Il principe ereditario dell'Arabia Saudita, l'amico (molto) suscettibile del Marocco
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Middle east eye, 17 agosto 2017 (trad.ossin)
Il principe ereditario dell'Arabia Saudita, l'amico (molto) suscettibile del Marocco
Reda Zaireg
Il re Salman bin Abdelaziz stava quasi per annullare le vacanze a Tangeri, perché suo figlio, Mohammed bin Salman, non aveva apprezzato la neutralità del Marocco verso il Qatar. Un cattivo presagio per le relazioni storicamente buone tra Riyadh e Rabat
RABAT – Sabato 3 marzo 1962, il re del Marocco Hassan II, salito al trono un anno prima, celebrava il primo anniversario del suo regno. A questa cerimonia altamente simbolica, l'invitato d'onore del sovrano marocchino era il re Saud bin Abdelaziz al-Saud, fondatore della dinastia saudita.
E' che i legami tra il Marocco e l'Arabia Saudita sono, prima di tutto, relazioni tra due famiglie regnanti. Se i rapporti diplomatici tra i due paesi risalgono al 1957, un anno prima dell'indipendenza del Marocco, i primi contatti si sono avuti molto prima. Già all'epoca del sultano marocchino Moulay Slimane – che regnò tra il 792 e il 1822 – si sarebbe registrata una corrispondenza tra il primo Stato saudita e il regno del Marocco.
La crisi del Golfo, nella quale il Marocco ha deciso di non prendere posizione al fianco dell'Arabia Saudita e dei paesi del Golfo, e la nomina di Mohammed bin Salman come principe ereditario possono cambiare le cose?
A Tangeri dal 24 luglio, il re Salman bin Abdelaziz non è venuto meno alla tradizione avviata nel 2015, di passare ogni anno le vacanze estive nella città dello Stretto di Gibilterra. Alloggiato nella sua immensa e lussuosa residenza ai bordi dell'Atlantico, il re Salman è accompagnato dal suo seguito – quasi un migliaio di persone.
Il suo arrivo re-dinamizza l'attività turistica della città: stando ai siti di informazione locali, quasi otto hotel sono stati riservati ai Sauditi, oltre a diverse ville e appartamenti ammobiliati, e sarebbero state noleggiate più di 500 auto di alta gamma.
Primo cliente del Marocco nella regione del Golfo, il regno wahhabita ha fatto importanti investimenti in Marocco, sopratutto nel mercato immobiliare, nel turismo, nell'energia e nell'agricoltura. E le relazioni, tanto economiche che diplomatiche, tra i due paesi sono stabili da anni.
Quando era solo governatore della provincia di Riyadh, l'attuale sovrano dell'Arabia saudita andava spesso in Marocco, e ha rappresentato il suo paese in occasione di diversi eventi, come il matrimonio del re Mohammed VI nel 2002, o il festival di Assilah (nel nord) nel 2006.
Se l'arrivo del re dell'Arabia saudita a Tangeri per le vacanze estive sembra, di primo acchito, iscriversi nell'ordine delle cose, la neutralità mostrata dal Marocco durante la crisi col Qatar non è stata tuttavia apprezzata dal governo saudita.
« Pur non facendo parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo [CCG], il Marocco vorrebbe assumere una posizione di mediazione, proprio come il Kuwait che, invece, ne fa parte », spiega David Rigoulet-Roze, insegnate-ricercatore francese e autore dell'opera « Geopolitica dell'Arabia Saudita » al settimanale marocchino TelQuel.
Minacce del principe ereditario
Il regno dello sceriffato, che ha cercato di proporsi come mediatore senza compromettere le sue relazioni col Qatar, da un lato, e con l'Arabia Saudita e i paesi del Golfo, dall'altro, aveva inviato in giugno un emissario, nella persona del ministro degli Affari esteri, Nasser Bourita.
Questi è andato negli Emirati Arabi uniti, in Kuwait e in Arabia Saudita per tentare di trovare una soluzione alla crisi. Trovandosi, il Marocco ha deciso di inviare aiuti alimentari al Qatar nel periodo peggiore del blocco, giustificando il proprio gesto con una « solidarietà che prescinde dagli aspetti politici » della crisi.
Se non vi sono state reazioni ufficiali da parte delle autorità saudite, queste ultime hanno preferito lanciare messaggi subliminali al Marocco.
Rispettando un copione sperimentato, l'emittente saudita Al Arabiya al-Hadath ha trasmesso, il 14 giugno, un programma sul Sahara Occidentale, presentando la vicenda come un conflitto di decolonizzazione e dando la parola a dei rappresentanti del Fronte Polisario.
Eppure l'Arabia Saudita è uno dei principali sostenitori del Marocco nel dossier del Sahara Occidentale, e appoggia attivamente l'attività di lobbying di Rabat per annettersi completamente questa regione che considera propria.
Il fatto ha spinto il sito di informazione marocchino Le360.ma, considerato vicino al Palazzo, a chiedersi: « E' attraverso l'emittente fondata dal principe Waleed bin Ibrahim al-Ibrahim, che le autorità saudite hanno voluto mostrare al Marocco il prezzo da pagare per la sua neutralità a proposito della crisi del Golfo? O si è trattato solo di un eccesso di zelo da parte di un'emittente in guerra contro tutti i paesi che non hanno preso una posizione risolutamente ostile al Qatar ? »
Già si temeva l'annullamento del soggiorno del re Salman a Tangeri, cosa che avrebbe avuto un più chiaro significato di malcontento. Ma la vacanza reale alla fine è stata confermata.
Il celebre blogger Moujtahid scriveva a inizio luglio che il principe Mohammed bin Salmane aveva minacciato il Marocco di annullare la vacanza del padre a Tangeri se il regno dello sceriffato non avesse chiarito la sua posizione a proposito della crisi tra il Qatar e le potenze del Golfo. Minaccia che il Marocco avrebbe ignorato.
Perché, a differenza di suo padre, il nuovo principe ereditario saudita non viene considerato parte del clan che intrattiene rapporti amichevoli col Marocco. Considerato imprevedibile e capofila di una linea più dura, egli è l'architetto della guerra contro la Yemen, alla quale il Marocco partecipa, nell'indifferenza dell'opinione pubblica e il cinismo della classe politica marocchina.
L’Iran tra il Marocco e l'Arabia Saudita
Nel dicembre 2015, il Marocco ha dispiegato 1 500 soldati e aerei F16 al fianco delle truppe di diversi paesi arabi che partecipavano all'operazione « Tempesta del deserto ». L'attuale situazione di stallo spinge oramai il principe ereditario saudita a cercare una via di uscita onorevole.
La partecipazione del Marocco alla guerra in Yemen non è la prima avventura nella quale il Marocco si trova imbarcato per non dispiacere all'alleato strategico saudita.
Nel 2009, Rabat ruppe unilateralmente le relazioni diplomatiche con l'Iran, come rappresaglia nei confronti delle parole di un alto responsabile iraniano che aveva definito lo Stato del Bahrein « la quattordicesima provincia iraniana ».
Secondo il quotidiano francese Le Monde, che aveva messo le mani nel 2010 su un cablo diplomatico pubblicato da WikiLeaks, sarebbe stata l’Arabia saudita a fare pressione sul regno « nell'ambito della sua strategia globale di opposizione all'influenza iraniana ».
Solo a ottobre 2016 il re Mohammed VI ha nominato, durante una cerimonia svoltasi nel palazzo reale di Casablanca, un nuovo ambasciatore a Teheran, nella persona di Hassan Hami.
Come ex ambasciatore del Marocco in Azerbaigian, Hassan Hami conosce bene il dossier iraniano, poiché dopo la rottura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, l'Ambasciata del Marocco a Bakù è stata incaricata di gestire gli affari correnti con l'Iran, si legge in una nota del ministero degli Affari esteri relativa alla ripresa delle relazioni del Marocco con l'Iran.
La ripresa delle relazioni diplomatiche tra Marocco e Iran è avvenuta in modo graduale, giacché la preoccupazione principale del Marocco era di convincere le potenze del Golfo che la riconciliazione « non si è fatta, e non si farà a spese delle relazioni del Marocco coi paesi arabi fratelli, né coi paesi partner, o contraddicendo le prese di posizione del Marocco sugli affari regionali e internazionali », come annunciava prudentemente Nasser Bourita, all'epoca segretario generale del ministero degli Affari esteri, in una circolare del 6 febbraio 2014, indirizzata ai suoi direttori.
Con la futura ascesa al trono di Mohamed bin Salman, occorrerà senz'altro qualcosa di più, oltre alle precauzioni diplomatiche e ai ricordi di famiglia, per mantenere buone relazioni tra Rabat e Riyadh.