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The saker, 11 gennaio 2017 (trad.ossin)
 
La dichiarazione di guerra dei neocon contro Trump
The saker
 
Dopo diverse false partenze piuttosto incerte, i neocon sono oramai giunti ad un passaggio che non può che definirsi una dichiarazione di guerra contro Donald Trump
 
 
Tutto è cominciato con un articolo pubblicato da CNN, intitolato “Intel chiefs presented Trump with claims of Russian efforts to compromise him” [I capi della intelligence hanno presentato a Trump le prove dei tentativi russi di comprometterlo], che affermava:
 
    Alcuni documenti classificati presentati la scorsa settimana al presidente Obama e al nuovo presidente Trump contenevano l’informazione che alcuni agenti russi vantano di possedere informazioni personali e finanziarie compromettenti sul signor Trump, secondo quanto hanno affermato alla CNN molti responsabili statunitensi che hanno una diretta conoscenza di quanto si è detto nel corso delle riunioni informative. Queste informazioni sono contenute in una scheda di due pagine allegata al rapporto sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016. Le informazioni provengono, da una parte, dalle annotazioni di un ex agente segreto britannico, il cui lavoro passato lo rende credibile agli occhi dei responsabili delle intelligence statunitensi […] La scheda di due pagine rivela anche che vi è stato uno scambio continuo di informazioni nel corso della campagna presidenziale tra procuratori di Trump e alcuni intermediari del governo russo, secondo quanto riferito da due responsabili della sicurezza nazionale. 
 
Il sito internet Buzzfeed ha pubblicato in seguito il documento completo. Eccolo integralmente.
 
Quando ho letto il documento, il primo impulso è stato di smontarlo frase per frase. Non ho il tempo per farlo però e, francamente, non mi sembra necessario. Vi fornirò solo sufficienti semplici prove che si tratta di un falso. Eccone qualcuna:
 
 1.   Il documento è sprovvisto di intestazione, nessuna identificazione, niente data. Per molte buone ragioni tecniche, e anche giuridiche, i documenti sensibili dei servizi di informazione sono corredate da numerosi dati informativi e di identificazione. Per esempio un documento di questo tipo dovrebbe, in linea di massima, contenere un riferimento all’unità che lo ha prodotto o una combinazione di lettere o di cifre che indichino l’affidabilità della fonte e dell’informazione che contiene.
 2.   La classificazione CONFIDENZIALE/FONTE SENSIBILE è una sciocchezza. Se fosse un vero documento, il suo livello di classificazione sarebbe molto, molto più elevato di «confidenziale» e, siccome la maggior parte dei documenti della intelligence provengono da fonti sensibili, non vi è alcuna necessità di specificarlo.
 3.  L’affermazione che «Il dossier è controllato dal portavoce del Cremlino, PESKOV, per ordine diretto di PUTIN» è assolutamente ridicola. E’ evidente che l’autore di questo falso non ha alcuna idea del modo in cui lavorano i servizi di informazione russi (NB: il portavoce del presidente non è coinvolto in niente di niente).
  4.  A pag. 2, si legge un’altra frase esilarante: «sfruttare l’ossessione personale e la perversione sessuale di TRUMP con l’obiettivo di ottenere un «kompromat» adeguato (del materiale compromettente) su di lui». Nessuno, in un autentico documento della intelligence, si darebbe la pena di precisare il significato dell’espressione «kompromat», giacché tanto in russo che in inglese essa è evidentemente la combinazione delle parole «compromettente» e «materiale». Qualsiasi membro di un servizio di informazioni occidentale, anche giovanissimo, conoscerebbe questa espressione, non fosse altro per i tanti libri di spionaggio del tempo della Guerra Fredda che raccontano le tecniche usate dal KGB per creare trappole.
  5.  Il documento parla di «fonte A», «fonte B», utilizzando l’alfabeto. Ponetevi adesso una semplice domanda; che succede dopo l’utilizzo della «fonte Z»? Un agente dei servizi di informazione potrebbe mai lavorare con un bacino potenziale di fonti limitate a 26? Non è evidentemente in questo modo che le agenzie di informazione classificano le loro fonti.
 
Mi fermerei qui e direi che è ampiamente provato trattarsi di un falso grossolano, prodotto da dilettanti che non hanno alcuna idea di quello di cui parlano.
 
Questo non rende però il documento meno pericoloso.
 
In primo luogo, ed è la questione veramente cruciale, c’è in esso più che a sufficienza per destituire Trump per molte ragioni sia politiche che legali. Permettetemi di ripeterlo ancora una volta: si tratta di un tentativo di eliminare Trump dalla Casa Bianca. E’ un colpo di Stato politico.
 
In secondo luogo, questo documento diffama tutti quelli che vengono citati: lo stesso Trump, ovviamente, ma anche i cattivi Russi e le loro orribili tecniche machiavelliche. Trump viene «bollato» come un perverso sessuale che ama assoldare prostitute perché gli facciano pipì addosso. Quanto ai Russi, vengono fondamentalmente accusati di cercare di reclutare il presidente degli Stati Uniti come agente dei loro servizi di sicurezza. Ciò, d’altronde, farebbe di Trump un traditore.
 
In terzo luogo, in una sola settimana siamo passati dalle accuse di «pirateria informatica russa» ad «avere un traditore che siede alla Casa Bianca». Possiamo solo attenderci che un prossimo tsunami di affermazioni del genere continui e peggiori di giorno in giorno. E’ interessante che Buzzfeed abbia già anticipato l’accusa che si tratti di una campagna contro Trump mirante a diffamarlo e demonizzarlo scrivendo: «Adesso, BuzzFeed News pubblica il documento completo, perché gli Statunitensi possano farsi un’opinione propria sulle accuse contro il presidente, che sono circolate ai più alti livelli del governo statunitense», come se la maggior parte degli Statunitensi possedessero gli strumenti per comprendere immediatamente che quel documento è un falso grossolano!
 
In quarto luogo, a meno che tutti i responsabili che hanno informato Trump si facciano vivi per negare che questo falso è stato oggetto delle loro riunioni di informazione con Trump, apparirà che questo documento ha l’imprimatur ufficiale degli alti responsabili dei servizi di informazione USA e che questo attribuisce loro una autorità legale di prova. Ciò significa che gli «esperti» hanno valutato questo documento e lo hanno certificato «credibile» prima ancora di qualsiasi procedura dinanzi ad un tribunale o, peggio, dinanzi al Congresso. Io spero che Trump abbia usato la precauzione di registrare in audio e video questa riunione coi capi dei servizi di informazione, e che sia ora in grado di minacciare azioni legali se essi agiscano in modo da contraddire il comportamento tenuto davanti a lui.
 
In quinto luogo, il fatto che CNN sia coinvolta in tutto questo costituisce un fattore essenziale. Alcuni di noi, compreso il sottoscritto, sono rimasti scioccati e disgustati quando il Washington Post ha pubblicato una lista di 200 siti internet denunciati come «diffusori di notizie false» e megafoni della «propaganda russa», ma quello che CNN ha fatto pubblicando questo articolo è assolutamente peggiore: è un attacco sordido e politico contro il presidente a livello mondiale (BCC e altri già hanno pubblicato la stessa merda). Ciò conferma che oramai non si usano più i guanti e che la stampa sionista è in guerra totale contro Donald Trump.
 
Tutto quanto ho scritto più sopra conferma quello che ho detto nelle ultime settimane: se mai Trump riuscisse a entrare alla Casa Bianca (ho scritto «se» perché ritengo che i neocon siano perfettamente capaci di assassinarlo), la sua prima priorità dovrà essere quella di colpire impietosamente, nel modo più duro che sia legalmente possibile, lo «Stato profondo» statunitense (che comprende anche i media) che gli ha ora dichiarato guerra. Mi dispiace dirlo, ma sarà o lui o loro – uno dei due verrà schiacciato.
 
NOTA
Per chi si chiedesse che cosa intendo per «colpire», riassumerò qui quanto ho già scritto in altre occasioni: il modo miglior di farlo è quello di nominare un direttore dello FBI super-leale e determinato, incaricandolo di avviare indagini per corruzione, abuso di potere, cospirazione, favoreggiamento e tutti gli altri comportamenti che sono abitudinari per i membri del Congresso, della comunità delle agenzie di informazione, del mondo bancario e dei media. Trattare i neocon come Putin ha fatto con gli oligarchi russi e come gli Stati Uniti hanno fatto con Al Capone – beccarli sull’evasione fiscale. Non c’è alcun bisogno di istituire gulag o aprire il fuoco sulla folla, quando li si può beccare tutti a causa del loro normale comportamento quotidiano.
 
Io spero sinceramente di sbagliarmi e ammetto che è possibile, ma a pelle non penso che Trump abbia quello che occorre per colpire in modo sufficientemente forte coloro che usano ogni orribile mezzo immaginabile per impedirgli di fare qualunque cosa alla Casa Bianca, o ottenere la sua destituzione se cerca di tener fede alle promesse della sua campagna elettorale. Non posso peraltro rimproverargli nulla: il nemico è infiltrato a tutti i livelli di potere nel sistema politico degli Stati Uniti, e indizi importanti dimostrano che è presente anche nel più stretto entourage di Trump. Putin ha potuto fare quello che ha fatto perché era un ufficiale dei servizi di informazione dalla volontà di ferro e altamente qualificato. Trump non è che un uomo di affari, la cui migliore «formazione» per contrastare questo tipo di persone sarebbe forse arringare la folla di New York. Sarà sufficiente questo per permettergli di averla vinta sui neocon? Ne dubito, ma lo spero.
 
Come ho previsto prima delle elezioni, gli Stati Uniti sono sul punto di entrare nella peggiore crisi della loro storia. Cominciano tempi assai pericolosi. Se il pericolo di una guerra termonucleare tra la Russia e gli Stati Uniti si era considerevolmente ridotto con l’elezione di Trump, la guerra totale dei neocon contro di lui fa pesare un rischio gravissimo sugli Stati Uniti, compresa una possibile guerra civile (se il Congresso controllato dai neocon destituisse Trump, io credo che vi sarebbero sollevazioni spontanee, particolarmente nel sud, e soprattutto in Florida e in Texas). A rischio di sembrare esagerato, dirò che quanto sta accadendo mette in pericolo l’esistenza stessa degli Stati Uniti, quasi indipendentemente da quello che Trump farà personalmente. Qualsiasi cosa pensiamo di Trump come persona e del suo potenziale come presidente, quello che è certo è che milioni di patrioti statunitensi hanno votato per lui per «prosciugare la palude», cacciare la plutocrazia di Washington e restaurare quelli che considerano i valori statunitensi fondamentali. Se i neocon complottano adesso un colpo di Stato contro Trump, prevedo che questi milioni di Statunitensi si opporranno alla violenza per proteggere quelli che considerano il loro modo di vita, i loro valori e il loro paese. A onta dell’immagine che Hollywood ama dare di loro, la maggior parte degli Statunitensi è costituita da gente pacifica e non violenta, ma se viene provocata oltre misura, non esiterà a porre mano ai fucili per difendersi, in particolare se perdesse ogni speranza nella democrazia. E non parlo solo dei bifolchi armati, parlo qui delle autorità locali, statali e delle contee, che si preoccupano molto più di quel che i loro concittadini dicono e pensano che di Washington. Se dovesse essere organizzato un colpo di Stato contro Trump e se qualche pretendente alla presidenza, tipo Hillary o McCain, desse ordine alla Guardia Nazionale, o anche all’esercito USA, di soffocare una insurrezione locale, potremmo assistere quello che successe in Russia nel 1991: il rifiuto categorico dei servizi di sicurezza di sparare sul loro popolo. E’ il più grande ed estremo pericolo per i neocon: il rischio, se dessero l’ordine di reprimere la popolazione, è che la polizia, i servizi di sicurezza e l’esercito possano semplicemente rifiutare di obbedire. Se questo è potuto accadere nel «paese sotto il controllo del KGB» (per utilizzare un cliché da Guerra Fredda), potrà anche succedere negli Stati Uniti.
 
Spero vivamente di sbagliarmi e che questo recente attacco contro Trump sia l’ultimo «urrà!» dei neocon prima che rinuncino e alla fine se ne vadano. Spero che tutto quanto ho scritto sopra sia frutto della mia paranoia. Ma, come si dice: «Non è che, perché siete paranoici, nessuno ce l’abbia con voi».
 
Dunque per piacere, ditemi che sbaglio!