Intervista a Said Sougtty, esponente dell’AMDH
Ossin: Cosa è successo a Ksar El Kébir?
Sougty: Io vivo lontano dal Marocco, ma il fatti parlano di un incontro di omosessuali che sarebbe risultato sgradito ad alcuni abitanti collerici.
Ossin: Lei è d’accordo con la firma che la sezione locale dell’AMDH ha apposto sotto la petizione indirizzata alla Procura?
Soutgy: è stata una stupidaggine che, spero, il responsabile saprà correggere, perché noi lo abbiamo visto all’opera come difensore dei diritti umani ed i diritti dell’uomo sono indivisibili.
Ossin: Cosa avete fatto per prendere le distanze?
Soutgy: Io sono membro dell’AMDH e la mia associazione ha pubblicato un comunicato al quale io aderisco completamente.
Ossin: Voi considerate la libera manifestazione dell’omosessualità come un diritto dell’uomo da difendere?
Soutgy: Certamente, l’omosessualità dipende da una libera scelta del proprio orientamento sessuale, non è né una malattia, né un flagello, ancor meno una moda. Fa parte delle libertà individuali verso cui si deve rispetto. La reazione di Ksar El Kébir dimostra allo stesso tempo la spinta retrograda nella società marocchina e le contraddizioni che la attraversano. Perché in Marocco l’omosessualità è presente in modo rilevante.
Ci sono degli omosessuali che vivono male la loro sessualità e non possono liberamente manifestarla; ma in un paese dove la relazione con la donna non si concepisce se non in un ambito religioso e legale, l’omosessualità finisce con l’essere per qualcuno una boccata di ossigeno. Ora, in Marocco viene inteso come omosessuale solo il passivo, poiché l’attivo viene considerato virile, il “vero uomo”. Ma secondo il dizionario l’omosessuale è colui che prova affinità sessuale con persone dello stesso sesso e io posso affermare che il numero di omosessuali, eterosessuali e pedofili, si può calcolare a milioni. L’avanguardia dei quali è composta da religiosi.
(21 dicembre 2007)