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La Gazzette du Maroc – 9/15 gennaio 2009

Palestina - Chi è veramente Hamas?

Alcuni lo considerano un gruppo terrorista, altri un movimento di liberazione. Questi islamisti che sono diventati vedette forzate dell’attualità, meritano un piccolo approfondimento per capire cosa sono veramente



Alcuni paesi, come l’Africa del Sud, il Brasile o la Russia, considerano Hamas come un movimento di liberazione, mentre gli Stati Uniti o il Giappone li hanno inseriti nella lista delle organizzazioni terroriste.
Se si guarda alle origini de “La Haraka Moukawama islamiya”, si tratta di un ramo dei Fratelli Mussulmani, tollerato, addirittura incoraggiato da Israele, per ostacolare Al Fatah di Arafat. Ma la saga di Hamas è cominciata davvero solo da tre anni, quando il Partito del cambiamento e della Riforma – il partito politico di Hamas -  ha vinto alla grande le prime elezioni libere e democratiche nel mondo arabo, con il 42% in una comunità dove predominano i laici.
I Palestinesi hanno votato per un programma che prometteva di porre fine alla corruzione endemica e di migliorare i servizi pubblici, quasi inesistenti a Gaza e in Cisgiordania.
Hamas è un movimento integralista come i talebani? Non è assolutamente certo.
 “Durante i cinque anni nei quali ho visitato Gaza e la Cisgiordania – dice William Sieghart sul Times – ho incontrato centinaia di responsabili politici e di partigiani di Hamas. Nessuno di loro ha rivendicato l’obiettivo di una islamizzazione della società palestinese, nello stile dei talebani. Hamas ha troppi elettori laici per poter fare questo. La popolazione continua ad ascoltare la musica pop, a guardare la televisione e le donne scelgono se portare o meno il velo”.
I quadri politici di Hamas sono tanto qualificati, da contare più di 500 laureati, medici, dentisti, scienziati ed ingegneri formatisi per la maggior parte nelle università occidentali.
All’epoca Bush e Blair, per reagire alla vittoria di Hamas, hanno fatto arrestare da Israele 45 deputati di Hamas, che sono tuttora detenuti nelle prigioni israeliane, e sono giunti a finanziare un putsch, armando gruppi di combattenti di Al Fatah chiamati a rovesciare militarmente Hamas ed imporre un nuovo governo non eletto ai Palestinesi. Dopo gli israeliani hanno accettato un cessate-il-fuoco con Hamas, concedendo come contropartita l’apertura di punti di passaggio per permettere la libera circolazione dei beni di prima necessità. Solo che questi punti di passaggio non sono stati mai interamente aperti e la popolazione di Gaza è stata ridotta alla fame.
Secondo Mohamed Béchari, Presidente della Fédération  Nationale des Mussulmans de France (FNMF) e Segretario Generale della Conférence Islamique Européenne (EIC/CIE), Hamas è stato oggetto di campagne di discredito e di “demonizzazione”, per sostenere un altro partito che non era stato scelto dal popolo palestinese.
Una tale iniziativa è assolutamente da condannare. Che lo si voglia o no, Hamas è un partito politico che gode di un certo sostegno nel popolo palestinese. Hamas deve dunque essere rispettato come un partito politico eletto dal popolo palestinese ed essere considerato come l’interlocutore scelto dal suo popolo per rappresentarlo.
Non è corretto negoziare con un responsabile politico che non dispone di alcuna legittimità elettiva. Una simile ipotesi sarebbe stata considerata insensata se fosse stata formulata nei confronti di Israele o di un qualsiasi altro Stato. Perché non deve essere lo stesso per i Palestinesi?
E’ giocoforza constatare che Israele vuole scegliere i suoi interlocutori e la cosa non può essere condivisa.