Stampa










Il comunicato degli osservatori al processo di Casablanca

Oggi, 7 gennaio 2011, dinanzi il tribunale di prima istanza di Ain Seba’a (Casablanca) vi è stata l’udienza del processo a carico dei sette militanti saharawi Brahim Dahane, Ahmed Nassiri, Ali Salem Tamek, Lachgare Degia, Yahdih Ettarrouzi, Rachid Sghavar, Saleh Lebaihidi, i primi tre ancora detenuti dal giorno 8 ottobre 2009. Erano presenti cinque osservatori internazionali italiani, Luciano Capuano (procuratore legale, Napoli), Francesco Marco de Martino (avvocato, Napoli), Eugenio Morlini (sacerdote, Reggio Emilia), Nicola Quatrano (magistrato, Napoli), Cinzia Terzi (insegnante, Reggio Emilia).
Erano altresì presenti: Matthew Lehrfeld (Consolato Generale USA di Casablanca), Henrik Samuelson (Primo Segretario, Ambasciata Svedese in Marocco), Dagmar Schmidt Tartagli (Ambasciata Svizzera in Marocco).

L’udienza si è esaurita nella trattazione di questioni preliminari. Il processo è stato rinviato al 14 gennaio 2011, e il Tribunale ha riservato la decisione sulle eccezioni sollevate dagli avvocati della difesa, relative alla regolarità degli avvisi agli imputati a piede libero e delle costituzioni di parte civile.

Anche l’udienza di oggi è stata caratterizzata da forte tensione, come quelle che l’hanno preceduta del 15 ottobre, 5 novembre e 17 dicembre 2010, quando – secondo gli osservatori che vi hanno partecipato – si sono verificate aggressioni contro gli imputati, gli avvocati della difesa, alcuni osservatori internazionali e due giornalisti spagnoli.

Va registrato che gli avvocati saharawi della difesa, Abd El Aziz NWIDI, Mohamed BOUKHALED, Mohamed Elhabib ERGUIBI, Razaid LAHMAD, Abd Ellah SHALLOUK, Mohamed Fadel LEILI, hanno diffuso nei giorni scorsi un comunicato nel quale dichiarano di aver deciso di boicottare il processo, perché mancano le condizioni minime che caratterizzano un processo equo, dopo le manifestazioni politiche che si sono svolte contro gli imputati all’interno del Tribunale e della stessa aula d’udienza e dopo le aggressioni verbali e fisiche contro imputati, avvocati della difesa e osservatori internazionali.

La difesa degli imputati è stata comunque assicurata dalla generosa presenza di tre avvocati marocchini, Mustapha Errachidi, Mohamed Sadkod, Masoidi Mohamed Sabbar.

Nel corso dell’odierna udienza gli osservatori hanno potuto constatare:

1) Davanti al Tribunale vi erano gruppi di manifestanti e numerosi striscioni che inneggiavano alla “marocchinità del Sahara”. All’ingresso gli osservatori sono stati accolti da un folto gruppo di fotografi. Le procedure di ingresso al Tribunale sono state abbastanza fluide. Agli osservatori sono state ritirati telefoni cellulari e fotocamere e alcuni di essi sono stati perquisiti. Per contro è stato permesso l’ingresso di altri soggetti muniti di vistose macchine fotografiche, nonché di bandiere marocchine e di immagini del Re.

2) Nell’aula di udienza vi erano un centinaio di persone. Gli osservatori sono stati invitati da un addetto a sedersi in una fila arretrata. L’affollamento dell’aula e la presenza di diversi avvocati in piedi davanti al banco dei giudici (alcuni dei quali non impegnati nel processo) ha impedito agli osservatori di seguire visivamente quanto accadeva.

3) Tra il pubblico non vi era nessun saharawi, ed erano anche assenti gli imputati a piede libero. Da notizie apprese dagli avvocati della difesa, essi erano impauriti a causa delle aggressioni subite nel corso delle tre precedenti udienze.

4) Gli osservatori non sono stati fatti oggetto di intimidazioni, ma della ostile e continua attenzione del pubblico. In una occasione, alcune donne del pubblico – subito dopo rimproverate da altri presenti – hanno  coperto il capo e il volto dell’avvocato Marco de Martino con una bandiera del Marocco.   

5) Gli avvocati che difendevano gli imputati sono stati oggetto di interruzioni ripetute e violente. In particolare l’intervento dell’avvocato Mustapha Errachidi è stato interrotto, dopo soli quattro minuti, da una violenta aggressione verbale da parte di un avvocato della parte civile, appoggiato dalle acclamazioni del pubblico e dall’incoraggiamento dei colleghi.

6) Alcuni passaggi delle arringhe difensive sono state accompagnate da grida del pubblico, come anche l’ingresso in aula e l’uscita degli imputati detenuti.

7) Il presidente del collegio ha omesso di svolgere qualsiasi compito di polizia e disciplina  dell’udienza, consentendo un disordinato svolgimento della stessa, nonché interruzioni e minacce contro gli imputati e i loro difensori. Quando l’avvocato Errachidi è stato aggredito dal collega della parte civile, il presidente lo ha lasciato fare, salvo abbandonare l’aula insieme al collegio quando il clamore del pubblico è diventato assordante. Ha interrotto diverse volte le arringhe dei difensori degli imputati, ma ha lasciato parlare liberamente i difensori di parte civile e il pubblico ministero. Ha consentito a tutti nel pubblico di alzarsi in piedi ripetutamente, salvo imporre al solo delegato dell’ambasciata svedese di mettersi a sedere nel momento in cui lo stesso si era alzato in piedi per guardare oltre la folla di persone in piedi davanti a lui.

8) Alcuni degli stessi avvocati che si sono distinti nel corso delle precedenti udienze per una presenza violenta e aggressiva nei confronti degli imputati, dei loro difensori e degli osservatori internazionali, sono comparsi nella presente udienza come difensori di parte civile, costituitisi solo nell’ultima settimana, in rappresentanza di numerose associazioni, quali l’”Association des marocains du monde”, il “Mouvement international pour soutenir le parachévement de l’intègrité territoriale du Royaume du Maroc”, il “Conseil préfectoral de Casablanca”.

In conclusione gli osservatori rilevano che l’udienza odierna è stata caratterizzata:

- Dal perdurare delle intimidazioni nei confronti degli imputati, dei loro difensori.

- Dall’assenza degli imputati a piede libero, di tutti i loro familiari e di gran parte dei loro difensori, come conseguenza delle intimidazioni denunciate nel corso delle precedenti udienze.

-  Da una inadeguata conduzione dell’udienza da parte del presidente del collegio giudicante.

Date queste premesse (e, a prescindere da ogni altra questione), gli osservatori internazionali ribadiscono la convinzione che il processo non si stia svolgendo secondo i canoni universalmente riconosciuti per un “processo equo”.

Casablanca, 7 gennaio 2011

Luciano Capuano, Francesco Marco de Martino, Nicola Quatrano, Eugenio Morlini, Cinzia Terzi