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 Sahara Occidentale, 3 aprile 2009 - Appello alla comunità internazionale delle famiglie dei detenuti saharaoui in sciopero della fame dal 13 febbraio 2009





Appello Urgente delle famiglie dei tre prigionieri politi saharaoui

Di fronte all’aggravarsi delle condizioni di salute dei nostri cari figli, i prigionieri politici saharaoui Brahim Bariaz, Jalihanna Abu Alhassan e Alisalem Ablagh, detenuti alla prigione Boulemharez (Marrakech), e che sono stati arrestati tra l’aprile d il dicembre 2008 a Marrakech e Goulimine a causa delle loro opinioni politiche a favore dell’autodeterminazione del popolo saharaoui. Che sono in sciopero della fame da più di 50 giorni, per protesta contro la loro detenzione illegale e contro le inumane condizioni di vita nella prigione.


Di fronte al rigetto, da parte dell’amministrazione penitenziaria, delle loro legittime rivendicazioni e delle doglianze previste dalle convenzioni internazionali, in quanto detenuti politici, ed altresì di fronte alla indifferenza per il loro stato di salute assai allarmante; sapendo che il continuo ricorso allo sciopero della fame ed il deterioramento del loro stato di salute ha provocato complicazioni e conseguenze gravi, come: svenimenti, difficoltà di movimento , di parola e di respirazione, senza parlare della perdita di peso, del vomito di sangue, successione di coma, incapacità di concentrazione e perdite di coscienza, dolori alle articolazioni ed allo stomaco, pressione alta, oltre ad altre complicazioni che hanno costretto l’amministrazione a trasportarli quasi quotidianamente alla clinica della prigione; sapendo che essi continuano a rifiutare di restare in questa clinica, nonostante l’insistenza dei medici per sottoporli a terapia intensiva per prevenire ogni eventuale complicazione;


E siccome il prigioniero politico saharaoui Ibrahim Baryaz è stato trasferito martedì all’ospedale civile Ibn Toufeil di Marrakech in condizioni molto critiche, a causa del deterioramento del suo stato di salute conseguente alla prosecuzione dello sciopero della fame, e al suo arrivo al Pronto Soccorso è stato isolato in una stanza circondata da poliziotti che assediavano letteralmente l’ospedale e, malgrado lo stato di salute critico, è stato assicurato al letto con delle manette.


Ricordando che i nostri cari figli continuano a rifiutare di alimentarsi e persistono nello sciopero “fino a che le autorità non rispondano favorevolmente alle loro legittime rivendicazioni”.


Noi rivolgiamo un appello alla comunità internazionale perché intervenga urgentemente presso le autorità marocchine per porre fine alla sofferenza dei nostri figli;
perché eserciti maggiore pressione sul Marocco per salvare il loro diritto a vivere e per la immediata ed incondizionata liberazione dei nostri figli;
per prevenire una catastrofe umanitaria ed evitare il peggio;
ed infine per richiamare le autorità marocchine alle loro responsabilità, per le gravi conseguenze che potrebbe provocare lo sciopero della fame avviato dai detenuti il 13 febbraio 2009.


Famiglie dei tre prigionieri politici saharaoui
Brahim Bariaz, Jalihanna Abu Alhassan e Alisalem Ablagh

 

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