Stampa



Conscience Citoyenne Responsable, 24 gennaio 2015 (trad. Ossin)



La Germania non paga i debiti… ma critica la Grecia


La Germania pretende di impartire lezioni sulla questione se debbano o meno essere accordati nuovi aiuti alla Grecia. Il governo si mostra inflessibile sulla formula: “Avrete del denaro solo se farete quello che vi chiediamo”. Un simile comportamento è giustificato?

Albrecht Ritschi (1) risponde: “No, assolutamente. In tutta la storia recente è stata la Germania a subire i peggiori fallimenti di Stato nell’ Europa del XX secolo. La sua stabilità finanziaria e il suo stato di primo della classe in Europa, la Repubblica Federale Tedesca li deve esclusivamente agli Stati Uniti i quali, sia dopo la Prima Guerra Mondiale che dopo la Seconda, hanno rinunciato a somme considerevoli. Purtroppo si ha un po’ la tendenza a dimenticarsene.

Tra il 1924 e il 1929, la Repubblica di Weimar ha vissuto a credito e ha anche preso a prestito dagli Stati Uniti i soldi di cui aveva bisogno per pagare i danni provocati della Prima Guerra Mondiale. Questa piramide è crollata durante la crisi del 1931. A questo punto non c’erano più soldi. I danni sono stati considerevoli per gli Stati Uniti ad hanno avuto effetti devastanti sull’economia mondiale,

All’inizio del 2010, durante un viaggio in Germania. Theodoros Pangalos, allora vice primo ministro, lanciò una bomba attraverso le onde della BBC; “Si sono presi le riserve d’oro della Banca di Grecia, si sono presi i soldi greci e non li hanno mai restituiti. E’ una questione che, un giorno o l’altro, dovrà essere affrontata”. Nel dicembre dello stesso anno, il segretario di Stato alle Finanze greco, Philippos Sahinidis, è andato oltre calcolando il debito tedesco verso il suo paese in 162 miliardi di euro, da paragonare all’ammontare del debito greco che aveva raggiunto i 350 miliardi di dollari alla fine del 2011.

Più recentemente, è stata la volta dell’eroe della resistenza Manolis Glezos, 89 anni, famoso per avere strappato la bandiera nazista dall’Acropoli nel 1941, a reclamare il rimborso del prestito imposto alla Grecia dal regime nazista. “Sommato ai danni di guerra”, che Atene si riserva il diritto di rivendicare, “sono 162 miliardi di euro, senza gli interessi”, ha calcolato.

Quanto deve la Germania? 81 miliardi di euro come dice Cohn Bendit? 162 miliardi, stando alle rivendicazioni greche? 68 miliardi, come afferma Le Point? O proprio niente, come sostiene Berlino? La guerra di cifre che circonda questa questione è direttamente proporzionale alla complessità della questione.

Il 6 aprile 1941 la Wehrmacht invase la Grecia. Vi resterà fino al 1944. Nell’opera “Nella Grecia di Hitler”, lo storico Mark Mazower afferma che la Grecia è il paese che ha più sofferto del giogo nazista – dopo la Russia e la Polonia – e che essa ha subito un saccheggio sistematico delle sue risorse. Nel 1941, inoltre, i nazisti imposero alla Banca Centrale Greca, come hanno fatto anche in altri paesi, un prestito di 476 milioni di reichsmarks, a titolo di contributo per l’impegno bellico.

Questo “prestito” non sarà mai rimborsato, per la semplice ragione che non figura nell’accordo di Londra del 1953, che stabilisce l’ammontare del debito estero contratto dalla Germania tra il 1919 e il 1945. Per non ripetere gli errori del Trattato di Versailles e per favorire questo nuovo alleato dell’Ovest di fronte alla minaccia comunista, gli Stati Uniti acconsentirono a ridurre il debito della Germania della metà. Le vittime dell’Occupazione sono pregate di dimenticare le loro richieste di riparazione. L’obiettivo strategico degli alleati è di edificare una Germania forte e serena e non rovinata dai debiti e umiliata.

Washington ottenne soprattutto dai paesi beneficiari del piano Marshall che rinunciassero a esigere immediatamente quanto loro dovuto, rimandando ogni eventuale pretesa di riparazione ad una riunificazione della Germania, nell’ambito di un “trattato di pace” che si sarebbe potuto, a questo punto, stipulare. “A partire da allora, la Germania è rifiorita, mentre il resto dell’Europa si dissanguava per curare le piaghe lasciate dalla guerra e dall’occupazione tedesca”, riassume lo storico dell’economia Albrecht Ritschi, professore alla London School of Economics, in una intervista a Der Spiegel.

Questo rinvio consentirà alla RFA di conoscere un vero “miracolo economico”, il famoso Wirtschaftswunder per quattro decenni. E, al momento di passare alla cassa, Bonn troverà il modo di non onorare i propri impegni. Il cancelliere Helmut Kohl ottenne infatti che il trattato di Mosca del 1990, che riconobbe la riunificazione tedesca, non portasse la menzione di “trattato di pace”, una delle condizioni stabilite nell’accordo del 1953 perché diventassero esigibili i rimborsi del debito tedesco. “Era un modo di poter continuare a evitare il pagamento delle riparazioni”, sottolinea il Suddeutshe Zeitung. E, approvando questo trattato, la Grecia ha perso, secondo Berlino, ogni diritto di reclamare le riparazioni. “In pratica – riassume il quotidiano tedesco - l’accordo di Londra del 1953 ha liberato i Tedeschi dall’obbligo di rimborsare i debiti di guerra”.

In altri termini, l’attuale campione economico della zona euro è fallito tre volte nel corso del XX secolo: negli anni 1930, nel 1953 e nel 1990. “Dopo il 1990 la Germania non ha rimborsato le riparazioni di guerra – a eccezione delle indennità versate ai lavoratori forzati”, prosegue Albrecht Ritschi in Der Spiegel. “I crediti ottenuti con la forza dai paesi occupati durante la Seconda Guerra Mondiale e i costi della Occupazione non sono mai stati rimborsati. Meno che mai alla Grecia”. Ebbene, “nessuno in Grecia ha dimenticato che la Repubblica Federale deve la sua buona situazione economica ai favori ad essa elargiti da altre nazioni”, insiste.    

(1)    Professore di storia economica alla London School of Economics