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Mettono i carnefici e le vittime sullo stesso piano

La grande “confusione” degli europei

L’Expression 3 gennaio 2009

L’Unione europea intende inviare una delegazione in Medio oriente per trovare una soluzione



Cosa può ancora aspettarsi la Palestina dall’Unione Europea? Il passaggio della presidenza della UE dalla Francia alla Repubblica Ceca non sarà certo in favore della questione palestinese. La Repubblica Ceca, che è subentrata giovedì a Parigi nella presidenza di turno della UE, resta un paese che ha pochissime relazioni coi Paesi arabi in generale, e con la Palestina in particolare. Ed ha anzi intenzione di rafforzare le relazioni israelo-europee, una volta alla testa dell’UE.
E’ stato lo stesso capo della diplomazia ceca che ha chiarito la cosa: ha dichiarato che il suo paese desidera estendere la relazioni con Israele. Ancora di più, ha affermato che la Repubblica Ceca vuole usare la sua influenza in questa questione. Con una tale dichiarazione, sarebbe illusorio attendersi una rapida cessazione dei bombardamenti israeliani e la tregua chiesta dall’opinione internazionale.
Già sotto la presidenza della Francia, l’Unione europea aveva collocato vittime e carnefici sullo stesso piano. Durante la riunione di martedì scorso a Parigi, i 27 ministri degli Affari esteri del vecchio continente hanno invitato Israele ed Hamas ad un “cessate il fuoco permanente”.
Una tale posizione europea non ha portato e non porterà la pace nella striscia di Gaza, nella misura in cui i ministri europei si dimostrano incapaci di esercitare pressioni su Israele perché fermi la sua aggressione. L’urgenza è dalla parte della vittime, perché i Palestinesi pagano con la vita le conseguenze dell’attacco israeliano, mentre i razzi di Hamas fanno più rumore che danni.
Eppure, in una dichiarazione comune, i ministri europei hanno affermato che “i lanci di razzi di Hamas su Israele devono cessare senza condizioni”.
Un intervento internazione che avesse di mira veramente di “ristabilire la pace” in questa regione dovrebbe essere esclusivamente ed urgentemente orientato a fermare l’aggressione di Israele. Perciò la proposta europea non può essere considerata come una via di uscita dal conflitto.
L’UE ha anche comunicato, in una dichiarazione pubblicata dopo l’incontro, che una delegazione ministeriale europea “si recherà molto presto nella regione” ed ha precisato che ha fissato questa missione “per trovare al più presto le risposte più appropriate, in cooperazione con l’ONU e le ONG”.
Tuttavia l’Unione europea pensa che “non vi sia una possibile soluzione militare al conflitto israelo-palestinese, né a Gaza né altrove”.
Su di un altro piano, il progetto di risoluzione presentato dalla Libia al Consiglio di sicurezza dell’ONU, che chiede un immediato cessate il fuoco a Gaza ed il suo pieno rispetto da parte di Israele e di Hamas, è stato respinto dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna.
Depositato a nome del gruppo arabo, questo progetto è stato considerato “troppo parziale” dagli ambasciatori nordamericano ed inglese. “Questa risoluzione, così come è stata redatta dalla Libia, non è equilibrata e di conseguenza non è accettabile per gli Stati Uniti”, ha dichiarato alla stampa l’ambasciatore nordamericano Zalmay Khalizad.
Fedele alleato di Israele, Washington continua a proteggere lo Stato ebraico.

Tahar Fattani