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(ANSA) - TEHERAN, 17 MAG - Iran, Turchia e Brasile hanno ufficialmente firmato un'intesa per lo scambio di uranio scarsamente arricchito con combustibile nucleare. I ministri degli Esteri dei tre Paesi hanno siglato l'intesa, in presenza del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, di quello brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ed il premier turco Recep Tayyip Erdogan. Lo scambio avverrà in Turchia. Dopo la firma, Ahmadinejad ha invitato le grandi potenze a 'riaprire' il negoziato sul programma nucleare di Teheran.

La lettera dimenticata

La storia è nota: il presidente Ahmadinejad ha accettato la proposta di Turchia e Brasile di depositare in Turchia una parte delle scorte di uranio durante il processo di arricchimento necessario ad alimentare i reattori civili iraniani. Un successo diplomatico dei due paesi “emergenti”,  una strada concreta per risolvere la crisi innescata dal programma nucleare iraniano. Subito dopo, però, il capo del Dipartimento di Stato Usa, Hillary Clinton, ha annunciato di aver concluso un accordo con Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania, per il varo di nuove e più pesanti sanzioni contro l’Iran.  Accompagnando l’annuncio con toni sprezzanti nei confronti di Lula ed Erdogan, considerati quasi come dei principianti della diplomazia che si sarebbero fatti strumentalizzare dall’astuto presidente iraniano, interessato a creare un diversivo per ostacolare il varo di nuove sanzioni internazionali contro il suo paese. «L'accordo con Brasile e Turchia - ha dichiarato la Clinton - è stato una manovra diversiva da parte dell'Iran perché sapevano che avevamo con noi Russia, Cina e Europa e ci accingevamo a varare la risoluzione».   

E’ stato a questo punto che, sul sito ufficiale del Ministero degli Esteri brasiliano, è stata pubblicata la lettera che, in data 20 aprile 2010 (meno di un mese prima), il presidente Obama aveva inviato al suo omologo Luiz Inacio Lula da Silva, ringraziandolo per il suo impegno e ribadendo che, per gli USA, “l’accettazione da parte dell’Iran di trasferire 1200 kg del suo uranio debolmente impoverito fuori dal paese creerebbe fiducia e si ridurrebbero le tensioni regionali... con la diminuzione delle scorte di LEU iraniano… l’Iran comincerebbe a dimostrare che ha un intento nucleare pacifico”. Ma, ciò che è più importante, è lo stesso Obama a proporre la soluzione che, con il successivo accordo, Turchia e Brasile sono riusciti a concordare con l’Iran. Dice infatti Obama: “Esiste un compromesso potenzialmente importante che fu già presentato nel novembre scorso: l’IEA ha trasmesso all’Iran la nostra proposta di autorizzare l’Iran a spedire i suoi 1200 kg di LEU all’inizio del processo ad un paese terzo, specificamente la Turchia, da essere utilizzato come deposito di garanzia durante il processo di produzione del combustibile e che l’Iran avrebbe avuto indietro il suo uranio nel caso avessimo mancato la fornitura del combustibile”.
Infine, la parte decisiva: “Vorrei sollecitare il Brasile a convincere l’Iran dell’opportunità di questa proposta di creazione di un deposito di garanzia del suo uranio in Turchia durante il processo di produzione del combustibile nucleare”.

Ebbene, Turchia e Brasile hanno ottenuto esattamente quanto il presidente Obama aveva considerato sommamente auspicabile e quanto lo stesso presidente Obama aveva sollecitato al suo omologo brasiliano. Perché, a cose fatte, tutta l’operazione è stata considerata un “imbroglio” da parte dell’Iran?
E perché, mentre Obama chiedeva a Lula di tentare un ultimo accordo con l'Iran, contemporaneamente trattava con Russia, Cina e Europa per applicare nuove sanzioni?

Il pasticcio diplomatico è evidente, e se ne sentiranno certamente gli effetti durante i lavori del Consiglio di sicurezza dell'ONU, chiamato a discutere del "nucleare iraniano". Il Brasile ne è infatti membro temporaneo e non mancherà di manifestare la propria irritazione nei confronti del doppio gioco USA.

Pubblichiamo integralmente la lettera di Obama, tradotta in italiano da Ossin.
L’originale è consultabile sul sito del Ministero degli Affari esteri brasiliani:

http://www.politicaexterna.com/archives/11023#axzz0puDz25sw






La Casa Bianca – Washington, 20 Aprile 2010

Sua Eccellenza Luiz Inacio Lula da Silva
Presidente della Repubblica del Brasile - Brasilia


Caro Sig. Presidente,
Vorrei ringraziarLa per il nostro incontro con il Primo Ministro turco Erdogan durante il Summit sulla Sicurezza Nucleare. Abbiamo dedicato un po’ di tempo all’Iran, alla questione della fornitura del combustibile nucleare per il Reattore di Ricerche di Teheran (TRR-Tehran Research Reactor), con riguardo  alla disponibilità di Brasile e Turchia a lavorare alla ricerca di una soluzione accettabile.  Avevo promesso di rispondere nei dettagli alle sue idee. Ho attentamente analizzato la nostra discussione e vorrei offrire una spiegazione dettagliata della mia visione e suggerire una strada per andare avanti.
Sono d’accordo con lei che il TRR è un’occasione per sperimentare una strada per un dialogo più ampio sui temi che più preoccupano la comunità internazionale nei confronti del programma nucleare iraniano nel suo complesso. Sin dall’inizio ho percepito la richiesta iraniana come una chiara e concreta opportunità per iniziare a costruire fiducia e confidenza mutue e, dunque, creare tempo e spazio per un processo diplomatico costruttivo. Per questa ragione gli Stati Uniti hanno così fortemente sostenuto la proposta avanzata dall’ allora Direttore dell’ Agenzia Internazionale di Energia Atomica (IAEA-International Atomic Energy Agency) ElBaradei.
La proposta dell’IAEA è stata elaborata per essere giusta e equilibrata e perché entrambe le parti potessero guadagnare fiducia e confidenza.  Per noi il consenso da parte dell’Iran a trasferire 1200 kg del suo uranio debolmente impoverito (LEU-Low Enriched Uranium) fuori del paese creerebbe fiducia, e si così ridurrebbero le tensioni regionali, con la  diminuzione delle scorte di LEU iraniano. Vorrei sottolineare che questo punto è di fondamentale importanza per gli Stati Uniti. Riguardo all’Iran, questo paese avrebbe ricevuto il combustibile nucleare richiesto per garantire il funzionamento continuato del TRR per produrre gli isotopi medici necessari e, utilizzando il suo proprio materiale, l’Iran incomincerebbe a dimostrare che ha un intento nucleare pacifico. Nonostante il disprezzo dimostrato dell’Iran nei confronti di cinque risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che gli intimavano di interrompere l’arricchimento dell’uranio, noi eravamo preparati a sostenere e facilitare una proposta in grado di fornire all’Iran il combustibile nucleare utilizzando  l’uranio arricchito dall’Iran medesimo, e questa è una dimostrazione della nostra disponibilità ad essere creativi perseguendo una via destinata a creare mutua fiducia.
Nel corso delle consultazioni, abbiamo anche riconosciuto il desiderio dell’Iran di essere rassicurato. In conseguenza, la mia squadra si è impegnata perché la proposta dell’ IAEA tenesse ferme varie misure, inclusa una dichiarazione di patrocinio degli USA, capaci di lanciare un segnale circa la nostra volontà di sottoscrivere l’accordo e, potenzialmente, giocare un ruolo più diretto nel processo di produzione del combustibile, con un ruolo centrale della  Russia e il presupposto di un controllo integrale, da parte  dell’IAEA , del materiale nucleare durante il processo di produzione del combustibile. Infatti la proposta dell’IAEA offriva all’Iran garanzie significative e sostanziali, oltre all’ assunzione di responsabilità da parte dell’IAEA stessa, degli Stati Uniti e della Russia. Il Dr ElBaradei affermò pubblicamente, l’anno scorso, che gli Stati Uniti avrebbero assunto la più grande parte del rischio connesso alla proposta dell’IAEA.
Come  abbiamo discusso, sembra che l’ Iran stia perseguendo una strategia destinata a creare un’impressione di flessibilità senza però accettare iniziative che potrebbero cominciare a creare fiducia e confidenza mutue. Abbiamo osservato che l’Iran trasmette messaggi di flessibilità a lei e ad altri, ma che formalmente reitera una posizione inaccettabile tramite i canali ufficiali all’IAEA. L’Iran ha continuato a rifiutare la proposta dell’IAEA ed insiste di mantenere l’uranio debolmente impoverito nel proprio territorio, fino a che il combustibile nucleare non venga consegnato. Questa fu la posizione che l’Iran ha formalmente trasmesso all’IAEA nel gennaio 2010 e, di nuovo, a febbraio.
Abbiamo capito da lei, dalla Turchia e da altri, che l’Iran  continua a proporre di conservare l’uranio debolmente arricchito nel proprio territorio, sino che non avvenga lo scambio simultaneo del proprio LEU con il combustibile nucleare. Come ha osservato il Generale Jones, durante il nostro incontro, sarebbe necessario un anno perc produrre una significativa quantità di combustibile. Quindi verrebbe meno la capacità della proposta dell'IAEA di suscitare fiducia nei confronti degli Stati Uniti e si correrebbero molti rischi. Primo, l’Iran  sarebbe posto in grado di continuare a stoccare LEU durante questo tempo, con la possibilità di accumulare una riserva di LEU equivalente a quella necessaria per due o tre ordigni nucleari. Secondo, non ci sarebbe nessuna garanzia che l’Iran  accetti, in seguito, lo scambio finale. Terzo, la “custodia”, dalla parte dell’IAEA, del LEU in territorio iraniano non  ci fornirebbe un miglioramento ponderabile della situazione attuale e, comunque, l’IAEA non può impedire all’Iran di riassumere il controllo , in qualsiasi momento, del suo uranio.
Esiste un compromesso potenzialmente importante , che fu già presentato nel novembre scorso: l’IAEA ha trasmesso all’Iran la nostra proposta di autorizzare l’Iran a spedire i suoi 1200 kg di LEU all’ inizio del processo ad un paese terzo, specificamente la Turchia, da essere utilizzato come “deposito di garanzia” durante il processo di produzione del combustibile, con la previsione che l’Iran avrebbe diritto a recuoerare il suo uranio in caso di mancata fornitura del combustibile. L’Iran non ha mai perseguito la linea  del compromesso del “deposito di garanzia” e non ha dato alcuna spiegazione credibile del perché l’abbia respinta. Penso che ciò sollevi dubbi reali sulle intenzioni nucleari dell’Iran, se l’Iran non è disposta ad accettare una proposta che serve a dimostrare che il suo LEU è per uso civile e pacifico.
Vorrei sollecitare il Brasile a convincere l’Iran dell’ opportunità  di questa proposta di crearsi un “deposito di garanzia” del suo uranio in Turchia durante il periodo di produzione del combustibile nucleare.
Nel corso di tutto questo processo, l’Iran, per il modo con il quale ha affrontato  la suddetta proposta , invece di creare fiducia, l’ha erosa. Per ciò, io ho dubbi che l’Iran sia davvero disponibile ad impegnarsi con il Brasile in buona fede e, per questa ragione, L’ ho messa in guardia durante il nostro incontro. Per iniziare un processo diplomatico costruttivo, l’Iran deve trasmettere all’IAEA  un’ impegno costruttivo di trattare per le vie ufficiali, cosa che non ha fatto sinora. Nel frattempo imporremo sanzioni con il cronogramma che le ho abbozzato. Voglio sia chiaro che lascerò la porta aperta alle trattative con l’Iran. Come Lei ben sa, L’Iran finora non ha accettato  la mia offerta di dialogo incondizionato e comprensivo.
Sperando in  una prossima opportunità di rincontrarla per discutere della questione di come consideriamo la sfida del programma nucleare iraniano al riguardo della sicurezza della comunità internazionale , incluso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Sinceramente
F.to Barack Obama





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