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ProfileAnalisi, 14 settembre 2019 - Il dibattito sul trattato di non aggressione tra la Germania e l’URSS è stato deliberatamente utilizzato dall’Occidente per sollevare varie rimostranze storiche, politiche e addirittura finanziarie verso la Russia (nella foto, la firma del Trattato)  

 

Oriental Review, 23 agosto 2019 (trad.ossin)
 
Il patto Molotov–Ribbentrop: 80 anni di manipolazioni storiche
Oriental Review
 
Il dibattito sul trattato di non aggressione tra la Germania e l’URSS è stato deliberatamente utilizzato dall’Occidente per sollevare varie rimostranze storiche, politiche e addirittura finanziarie verso la Russia, e gettare discredito sulle politiche interne ed estere di questo paese. A tal uopo, sono state adottate una serie di risoluzioni, tra il 2006 e il 2009, dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, dal Parlamento Europeo, e dall’Assemblea parlamentare dell’OSCE. Tali risoluzioni paragonano le strutture politiche dell’URSS degli anni 1930 e 1940 al regime nazista in Germania, viene attribuita la responsabilità dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale a questi due paesi, e il giorno della firma del trattato - il 23 agosto 1939 — è diventata la giornata europea di commemorazione delle vittime dello stalinismo e del nazismo.
 
La firma del Patto
 
Le speculazioni intorno ai trattati tra l’URSS e la Germania cominciarono subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. All’epoca, il Regno Unito e gli USA cercavano di trovare una giustificazione ai nuovi progetti di aggressione contro l’URSS e a sviare l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale dalla loro collaborazione con la Germania nazista. Ma la vera e propria demonizzazione del patto detto Molotov–Ribbentrop è cominciata negli ultimi anni dell’URSS, e ancor più dopo il suo crollo. Questa demonizzazione è stata usata come uno strumento politico per realizzare la separazione degli Stati Baltici e della Moldavia dall’URSS, e poi per accelerare la loro integrazione nella UE e nella NATO.
 
Come va obiettivamente valutato il trattato di non aggressione tra la Germania e l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche? Si tratta di un accordo diverso da altri similari che vennero firmati nella stessa epoca? Contribuì o ostacolò lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale? Vediamo di vederci più chiaro.
 
Contesto storico
 
Quando venne firmato il Trattato, la Seconda Guerra Mondiale era già cominciata in Europa ed era già in corso in tutto il mondo da qualche tempo (fu infatti una guerra mondiale, dopo tutto). Dal luglio 1937, divampava un conflitto armato in Estremo Oriente tra il Giappone e la Cina, che poi parteciperanno alla imminente guerra mondiale. E in Europa la Germania aveva già invaso il territorio della Cecoslovacchia (Boemia e Moravia) il 14 maro 1939, in violazione dell’accordo anglo, franco, germano, italiano, noto come Patto di Monaco, che aveva disciplinato la cessione alla Germania dei territori cecoslovacchi dei Sudeti. Prima ancora, nel settembre 1938, la regione cecoslovacca di Cieszyn era stata occupata dalla Polonia, che era nemica di Hitler e, nel marzo 1938, l’Ucraina subcarpatica era stata occupata dall’Ungheria. All’ inizio di aprile 1939, Hitler aveva ordinato la messa in esecuzione del piano Fall Weiss — il piano di invasione della Polonia — la cui data di avvio era stata in precedenza fissata per il 25 agosto dello stesso anno.
 
Il primo ministro britannico Neville Chamberlain, a sinistra, e Hitler siglano il patto di Monaco nel settembre 1938
 
In questo contesto, accusare l’URSS di aver provocato la Seconda Guerra Mondiale con la firma di un patto di non aggressione con la Germania sembra a dir poco strano. Al contrario, in previsione della catastrofe imminente, che oramai tutti avevano capito essere inevitabile, ciascun paese faceva del suo meglio per ritardare il suo arrivo nel proprio territorio.
 
Dal 1938, l’Unione sovietica era di fatto in guerra in Estremo Oriente contro uno dei futuri aggressori della Seconda Guerra Mondiale – il Giappone. Avere la guerra su due fronti non rispondeva certamente agli interessi strategici del paese. Quindi, quando un altro potenziale aggressore – la Germania – propose ai leader sovietici un accordo di pace, la decisione dell’URSS è stata quella assolutamente comprensibile.
 
La Polonia aveva firmato un patto di non aggressione con la Germania nel 1934. L’Inghilterra e la Francia avevano firmato patti di non aggressione reciproca con la Germania nel 1938. Quanto all’Estonia e alla Lettonia, avevano formalizzato le loro relazioni con Berlino negli stessi termini nel 1939. Date le circostanze, la decisione di Mosca non appare solo naturale, ma anche logica.
 
Valutazione legale
 
Bisogna riconoscere ai propagandisti occidentali di essere riusciti a far diventare opinione comune, condivisa da molte persone, l’idea che il Trattato di non aggressione tra la Germania e l’URSS sia stata una cospirazione criminale tra due «imperi del male» totalitari. Ma accuse di questo tipo non dovrebbero basarsi solo su fattori emozionali, e bisognerebbe anche verificare quali specifiche disposizioni del diritto internazionale siano state violate dal patto firmato tra la Germania e l’URSS. In tutti questi anni, nessuno è stato capace di individuarne anche una sola!
 

Da un punto di vista legale, il patto di non aggressione è in sé irreprensibile. Sì, i leader sovietici erano al corrente della prevista invasione della Polonia (foto a sinistra), come d’altronde lo erano i Britannici. Ma nessun principio di diritto internazionale obbligava per questo l’URSS ad abbandonare la propria posizione di neutralità, né a partecipare alla guerra dalla parte della Polonia. E’ anche importante notare che, in primo luogo, era stata la Polonia a perseguire un progetto ostile contro l’Unione Sovietica e che, secondo punto, la Polonia aveva ufficialmente rifiutato di accettare, poco prima che venisse firmato il Patto, le garanzie offerte da Mosca per la sua sicurezza.
 
I protocolli segreti del Patto (che sono stati negli ultimi 30 anni usati per tutto, tranne che per spaventare i bambini), non differiscono dalla pratica diplomatica standard, dai tempi antichi ai nostri giorni.
 
I protocolli segreti non erano illegali, né nella forma né nella sostanza. Nessuna disposizione di diritto internazionale ha mai vietato agli Stati di delimitare le loro sfere di interesse. Dire il contrario porterebbe alla conclusione assurda dell’esistenza di un obbligo per i Paesi di doversi affrontare sul territorio di Stati terzi.
 
La delimitazione delle sfere di interesse non contraddice nemmeno il principio sancito dal diritto internazionale, di eguaglianza sovrana di tutti gli Stati. Il patto non conteneva alcuna decisione vincolante per i paesi terzi. Altrimenti per quale ragione le clausole sarebbero state tenute segrete e non sono state invece comunicate a chi avrebbe dovuto applicarle? L’accusa ripetuta, secondo cui Hitler avrebbe donato a Stalin gli Stati Baltici, l’est della Polonia e la Bessarabia in questi Protocolli segreti, è un’affermazione puramente demagogica. Fondamentalmente, Hitler non avrebbe potuto donare a nessuno qualcosa che non gli apparteneva, anche se avesse voluto.
 
«L’Umanità progressista», che sembra tanto preoccuparsi dell’ingiustizia del Patto Molotov-Ribbentrop, dovrebbe occuparsi un po’ anche del Regno Unito e degli USA, che non si spartivano le «sfere di interesse» di paesi terzi, ma le risorse naturali di questi paesi terzi. «Il petrolio persiano… è tuo. Spartiamoci il petrolio dell’Iraq e del Kuwait. Quanto al petrolio dell’Arabia saudita, è mio» (Franklin Roosevelt all’ambasciatore britannico Lord Halifax, il 18 febbraio 1944). L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, l’OSCE, il Congresso USA e tutti gli altri che hanno adottato diverse risoluzioni di condanna del Patto Molotov-Ribbentrop, sembrano avere una memoria molto selettiva, e aver dimenticato la cospirazione criminale di USA e Regno Unito.
 
Aspetto morale
 
L’idea che il Trattato di non aggressione tra la Germania e l’URSS sarebbe immorale è stato istillato nel senso comune ancor più fermamente dell’idea che esso sia stato illegale. Politici e storici lo giudicano immorale quasi in modo unanime, senza preoccuparsi di motivare un simile giudizio. Di solito il tutto si riduce a considerazioni patetiche su una complicità con la Germania nazista e con Hitler, considerato come la personificazione del male. Ma anche qui, si tratta solo di demagogia deliberata e cinica.
 
Fino al 22 giugno 1941, Hitler è stato il capo legittimo e internazionalmente riconosciuto di una delle principali potenze europee, per quanto all’URSS era dato di vedere. Quando il trattato è stato sottoscritto, i crimini nazisti non erano stati ancora commessi. La Germania era un potenziale avversario dell’URSS ? Certamente. Ma anche la Francia e il Regno Unito erano, nello stesso tempo, avversari potenziali dell’URSS. Basti ricordare che, nel 1940, questi due paesi preparavano un attacco conto l’URSS per dare alla guerra mondiale il significato di una «crociata europea contro il bolscevismo», o almeno tentavano di spingere il III Reich a rivolgersi verso est, salvando così lo scenario immaginato dagli strateghi britannici dal crollo.
 
Il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt e il primo ministro britannico Winston Churchill
 
Come si vede, nessuna delle molte accuse profferite contro il Trattato di non aggressione tra Germania a URSS ha un qualche fondamento storico, legale o morale. E allora perché si coltiva un simile rancore contro un documento che ha cessato di valore legale 78 anni fa (il 22 giugno 1941) ?
 
Un’attenta analisi, e una profonda comprensione dei retroscena degli eventi storici della Seconda Guerra Mondiale, forniscono la risposta a questa domanda. Il Trattato ha modificato il calendario della guerra inevitabile e l’equilibrio di poteri del dopo-guerra. Ha reso impossibile agli USA e al Regno Unito di penetrare nell’Europa dell’est all’inizio della guerra, perché hanno dovuto difendere l’Europa dell’ovest. E, dopo la vittoria, c’era già l’URSS.
 
Come scrisse Winston Churchill, il primo ministro britannico, nelle sue memorie, la firma dell’accordo tra Berlino e Mosca è stato un fallimento della diplomazia francese e britannica: fallirono nel loro tentativo di dirigere l’aggressione nazista contro l’URSS, e non riuscirono nemmeno a stipulare un accordo di alleanza con l’Unione Sovietica prima della Seconda Guerra Mondiale.