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ProfileLa guerra in Medio Oriente, 6 aprile 2024 - Israele sta rendendo le condizioni troppo pericolose perché le ONG possano operare a Gaza con l’obiettivo di renderla invivibile per i Palestinesi e assicurarsi la vittoria (nella foto, l'attacco al convoglio umanitario del WCK)  

 

Middle East Eye, 6 aprile 2024 (trad.ossin)
 
L'attacco di Israele alla World Central Kitchen fa parte della sua strategia genocida
Othman Moqbel
 
 
Israele sta rendendo le condizioni troppo pericolose perché le ONG possano operare a Gaza con l’obiettivo di renderla invivibile per i Palestinesi e assicurarsi la vittoria
 
 
Palestinesi ispezionano i veicoli gravemente danneggiati appartenenti alla World Central Kitchen dopo che gli attacchi israeliani hanno preso di mira il gruppo umanitario con sede negli Stati Uniti il giorno precedente a Deir el-Balah, nella Striscia di Gaza, il 2 aprile (Omar Ashtawy/Reuters)
 
 
Non importa come siano state organizzate le operazioni militari di Israele a Gaza dal 7 ottobre, il suo ultimo attacco al gruppo umanitario World Central Kitchen (WCK) del 1° aprile non lascia dubbi sul fatto che si tratta di una guerra condotta contro ogni forma di vita nella Striscia assediata.
 
Che si tratti dei civili che hanno un disperato bisogno di aiuto o degli operatori umanitari che cercano disperatamente di fornire questo aiuto, sono tutti in pericolo.
 
Il giorno dopo il bombardamento del convoglio WCK, che ha ucciso l'intera squadra operativa a Gaza, il quotidiano israeliano Haaretz ha affermato che gli attacchi erano deliberati, sulla base di informazioni errate secondo cui vi sarebbe stato anche un combattente armato di Hamas.
 
Poi, il fondatore della WCK Jose Andres ha detto ai giornalisti che Israele ha preso di mira i suoi sette operatori "sistematicamente, macchina per macchina".
 
Anche se la narrazione di Israele, per quanto discutibile, fosse vera – e di questo i suoi leader si sono scusati all’inizio di questa settimana – dimostra comunque, come molti di noi sospettavano da tempo, che questa guerra è condotta con l’obiettivo della “vittoria assoluta” a tutti i costi".
 
E alla fine sono i civili a sostenere tali costi, perché nessuna morte sembra troppo inconcepibile: siano essi operatori umanitari, giornalisti, operatori sanitari o bambini, che nella migliore delle ipotesi rappresentano un danno collaterale o, nella peggiore, sono loro stessi un bersaglio.
 
 
Una tattica deliberata
 
Per quanto gli attacchi al WCK vengono presentati come un errore, si devono però registrare circa 200 operatori umanitari uccisi in soli sei mesi. Recentemente abbiamo perso i colleghi dell’American Near East Refugee Aid (Anera), che, insieme alla WCK, era la più grande ONG a fornire cibo caldo ai Palestinesi affamati, e dell’Unrwa, che sono state vittime di questa guerra.
 
Le leggi e le convenzioni internazionali sembrano offrire agli operatori umanitari poca protezione nella realtà del brutale attacco contro ogni forma di vita a Gaza.
 
Anche se dovessimo credere che ogni singolo operatore umanitario ucciso sia stato vittima di un incidente e non di un attacco deliberato, i numerosi altri attacchi contro la comunità umanitaria non possono essere ignorati.
 
Che si tratti delle calunnie infondate contro l’Unrwa per ottenerne la cessazione dei finanziamenti o dell’imprigionamento degli operatori umanitari con false accuse di terrorismo senza fornire alcuna prova, tutto ha lo stesso scopo: ridurre la presenza degli operatori umanitari a Gaza.
 
Attaccando le ONG che distribuiscono aiuti, ospedali e giornalisti, l'obiettivo primario di Israele sembra essere la creazione di un ambiente troppo pericoloso per gli operatori. In seguito all’attacco alla WCK, le navi che trasportavano aiuti non ancora consegnati a Gaza sono immediatamente tornate indietro, sospendendo le operazioni.
 
Le forze israeliane stanno rendendo le condizioni troppo pericolose perché si possa fornire aiuto o assistenza alla popolazione di Gaza, rendendo la Striscia inabitabile per i Palestinesi e assicurando la vittoria di Israele mentre i civili pagano il prezzo più alto.
 
La mia organizzazione, Action For Humanity, e la sua controllata Syria Relief, lo sanno fin troppo bene.
 
In Siria, abbiamo dovuto affrontare condizioni simili, dove il conflitto durato 13 anni ha visto la morte di 336 operatori umanitari. Solo la mia organizzazione ha perso sei colleghi a causa di un approccio alla guerra basato sulla “vittoria ad ogni costo”.
 
 
Supporto in calo
 
Ho la sensazione che la conversazione si stia spostando dalla questione se i governi occidentali debbano revocare il loro sostegno a come i governi occidentali dovrebbero revocare il loro sostegno a Israele.
 
Un sondaggio tra l’opinione pubblica britannica, commissionato da Action For Humanity e condotto da YouGov, ha rilevato che il 59% della popolazione crede che l’esercito israeliano stia violando i diritti umani a Gaza – e questo prima dell’attacco diretto agli operatori umanitari della WCK, tra i quali v’erano tre cittadini britannici.
 
 
 
 
Questo attacco ha giustamente scatenato una condanna globale, ma è preoccupante che essa dipenda dalla nazionalità delle persone tragicamente uccise. Palestinesi innocenti sono stati uccisi ogni minuto nel corso degli ultimi sei mesi, nel silenzio assordante dei governi occidentali.
 
L’uccisione di ogni operatore umanitario dovrebbe essere universalmente condannata come un crimine di guerra assodato, ma lo è anche il prendere di mira qualsiasi civile.
 
Tutti i crimini di guerra sono così e non dovrebbe esservi spazio per distinzioni o equivoci basati sulla nazionalità, razza, etnia o professione. Bisogna fare tutto il possibile per fermare immediatamente i crimini di guerra e questa guerra genocida.
 
 
Ossin pubblica articoli che considera onesti, intelligenti e ben documentati. Ciò non significa che ne condivida necessariamente il contenuto. Solo, ne ritiene utile la lettura