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Italia 18 dicembre 2007 - L' Assemblea generale dell'ONU, con 104 voti a favore, 54 contro e 29 astenuti ha approvato la proposta di moratoria universale contro la pena di morte, della quale era stata promotrice l'Italia. Un segno di civilità indubbiamente, chissà quanto efficace tenuto conto del suo carattere non vincolante.Quasi contemporaneamente, intanto, nella striscia di Gaza Israele uccideva, con la tecnica degli omicidi mirati, 13 miliziani palestinesi. Un commento di ossin. (Il Palazzo di vetro dell'ONU, foto ossin)


Quando la pena di morte è un omicidio mirato


 

L’Italia ha cominciato bene il suo impegno di membro non permanente del Consiglio di sicurezza ONU facendosi promotore di una iniziativa contro la pena di morte. E la diplomazia del nostro paese ha lavorato bene se alla fine questa mozione è stata approvata, oggi 18 dicembre 2007, con 104 voti a favore, 54 contro e 29 astenuti.
Il presidente Napolitano è soddisfatto e parla di “segnale storico”. E certamente si tratta di una vittoria della civiltà, ma di carattere assai simbolico, molto avendosi da dubitare dell’efficacia di una mozione priva di carattere vincolante.
E’ comunque una decisione che risulterà forse sgradita a George W Bush che, con le 165 esecuzioni capitali eseguite in Texas durante il suo governatorato, vanta un primato assoluto nella tragica classifica degli assassini legali.
Nelle stesse ore Israele eseguiva 13 condanne a morte senza processo, con la tecnica degli omicidi mirati nella striscia di Gaza, contro13 miliziani palestinesi della Jihad islamica considerati terroristi.
E c’è da dire che a latere di tutte le mobilitazioni contro il lavoro del boia, nessuna iniziativa è stata mai ancora  annunciata contro pratiche ancora peggiori perfino della pena di morte, che è stupida e inumana ma almeno legale, cioè irrogata da Tribunali tendenzialmente imparziali, nel rispetto di rigide procedure dettate da leggi generali. Marco Pannella e i radicali non hanno fatto nemmeno un digiuno della frutta contro gli omicidi di Stato, cioè le condanne a morte decise dai governi nei confronti di soggetti ritenuti (da essi stessi e non da un Tribunale indipendente) pericolosi per la sicurezza nazionale, contro la pratica delle esecuzioni extragiudiziali, della liquidazione fisica di esseri umani senza altra procedura che non sia quella di premere il grilletto.
E’ una procedura che ha inventato proprio il governo israeliano, un governo che si fa forte dell’olocausto di genitori e nonni per giustificare le inenarrabili crudeltà di cui si sta macchiando e che ha da poco annunciato l’intenzione di volervi ricorrere ancora contro gli esponenti di Hamas. Un viceministro del governo ebraico, alla domanda dell’intervistatore: “Ma qualche volta si sbaglia e si colpiscono innocenti”, ha tranquillamente risposto: “Purtroppo esistono alcuni danni collaterali”.
E Bush non è da meno se in una delle sue prime relazione sullo stato dell’Unione, il discorso più importante dei presidenti nordamericani, ha rivendicato l’omicidio di stato con queste parole: “Oltre tremila sospettati di terrorismo sono stati arrestati in molte nazioni. Molti altri hanno avuto un destino differente. Diciamolo in questo modo: essi non sono più un problema per gli Stati Uniti”. Insomma ha rivendicato l’uccisione di persone solo “sospettate”, realizzata al di fuori di ogni procedura legale con metodi simili a quelli usati da  Cosa Nostra e dalle altre mafie e camorre sparse per il pianeta.
Sarebbe già orrendo se queste parole fossero state pronunciate da un qualsiasi dittatorello di un piccolo stato sperso nel mappamondo, dette dal presidente dell’unica Superpotenza mondiale fanno addirittura rabbrividire.
Attendiamo dagli entusiasti sostenitori della moratoria contro la pena di morte una iniziativa contro gli omicidi mirato, una condanna... almeno un commento.


Nicola Quatrano



Il testo della mozione sulla moratoria della pena di morte

 

"L'Assemblea generale, guidata dagli obiettivi e dai principi contenuti nella Carta delle Nazioni Unite;
Richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo, la Convenzione Internazionale sui diritti civili e politici e alla Convenzione per i diritti del bambino; Richiamando le risoluzioni sulla "questione della pena di morte" adottate nel corso degli ultimi dieci anni dalla Commissione per i diritti umani in tutte le sue sessioni consecutive, la più recente essendo la E/CN4/RES/2005/59 che ha esortato gli Stati che mantengono la pena di morte ad abolirla completamente e, nel frattempo, a stabilire una moratoria sulle esecuzioni; Richiamando gli importanti risultati raggiunti dalla ex Commissione per i Diritti umani sulla questione della pena di morte e contemplando che il Consiglio per i diritti umani possa continuare a lavorare su questo tema; Considerando che la messa in atto della pena di morte va a minare la dignità umana e convinti che una moratoria sull'esecuzione della pena di morte contribuisca alla promozione e al progressivo sviluppo dei diritti umani; che non c'è prova definitiva del valore della pena di morte come deterrente; che qualsiasi errore o fallimento della giustizia sull'applicazione della pena di morte è irreversibile e irreparabile; Accogliendo le decisioni prese da un sempre maggiore numero di stati nell'applicare una moratoria sulle esecuzioni, seguita in molti casi dall'abolizione della pena di morte;


1) Esprime la sua profonda preoccupazione per il sussistere dell'applicazione della pena di morte;

2) Esorta gli stati che mantengono la pena di morte
a:
a) rispettare gli standard internazionali che salvaguardano i diritti di coloro che sono in attesa dell'esecuzione della pena capitale, in particolare gli standard minimi, come stabilito dall'allegato alla risoluzione 1984/50 del Consiglio economico e sociale
b) fornire al Segretario generale informazioni riguardanti la messa in atto della pena capitale e l'osservanza delle clausole di salvagaurdia dei diritti di coloro che sono in attesa dell'esecuzione della pena di morte
c) restringere progressivamente le esecuzioni e ridurre il numero dei reati per i quali la pena di morte può essere imposta
d) stabilire una moratoria sulle esecuzioni in vista dell'abolizione della pena di morte.

3) Esorta gli stati che hanno abolito la pena di morte a non reintrodurla;

4) Chiede al Segretario generale di riferire sull'applicazione di questa risoluzione nella 63esima sessione; 5) Decide di continuare la discussione sul tema nella 63esima sessione all'interno dello stesso punto dell'agenda".

(18 dicembre 2007)