Varoufakis : Il cavallo di Troia anti-russo smascherato
- Dettagli
- Visite: 6936
Katehon, 8 agosto 2016 (trad. ossin)
Varoufakis : Il cavallo di Troia anti-russo smascherato
Andrew Korybko
Yanis Varoufakis è diventato una specie di rock star dei media alternativi, quando ha abbandonato Syriza dopo il referendum sul piano di salvataggio, lasciando a Tsipras tutta la colpa per il tradimento della volontà popolare. Prima di allora, la forza della sua personalità e il suo lavoro di denuncia dei giochi finanziari degli Stati Uniti, come nel Global Minotaur, gli avevano guadagnato il rispetto di molti ambienti attivisti, sebbene qualche sospetto si addensasse sull’uomo del quale taluno pensava, a ragion veduta, che fosse “troppo bello per essere vero”
Una di queste rare voci della ragione era William F. Engdahl, che aveva sollevato serie questioni sugli antecedenti personali di quest’uomo politico e i suoi ambigui protettori, in un articolo del luglio 2015 per il giornale NEO intitolato «Che cosa mi puzza a proposito di Varoufakis e del bordello totale in Grecia?». Nell’articolo contestava coraggiosamente la narrazione prevalente nei media alternativi, chiedendosi se Varoufakis fosse davvero una specie di eroe o semplicemente un cavallo di Troia.
C’è voluto un anno per capire se alla fine avesse ragione o torto, ma i dubbi di Engdahl hanno trovato conferma quando Varoufakis ha trovato ospitalità sul sito Web Project Syndicate di Soros, dove ha invocato la creazione di una Internazionale Progressista, per contrastare gente come Hillary Clinton … e il presidente Putin. In un proto-manifesto straordinariamente simile ai suoi precedenti ammonimenti sull’avanzata dei wahhabiti secolari, l’ (anti ) eroe greco ha polemizzato aspramente col leader russo, e coi suoi presunti alleati «Trump, Le Pen, e l’estrema destra in Gran Bretagna favorevole al Brexit», definendoli esponenti di una «Internazionale Nazionalista – espressione classica dei periodi di deflazione – tenuta unita dal disprezzo verso la democrazia liberale e dalla capacità di mobilitare quelli che hanno voglia di menare le mani».
Vale la pena ricordare che Varoufakis era già apparso, qui e là, sulla più importante piattaforma mediatica, finanziata da denaro pubblico, di questa presunta «Internazionale Nazionalista», Russia Today, ma all’epoca non aveva evidentemente abbastanza problemi con Mosca, per astenersene. L’attuale arretramento lascia facilmente supporre che egli fosse di fatto un agente in sonno e che abbia sceneggiato la sua ascesa al potere in modo tale da essere pienamente apprezzato dai fautori del multipolarismo, con lo scopo di sabotarlo poi dall’interno.
Quando il popolo greco ha massicciamente respinto il piano di salvataggio, Varoufakis non aveva alcuna intenzione di appannare la sua reputazione restando all’interno di un governo greco, ch’egli sapeva in anticipo che avrebbe accettato qualunque richiesta della Germania, e ha così abbandonato la partita e lasciato il lavoro sporco al suo ex partner politico − Tsipras – diventato al posto suo il capro espiatorio di quella detestabile farsa.
Salvaguardata la reputazione, e perfino un po’ mitizzato nell’animo di molti come un uomo di spessore morale, Varoufakis e i suoi seguaci erano oramai liberi di pianificare l’inevitabile ritorno. Questo agente è stato inizialmente concepito per funzionare all’interno del sistema e portarlo alla rovina col sabotaggio dall’interno ma, dopo il referendum, si è dovuto improvvisare un piano di emergenza, che facesse di lui il capo di un movimento di resistenza popolare contro gli Eurodiffidenti – espressione più neutra usata dall’autore per designare coloro che i media bollano come Euroscettici. In altri termini, Varoufakis è stato incaricato di guidare una operazione COINTELPRO del 21° secolo.
Tutto ciò non è solo una congettura, perché la scelta del «Giuda greco» di pubblicare la sua dichiarazione sul sito Project Syndicate costituisce una conferma decisiva dei suoi strettissimi legami con George Soros. Non solo, infatti, il finanziere miliardario delle Rivoluzioni colorate sovvenziona direttamente questo portale − The Open Society Foundation gli ha accordato una sovvenzione di $350.000 nel 2014 – ma lo utilizza anche come piattaforma preferita per la pubblicazione dei suoi articoli. Per dirla in modo proverbiale, è il luogo più prossimo al ventre della bestia nel cyber-spazio, ma Varoufakis non alcuna remora ad esibire pubblicamente le sue connessioni élitiste con l’organizzatore notoriamente russofobo delle operazioni di cambiamento di regime.
Se ne può facilmente dedurre che Soros appoggia il piano di Cavallo di Troia nella persona di Varoufakis per mettere insieme una Internazionale Progressista dei wahhabiti secolari, e potrebbe perfino essere stato per tutto questo tempo dietro il Minotauro assassino. In ogni caso è attualmente chiaro che Varoufakis è uno dei tanti bastardi politici di Soros, che hanno il compito di creare fronti di protesta unipolari controllati, per orchestrare le rivoluzioni colorate.
In questo particolare contesto, sarà probabilmente lui a impiastricciarsi di politically correct alla moda, nella lotta contro il fascismo guidato dalla Russia in Europa, capitalizzando al massimo dal movimento dei wahhabiti secolari e assicurando ad essi una facciata di «legittimità». Il noto culto della personalità di Varoufakis funzionerà bene, con una favorevole copertura nei media di sinistra falsamente multipolari, che tenteranno di trarre profitto dalla coerenza ideologica dei loro lettori zombie, riprogrammando persone anti-sistema in manipolati provocatori anti-russi.
E’ previsto che i wahhabiti secolari che Soros e Varoufakis organizzeranno sotto le bandiere dell’Internazionale Progressista vengano poi dispiegati contro Trump, i governi Eurodiffidenti di Polonia e Ungheria, e i seguaci del movimento Brexit e Le Pen – tutti menzionati accanto al presidente Putin quali esponenti dell’Internazionale Nazionalista – allo scopo di provocare conflitti violenti e destabilizzare le forze occidentali più pragmatiche contro la Russia. Non v’è altro modo di descrivere questo processo, se non come un’ulteriore fase della guerra ibrida sempre in espansione contro il multipolarismo.
Il Cavallo di Troia è adesso pronto a convertire questo dramma geopolitico in una tragedia greca, col Minotauro Assassino che si trasforma nella stessa bestia mitica che l’ha resa celebre, ma con l’ironia di fondo che questo mostro oggi mangia dei militanti di sinistra impropriamente impiegati al servizio del capitale eccedentario e rigurgita poi un flusso di vomito russofobo.