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Avviato nel settembre dello scorso anno, il Blog dello scrittore portoghese José Saramago avrebbe dovuto essere pubblicato in Italia con il titolo di “I  Quaderni di Saramago” . Fin qua nulla di strano, infatti il Blog si chiama  O Caderno de Saramago, e neppure ci sarebbe da stupirsi che il Blog di un premio Nobel della Letteratura, benché non sia un’opera letteraria in senso stretto, fosse accolto con interesse dal pubblico. E così sarebbe dovunque, però in Italia l’editore che sinora ha pubblicato tutta l’opera di  Saramago, l’Einaudi, se ne è allontanato come il demonio dall’acqua santa. Probabilmente perché il Blog contiene quattro piccoli brani che parlano di Berlusconi e, come tutti sanno, anche la casa editrice Einaudi ha finito per scivolare dall’Olimpo intellettuale, per cadere nel paniere di quel  riccone del Cavaliere.
Dato lo stile rapido ed essenziale col quale Saramago scrive i suoi commenti, il contenuto può finire per essere altrettanto grottesco quanto i personaggi di cui si parla e, nel caso del Cavaliere, si raggiungono profondità abissali, degne di un Bokassa o di un Idi Amin Dada.
Morale della storia: in Italia Saramago viene censurato per non dare fastidio  al magnate dell’editoria Silvio Berlusconi.
Saramago, intelligentissimo, lucidissimo  e oramai, con i suoi 86 anni, uomo esperto e provato  da situazioni ben più serie,  ribatte con  ironia  che, almeno, non avrà più il rimorso di continuare a contribuire, seppur modestamente, all’arricchimento di quest’uomo.
Per non  frustrare Saramago né perdonare Berlusconi, presentiamo la traduzione dei quattro post in questione.



 
 
Subornare

di José Saramago

 
21 maggio 2009, ore 12:01
http://caderno.josesaramago.org/2009/05/21/soborno/



Avevo giurato a me stesso di non ritornare a scrivere subito di questo personaggio, ma ancora una volta il succedersi degli avvenimenti ha forzato la mia volontà. Questa volta non si tratta di miss, modelle o ballerine scelte a dito (o con le dita) per il Parlamento Europeo, né di gioielli come regalo di compleanno a giovani “ ragazze” *  poco più che adolescenti che danno del “papi”* al primo ministro italiano, un termine che non so dire esattamente cosa significhi ( il mio forte non è l’italiano parlato dalle lolite locali), ma che è molto promettente, persino ad un esame meno attento. Non si tratta neanche del famigerato divorzio sul quale io, personalmente, nutro forti dubbi che si consumi, visto che gli interessi materiali d’entrambe le parti hanno un grande peso e, dunque, c’è il serio rischio che la commedia (se commedia è) finisca con una riconciliazione e molte ore di trasmissione televisiva.
Quello che mi ha sottratto alla mia relativa inattività verso il “padrone”* Berlusconi, è stata una sentenza del tribunale di Milano che ha condannato l’avvocato britannico David Mills a quattro anni e mezzo di prigione per corruzione in atti giudiziari. Si afferma nella sentenza che Berlusc (come è uscito così lo lascio) ha subornato nel 1997, con nientemeno che 600 mila dollari, il suddetto avvocato e che questo ha fatto  una “falsa testimonianza” con l’obiettivo di “assicurare l’impunità a Berlusconi e al gruppo Fininvest”. La reazione di Berlusc è stata nel suo genere: “ E’ una sentenza assolutamente scandalosa, contraria alla realtà”.  E ancora: “ ci sarà un ricorso, ci sarà un altro magistrato, io sto tranquillo”. Il lettore si accorgerà del riferimento a “ un altro magistrato” che , almeno così percepisco io, non è null’altro che un passo falso che mi permette di interpretarlo in questo modo :
“ Ci sarà un altro magistrato che io cercherò di subornare”. Come ha subornato altri in precedenza, aggiungerei io.
Mi piacerebbe pensare che la fine di Berlusc sia prossima. Ma per questo sarà necessario che l’elettorato italiano esca dalla propria apatia, sia involontaria che complice, e riprenda la frase di Cicerone, che giorni fa, ho ricordato. Che per una volta lo dicano e  che si senta in tutto il mondo:
“ Per molto tempo hai abusato di noi, Berlusc, la porta sta là, scompari” E se questa porta fosse la prigione, allora potremmo dire che giustizia è stata fatta. Finalmente.


* In italiano nel testo







 
Fino a quando?

di José Saramago

15 maggio 2009, ore 21:01
http://caderno.josesaramago.org/2009/05/15/ate-quando/



Due mila e cinquecento anni fa, giorno più  giorno meno, a quest’ora o ad un’altra,  il buon Cicerone stava proclamando la propria indignazione nel senato romano o nel foro:” Fino a quando , o Catilina, abuserai della nostra pazienza?” chiese una volta, ed anche tante altre, al vigliacco cospiratore che aveva cercato di ucciderlo e impossessarsi di un potere al quale non aveva alcun diritto. La Storia è così prodiga , così generosa, che non solo ci offre eccellenti lezioni sull’attualità di certi avvenimenti di altri tempi, ma ci regala anche,  a nostro beneficio, un certo numero di parole, di frasi, che per una ragione o un’ altra si radicano nella memoria dei popoli. La frase di Cicerone, fresca, vibrante, come se fosse stata pronunciata in questo stesso momento, è senza dubbio una di queste. Cicerone fu un grande oratore, un tribuno di enorme talento. E’ interessante notare, però, come in questo caso abbia preferito utilizzare termini consueti, di quelli che avrebbero potuto uscire dalla bocca di una mamma che riprende un figlio disubbidiente. Con l’enorme differenza che, quel figlio di Roma, quel tale Catilina, era ciarpame della peggior specie, sia come uomo, sia come politico.

La Storia dell’Italia è sorprendente. E’ un ampio rosario di geni, siano essi pittori, scultori o architetti, musicisti o filosofi, scrittori o poeti, illuminatori  o artefici, un non finire di gente sublime che rappresenta il  meglio che l’umanità abbia pensato, immaginato o realizzato. E mai le sono venuti a mancare  catiline di maggiore o minore importanza, ma da essi nessun paese è immune, è una lebbra che tocca a tutti quanti. Il Catilina di oggi, in Italia, si chiama Berlusconi. Non ha bisogno di dare assalto al potere, perché già gli appartiene, dispone di abbastanza soldi per comprare tutti i complici che gli sono necessari, magistrati, deputati e senatori inclusi. E’ riuscito nell’impresa di dividere la popolazione dell’Italia in due parti: quelli che vorrebbero essere come lui e quelli che già lo sono. Attualmente ha promosso l’approvazione di leggi assolutamente arbitrarie contro l’immigrazione illegale, ha predisposto pattuglie di cittadini che devono collaborare con la polizia nella repressione fisica degli immigrati senza permesso e addirittura proibisce che i bambini di genitori immigrati siano iscritti nel registro dello stato civile. Catilina, il Catilina storico, non avrebbe fatto di peggio.
 
Ho detto prima che la Storia dell’Italia è sorprendente.
Sorprende, per esempio, che nessuna voce italiana (almeno per quello che so) abbia ripreso, con il dovuto adattamento, le parole di Cicerone: “Fino a quando, o Berlusconi, abuserai della nostra  pazienza ?” Che ci si provi, può darsi che dia risultati e che, per questa ulteriore ragione, l’Italia torni a sorprenderci.
 




Che fare degli italiani?



di José Saramago



17 febbraio 2009, ore 21:48
http://caderno.josesaramago.org/2009/02/17/que-fazer-com-os-italianos/



Capisco che questa domanda possa offendere qualche udito delicato. Com’è possibile? Un privato qualsiasi che interpella un intero popolo per chiedergli ragione dell’uso di un voto che, per soddisfazione di una maggioranza di destra sempre più insolente, ha appena fatto di Berlusconi il padrone e signore assoluto dell’Italia e della coscienza di milioni di italiani ? Anche se in verità, vorrei dirlo, il più offeso sono io stesso. Sì, precisamente io. Offeso nel mio amore per l’Italia, per la cultura italiana, per la storia italiana, offeso anche nella mia pertinace speranza che l’incubo finisca e che l’Italia possa riprendere l’esaltato spirito verdiano che, un tempo, fu la sua migliore natura. Che non mi si accusi di mescolare gratuitamente la musica con la politica, qualsiasi italiano colto e degno di onore sa che ho ragione e perché.

Qui è appena arrivata la notizia delle dimissioni di Walter Veltroni. Che sia la benvenuta, il suo Partito Democratico ha esordito come una caricatura di partito ed è finito, senza parola né progetto, come un convitato  di pietra  della scena politica.  Le speranze che aveva suscitato sono state tradite dalla sua inconsistenza ideologica e dalla fragilità del suo carattere personale. Veltroni è responsabile,  certo non l’unico, ma nell’attuale congiuntura lo è più di ogni altro, dell’indebolimento di una sinistra che è riuscita a presentarsi come salvatrice. Pace alla sua anima.

Non tutto è andato perso, però. E’ quanto ci dicono lo scrittore Andrea Camilleri e il filosofo Paolo Flores d’Arcais in un articolo recentemente  pubblicato su “El Paìs”. C’è un lavoro da fare, insieme con i milioni di italiani che hanno già perso la pazienza, avendo visto il loro paese trascinato, giorno dopo giorno, nella pubblica  derisione. Il piccolo partito di Antonio di Pietro, l’ex magistrato di Mani Pulite, può diventare il revulsivo di cui l’Italia ha bisogno per arrivare ad una catarsi collettiva  che risvegli il meglio della società italiana. Già era ora. Speriamo infatti che lo sia.






Berlusconi & Cia



di José Saramago



17 settembre 2008 ore 21.31
http://caderno.josesaramago.org/2008/09/17/berlusconi-c%c2%aa/



Secondo la rivista nord americana Forbes, il Gotha della ricchezza mondiale, la fortuna di Berlusconi tocca i 10 miliardi di dollari. Guadagnati onestamente senz’altro, seppure con non pochi aiuti esterni, come per esempio, il mio stesso. Essendo io pubblicato in Italia dalla casa editrice Einaudi, proprietà del già nominato Berlusconi, un po’ di soldi glieli ho fatti guadagnare anche io. Un’infima goccia d’acqua nell’oceano, ovviamente, ma che gli servono almeno per pagarsi i sigari, supponendo che la corruzione non sia il suo unico vizio. Con l’eccezione di quanto è di dominio generale, so ben poco della vita e dei miracoli di Silvio Berlusconi, il Cavaliere. Più informato di me sarà senz’altro il popolo italiano che per una, due, tre volte l’ha messo a sedersi sulla poltrona di primo ministro. Però, come si dice di solito, i popoli sono sovrani e, non soltanto sovrani, bensì sovrani e prudenti, soprattutto da quando il continuato esercizio della democrazia ha fornito ai cittadini alcune utili conoscenze su come funziona la politica e sulle diverse strade per raggiungere il potere. Ciò vuol dire che il popolo sa molto bene quello che vuole quando lo chiamano a votare. Nel caso specifico del popolo italiano, poiché è di lui che stiamo parlando e non di un altro (prima o poi arriverà il suo turno), c’è la dimostrazione che l’inclinazione sentimentale che prova per Berlusconi, ben per tre volte manifestata, è indifferente a qualsiasi considerazione di ordine morale. In realtà, nella terra della mafia e della camorra, che importanza potrebbe avere il fatto comprovato che il primo ministro sia un delinquente? In una terra dove la giustizia non gode di buona reputazione, cosa importa che il primo ministro faccia approvare leggi alla misura dei suoi interessi, proteggendosi contro qualsiasi tentativo di punizione dei suoi misfatti e abusi di autorità?

Eça de Queiroz* diceva che una sonora risata basterebbe a fare a pezzi un’istituzione. Questo succedeva una volta. Che cosa dire infatti del divieto, venuto da Berlusconi, di proiettare il film W di Oliver Stone? I poteri del Cavaliere sono arrivati fin là? Come è possibile che si sia commessa una tale arbitrarietà, essendo noi peraltro consapevoli che, anche se ridessimo sui quirinali, essi non crollerebbero?
La nostra indignazione è giustificata, anche se dobbiamo fare uno sforzo per capire la complessità del cuore umano. W è un film che attacca Bush e Berlusconi, che è un uomo di cuore come può essere un capo mafioso,  è amico, collega e compare del tuttora presidente degli Stati Uniti. Stanno bene insieme. Quello che non è per niente bene è che il popolo italiano metta per la quarta volta
sotto il deretano di Berlusconi la poltrona del potere. Non ci sarà, allora, sghignazzo che ci salvi.

*Celebre scrittore portoghese della seconda metà dell’ottocento.

 


 




L'agenzia Ansa ha ripreso la nostra pubblicazione. Riportiamo il dispaccio:



R POL S41 S0A QBXO
BERLUSCONI: SARAMAGO, SU SITO TESTO BOCCIATO DA EINAUDI
 (ANSA) - NAPOLI, 5 GIU - ''Fino a quando o Berlusconi
abuserai della nostra pazienza?''. Lo scrittore portoghese Jose'
Saramago cita l'orazione di Cicerone contro Catilina adattandone
l'incipit all'attualita' in uno dei quattro articoli inclusi in
un libro, la cui pubblicazione e' stata di recente rifiutata
dalla casa editrice Einaudi e che sono stati ora tradotti e
messi in rete dal sito
www.ossin.org, osservatorio
internazionale per i diritti.
   Gli articoli sono incentrati sulla figura di Berlusconi e si
soffermano in particolare sulle ultime vicende che hanno
coinvolto il premier: dalla vicenda Noemi alla sentenza Mills.
   Nel ''diario'' Saramago cita, tra l'altro, la famosa orazione
di Cicerone. ''Fino a quando - scrive il premio Nobel - o
Berlusconi abuserai della nostra pazienza?''. ''Sorprende che
nessuna voce italiana - osserva ancora lo scrittore - (almeno
per quello che so) abbia ripreso con il dovuto adattamento le
parole di Cicerone....Che ci si provi, puo' darsi che dia
risultati e che, per questa ulteriore ragione, l'Italia torni a
sorprenderci''.
   Einaudi, ha precisato a suo tempo, che la raccolta non
sarebbe stata pubblicata perche' contiene alcune accuse contro
Berlusconi a rischio condanna per la casa editrice in un
eventuale giudizio. (ANSA).

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