sayed7asan, 12 marzo 2017 (trad.ossin)
 
La fine dell’illusione dei due Stati annuncia la liberazione della Palestina
Hassan Nasrallah
 
Discorso del Segretario Generale di Hezbollah, Sayed Hassan Nasrallah, il 16 febbraio 2017, in occasione della annuale commemorazione dei dirigenti martiri
 
 
Trascrizione: 
 
Bene, il secondo punto è la questione israeliana dal punto di vista palestinese. 
 
Che cosa sta succedendo? Israele prosegue al massimo grado il processo di giudaizzazione. La giudaizzazione di Al-Quds (Gerusalemme), l'espulsione dei suoi abitanti, (la costruzione) di tante più residenze e colonie per modificarne l’identità e separarla dalla Cisgiordania, fino al divieto della chiamata alla preghiera, progetto del governo di Netanyahu adottato dalla Knesset, fino alla legge che legalizza il furto delle terre palestinesi in Cisgiordania, mentre è in corso la costruzione di migliaia di residenze in Cisgiordania, lo stillicidio quotidiano degli assassinii, degli arresti e delle demolizioni di case, la distruzione dei campi e adesso, con Trump, l'idea di trasferire l’ambasciata statunitense di Tel Aviv ad Al-Quds (Gerusalemme). L'importanza del gesto sta nella convalida di Al-Quds come eterna capitale di questa entità usurpatrice. 
 
L'abbandono da parte degli Stati Uniti della soluzione dei due Stati ha un significato per noi della Resistenza. Ma questa soluzione era l’unica speranza per i fautori dei negoziati. Gli USA, ha detto Trump ieri, non eserciteranno pressioni su Israele. Lasciamo i Palestinesi negoziare direttamente e accordarsi (con Israele). Che vuol dire? Sbrogliatevela voi e buona fortuna». 
 
Israele, senza pressioni statunitensi, senza pressione internazionale, senza pressioni arabe, senza alcuna pressione, questi sionisti, con la loro cultura, le loro ambizioni, i loro appetiti, il loro disprezzo e la loro arroganza, dovrebbero concedere (di loro spontanea volontà) qualche briciola ai Palestinesi, attraverso negoziati diretti? Ecco che cosa significa («Sbrogliatevela voi»).
 
Oggi, dopo quanto si è appreso dell’incontro tra Netanyahu e Trump, davvero, non esagero dicendo che ieri è stata annunciata in modo quasi ufficiale la morte della via negoziale. E’ un atto di morte. Questa questione è chiusa. Per gli Israeliani, lo Stato palestinese non esiste (e mai potrà esistere). Nel corso delle conferenza (tenute in Israele) all’inizio dell’anno di cui ho detto, in cui hanno parlato ministri, generali, personalità, ecc., in tutti questi discorsi, non si fa alcuna menzione di un qualsiasi Stato palestinese, inesistente e inconcepibile per loro. 
 
Qualche anno fa, abbiamo (già) detto, e voglio ricordare quel che dicemmo. Il progetto israeliano per la Palestina e per i Palestinesi è: prendetevi Gaza - ovviamente una Gaza che deve restare sotto assedio, senza porto, senza aeroporto, senza frontiere –, ma prendetevi Gaza, che era diventata motivo di scandalo per i sionisti. Quanto al resto della Palestina, è per i sionisti. Il massimo che si possa concedere alla Cisgiordania è una autonomia amministrativa controllata, limitata e discontinua, che adesso viene anche spezzata da migliaia di residenze, ed è la fine della questione. I Palestinesi della diaspora (rifugiati) dovranno essere nazionalizzati o emigrare. Dovranno prendere la nazionalità in Libano, in Siria, in Giordania, dovunque si trovino, o emigrare dove potranno. E dovunque nel modo oggi si propongono nazionalità ai Palestinesi perché partano. Ecco il massimo che Israele può concedere. Un’autonomia amministrativa limitata e discontinua in Cisgiordania. Anche ieri, gli stessi Israeliani, gli stessi analisti israeliani, hanno parlano di un’ultima tappa della soluzione definitiva della questione palestinese. E forse purtroppo non esagerano. 
 
Ebbene oggi, adesso che il principio e il fondamento della risoluzione dell’iniziativa di pace araba del 2002, poggiata sull’idea dei due Stati, adesso che questo fondamento si è dissolto, che è stato soppresso, respinto, che cosa dicono i leader arabi, i regimi arabi, i governi arabi, l’Unione dei paesi arabi? Quelli che si fecero promotori dell’iniziativa e che diassero (in guisa di minaccia) che la proposta era sul tavolo che non vi sarebbe rimasta a lungo? Perché dunque, è ancora sul tavolo? Ha ancora un minimo di operatività comunque? Chi la riconosce dunque? 
 
 
E’ naturale che gli Israeliani giungano al punto di dire che siamo all’ultima tappa della causa palestinese che si preparano a liquidare. Perché Israele, nonostante tutto quello che Obama ha fatto per lei, dice adesso che Trump è meglio. Ebbene gli Arabi, i paesi arabi, dove sta la pressione araba? (Si assiste) al contrario ad una rincorsa nelle relazioni con Israele sotto banco e sopra il banco, senza esitazioni, una normalizzazione araba e dei paesi del Golfo (delle relazioni con Israele), a eccezione di qualche paese arabo, una normalizzazione, delle delegazioni (israeliane) in Bahrein e in taluni paesi arabi, e ballano, cantano, brandiscono spade e, in Bahrein, non esitano nemmeno, questi sionisti, a dichiarare: «Noi distruggeremo la moschea (al-Aqsa) e (ri)costruiremo il tempio», e tutti quegli Arabi seduti al loro fianco, e che danzano con loro, questi Bahreiniti che sono ovviamente legati al potere, questi ignoranti imbecilli, non capiscono nemmeno quello che si dice. E secondo me, se pure avessero capito, non sarebbe cambiato niente, perché non esiste più niente che abbia un pur minimo valore agli occhi di questi regimi (arabi) e dei loro partigiani.
 
Ieri si è levata una strana voce, e molti si sono probabilmente domandati «Oh, da dove esce questo ragazzo, da quale pianeta viene?» Quando per esempio Sua Eccellenza il Presidente della Repubblica libanese, il generale Michel Aoun, è andato al summit dei paesi arabi, penso che li abbia davvero infastiditi quando ha parlato di Al-Quds (Gerusalemme) e dei luoghi santi islamici e cristiani. E li ha infastiditi quando ha loro ricordato le responsabilità che loro incombono, come paesi arabi, come Arabi, nei confronti della Palestina e dei luoghi santi. E li ha infastiditi quando ha parlato della Resistenza prima e dopo la sua partenza. E li ha infastiditi quando ha loro detto che il pensiero sionista era riuscito a trasformare uno scontro arabo-israeliano in una guerra arabo-araba, e che occorreva risolvere questo problema. «A chi reciti i tuoi salmi, o Davide?» (Citazione sugli indifferenti)
 
Nella deplorevole situazione in cui si trovano gli Arabi, sì, gli Israeliani hanno ragione di parlare di situazione strategica eccellente e rassicurante, e Netanyahu ha ragione quando ieri ha detto che mai nella sua vita aveva sentito che i paesi arabi non considerano Israele come un nemico ma come un alleato. Questa testimonianza di Netanyahu è un marchio di infamia impresso sulla fronte della maggioranza di questi governanti, re, emiri e presidenti arabi. La maggior parte di loro, perché vi sono ovviamente delle eccezioni tra i leader e presidenti che hanno una posizione diversa e ne pagano il prezzo. Non è un marchio di infamia? Cosa ne dice il popolo palestinese? Cosa ne dicono tutte le fazioni della Resistenza palestinese, tutte, quelle che credono alla resistenza e quelle che credono ai negoziati? Cosa ne dicono i milioni di Palestinesi della diaspora? Cosa ne dicono gli Arabi che conservano un resto di onore, di dignità, di arabità, di nobiltà? Quale è la posizione araba, dove la risposta araba? Naturalmente non v’è alcuna risposta.
 
La risposta (araba) è su un altro terreno: più stragi in Yemen e in Bahrein, più complotti contro la Siria e l’Iraq, più ricerca di alleanze per fare la guerra alla Repubblica islamica dell’Iran... Ecco dove sono oggi gli Arabi, i dirigenti arabi.
 
Ebbene... Cosa possono fare i Palestinesi? Tutto ciò non deve indurre alla disperazione, in alcun modo. 
 
Io voglio dire al popolo palestinese in occasione di questa commemorazione dei dirigenti (martiri di Hezbollah) che hanno profondamente amato la Palestina. Come Sayed Abbas (al-Musawi), come Cheikh Ragheb (Harb), come Hajj Imad (Mughnieh). Erano più palestinesi che libanesi, i Palestinesi lo sanno. Hajj Imad era così, Cheikh Ragheb era così. In questo giorno in cui si commemorano i dirigenti della Resistenza, per i quali la Palestina era l’amata, la cara, la desiderata, la causa (per eccellenza) e la speranza, io dico al popolo palestinese: tutto ciò non deve indurre alla disperazione.
 
Il fatto che le maschere cadano è molto importante (positivo). «Se avessero combattuto al vostro fianco, avrebbero solo aggiunto guai ai vostri guai [e seminato con le loro manovre la discordia tra di voi]» (Corano, 9, 47) Il fatto che le maschere cadano, che gli ipocriti si rivelino dopo avervi mentito per decine di anni, pretendendo di sostenere la Palestina, il popolo palestinese e la causa palestinese, perché è importante? Porta chiarezza, purifica e consolida i ranghi. Restano solo le persone serie. I pavidi, i traditori, gli agenti del nemico, gli spioni e gli opportunisti sgombrano il campo. 
 
E ciò vuol dire per il popolo palestinese e per i popoli della regione: quelli che restano (al vostro fianco) sono la quintessenza di tutte queste prove e di tutte queste difficoltà, e sono loro che libereranno la Palestina e costruiranno la vittoria.
 
Al contrario, ciò deve essere fonte di speranza e non causa disperazione, il fatto che i ranghi si purificano. Che se ne vadano! Basta! Oh, hanno sempre e solo mentito ai popoli arabi, ai loro popoli e al popolo palestinese. Dicono che essi hanno accettato Israele, che normalizzeranno le loro relazioni con Israele, che sono alleati di Israele, che non considerano Israele un nemico. Oh fratelli che qualcuno risponda dunque a Netanyahu! Se restasse loro un pizzico di onore, di fierezza, di dignità! Che questi re, questi emiri, questi presidenti dicano a Netanyahu «No, tu menti, tu resti sempre il nostro nemico, tu non sei diventato nostro alleato». Ma non osano. 
 
Non me ne vogliate, mi sono messo a parlare in dialetto, il vocabolario che si usa quando si parla tra noi, a casa.
 
Tutto questo non deve indurre alla disperazione, ma alla speranza. 
 
Poi il popolo palestinese non dovrà arrendersi mai! Nessuna resa, continuare nella Resistenza, la fede nella Resistenza, perseveranza nella Resistenza, fiducia nella scelta della Resistenza, nel fatto che porta alla vittoria. La Resistenza ha liberato il Libano, ha liberato Gaza, e la storia della nostra epoca e la storia attraverso i secoli (lo prova). E’ solo questione di tempo, di perseveranza, di resistenza e di fermezza. Il popolo palestinese ha una grandissima esperienza di tutto questo.
 
Tra le forme di resistenza più importanti al momento in Palestina, c’è l’intifada di Al-Quds (Gerusalemme), che deve continuare. Queste azioni individuali sono una delle forme più importanti di resistenza. Una delle forme più importanti e più grandi. Perché si tratta di un individuo isolato, che non appartiene ad alcun gruppo, ad alcuna organizzazione… In ogni caso, quando un individuo decide da se stesso la propria azione, la sua operazione, il suo piano, fissa l’obiettivo e lo raggiunge, realizza l’operazione, chi potrà fermarlo? Qualsiasi operazione (israeliana) di prevenzione è impossibile. Quando questo tipo di iniziativa si allarga e coinvolge tutti – ragazzi, ragazze, contadini, studenti, insegnanti, ecc. provenienti da diversi strati sociali -, ecco che questo atterrisce il nemico e scuote tutta la sue entità come un terremoto.
 
Voi (Palestinesi) avete questa fede, questo spirito di resistenza, questo entusiasmo formidabile, che hanno manifestato fino ad oggi i ragazzi e le ragazze della Palestina nel corso dell’intifada di Al-Quds (Gerusalemme).
 
E per concludere, voglio anche assicurare al nostro popolo palestinese che la regione non resterà come è attualmente. E il mondo non resterà come è oggi. Gli USA di Trump non sono più gli USA di George Bush, e l’esercito statunitense non è più quello che è venuto ad invaderci decine di anni fa, e tutta la regione è cambiata. I progetti sfumano e crollano, e da questo calvario, queste sedizioni, questi complotti, nascono generazioni, generazioni e generazioni di mujaheddin (combattenti), di resistenti e di credenti, che costruiranno la vittoria decisiva, come la costruiscono ogni giorno, e cambieranno la faccia della regione.
 
L'orizzonte è radioso, l’avvenire fecondo. E tutto quanto sta accadendo intorno a noi non è affatto la liquidazione della causa palestinese, assolutamente! E’ la liquidazione degli ipocriti, che hanno mentito al popolo palestinese. Quanto alla causa palestinese, nessuno può liquidarla, e nessuno può porvi fine. 
 
Abbiate fiducia in dio e abbiate fiducia in voi, in voi ragazzi e ragazze, e che questa resistenza, queste azioni questa forza, questa perseveranza siano perseguite sinceramente, per dio, secondo i precetti divini, con la sua protezione. E dio, altissimo e glorioso, non manca mai alle sue promesse. Ha promesso la vittoria a tutti i sinceri, i pazienti e resistenti, e ha sempre mantenuto le sue promesse.
 
 
 
 
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