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Gennaio 2010
(El Ghalia Djimi)
Gennaio 2010
Continuano le angherie e le provocazioni della polizia marocchina nei confronti dei militanti saharawi.
E’ di pochi giorni fa la notizia che le Autorità marocchine responsabili del rilascio dei passaporti hanno rifiutato a Mustafà Dah e El Ghalia Djimi, membri dell’ASVDH, il rilascio dei loro passaporti.
Normalmente in Marocco ogni cittadino deposita il suo dossier presso le Autorità competenti e, nel giro massimo di tre giorni, ottiene il rilascio del passaporto.
El Ghalia Djimi ha depositato il suo il 24/12/09 e Moustafà Dah il 5/1/10 ma fino ad oggi non hanno ricevuto alcuna risposta.
Ultimamente questa pratica ha trovato larga diffusione ed ha privato i militanti saharwi, non solo del passaporto, ma anche di altri documenti, come la patente di guida, per impedire loro ogni movimento.
Ecco il gruppo dei difensori dei diritti dell’uomo vittime di questa pratica:
- Brahim Sabbar dal 2000
- Bachir Khfawni dal 2003
- Hassana Duihi dal 2006
- Daddach Mouhamed, Larbi Massaoud, Soubaii Ahmed, Atiqo Baray, Brahim Ismaili hanno avuto il sequestro di tutti i documenti al confine con la Mauritania nell’ottobre 2009
- Sultana Khaya ha avuto sequestrati tutti i documenti nell’ottobre 2009
- Abderahman Bougarfa dal novembre 2009
- Mahjoub Aouladcheikh dal 2009
- Mouhamed Monolo dal 2009
- Abdati Babait dal 2009
- Meska Ahmed Zain dal 2009
- Mouhamed Salem Aamar dal 2009
- Hmad Hammad dal gennaio 2010.
Il 30 dicembre 2009 El Ghali Djimi in compagnia di Khadija Merouazie, segretario dell’organizzazione per la democrazia e i diritti dell’uomo, ha fatto visita nel carcere “Zaki” a Salè nel nord del Marocco a Edegja Lechgar, l’unica donna del gruppo dei 7 militanti saharawi arrestati il giorno 8 ottobre 2009 all’aeroporto di Casablanca.
Edegja Lechgar è detenuta in isolamento fin dal suo arresto e la sua salute si è notevolmente deteriorata, così come il suo stato mentale. Necessita di urgenti cure e di un regime di detenzione che le consenta di ascoltare almeno la radio, per non continuare ad essere in totale isolamento dal mondo esterno, di fare visita agli altri 6 detenuti arrestati con lei, che si trovano nella stessa prigione, e di un minore affollamento (nella sua cella da 2 persone, vi sono 6 persone e questo rende insopportabile la detenzione). Peraltro è stata recentemente trasferita in una cella con detenute comuni.
Dopo la visita di El Ghalia Djimi e di Khadija Merouazi e le pressioni esercitate dalle stesse sulle autorità penitenziarie, Edegja Lechgar è stata sottoposta il 4/1/10 ad una visita medica e il 18/1/10 è stata sottoposta ad una tac alla testa. Nello stesso giorno Edegja ha annunciato di iniziare uno sciopero della fame illimitato a sostegno delle sue rivendicazioni.
A questo punto va ricordato che Edegja Lechgar ha già subito 24 anni di detenzione nelle prigioni marocchine.
Durante il suo viaggio a Rabat El Ghalia Djimi ha avuto modo di incontrare le famiglie dei prigionieri politici del gruppo Edegja, la segretaria per l’organizzazione per la democrazia e i diritti dell’uomo, Khadija Merouazi, che l’ha aiutata ad ottenere il permesso di visita a Edegja Lechgar, il presidente dell’AMDH Khadija Riadi ed altri membri della stessa associazione marocchina. Ha inoltre avuto un incontro con Mohamed Sabbar, ex-presidente del Forum marocchino per la verità e la giustizia, e un incontro all’ambasciata USA a Rabat con l’incaricata dei diritti dell’uomo Juli Kim.
Fonte ASVDH