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TelQuel, 25/31 luglio 2009

Marocco-Polisario. La parola ai giovani. L’avvenire del Sahara non riguarda solo i politici, ma anche i giovani.

Sedici giovani di Casablanca e di Tindouf si ritroveranno dal 5 al 19 agosto a Oxford, per animare un dibattito sul conflitto del Sahara. E imparare a conoscersi meglio.

E’ quasi ufficiale, il Marocco e il Polisario dovranno ritrovarsi in agosto, verosimilmente a Vienna, sotto l’egida dell’ONU, per un’ennesima sessione (informale) di negoziato sulla spinosa questione del Sahara. Nel frattempo, a qualche centinaio di chilometri di distanza dalla capitale austriaca, più esattamente a Londra, avranno luogo una serie di incontri tra la gioventù dei due campi nemici. Per iniziativa di 2 ONG, una inglese, Talk Together (parliamo insieme) e l’altra norvegese, United World Culturs (Culture del mondo unite), sedici giovani di Casablanca e di Tindouf, d’età compresa tra i 16 e i 19 anni, coabiteranno per due settimane e animeranno, in chiusura, un dibattito su questo conflitto, già vecchio di 34 anni. Una novità.

Tutto salvo i “territori occupati”
L’avvenimento non si sarebbe mai realizzato senza la costanza e la tenacia degli organizzatori che hanno dovuto, prima di tutto, vedersela con la “resistenza” delle autorità marocchine. “Abbiamo preso contatto con loro, non per ottenere un’autorizzazione, ma piuttosto per cortesia”, precisa uno degli organizzatori, Andrew Brown, spiegando che “le autorità marocchine non erano veramente contrarie, ma hanno preteso in cambio che fossero soppresse alcune espressioni, come quella di “territori occupati”.
Talk Together e United World Culturs, che non hanno contatti nel Regno, hanno dovuto attendere diversi mesi prima di trovare gli otto giovani che devono rappresentare il Marocco. “Abbiamo perso un sacco di tempo a contattare le scuole private. Quasi tutte hanno declinato il nostro invito”, si lamenta Andrew Brown, che è riuscito finalmente a convincere un pugno di presidi a partecipare all’iniziativa. Da parte del Polisario, le cose sono state relativamente più semplici. I dirigenti separatisti, perennemente in cerca di pubblicità, si sono detti “incantati” dall’iniziativa, ed una ONG di Tindouf non si è fatta pregare per scegliere gli otto rappresentanti del campo di Lahamada.

Volley, tango e dialogo
“Parlare inglese, essere tolleranti, socievoli, interessati al dialogo, ecc”. Ecco in via di principio il profilo dei sedici marocchini e saharaoui che si ritroveranno, a partire dal 5 agosto, in un edificio prestato per l’occasione dalla Private School St Edwards, a Oxford, nella regione londinese. Per due settimane le due “delegazioni”, accompagnate da sedici liceali inglesi e norvegesi, dovranno imparare a conoscersi. “Faranno tutto insieme: mangiare, cucinare, visitare il paese, giocare al volley-ball, ballare il tango, ecc”, spiega Andrew Brown. Allo stesso tempo i sedici giovani si prepareranno per il dibattito che chiuderà il soggiorno, davanti ad un pubblico scelto con cura (accademici, giornalisti, militanti di associazioni). Ognuno dei due campi è, d’altro canto, chiamato a difendere la propria tesi: l’autonomia del Sahara, sul versante marocchino, e l’indipendenza per i saharaoui. Per essere pronti il giorno x, i giovani dovranno passare per le mani di allenatori specializzati in tecniche di negoziazione, oltre a professori di diritto e di scienza politiche, per familiarizzarsi con la posta di un conflitto che è durato troppo.
Già si fanno i pronostici su chi vincerà questo dibattito, primo del genere. “Ma non è questa la cosa più importante. Il nostro obiettivo è quello di dimostrare che anche durante un conflitto, la discussione, il negoziato e lo scambio non devono smettere”. A buon intenditore.