiere. La ministra è stata ugualmente fermissima, le cronache riferiscono come abbia manifestato “a muso duro” la sua contrarietà per quanto accaduto. Quanto ad espellere l’ambasciatore, non se ne parla proprio: “potrebbe creare dei problemi”, ha fatto sapere. Certamente all’ENI, che ha grossi interessi in Kazakistan.

Quasi contemporaneamente scoppiava un’altra grana: a Panama veniva fermato l'agente Robert Lady, condannato da un Tribunale italiano a nove anni di reclusione per il rapimento di Abu Omar. Il ministro Cancellieri avviava le pratiche di estradizione, ma la CIA interveniva e trasferiva il condannato negli USA, sottraendolo alle autorità italiane. Il ministro degli esteri italiano, Emma Bonino, questa volta non ha nemmeno fatto il “muso duro”, ma si è limitata a dichiarare di "prenderne atto" e di "rispettare la decisione di Panama". Ufficiosamente ha fatto intendere di essere sollevata dalla piega che la situazione aveva preso, perché si erano evitati “problemi” con l’amministrazione USA.

A proposito di sovranità nazionale, in aprile era stato lo stesso Giorgio Napolitano a concedere la grazia a un altro dei condannati per le operazioni illegali della CIA in Italia, il colonnello Joseph Romano. E il Consiglio di Difesa, presieduto da Giorgio Napolitano, presente Emma Bonino, ha deciso a inizio di luglio che il Parlamento può tagliare le pensioni, la spesa sociale, i fondi per la scuola, ma non può decidere di risparmiare gli oltre 12 miliardi necessari per l’acquisto degli aerei da guerra F35.

Ma torniamo alla Bonino: il 25 luglio il Consiglio degli affari esteri dell’Unione Europea, su pressione della lobbie filo-israeliana, ha inserito la struttura militare di Hezbollah (partito presente nel Parlamento libanese) nella lista delle organizzazioni terroristiche. La ministra Emma Bonino non era d’accordo, anche perché le venivano sollecitazioni in questo senso dalla Difesa, preoccupata di eventuali ripercussioni nei confronti dei militari italiani presenti in Libano. Non era d’accordo… però ha votato ugualmente a favore. Per “non creare problemi”, ha spiegato.

L’unico scatto di orgoglio lo ha avuto nel corso del Consiglio dei Ministri del 26 luglio. Le cronache riferiscono che, alla proposta del ministro della salute Beatrice Lorenzin di vietare il fumo in macchina per tutelare in bambini, la riunione del Consiglio dei Ministri si è accesa, “Emma Bonino è come saltata sulla sedia: Questo è proibizionismo, è un attacco alla libertà individuale!”

E ha ottenuto il primo successo della sua carriera di ministro. “La norma spezza-governo è stata tolta dal pacchetto sanità”, riferisce il Corriere della Sera.


Che Emma Bonino sia la donna più sopravvalutata della repubblica è un dato certo, almeno per chi ne conosce bene la carriera fatta all’ombra dei poteri forti, che più forti non si può. E sa anche che l’immeritata  fama di militante per i diritti umani è stata costruita nelle pieghe della sua formazione al Dipartimento di Stato Usa e della sua amicizia col finanziere George Soros.

Emma Bonino è sempre pronta a protestare contro le violazioni dei diritti praticati nei paesi nemici degli USA e di Israele, ma non ha mai aperto bocca sull’apartheid in Israele, né sui soprusi praticati nei paesi (dall’Arabia Saudita al Marocco) alleati degli Stati Uniti. Fa la voce grossa contro i popoli poveri e ignoranti che praticano l’infibulazione, contro le presunte violazioni dei diritti umani a Cuba, contro i Talebani (almeno fintanto che non hanno aperto una rappresentanza diplomatica in Qatar), ma non parla mai di Guantanamo (se non a bassissima voce, per paura di essere sentita), né degli omicidi mirati di USA e Israele. Insomma non osa irritare i veri potenti, quelli che possono “creare problemi”.

E, come ricompensa, è venuta la nomina a ministro degli esteri, su “suggerimento” del capo del Dipartimento di Stato USA, John Kerry.


Emma Bonino è la dimostrazione vivente di come i “diritti umani” possano essere uno straordinario strumento di promozione e di carriera. Basta saper scegliere quali difendere (quelli che “non creano  problemi”) e quali ignorare.